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La Campagna per la Libertà di Leonard Peltier: un sostegno globale di circa 39.000 firme
Ieri, la Commissione per la Libertà Vigilata degli Stati Uniti si è riunita per discutere la libertà
vigilata di Leonard Peltier, un attivista indiano americano che è stato detenuto per più di 45 anni. La
campagna per la sua liberazione ha raccolto un sostegno significativo, con più di 39.000 firme
raccolte attraverso petizioni online e lettere da parte di organizzazioni e individui da tutto il
mondo.
Le petizioni online di Amnesty International Germania, Change.Org, NDN Collectics e AIM-
GGC/Lakota Peoples Law Project hanno raccolto 37.749 firme, mentre la campagna EUROPE FOR
PELTIER COALITION ha aggiunto altre 1000 firme, portando il totale a circa 39.000 firme.
Questo sostegno globale è un segno del grande apprezzamento per l'opera di Peltier e della sua lotta
per i diritti degli indigeni americani.
La Commissione per la Libertà Vigilata degli Stati Uniti ha 21 giorni per annunciare la sua
decisione sulla libertà vigilata di Peltier. Durante questo periodo, non è più possibile inviare
lettere, telefonate o e-mail alla Commissione, poiché ciò potrebbe essere controproducente.
Tuttavia, il sostegno raccolto fino a ora è un chiaro segnale del desiderio di vedere Peltier libero e di
continuare la sua opera per i diritti degli indigeni americani.
Leonard Peltier è stato accusato di omicidio e condannato a vita nel 1977, ma molti sostengono che
la sua condanna sia stata ingiusta e che egli sia stato vittima di una persecuzione politica. La
campagna per la sua liberazione è stata guidata da Amnesty International, Change.Org e altre
organizzazioni che sostengono i diritti umani e la giustizia sociale, fra cui il Centro di Ricerca per la
Pace di Viterbo e PeaceLink.
La campagna per la libertà di Leonard Peltier è un esempio di come il sostegno globale possa essere
un potente strumento per promuovere la giustizia e i diritti umani.
Comunicato di
Alessandro Marescotti
Presidente PeaceLink
su informazioni di Peppe Sini, responsabile Centro Ricerca per la Pace di Viterbo e coordinatore
per l'Italia della Campagna per la liberazione di Leonard Peltier.
Ieri, la Commissione per la Libertà Vigilata degli Stati Uniti si è riunita per discutere la libertà
vigilata di Leonard Peltier, un attivista indiano americano che è stato detenuto per più di 45 anni. La
campagna per la sua liberazione ha raccolto un sostegno significativo, con più di 39.000 firme
raccolte attraverso petizioni online e lettere da parte di organizzazioni e individui da tutto il
mondo.
Le petizioni online di Amnesty International Germania, Change.Org, NDN Collectics e AIM-
GGC/Lakota Peoples Law Project hanno raccolto 37.749 firme, mentre la campagna EUROPE FOR
PELTIER COALITION ha aggiunto altre 1000 firme, portando il totale a circa 39.000 firme.
Questo sostegno globale è un segno del grande apprezzamento per l'opera di Peltier e della sua lotta
per i diritti degli indigeni americani.
La Commissione per la Libertà Vigilata degli Stati Uniti ha 21 giorni per annunciare la sua
decisione sulla libertà vigilata di Peltier. Durante questo periodo, non è più possibile inviare
lettere, telefonate o e-mail alla Commissione, poiché ciò potrebbe essere controproducente.
Tuttavia, il sostegno raccolto fino a ora è un chiaro segnale del desiderio di vedere Peltier libero e di
continuare la sua opera per i diritti degli indigeni americani.
Leonard Peltier è stato accusato di omicidio e condannato a vita nel 1977, ma molti sostengono che
la sua condanna sia stata ingiusta e che egli sia stato vittima di una persecuzione politica. La
campagna per la sua liberazione è stata guidata da Amnesty International, Change.Org e altre
organizzazioni che sostengono i diritti umani e la giustizia sociale, fra cui il Centro di Ricerca per la
Pace di Viterbo e PeaceLink.
La campagna per la libertà di Leonard Peltier è un esempio di come il sostegno globale possa essere
un potente strumento per promuovere la giustizia e i diritti umani.
Comunicato di
Alessandro Marescotti
Presidente PeaceLink
su informazioni di Peppe Sini, responsabile Centro Ricerca per la Pace di Viterbo e coordinatore
per l'Italia della Campagna per la liberazione di Leonard Peltier.