Il trasporto aereo non e

Il trasporto aereo non e, updated 7/29/23, 1:52 PM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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Il trasporto aereo non e' una questione tecnica che riguarda i tecnici.
E' una questione politica che riguarda l'umanita'.
*
Un'evidente verita'
Occorre impegnarsi per l'immediata drastica riduzione del trasporto aereo non solo per le ovvie
ragioni scientifiche, che confermano ad abundantiam l'evidente verita' che il trasporto aereo nuoce
gravemente all'ambiente, alla salute delle persone e alla sicurezza delle comunita', ma anche per
le seguenti ulteriori ragioni.
Cosi' come attualmente e' gestito il trasporto aereo e' incompatibile con la dignita' umana e con la
democrazia. Se tutti gli esseri umani fruissero del trasporto aereo nei modi e nella misura delle
classi dominanti e dei paesi ricchi il cielo sarebbe oscurato, l'atmosfera irrespirabile. Hic et nunc il
trasporto aereo e' costitutivamente legato alla societa' della diseguaglianza in cui il privilegio dei
pochi e' pagato dalla sofferenza dei molti.
Gli esseri umani, come ogni altra forma di vita, come la biosfera nel suo insieme, hanno dei limiti
determinati dal loro statuto biologico. L'ideologia dell'onnipotenza e' una droga potente che come
tutte le droghe altera la percezione della realta' e finisce col distruggere chi ne abusa. Cosi' come
e' necessario e urgente rispettare i limiti della biosfera, e' parimenti necessario e urgente rispettare
i limiti fisici e psichici delle persone, e quindi recedere da consumi e stili di vita insostenibili e
distruttivi. Il mero fatto che delle cose siano disponibili, non implica che si debba necessariamente
farne uso.
*
Volare fa male alla salute. Sette tesi
1. Volare fa male alla salute
E innanzitutto alla salute di chi non vola.
Fa male alla salute dell'intera umanita' che subisce gli effetti del surriscaldamento del clima - la
principale emergenza globale odierna - cui il trasporto aereo contribuisce in misura rilevantissima.
Fa male alla salute delle popolazioni che vivono nei pressi degli aeroporti che subiscono il
pesantissimo inquinamento atmosferico e il non meno pesante inquinamento acustico.
Fa male alla salute dei cittadini dei Paesi come l'Italia (e come molti altri) che vedono lo Stato
regalare immensi capitali alle compagnie aeree (sia elargendo giganteschi contributi diretti, sia
concedendo scandalose ed incredibili esenzioni ed agevolazioni fiscali); lo stesso Stato che taglia
spietatamente i servizi pubblici e il diritto alla salute e all'assistenza.
E fa male alla salute di chi vola, visto che e' una modalita' di trasporto non coerente con la stessa
costituzione psicofisica ed esistenzial-culturale dell'essere umano.
Infine fa male anche alla salute degli altri animali: che anch'essi sono esseri viventi e provano
sofferenza. Ma come volete che si preoccupino degli altri animali quei potenti rapinatori che non si
preoccupano neppure delle sofferenze che - per arricchirsi e sperperare, per appropriarsi
privatamente ed egoisticamente consumare cio' che e' di tutti, a tutti rubandolo - infliggono tanti e
tali danni agli altri esseri umani?
2. Volare fa male all'ambiente
Il trasporto aereo danneggia enormemente l'ecosistema planetario nella sua globalita'.
Danneggia enormemente gli ecosistemi locali.
Impedisce la realizzazione di modelli di mobilita' coerenti con modelli di sviluppo autocentrati, con
tecnologie appropriate, ecologicamente sostenibili, economicamente adeguati ai bisogni e alle
culture delle popolazioni, e democraticamente controllabili.
3. Volare e' antieconomico
Perche' e' estremamente energivoro, mentre l'umanita' ha bisogno di un'economia della sobrieta' e
della condivisione che consideri il dato di fatto dei limiti della biosfera e della scarsita' delle risorse.
Perche' e' il modo di trasporto piu' costoso: non ve ne e' una adeguata percezione pubblica perche'
i costi vengono esternalizzati: gli Stati sovvenzionano le compagnie aeree con fiumi di denaro ed
agevolazioni; i costi ambientali e sociali vengono pagati dalle popolazioni; i lavoratori sono spesso
precari e quindi costantemente sotto minaccia. La maggior parte della popolazione e' tenuta del
tutto all'oscuro del fatto che ingenti risorse pubbliche che vengono sottratte ai diritti e al benessere
delle persone, vengono sperperate a profitto delle compagnie aeree e dei prominenti che ruotano
intorno al grande affare.
Perche' danneggia le economie locali, imponendo nocivita', costi, relazioni sociali insostenibili.
4. Volare e' pericoloso
Il trasporto aereo e' pericoloso per il pianeta.
Il trasporto aereo e' pericoloso per l'ambiente naturale e per i beni storici e culturali.
Il trasporto aereo e' pericoloso per le persone: danni certi alla salute, estrema pericolosita' degli
incidenti, degrado della qualita' della vita.
Il trasporto aereo e' pericoloso per le liberta' civili: specialmente dopo la tragedia dell'11 settembre
2001 esso implica un enorme incremento dei controlli e quindi una crescente militarizzazione degli
impianti, sui territori, nei confronti delle comunita' locali e della vita quotidiana delle persone.
5. Volare e' alienante
Volare fa male alla percezione di se' e del mondo.
Aeroporti ed aerei sono cio' che l'antropologia contemporanea chiama "nonluoghi": in cui decisive
esperienze umane, sia percettive che conoscitive nel senso piu' ampio e profondo, vengono inibite
e represse; in cui vige e viene imposto un modello di presenza al mondo, di essere nel mondo (l'in-
der-welt-sein di heideggeriana memoria) tendenzialmente dereistico, pesantemente
deresponsabilizzante, fortemente eterodiretto.
Quell'esperienza decisiva della cultura umana che e' il viaggio, come iniziazione e scoperta, come
ricerca di se' e dialogo con l'altro da se', qui si annienta nel vuoto di ambienti tutti uguali in una
logica che si modella su schemi di condotta coatti e tendenzialmente totalitari.
6. Finanziare il trasporto aereo significa togliere risorse dove sono necessarie
Il trasporto aereo toglie risorse alla mobilita' sostenibile.
Il trasporto aereo toglie risorse al turismo responsabile.
Il trasporto aereo toglie risorse ai servizi pubblici a beneficio delle persone bisognose.
Il trasporto aereo toglie risorse a politiche di giustizia e di solidarieta'.
Il trasporto aereo toglie risorse alle possibilita' di un'occupazione sicura e dignitosa.
7. Della virtu' del limite
Il volo lasciamolo agli uccelli.
Il cielo lasciamolo alle stelle.
Cessiamo di volere tutto e tutto distruggere.
E' l'unica Terra che abbiamo.
Vi e' una sola umanita'.
*
Contro il mito della velocita', la scelta della lentezza
La velocita' e' l'arma e la bandiera dei poteri economici globalizzati (e dei loro spietati apparati
burocratici, politici, ideologici, militari) che stanno irreversibilmente devastando la biosfera,
schiavizzando gran parte dell'umanita' e provocando la catastrofe della civilta'.
Solo opponendosi alla velocita' (alla sua ideologia e alla sua tecnologia; alla sua prassi e alla sua
idolatria; al suo sistema di potere e alla sua scala di valori), si puo' difendere l'umanita' e la
biosfera.
Poiche' costitutivi della vita e della civilta' umana sono il limite, la lentezza, il consistere, il
ricordare, il tramandare, il prendersi cura, la fedelta'.
Solo fermandosi si conosce, solo restando si ama.
La corsa e' sempre la corsa verso la morte.
Chi vuole lottare per la liberazione dell'umanita', per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri
umani, per preservare la biosfera, deve necessariamente fare la scelta nonviolenta della virtu' della
lentezza.
Devi fermarti ad ascoltare. Devi rallentare il passo. Devi attendere e non forzare i movimenti.
Lunga e' l'attesa e quell'attesa e' la vita che scorre. Se sai fermarti ascolti. Se sai ascoltare ti fermi.
Li', in quel silenzio e in quel guatarsi, in quell'immobilita' che trema e palpita, li' si da' umano un
incontro ancora, e li' il mondo, il mobile mondo delle cose fluttuanti, si manifesta in un'epifania
struggente e luminosa.
*
Quid agendum
Una politica del trasporto aereo ragionevole e democratica dovrebbe:
a) proibire l'uso degli aeromobili (cosi' come di ogni altro strumento) per uccidere;
b) proibire l'uso del trasporto aereo a fini di divertimento;
c) limitare l'uso del trasporto aereo di merci e persone secondo criteri di effettiva necessita',
pubblica utilita' e non sostituibilita';
d) consentire il trasporto aereo per fini di pubblica utilita', ed in particolare per soccorrere
popolazioni e persone in pericolo, salvare vite umane, impedire o contrastare catastrofi, difendere
la natura, i beni culturali, le infrastrutture civili.
Valgono per il trasporto aereo gli stessi criteri che valgono per ogni umana attivita'. Anche l'ambito
del trasporto aereo e' sussunto ai valori morali, ai civili principi e alle norme giuridiche della
Dichiarazione universale dei diritti umani e della Costituzione della Repubblica italiana.
*
Postilla prima: Occorre studiare
Non si conduce un'azione efficace in difesa del bene comune se non si studia. Non solo del cuore
ma anche dell'intelligenza delle persone abbiamo bisogno. Tutti gli esseri umani hanno la capacita'
di capire: sia questo il loro primo impegno. E quindi studiare devono tutti: finche' si delega la
conoscenza agli specialisti l'umanita' e sconfitta.
Ma quando diciamo a chi vuole impegnarsi per ricondurre il trasporto aereo a servizio di pubblica
utilita' che deve innanzitutto studiare non intendiamo solo e tanto le leggi, i testi tecnici ed
amministrativi, i lavori scientifici, la manualistica; intendiamo anche e innanzitutto le letture
formative, intendiamo i classici, i libri nutrienti come il pane, i libri che ti aiutano a pensare i tuoi
stessi pensieri.
Ci sono alcuni libri che occorre aver letto; se non si riesce a farlo personalmente, ebbene, allora il
comitato, il movimento, l'associazione, l'istituzione, il gruppo di persone amiche impegnato
nell'iniziativa per il bene comune promuova degli incontri di lettura e riflessione con persone che
quei temi e quei testi possano illustrare in dialogo con tutte le persone partecipi; poi viene piu'
facilmente il desiderio di leggere personalmente quei libri.
Diciamone ventiquattro soltanto:
- Guenther Anders, L'uomo e' antiquato;
- Hannah Arendt, Vita activa;
- Gregory Bateson, Verso un'ecologia della mente;
- Lester Brown, Il ventinovesimo giorno;
- Barry Commoner, Chiudere il cerchio;
- Laura Conti, Che cos'e' l'ecologia;
- Francesco Gesualdi, Guida al consumo critico;
- Carol Gilligan, Con voce di donna;
- Jean Giono, L'uomo che piantava gli alberi;
- Bianca Guidetti Serra, Bianca la rossa;
- Ivan Illich, La convivalita';
- Hans Jonas, Il principio responsabilita';
- Martha C. Nussbaum, La fragilita' del bene;
- Franca Ongaro Basaglia, Salute/malattia;
- Dario Paccino, L'imbroglio ecologico;
- Giuliano Pontara, Etica e generazioni future;
- Carla Ravaioli, Il pianeta degli economisti;
- Adrienne Rich, Nato di donna;
- Stefano Rodota', La vita e le regole;
- Vandana Shiva, Il bene comune della Terra;
- Enzo Tiezzi, Tempi storici, tempi biologici;
- Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte;
- Simone Weil, Quaderni;
- Virginia Woolf, Le tre ghinee.
Per chi non ha mai letto un libro (nessuna vergogna, non ha mai letto un libro per intero la meta'
degli studenti delle ultime classi delle scuole superiori) segnaliamo un testo che puo' suggerire
molte altre utili letture: Umberto Galimberti, Psiche e techne.
Per chi volesse ragionarci sopra c'e' un breve scritto di Italo Calvino, "Perche' leggere i classici",
nel volume dello stesso autore dalla stesso titolo.
Chi scrive queste righe ha proposto in altre circostanze dei percorsi di lettura che potrebbero
tornare utili. Sono disponibili anche nella rete telematica, e s'intitolano "Venti letture per una cultura
della pace" e "Cento letture per un accostamento alla pace".
*
Postilla seconda: Alcune questioni di metodo
Non si difende il bene comune con atteggiamenti arroganti: occorre saper ascoltare le persone,
saper comunicare onestamente, e saper cooperare.
Un movimento di lotta per il bene comune deve saper informare, coscientizzare ed unire le
persone e realizzare un rapporto adeguato tra movimento ed istituzioni.
Deve saper ascoltare chi la pensa diversamente; deve rispettare i suoi oppositori, prendere sul
serio le loro argomentazioni e discuterle correttamente.
Deve saper prendere le sue decisioni col metodo del consenso, facendo solo quello su cui vi e' il
convinto accordo di tutte le persone partecipanti; il metodo del consenso e' una tecnica
deliberativa nonviolenta sperimentata in molte lotte, a nostro parere la sua efficacia e' immensa.
Deve saper lavorare possibilmente per gruppi di affinita' (per evitare le dinamiche autoritarie e di
delega, che possono alimentare sentimenti e atteggiamenti di sfiducia, di sospetto, di delusione,
letali per un movimento di lotta che deve avere il "passo da montagna" di un impegno di lungo
periodo); la modalita' nonviolenta dei gruppi di affinita' e' una metodologia organizzativa e una
tecnica operativa nonviolenta sperimentata in molte lotte, a nostro parere di straordinaria efficacia.
Deve porsi alla scuola del femminismo, che e' il movimento di solidarieta' e di liberazione,
l'esperienza storica nonviolenta, che piu' e meglio ha saputo rendere coerenti mezzi e fini ed agire
nel vivo del conflitto una pratica di cura, di accoglienza, di riconoscimento che comprende, educa e
umanizza.
Per chi volesse approfondire i temi del comunicare una lettura fondamentale e' il libro di AA. VV.,
Pragmatica della comunicazione umana.
Nella rete telematica sono disponibili vari materiali sulla comunicazione che abbiamo elaborato e
utilizzato in occasione di incontri di formazione dei partecipanti a campagne nonviolente per il bene
comune: segnaliamo in particolare le seguenti schede: "Come si parla in pubblico senza farsi del
male", "Come scrivere un comunicato-stampa che abbia qualche possibilita' di essere letto", "Una
questione di democrazia, ovvero di giustizia e liberta'".
Per chi volesse saperne di piu' sulle tecniche deliberative ed operative nonviolente assai utili sono
Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza; Alberto L'Abate, Addestramento alla nonviolenza;
Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta; e naturalmente Mohandas Gandhi, Teoria e pratica
della nonviolenza; l'ottima introduzione di Giuliano Pontara alla classica antologia gandhiana da lui
curata che abbiamo appena citato e' stata successivamente ripubblicata ampliata in Giuliano
Pontara, L'antibarbarie. Nella rete telematica e' disponibile il manuale a cura di Maria G. Di Rienzo,
"Manuale per l'azione diretta nonviolenta"; ed anche - a cura di chi scrive queste righe - alcuni
brevi testi di sintesi: "Contro la guerra la nonviolenza", e "Da Orte una proposta nonviolenta. Quasi
un minimo vademecum". Sempre nella rete telematica sono disponibili ampi estratti dall'opuscolo
"Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui boccare i decolli
dei bombardieri".
Quando occorre lottare in difesa del bene comune, due condizioni sono infatti preliminari: la scelta
di cercare e rispettare la verita', e quindi la consapevolezza di essere fallibili; e la scelta della
nonviolenza, e quindi la consapevolezza che chi usa la violenza non difende il bene comune.
Occorre saper valorizzare le buone leggi: in primis le leggi per la tutela della salute; le leggi per la
tutela dell'ambiente; le leggi sui diritti sociali e la partecipazione democratica; le leggi sull'accesso
e sulla partecipazione al - e sulla trasparenza del - procedimento amministrativo.
Occorre saper interloquire con le istituzioni: con i Sindaci e i Comuni, con le Regioni, con le Asl,
con le Agenzie regionali di protezione dell'ambiente, con il Parlamento e i Ministeri.
Occorre saper rivolgersi, nelle forme adeguate e quando ve ne siano le condizioni e la necessita',
alla magistratura (amministrativa, civile e penale).
Occorre saper costruire alleanze e sostegni: la popolazione locale, ma anche l'opinione pubblica a
livello nazionale ed internazionale, coinvolgendo autorita' morali, intellettuali ed artisti, scienziati ed
esperti, rappresentanti istituzionali, movimenti affini ed altre esperienze analoghe, sindacati dei
lavoratori, partiti democratici, associazioni.
Occorre sapere che non fare una cosa dannosa e' gia' una cosa buona; rispetto a un male gia' il
semplice non commetterlo - ovvero impedirlo - e' un bene; e nelle situazioni incerte tener conto del
principio di precauzione.
Nelle mobilitazioni per il bene comune vincono la lealta' e la tenacia: non ci sono scorciatoie, i
trucchi non funzionano, chi ha fretta di vedere i risultati o s'illude che si diano decisioni definitive
perde sempre.
Nelle lotte nonviolente per il bene comune non vale mai il rozzo e pericolosissimo criterio "chi non
e' con noi, e' contro di noi"; vale invece il criterio "chi non e' contro di noi, e' o puo' essere con noi",
ed anche "chi e' oggi contro di noi, puo' essere con noi domani": la chiave della lotta nonviolenta e'
la capacita' di comunicare, di rispettare sempre l'altrui umanita', di includere tutte le persone nella
valutazione morale del bene da perseguire. La nonviolenza e' insieme conflitto e cooperazione,
coerenza tra i mezzi e i fini, condivisione e umanizzazione. Una lotta per il bene comune o e'
nonviolenta o non e'.
Occorre saper tenere insieme la concretezza della situazione locale con le sue peculiarita' e la
dimensione globale dei problemi. Non dimenticare che la logica egoistica e' sempre perdente; e
non dimenticare che il bene realizzato in un luogo si riverbera su tutti gli altri luoghi.
Occorre sapere che tutto si tiene: nessuna lotta per il bene comune e' inutile, l'azione buona che
fai tu qui ed ora sostiene tutte le altre azioni buone che degli esseri umani stanno facendo in ogni
parte del mondo. Etica della convinzione ed etica della responsabilita' si compongono nella pratica
concreta.
Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.
Segnaliamo infine che nella rete telematica e' disponibile un brevissimo testo di Vandana Shiva,
"Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena", che puo' essere un utile avvio alla
riflessione che qui ci interessa.
*
Postilla terza: Per una mobilita' - e una societa' - equa, solidale, sostenibile. Alcune letture utili
Ovviamente la questione del trasporto aereo e' anche parte della piu' generale questione del
trasporto e della mobilita', cosi' come della pianificazione territoriale, cosi' come del nesso
ecologia-economia-diritti sociali, cosi' come del rapporto tra scienza, tecnologia e democrazia.
Sara' quindi opportuno conoscere anche alcune riflessioni su queste piu' complessive tematiche.
La letteratura e' ovviamente sterminata; qui ci limitiamo a segnalare venticinque testi.
- AA. VV., L'ape e l'architetto;
- Ernesto Balducci, La terra del tramonto;
- Lelio Basso, Socialismo e rivoluzione;
- Zygmunt Bauman, Modernita' liquida;
- Simone de Beauvoir, Il secondo sesso;
- Murray Bookchin, L'ecologia della liberta';
- Marcello Cini, Un paradiso perduto;
- Alessandro Dal Lago, Non-persone;
- Guy Debord, La societa' dello spettacolo;
- Danilo Dolci, Esperienze e riflessioni;
- Ivan Illich, Elogio della bicicletta;
- Pietro Ingrao, Rossana Rossanda, Appuntamenti di fine secolo;
- Luce Irigaray, Speculum;
- Robert Jungk, Gli apprendisti stregoni;
- Serge Latouche, La megamacchina;
- Alexander Langer, Il viaggiatore leggero;
- Giulio A. Maccacaro, Per una medicina da rinnovare;
- Donella e Dennis Meadows, Jorgen Randers, I nuovi limiti dello sviluppo;
- Robin Morgan, Sessualita', violenza e terrorismo;
- Jose' Ramos Regidor, Natura e giustizia;
- Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione;
- Francesco Tonucci, La citta' dei bambini;
- Guido Viale, Vita e morte dell'automobile;
- Colin Ward, Dopo l'automobile;
- Wuppertal Institut, Futuro sostenibile.
Ma fondamentale per chi vuole impegnarsi per ricondurre il trasporto aereo a servizio di pubblica
utilita' sono anche la riflessione contro la guerra, quella contro il razzismo, quella contro il
maschilismo.
Un'utile antologia per un avvio alla conoscenza del pensiero pacifista e' quella a cura di Ernesto
Balducci e Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia.
Per un'introduzione allo studio del razzismo (e all'impegno antirazzista) cfr. almeno Albert Memmi,
Il razzismo; Renate Siebert, Il razzismo; Pierre-Andre' Taguieff, Il razzismo; Michel Wieviorka, Il
razzismo. Ma e' indispensabile aver letto Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo; Elias Canetti,
Massa e potere; Primo Levi, I sommersi e i salvati.
Un'utile antologia per un avvio alla conoscenza del pensiero femminista e' quella a cura di Adriana
Cavarero e Franco Restaino, Le filosofie femministe. Ma cfr. almeno anche Pieranna Garavaso e
Nicla Vassallo, Filosofia delle donne; Wanda Tommasi, I filosofi e le donne; Chiara Zamboni, La
filosofia donna. E specificamente su femminismo e nonviolenza: Monica Lanfranco e Maria G. Di
Rienzo, Donne disarmanti; Giovanna Providenti, La nonviolenza delle donne. Pressoche' tutti i libri
di Vandana Shiva (l'illustre scienziata indiana ecologista, femminista, pacifista, anticolonialista e
antirazzista) sono di grande utilita'. Sulla decisivita' dell'impegno contro il maschilismo affinche'
qualsiasi altra lotta per il bene comune possa vincere (la violenza maschile essendo infatti la prima
radice e il primo paradigma di tutte le altre violenza), cfr. nella rete telematica i materiali
recentemente riproposti negli "Archivi della nonviolenza in cammino" n. 275. Sempre nella rete
telematica due utilissimi siti sono quello della Libreria delle donne di Milano
(www.libreriadelledonne.it) e quello della Libera universita' delle donne
(www.universitadelledonne.it).
*
Postilla quarta. Alcune esperienze specifiche
Molte sono le iniziative in corso per ricondurre il trasporto aereo a servizio di pubblica utilita'; quasi
in ogni citta' in cui e' collocato un sedime aeroportuale e nel relativo circondario esistono comitati
che s'impegnano per la riduzione del trasporto aereo e dei danni da esso provocati; ed e'
crescente il numero delle associazioni che si occupano di salute, di ambiente, di giustizia sociale,
di pace e diritti umani, che si stanno impegnando in questo ambito.
Un documento significativo e' quello che fu approvato all'unanimita' dal Congresso del Movimento
Nonviolento nel 2007; lo riportiamo integralmente.
"Mozione per la riduzione del trasporto aereo approvata all'unanimita' dal congresso nazionale del
Movimento Nonviolento tenutosi a Verona dal primo al 3 novembre 2007
Il Congresso del Movimento Nonviolento
- impegnato nella difesa della biosfera fortemente minacciata dal surriscaldamento del clima;
- consapevole del pesante contributo che al surriscaldamento del clima da' il trasporto aereo;
- cosciente altresi' che il trasporto aereo costituisce una forma di mobilita' altamente inquinante e
devastante per l'ambiente e dannosa per la salute e il benessere delle persone, fortemente
energivora, interna ad un modello di sviluppo ecologicamente insostenibile, assai costosa per
l'intera collettivita' locale e l'intera umanita' vivente che in larghissima parte neppure ne fruisce;
esprime sostegno ai movimenti che si impegnano per la drastica riduzione del trasporto aereo;
ed in tal ambito sostiene i movimenti e le iniziative che con la scelta della nonviolenza e la forza
della democrazia, in difesa della legalita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani:
a) si oppongono alla realizzazione di nuovi aeroporti (e all'ampliamento degli aeroporti esistenti)
laddove non ve ne sia una vera necessita' ma essi siano realizzati per promuovere forme di
turismo "mordi e fuggi" legate a una fruizione consumista, alienata, usurante e mercificata dei beni
ambientali e culturali, e ad un'esperienza del viaggiare che non sia arricchimento di conoscenza
ma asservimento agli imperativi delle agenzie della narcosi pubblicitaria;
b) si impegnano per la riduzione drastica ed immediata del carico di voli dei sedimi aeroportuali
collocati a ridosso di centri abitati gia' pesantemente gravati e fin soffocati dall'attivita'
aeroportuale;
c) chiedono la cessazione dello sperpero di pubblico denaro per finanziare le compagnie aeree;
d) chiedono che cessino le agevolazioni e le esenzioni fiscali alle compagnie aeree;
e) si oppongono alle condotte gravemente antisindacali e violatrici dei diritti dei lavoratori messe in
atto da eminenti compagnie aeree;
f) difendono il diritto alla salute, i beni culturali e ambientali, gli ecosistemi locali e l'ecosistema
planetario, i diritti dell'umanita' presente e delle generazioni future, minacciati dal dissennato
incremento del trasporto aereo;
g) si impegnano per il rigoroso rispetto della legislazione in materia di difesa dell'ambiente, della
salute, dei beni comuni;
h) chiedono che tutte le strutture aeroportuali realizzate e realizzande siano sottoposte senza
eccezioni alla dirimente verifica della compatibilita' con quanto disposto dalla vigente legislazione
italiana ed europea in materia di Valutazione d'impatto ambientale (Via) e di Valutazione
ambientale strategica (Vas);
i) si oppongono alle attivita' militari che violano l'art. 11 della Costituzione e ad ogni ampliamento
delle basi aeronautiche militari, e particolarmente alla presenza e all'ampliamento di basi
aeronautiche militari di stati stranieri e di coalizioni intese a, o impegnate in, attivita' belliche che la
Costituzione ripudia;
l) promuovono forme di mobilita' sostenibile, modelli di sviluppo autocentrati con tecnologie
appropriate, scelte economiche ecocompatibili, eque e solidali;
m) promuovono una cultura della mobilita' e del viaggio sostenibile, conviviale, solidale, aperta
all'incontro e all'ascolto reciproco, rispettosa delle persone e dell'ambiente;
n) si impegnano per la riduzione del surriscaldamento climatico e per la difesa della biosfera".
Segnaliamo anche che da anni e' attiva una campagna europea che ha promosso varie rilevanti
iniziative.
In occasione della "Prima giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto
aereo" promossa dall'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde Italia a Firenze il 29 ottobre
2016 si e' costituito un coordinamento dei comitati italiani.
Recentemente le riviste "Terra nuova" e "L'ecologist" hanno promosso una nuova campagna,
denominata "Gas in the air", per la riduzione del trasporto aereo.
Ovviamente non tutte le iniziative e non tutte le campagne sono adeguate. Se ci e' concesso dirlo,
l'esperienza a nostro avviso piu' rilevante resta quella del movimento che a Viterbo con una lotta di
anni riusci' ad impedire la realizzazione di un illecito ed insensato mega-aeroporto per voli low cost
nella preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria. Tutti i
materiali di quell'esperienza sono stati pubblicati via via nel notiziario telematico "La nonviolenza e'
in cammino" (che realizzo' e diffuse anche un supplemento specificamente dedicato all'iniziativa
con la testata "Coi piedi per terra", supplemento di cui sono stati pubblicati finora 829 numeri) e
sono quindi reperibili nella rete telematica.
Ad Alfio Pannega, che fu tra i protagonisti di quella lotta, e che ci ha lasciato nel 2010, sono
dedicate queste righe.

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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel.
0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com