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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Le accuse
Le accuse contestate sono, a vario titolo, associazione per delinquere, attività organizzate per il traffico
illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e frode nelle pubbliche forniture. Tra i reati vi è una tentata
estorsione aggravata dalla modalità mafiosa ai danni di un dipendente di una società che avrebbe subito
una minaccia da parte di esponenti della consorteria di 'ndrangheta di Cirò Marina su commissione del
proprio datore di lavoro per non farlo rivolgere ai sindacati per ottenere il pagamento di alcuni stipendi.
Nei confronti di altri 12 soggetti, tra cui 4 funzionari di enti locali, sono state emesse informazioni di
garanzia. Il gip ha anche disposto il sequestro preventivo delle quote e del compendio aziendale di 6
società con sede in provincia di Catanzaro per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro.
Secondo l'accusa, i responsabili delle società avrebbero ottenuto illeciti profitti attraverso l'abbattimento
dei costi di gestione dei depuratori, determinato principalmente dal parziale trattamento dei fanghi,
nonché dalle mancate manutenzioni previste; la redazione di falsi Formulari di identificazione rifiuti con il
fittizio conferimento di rifiuti in un impianto in un comune del Catanzarese; lo smaltimento illecito di
ingenti quantitativi fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, rifiuti della pulizia delle
acque di scarico, fanghi delle fosse settiche, per più di 2mila tonnellate in un anno, che venivano conferiti
nello stesso impianto, per una attività di trattamento, in realtà mai eseguita; la richiesta ad alcuni dei
Comuni degli oneri per la manutenzione che doveva essere a carico della società. Tutto ciò, secondo
l'accusa, avrebbe provocato il malfunzionamento di numerosi depuratori che, in 10 casi, avrebbe portato
allo sversamento dei liquami non trattati nei terreni circostanti e in mare.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 4 depuratori ed è stato effettuato l'accesso in 24 comuni da
cui sono emersi diversi casi di frode ai danni della pubblica amministrazione con il concorso di funzionari
pubblici. Un dato importante è emerso anche dai periodici monitoraggi effettuati da Legambiente sulla
qualità del mare, dei laghi e delle coste.
Le accuse contestate sono, a vario titolo, associazione per delinquere, attività organizzate per il traffico
illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e frode nelle pubbliche forniture. Tra i reati vi è una tentata
estorsione aggravata dalla modalità mafiosa ai danni di un dipendente di una società che avrebbe subito
una minaccia da parte di esponenti della consorteria di 'ndrangheta di Cirò Marina su commissione del
proprio datore di lavoro per non farlo rivolgere ai sindacati per ottenere il pagamento di alcuni stipendi.
Nei confronti di altri 12 soggetti, tra cui 4 funzionari di enti locali, sono state emesse informazioni di
garanzia. Il gip ha anche disposto il sequestro preventivo delle quote e del compendio aziendale di 6
società con sede in provincia di Catanzaro per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro.
Secondo l'accusa, i responsabili delle società avrebbero ottenuto illeciti profitti attraverso l'abbattimento
dei costi di gestione dei depuratori, determinato principalmente dal parziale trattamento dei fanghi,
nonché dalle mancate manutenzioni previste; la redazione di falsi Formulari di identificazione rifiuti con il
fittizio conferimento di rifiuti in un impianto in un comune del Catanzarese; lo smaltimento illecito di
ingenti quantitativi fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, rifiuti della pulizia delle
acque di scarico, fanghi delle fosse settiche, per più di 2mila tonnellate in un anno, che venivano conferiti
nello stesso impianto, per una attività di trattamento, in realtà mai eseguita; la richiesta ad alcuni dei
Comuni degli oneri per la manutenzione che doveva essere a carico della società. Tutto ciò, secondo
l'accusa, avrebbe provocato il malfunzionamento di numerosi depuratori che, in 10 casi, avrebbe portato
allo sversamento dei liquami non trattati nei terreni circostanti e in mare.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 4 depuratori ed è stato effettuato l'accesso in 24 comuni da
cui sono emersi diversi casi di frode ai danni della pubblica amministrazione con il concorso di funzionari
pubblici. Un dato importante è emerso anche dai periodici monitoraggi effettuati da Legambiente sulla
qualità del mare, dei laghi e delle coste.