ALTRA STRAGE PER LA IN SICUREZZA NELLE FERROVIE, MORTI 5 OPERAI IN APPALTO IN PIEMONTE, UNA LOTTA CONTINUA su SALUTE ESICUREZZA a cura di Usi 1912 31ago2023 comunicato sindacale

ALTRA STRAGE PER LA IN SICUREZZA NELLE FERROVIE, MORTI 5 OPERAI IN APPALTO IN PIEMONTE, UNA LOTTA CONTINUA su SALUTE ESICUREZZA a cura di Usi 1912 31ago2023 comunicato sindacale, updated 9/2/23, 3:44 PM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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COMUNICATO SINDACLE (art 1, 14 e 25 S.L. art. 21 Cost) per informazione, pubblicazione e divulgzione grazie 31 agosto 2023

IN-SICUREZZA NEL LAVORO IN APPALTO NELLE FERROVIE ITALIANE: grave incidente mortale
ferroviario a Brandizzo (Torino), MORTI 5 OPERAI della società Sigifer, in appalto lavori di
manutenzione per conto di Rfi. Un locomotore investe e uccide 5 operai, due della squadra di
manutenzione rimasti miracolosamente illesi, il convoglio sfrecciava a 160 km/orari. ERRORI DI
COMUNICAZIONE NELLA FILIERA DEI LAVORI ESTERNALIZZATI, IN-SICUREZZA SUL LAVORO IN
FERROVIA, UN’ALTRA STRAGE OPERAIA CHE POTEVA ESSERE EVITATA.
Da Usi 1912 ricostituita usiait1@virgilio.it aderente a Rete nazionale per la salute e la sicurezza sul
lavoro e sui territori bastamortesullavoro@gmail.com

Un’altra strage operaia nei lavori di manutenzione esternalizzati, che poteva essere evitata rispettando
le normali procedure di prevenzione, informazione, comunicazione tra i vari pezzi della filiera dei lavori
in appalto per la manutenzione e la sostituzione in questo caso, di alcune rotaie. L’IN-SICUREZZA NEL
LAVORO IN FERROVIA PRODUCE ALTRI 5 MORTI, sulla tratta Milano Torino nei pressi di Brandizzo
(Torino), zona Settimo Torinese - Chivasso. Un locomotore, in transito sul binario 1 a velocità di circa
160 Km/h, ha investito e ucciso cinque operai che erano al lavoro sui binari. Altri due sono rimasti
miracolosamente illesi, attualmente ricoverati presso l’ospedale di Chivasso. Il macchinista del treno
sarà interrogato in mattinata, in evidente stato di shock, visitato da un'ambulanza arrivata sul posto e
mandato a casa. Nella cabina di guida, da quel che si sa dalle prime sommarie notizie, erano in due.
L'incidente è avvenuto, poco dopo la mezzanotte. Il mezzo viaggiava a 160 chilometri orari. I due
scampati alla tragedia non sarebbero stati colpiti dal convoglio. Infatti dalle prime ricostruzioni, i due
operai illesi, in forte stato di shock, si trovavano a breve distanza dal binario dov'è passato il convoglio,
che li ha soltanto sfiorati i 5 operai deceduti, dipendenti della società Sigifer con sede a Borgo Vercelli,
in Piemonte, sono Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli; Giuseppe Sorvillo, 43 anni, di
Brandizzo; Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, di Vercelli; Giuseppe Aversa, 49 anni, di
Chivasso; Kevin Laganà, 22 anni di Vercelli. Le indagini sono affidate alla Procura di Ivrea che sta
ricostruendo con il nucleo dei carabinieri del NIL di Torino e con le indagini effettuate dalla Polfer di
Torino, la dinamica dei fatti utilizzando le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza, aprendo
finora un fascicolo di indagine contro ignoti, per “disastro colposo” e “omicidio colposo plurimo”.
Il treno e il personale viaggiante che lo conduceva, così come le varie situazioni che dovrebbero fare i
vari passaggi di comunicazione PREVENTIVA, di lavori di sostituzione di alcune rotaie e di
manutenzione, che ha prodotto l’ennesima STRAGE OPERAIA DA IN-SICUREZZA SUL LAVORO IN
FERROVIA, non avrebbe saputo nulla della presenzadella squadra degli operai della Sigifer, lungo i
binari e sarebbe quindi saltata, qualche comunicazione sui normali meccanismi di avviso e
comunicazione sui lavori in corso.
COME SI DENUNCIA DA ANNI, LE FASI CARDINE DI OBBLIGO DATORIALE, SULLA SICUREZZA E
SALUTE SUL-DEL LAVORO, DI PREVENZIONE E DI INFORMAZIONE, DI FORMAZIONE E
ADDESTRAMENTO, SONO SPESSO DISATTESE o effettuate in modo approssimativo e superficiale,
anche per quanto riguarda le disposizioni e le indicazioni formative, che la società Sigifer avrebbe
dovuto impartire agli operai in casi simili. Così come le INFORMAZIONI E INDICAZIONI OPERATIVE,
PER IL PERSONALE VIAGGIANTE, sulla presenza degli operai in appalto durante le ore notturne, i
macchinisti e conducenti del locomotore infatti non erano stati avvisati di questi lavori di sostituzione di
alcune rotaie sul binario 1. Ai familiari dei cinque operai morti, la nostra vicinanza e solidarietà. PERO’
NON POSSIAMO TACERE CHE NEL SISTEMA FERROVIARIO IN ITALIA, GLI INCIDENTI MORTALI di
coloro che lavorano nei servizi in appalto, esternalizzati dove la filiera di lavori prevede diversi passaggi
tra le società committenti, quelle titolari degli appalti e quelle magari in sub-appalto o che usano
manodopera, SONO CONTINUI e non possono essere ricondotti, come se fosse una causa scusante e
giustificatrice, a “errori umani”, è il MECCANISMO DEGLI APPALTI CHE GENERA UN AUMENTO DEGLI
INCIDENTI, DEGLI INFORTUNI E DEI MORTI SUL LAVORO, QUANDO PER FINIRE I LAVORI PRIMA SI
FANNO O IN FRETTA, OPPURE SENZA SEGUIRE E VERIFICARE PASSO DOPO PASSO, SE I PRINCIPI
CARDINE DELLE DISPOSIZIONI CODIFICATE DAL D. Lgs. 81 2008 nel nostro Paese, in applicazione di
molte direttive europee in materia di salute e sicurezza sul lavoro, SIANO STATE EFFETTUATE E SE
SVOLTE IN MANIERA PRECISA, PUNTUALE E COINVOLGENTE TUTTI I VARI SOGGETTI INTERESSATI,
proprio in funzione di ELIMINAZIONE E RIDUZIONE AL MINIMO “TECNOLOGICAMENTE E
SCIENTIFICAMENTE SOSTENIBILE”, DI OGNI FATTORE DI RISCHIO E PERICOLO per l’incolumità fisica
di chi ci lavora o, come nel caso della strage ferroviaria di VIAREGGIO, di cittadini e cittadine.
Altri 5 morti da lavoro salariato, a conferma della IN-SICUREZZA NEL LAVORO E NEGLI APPALTI IN
FERROVIA, in una strage infinita, alle origini determinata dal meccanismo degli appalti e della mancata
comunicazione preventiva e di prevenzione dai rischi, ma in generale dal modello di sfruttamento
capitalistico, dove LA SALUTE E’ CONSIEDERATA UNA MERCE E LA SICUREZZA UN COSTO, da ridurre o
da comprimere per mantenere quei margini di utile e di profitto per pochi, a danno di tanti, lavoratrici
e lavoratori o della cittadinanza, a partire dai settori e ceti subalterni e più ricattabili sul “mercato del
lavoro”. Il nostro compito di denuncia e segnalazione pubblica di questi fattori continui di rischio e di
pericolo, di informazione e di formazione per la sicurezza sul-del lavoro, come per lo sviluppo di un
forte movimento di lotta che sia in grado di autorganizzarsi e di dare impulso all’autodifesa collettiva,
unendo chi lavora con gli altri strati della popolazione fruitrice di servizi e attività pubbliche, continua
anche se dovremo, purtroppo, riferire che la strage sul lavoro anche nelle ferrovie, continua e si tratta
di una lotta senza fine e senza tregua, fino al cambiamento radicale ed effettivo dello stato di cose
presenti. Del resto, CHI NON HA IL CORAGGIO DI RIBELLARSI, NON HA IL DIRITTO DI LAMENTARSI.

A cura di USI Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912 e ricostituita in sigla USI 1912
Esecutivo nazionale, info e mail usiait1@virgilio.it segreteria.usi@gmail.com, Usi aderente alla RETE
NAZIONALE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO E SUI TERRITORI bastamortesullavoro@gmail.com