1

1, updated 2/25/25, 5:39 PM

categoryOther
visibility36

About Rete Ambientalista Al

Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

Tag Cloud

1. Il complesso industriale-militare: un monito dalla storia
Il termine "complesso industriale-militare" fu coniato dal presidente degli Stati Uniti Dwight
Eisenhower nel 1961, come avvertimento sulla pericolosa influenza delle industrie belliche sulle
decisioni politiche. Questo intreccio tra politica, eserciti e aziende di armamenti è oggi più forte
che mai, con l’Europa e la NATO impegnate in una nuova escalation.
Eisenhower avvertiva:
"Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di poteri metta in pericolo le
nostre libertà o processi democratici."
Oggi, questo pericolo è più attuale che mai.
2. La spesa militare in Italia: numeri da record
Nel 2025, l’Italia spenderà 32 miliardi di euro in spese militari, con un incremento
del 12,4% rispetto all’anno precedente e un aumento complessivo del 60% rispetto al 2016.
Di questi 32 miliardi:
 13 miliardi saranno destinati all’acquisto di nuovi armamenti (+77% rispetto a cinque anni
fa).
 Il governo italiano ha deciso di tagliare 10-12 miliardi annui in altri settori per rispettare i
vincoli di bilancio europeo, mentre continua ad aumentare il budget per la difesa.
Questa scelta politica favorisce il settore militare a discapito di investimenti in scuola, sanità e
welfare.
Confronto con gli stipendi e la spesa pubblica:
 Costo di un’ora di volo di un F-35: 41.986 dollari
 Stipendio annuo lordo di un insegnante italiano: 30.000 euro
 Tagli nella scuola dal 2025: 5.660 posti in meno per il personale docente
Domanda chiave: Perché si trovano sempre miliardi per le armi ma si tagliano fondi
all’istruzione e ai servizi pubblici?
3. Il riarmo mondiale: la NATO e la corsa agli armamenti
Mentre si parla di sicurezza e difesa, la spesa militare globale cresce vertiginosamente:
 La spesa militare della NATO è 11 volte superiore a quella della Russia.
 L’Europa sta investendo miliardi nei nuovi missili a lunga gittata ELSA, capaci di colpire la
Russia.
 Il 10 luglio 2024, la Germania ha ospitato i primi missili Tomahawk, mentre l’11 luglio è
stato approvato il progetto ELSA.
 La fine del trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces) ha riacceso il pericolo
degli euromissili sul continente europeo.
L'Italia partecipa a questa escalation con:
 Il programma Tempest, un caccia di sesta generazione sviluppato con Regno Unito e
Giappone (7,5 miliardi di euro solo per il prototipo).
 L’invio della portaerei Cavour con gli F-35 nel Pacifico per esercitazioni davanti alla Cina,
rafforzando l’asse militare Roma-Tokyo contro Pechino.
 L’acquisto di nuovi missili per la Marina Militare, segnando una svolta più offensiva della
strategia militare italiana.
Domanda chiave: Davvero l’Italia ha bisogno di nuovi caccia e missili mentre si tagliano i
fondi alla sanità e al welfare?
4. Il conflitto in Ucraina: una guerra che alimenta il riarmo
L’invasione russa dell’Ucraina ha rafforzato la spinta al riarmo, ma dopo tre anni di guerra le
prospettive di una soluzione militare sono sempre più incerte.
 2022-2023: guerra di movimento, controffensive e impasse militare.
 2024: avanzata russa, attacchi in profondità in territorio russo, diserzioni di massa
nell’esercito ucraino.
 2025: crisi dell’esercito ucraino, rinforzo delle posizioni russe.
Dati sconcertanti sulla guerra in Ucraina:
 800.000 renitenti alla leva in Ucraina nel 2024.
 200.000 soldati disertori secondo stime interne al Parlamento ucraino.
 Il governo ucraino impiega reclute in missioni suicide, secondo il Kyiv Independent.
Domanda chiave: Stiamo aiutando l’aggredito o lo stiamo mandando allo sbaraglio?
5. L’opposizione dell’opinione pubblica
Mentre i governi continuano a investire nel riarmo, cresce la consapevolezza dei cittadini:
85% dell’opinione pubblica europea è contraria all’escalation militare.
L’opposizione all’invio di armi in Ucraina sta diventando un problema per i governi, che ignorano la
volontà popolare in favore dell’industria militare.
6. Costruire un’alternativa: la petizione e l’Agenda per la Pace 2025
Di fronte a questa escalation, PeaceLink propone una mobilitazione civile e politica per fermare il
riarmo e investire nella pace.
Petizione popolare per ridurre le spese militari

mailto:tn_assegnazioni@camera.it


mailto:petizioni@senato.it


https://www.peacelink.it/pace/docs/5803.pdf


https://docs.google.com/presentation/d/1U0GJvZjcv7cT3j7vH3Yq7sJYxaVBlO5wY21LVpmLOOo/edit?usp=sharing


http://www.peacelink.it/albert


http://www.peacelink.it/segnala


mailto:a.marescotti@peacelink.org


http://www.peacelink.it/

 Basata sull’articolo 50 della Costituzione, che permette ai cittadini di rivolgere petizioni al
Parlamento.
 Inviare le richieste a:
o
tn_assegnazioni@camera.it
o
petizioni@senato.it
Agenda per la Pace 2025
1. Fermare l’aumento delle spese militari
2. Riconvertire l’industria bellica
3. Affrontare il nesso tra povertà, fame e guerre
4. Chiedere una soluzione diplomatica per l’Ucraina
5. Bloccare il ritorno degli euromissili
6. Intervenire sulla crisi a Gaza
7. Rafforzare il movimento pacifista
7. Conclusione: dare spazio alla pace
PeaceLink invita tutti a mobilitarsi contro l'aumento delle spese militari e a costruire un forte
movimento per la pace facendo buona informazione e sensibilizzando.
Citazioni finali per riflettere:
Václav Havel: "La speranza non è ottimismo. È la certezza che quello che si fa ha un senso,
che abbia successo o meno."
Italo Calvino: "Cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno,
e farlo durare, e dargli spazio."
Approfondisci e partecipa:
Scarica le slide: (questo è il link)
Seguici su Albert, il bollettino pacifista: www.peacelink.it/albert
Segnala iniziative pacifiste: www.peacelink.it/segnala
Contatti:
Alessandro Marescotti – Presidente di PeaceLink
a.marescotti@peacelink.org |
www.peacelink.it

http://www.peacelink.it/donazioni

La pace ha bisogno del tuo contributo