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chiarefrescedolciacque, updated 1/1/24, 3:38 PM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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Solvay: noi siamo trasparenti come l’acqua e puri come l’aria.

Le indagini epidemiologiche fanno rizzare i capelli in testa prima ancora di essere completate. Eppure, con
un opuscolo a tappeto distribuito a dipendenti e residenti, Solvay afferma: “Facciamo chiarezza su salute e
ambiente: Solvay non è responsabile delle morti di Spinetta Marengo”.
Solvay nega che acido cloridrico (HCL), acido fluoridrico (HF), tetrafuoroetilene (C2F4) e perfluoroisobutene
PFIB), che fuoriescono dalle ciminiere di Spinetta Marengo, ovvero tramite fughe di gas dagli impianti
stessi, ammalino sangue e polmoni di bambini e adulti in quanto tali concentrazioni tossico oncogene
sarebbero sotto i livelli di tolleranza: “sotto le soglie di non effetto”, praticamente innocue. Tolleranza
quanto meno presunta. Presunta vuoi perché la centralina di controllo HCL e HF non viene fatta funzionare,
come attestano le relazioni ARPA da noi prodotte in Procura. Presunta vuoi perché C2F4 e PFIB, altrettanto
cancerogeni ma altresì letali in fase acuta, sono addirittura controllati dalla stessa Solvay: controllato e
controllore coincidono. A tacere dei PFAS. Alla faccia di “trasparenza e condivisione”.
Ad eccezione di Solvay, non c’è più nessuno al mondo che neghi che i Pfas siano tossici cancerogeni
mutageni. Esempio: nel latte materno Pfas nel 100% nei campioni testati, clicca qui). Per quanto ci riguarda,
abbiamo documentato gli attestanti studi internazionali già dall’esposto alla Procura della Repubblica di
Alessandria nel 2009, e negli anni seguenti, fino agli ultimi sei esposti depositati nelle mani dell’attuale
magistrato
responsabile.
Sono
consultabili
sul Dossier
“Pfas
Basta!”
(chiedilo
a
lino.balza.2019@gmail.com).
Neppure Solvay può negare che le falde del territorio alessandrino sono impregnate di Pfas (Pfoa, C6O4,
ADV) mescolati a Bisfenolo nonché a cromo esavalente e altre 21 sostanze cancerogene non bonificate
malgrado la sentenza di disastro ecosanitario della Cassazione, e che un acquedotto è già stato chiuso. Né
riesce a negare che i Pfas scaricati in Bormida nuotano nel Po tra i pesci che cambiano sesso fino
all’Adriatico.
Neanche Solvay può negare che i Pfas sono a livelli inusitati nel sangue dei lavoratori (fino a 2.000
milligrammi per litro), e presumibilmente dei cittadini, né può più nascondere le relative cartelle cliniche in
quanto la Procura finalmente le ha sottoposte a sequestro poi che l’abbiamo imposto a colpi di esposti fin
dal 2009 con tanto di prove (fotocopiate) accluse. Va da sé che il monitoraggio del sangue -abbiamo
sempre denunciato- andasse e vada garantito dall’Ente pubblico.
Malgrado tutto ciò Solvay, nell’opuscolo patinato di verde che invitiamo a leggere: (clicca qui), azzarda due
affermazioni che rappresentano le sue linee di difesa nel prossimo (2°) processo per disastro ambientale e
omessa bonifica: “Non è vero che a Spinetta si muore di più” e “Non è dimostrato il rapporto causa-effetto”.
Consulenti disponibili a sostenere le tesi non sarà difficile trovarli, basta pagare. Nell’opuscolo viene citato,
come previsto, il prezzato cattedratico che per mestiere fa il consulente a difesa nei processi delle
maggiori industrie inquinatrici italiane: emblematico il suo curriculum su internet (o vedi sul nostro Sito). Il
responsabile della Comunicazione di Solvay gli ha raccomandato: guarda che l’opuscolo è destinato al volgo
(così lo chiama). Ed Enrico Pira va giù di grosso e “argomenta” che siccome maschi e femmine non muoiono
nella stessa misura per gli stessi tipi di tumore si dimostra che “chi vive più vicino al polo chimico e vi
rimane più a lungo non ha più probabilità di ammalarsi di altri”. “In ogni caso le relazioni degli inquinanti
con le esposizioni ambientali non sono dimostrate”. Scusa, ma i tumori per entrambi i sessi sono proprio
quelli caratteristici delle sostanze immesse nell’ambiente. “Una casualità geografica, una variante
statistica”. Non è proprio perché è invece dimostrato il rapporto causa-effetto, che tu, prof. Pira, nascondi
al “volgo” che i Pfas sono considerati una calamità mondiale e vietati, sanzionati con miliardi di risarcimenti
come ben sa in USA la stessa Solvay? Naturalmente non è per la parcella che ti offri a misurarti in tribunale
con studiosi veri, come Philippe Grandjean o Linda Birnbaum o Amina Salamova o Carlo Foresta o Alberto
Zolezzi eccetera lungamente citati sul nostro Sito e negli esposti in Procura (che ci legge anche in codesta
breve nota): vedi Dossier.
Tramite decine di migliaia di copie e recensioni giornalistiche, fatta chiarezza su salute e ambiente e
stabilito che Solvay non è responsabile delle morti di Spinetta Marengo, l’opuscolo implicitamente
conclude affermando l’innocuità del Pfas C6O4, la legittimità dell’autorizzazione AIA della Provincia e
l’assurdità di chi, come noi, chiede la chiusura degli impianti inquinanti e la più severa condanna in
tribunale.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro
Blitz della Procura alla Solvay di Spinetta Marengo