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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
L’11 settembre del Medioriente
di Manlio Dinucci
Secondo la versione ufficiale, l’attacco di Hamas ha “colto di sorpresa” Israele. Vi è però una
serie di fatti inspiegabili che non rende credibile la versione ufficiale.
Come è possibile che la barriera di Gaza sia stata sfondata con bulldozer senza che nessuno se
ne sia accorto? La barriera che circonda Gaza, lunga 64 chilometri, è formata da un muro
sotterraneo dotato di sensori, per impedire di scavare tunnel, e da una recinzione alta 6 metri
con sensori, radar, telecamere e sistemi d’arma automatici collegati a un centro di comando,
ed è presidiata da soldati.
Come è possibile che in quello stesso giorno si stesse svolgendo un festival musicale, con
migliaia di giovani, nel deserto a pochi chilometri da Gaza, in una zona già ritenuta pericolosa
perché nel raggio dei razzi di Hamas, per di più senza alcuna forza di sicurezza?
Come è possibile che, quando i militanti di Hamas hanno attaccato oltre 20 centri abitati
israeliani, uccidendo (secondo le cifre ufficiali) 1300 persone, non siano immediatamente
intervenute con elicotteri le forze speciali israeliane, ritenute tra le migliori del mondo, e siano
intervenute solo forze di polizia?
Come è possibile che il Mossad, ritenuto uno dei più efficienti servizi segreti del mondo, non si
sia accorto che Hamas stava preparando l’attacco?
Le risposte essenziali si trovano in un articolo, pubblicato l’8 ottobre dal quotidiano israeliano
The Times of Israel: “Per anni, i vari governi guidati da Benjamin Netanyahu hanno adottato
una politica che ha diviso la Striscia di Gaza e la Cisgiordania tra due diversi poteri, mettendo
in ginocchio il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas e favorendo Hamas. Questo
è staro trattato come un partner a scapito della Autorità Palestinese per impedire ad Abbas di
avanzare verso la creazione di uno Stato palestinese. Hamas è stato promosso da gruppo
terroristico a organizzazione con cui Israele ha condotto negoziati attraverso l’Egitto, e a cui è
stato permesso di ricevere dal Qatar, attraverso i valichi di Gaza, valigie contenenti milioni di
dollari”.
Tutti questi fatti delineano uno scenario simile a quello dell’attacco terroristico a New York e
Washington l’11 settembre 2001, quando l’intero sistema statunitense di intelligence e difesa
sarebbe stato “colto di sorpresa” dall’attacco di al-Qaeda. Prove inconfutabili (ufficialmente
ignorate o liquidate come “complottismo”) dimostrano che era stata una operazione attuata
dalla Cia (probabilmente con la partecipazione anche del Mossad) per fare da innesco alla
“guerra globale al terrorismo” con l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq e le successive
guerre. Qualcosa di analogo sta avvenendo oggi in Israele, il cui intero sistema di intelligence e
difesa sarebbe stato “colto di sorpresa” dall’attacco di Hamas.
Il fine strategico dell’operazione è, da un lato, quello di sterminare i Palestinesi (finora sono
oltre 1500 i morti, compresi 500 bambini, e oltre 7000 i feriti) e impadronirsi dei loro territori
(il comando israeliano ha ordinato l’evacuazione di oltre un milione di abitanti, oltre la metà
dell’intera popolazione, dalla metà settentrionale di Gaza). Dall’altro il fine strategico
dell’operazione è quello di innescare, mirando all’Iran, una reazione a catena di guerre in un
Medioriente dove Stati Uniti, Israele e le potenze europee stanno perdendo terreno.
di Manlio Dinucci
Secondo la versione ufficiale, l’attacco di Hamas ha “colto di sorpresa” Israele. Vi è però una
serie di fatti inspiegabili che non rende credibile la versione ufficiale.
Come è possibile che la barriera di Gaza sia stata sfondata con bulldozer senza che nessuno se
ne sia accorto? La barriera che circonda Gaza, lunga 64 chilometri, è formata da un muro
sotterraneo dotato di sensori, per impedire di scavare tunnel, e da una recinzione alta 6 metri
con sensori, radar, telecamere e sistemi d’arma automatici collegati a un centro di comando,
ed è presidiata da soldati.
Come è possibile che in quello stesso giorno si stesse svolgendo un festival musicale, con
migliaia di giovani, nel deserto a pochi chilometri da Gaza, in una zona già ritenuta pericolosa
perché nel raggio dei razzi di Hamas, per di più senza alcuna forza di sicurezza?
Come è possibile che, quando i militanti di Hamas hanno attaccato oltre 20 centri abitati
israeliani, uccidendo (secondo le cifre ufficiali) 1300 persone, non siano immediatamente
intervenute con elicotteri le forze speciali israeliane, ritenute tra le migliori del mondo, e siano
intervenute solo forze di polizia?
Come è possibile che il Mossad, ritenuto uno dei più efficienti servizi segreti del mondo, non si
sia accorto che Hamas stava preparando l’attacco?
Le risposte essenziali si trovano in un articolo, pubblicato l’8 ottobre dal quotidiano israeliano
The Times of Israel: “Per anni, i vari governi guidati da Benjamin Netanyahu hanno adottato
una politica che ha diviso la Striscia di Gaza e la Cisgiordania tra due diversi poteri, mettendo
in ginocchio il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas e favorendo Hamas. Questo
è staro trattato come un partner a scapito della Autorità Palestinese per impedire ad Abbas di
avanzare verso la creazione di uno Stato palestinese. Hamas è stato promosso da gruppo
terroristico a organizzazione con cui Israele ha condotto negoziati attraverso l’Egitto, e a cui è
stato permesso di ricevere dal Qatar, attraverso i valichi di Gaza, valigie contenenti milioni di
dollari”.
Tutti questi fatti delineano uno scenario simile a quello dell’attacco terroristico a New York e
Washington l’11 settembre 2001, quando l’intero sistema statunitense di intelligence e difesa
sarebbe stato “colto di sorpresa” dall’attacco di al-Qaeda. Prove inconfutabili (ufficialmente
ignorate o liquidate come “complottismo”) dimostrano che era stata una operazione attuata
dalla Cia (probabilmente con la partecipazione anche del Mossad) per fare da innesco alla
“guerra globale al terrorismo” con l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq e le successive
guerre. Qualcosa di analogo sta avvenendo oggi in Israele, il cui intero sistema di intelligence e
difesa sarebbe stato “colto di sorpresa” dall’attacco di Hamas.
Il fine strategico dell’operazione è, da un lato, quello di sterminare i Palestinesi (finora sono
oltre 1500 i morti, compresi 500 bambini, e oltre 7000 i feriti) e impadronirsi dei loro territori
(il comando israeliano ha ordinato l’evacuazione di oltre un milione di abitanti, oltre la metà
dell’intera popolazione, dalla metà settentrionale di Gaza). Dall’altro il fine strategico
dell’operazione è quello di innescare, mirando all’Iran, una reazione a catena di guerre in un
Medioriente dove Stati Uniti, Israele e le potenze europee stanno perdendo terreno.