Per le forze ucraine

Per le forze ucraine, updated 5/26/22, 6:59 PM

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Per le forze ucraine, la situazione sul fronte del Donbass, è “molto brutta”. Parole non di
Vladimir Putin, ma del Ministro degli Esteri ucraino, e opinione, non solo di chi scrive, ma
anche di vari ufficiali dell'esercito ucraino. Mentre le diserzioni ucraine aumentano, le forze
russe avanzano, seppur lentamente, grazie ad un enorme potenziale d'artiglieria: l'avanzata
appare ormai così inesorabile da far apparire nello scontro per il Donbass la sconfitta
strategica di Kiev come una questione di tempo. Ciò non significa che la battaglia del
Donbass sia destinata ad esaurirsi nel giro di pochi giorni o di qualche settimana: significa,
però, che Kiev non ha praticamente alcuna possibilità di vincere. Il quadro lascia intendere
che i principali centri urbani della regione ancora sotto il controllo di Kiev verranno
accerchiati con una tattica lenta volta a ridurre al minimo le perdite militari e civili.
Complessivamente la guerra andrà avanti mesi, se non anni: del resto, Mosca non fa
mistero di non avere “alcuna fretta”. Dopo la conquista del Donbass, salvo cambi di
strategica da parte statunitense, o intese temporanee, è assai probabile che Mosca intenda
proseguire l'offensiva fino alla conquista dell'intera Ucraina ad est del Dnepr e dell'intera
regione di Odessa, congiungendo alla Transnistria i territori sotto il proprio controllo.
Pensare di potersi presentare al tavolo delle trattative rivendicando condizioni che potevano
essere plausibili - e auspicabili - prima che le armi prendessero il posto della politica
significherebbe per l'Ucraina, ma soprattutto per l'Europa occidentale, peggiorare
ulteriormente
la
propria
situazione,
già
non
nell'idillio.
E proseguire oltre la soglia della follia a servire chi a Washington, nonostante Harry
Kissinger, sogna una guerra eterna in Europa.
#ucraina #mondo #europa #guerra #russia
Commento di Maurizio Vezzosi pubblicato da La Fionda il 26 maggio 2022
Maurizio Vezzosi, analista e reporter freelance. Collabora con RSI Televisione Svizzera, L’Espresso,
Limes, l'Atlante geopolitico di Treccani, il centro studi Quadrante Futuro ed altre testate. Ha
raccontato il conflitto ucraino dai territori insorti contro il governo di Kiev documentando la
situazione sulla linea del fronte. Nel 2016 ha documentato le ripercussioni della crisi siriana sui fragili
equilibri del Libano. Si occupa della radicalizzazione islamica nello spazio postsovietico, in particolare
nel Caucaso settentrionale, in Uzbekistan e in Kirghizistan. Nel quadro della transizione politica che
interessa la Bielorussia, nel 2021 ha seguito da Minsk i lavori dell’Assemblea Nazionale. Tra la
primavera e l’estate del 2021 ha documentato il contesto armeno post-bellico, seguendo da Erevan
gli sviluppi pre e post elettorali.Nel 2022, dopo aver seguito dalla Bielorussia il referendum
costituzionale, le trattative russo-ucraine, e sul campo l'assedio di Mariupol, sta proseguendo a
documentare la nuova fase del conflitto ucraino. È assegnista di ricerca presso l’Istituto di studi
politici “S. Pio V”.
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