Leonard Peltier nasce a Grand Forks

Leonard Peltier nasce a Grand Forks, updated 8/3/23, 5:44 PM

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Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte
le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi
americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e'
descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per
difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno
nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e
quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa
gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel
documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con
l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890
assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere
razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si
scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare
l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della
morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i
sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso
di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti
tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della
famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una
consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si
conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane
militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da
Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della
morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria,
cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei
mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia
all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati
dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob
Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed
assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su
Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato
negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del
duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta
dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma
a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui
erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove
contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti
che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver
ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma
anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente
vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a
svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di
beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche
artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il
mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi
ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e'
sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i
detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa
piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese,
italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae
Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna
diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che
aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach,
da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da'
proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e'
nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un
efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto
conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la
liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma
quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in
considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione
dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di
intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato
anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e
riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico
lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e'
innocente.
Una bibliografia essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre
Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e
successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo,
Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance,
St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole.
Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989,
2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense
Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara
- Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the
Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado,
1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret
Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black
Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story
About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press,
Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press,
Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the
American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische
Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.