About Rete Ambientalista Al
Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Sono arrivati con il buio e con l’arroganza che li contraddistingue. Come a Venaus, a Chiomonte, a
San Didero. Come sempre. Ad attenderli, però, hanno trovato la tenacia e la determinazione di chi,
con grande coraggio, ha resistito contro lo sgombero brutale e ingiustificato del presidio di San
Giuliano (Susa).
Intorno alle 2 di notte, infatti, una lunga colonna di mezzi delle forze dell’ordine (a scorta di
camion sui quali era stato caricato il materiale atto a recintare tutta l’area) si è attestata allo
svincolo autostradale di Susa di fronte al presidio di San Giuliano. Ad attenderli il Movimento No
Tav che, già a partire dalla serata, si era radunato sul luogo per far fronte a questo atto di assurda
violenza per difendere il terreno sul quale il presidio è stato costruito. Terreno che, seguendo ciò
che dovrebbe essere previsto dalla legge, sarebbe dovuto rimanere accessibile e in mano ai 1054
proprietari che lo hanno acquistato nel 2012, fino alle fine delle procedure di esproprio
Evidentemente, però, questo importante tassello di non poco conto è stato aggirato dalla
controparte, che ha ben pensato di mettere in scena una dimostrazione di forza creando un vero
clima da guerriglia per prendere possesso di un piccolo fazzoletto di terra che, una volta terminato
l’iter, non servirà a nulla per almeno un paio d’anni.
Un atto totalmente illegale anche se comparato con il nuovo ddl sicurezza, il quale prevede pene
spropositate a chi occupa le case in quanto la proprietà privata è considerata sacra, ma che in
Valsusa invece, vede invertirsi i principi dello stato “liberale” e, di conseguenza, la proprietà
privata diventa un inutile orpello da calpestare.
I tanti e le tante attivisti/e No Tav accorsi sul luogo, si sono però contrapposti/e a questa avanzata
con generosità e grande energia costruendo barricate e contrapponendo i propri corpi per
ritardare l’avvicinamento delle forze dell’ordine. Queste, dopo aver spento il fuoco divampato da
uno degli sbarramenti con l’aiuto dei pompieri, hanno iniziato ad inoltrarsi verso il terreno del
presidio di San Giuliano facendosi scudo di un fitto lancio di gas lacrimogeni ad altezza uomo.
Dopo diverse ore, nonostante la determinazione del Movimento No Tav che ha resistito a lungo
per difendere il presidio “Sole e Baleno”, le FF.OO sono riuscite ad entrare sul terreno sul quale
esso è stato edificato.
Fino a questa mattina presto, però, alcuni No Tav sono riusciti/e a resistere su una piattaforma
costruita su un albero presente sul terreno del presidio per monitorare lo sviluppo dei lavori di
recinzione dell’area.
Lo abbiamo già detto, la furia devastatrice di chi vede la Valsusa come un mero corridoio di
passaggio da cementificare e fonte di facili profitti, non può e non deve avere la strada spianata!
Avanti No Tav!
San Didero. Come sempre. Ad attenderli, però, hanno trovato la tenacia e la determinazione di chi,
con grande coraggio, ha resistito contro lo sgombero brutale e ingiustificato del presidio di San
Giuliano (Susa).
Intorno alle 2 di notte, infatti, una lunga colonna di mezzi delle forze dell’ordine (a scorta di
camion sui quali era stato caricato il materiale atto a recintare tutta l’area) si è attestata allo
svincolo autostradale di Susa di fronte al presidio di San Giuliano. Ad attenderli il Movimento No
Tav che, già a partire dalla serata, si era radunato sul luogo per far fronte a questo atto di assurda
violenza per difendere il terreno sul quale il presidio è stato costruito. Terreno che, seguendo ciò
che dovrebbe essere previsto dalla legge, sarebbe dovuto rimanere accessibile e in mano ai 1054
proprietari che lo hanno acquistato nel 2012, fino alle fine delle procedure di esproprio
Evidentemente, però, questo importante tassello di non poco conto è stato aggirato dalla
controparte, che ha ben pensato di mettere in scena una dimostrazione di forza creando un vero
clima da guerriglia per prendere possesso di un piccolo fazzoletto di terra che, una volta terminato
l’iter, non servirà a nulla per almeno un paio d’anni.
Un atto totalmente illegale anche se comparato con il nuovo ddl sicurezza, il quale prevede pene
spropositate a chi occupa le case in quanto la proprietà privata è considerata sacra, ma che in
Valsusa invece, vede invertirsi i principi dello stato “liberale” e, di conseguenza, la proprietà
privata diventa un inutile orpello da calpestare.
I tanti e le tante attivisti/e No Tav accorsi sul luogo, si sono però contrapposti/e a questa avanzata
con generosità e grande energia costruendo barricate e contrapponendo i propri corpi per
ritardare l’avvicinamento delle forze dell’ordine. Queste, dopo aver spento il fuoco divampato da
uno degli sbarramenti con l’aiuto dei pompieri, hanno iniziato ad inoltrarsi verso il terreno del
presidio di San Giuliano facendosi scudo di un fitto lancio di gas lacrimogeni ad altezza uomo.
Dopo diverse ore, nonostante la determinazione del Movimento No Tav che ha resistito a lungo
per difendere il presidio “Sole e Baleno”, le FF.OO sono riuscite ad entrare sul terreno sul quale
esso è stato edificato.
Fino a questa mattina presto, però, alcuni No Tav sono riusciti/e a resistere su una piattaforma
costruita su un albero presente sul terreno del presidio per monitorare lo sviluppo dei lavori di
recinzione dell’area.
Lo abbiamo già detto, la furia devastatrice di chi vede la Valsusa come un mero corridoio di
passaggio da cementificare e fonte di facili profitti, non può e non deve avere la strada spianata!
Avanti No Tav!