Comunicato stampa del 4 gennaio 2023

Comunicato stampa del 4 gennaio 2023, updated 1/7/23, 6:19 PM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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Comunicato stampa del 6 gennaio 2023
GUERRA IN UCRAINA, I DISARMISTI ESIGENTI
ORGANIZZANO IL "DIGIUNO DI COERENZA" CONTRO
IL DECRETO PER L'INVIO DELLE ARMI ALL'ESERCITO
UCRAINO
APPELLO PER PRESIDI INFORMATIVI IN TUTTA
ITALIA (ciascun soggetto con contenuti e modalità
autogestiti)

10 GENNAIO
PIAZZA DELLA ROTONDA ROMA, VICINO IL PANTHEON (ore 15:00-19:00)
dedicato alla memoria di Antonia Sani, ex presidente WILPF Italia
Il 10 gennaio 2023 viene sottoposto a voto parlamentare al Senato, il
decreto del Consiglio dei Ministri n. 185 del 2 dicembre 2022* per
prorogare «fino al 31 dicembre 2023» l’invio di mezzi, materiali ed
equipaggiamenti militari all'esercito ucraino al fine di combattere
l’invasione russa.
 * Si veda l’appendice sotto riportata: illustrazione del DL 185/2022 da parte del
servizio studi del Senato;


Si tratta di una proroga del provvedimento introdotto dopo l’inizio
della guerra dal governo Draghi, che era in scadenza a fine 2022.
In seguito al185/2022, che fa da cornice giuridica, all’inizio del
2023, il governo Meloni varerà il sesto decreto di aiuti militari (e gli
eventuali decreti successivi) all’Ucraina: per quanto ci è dato
sapere, si verrà incontro, da parte italiana, alla necessità
manifestata da Kiev di di avvalersi di sistemi missilistici di difesa
aerea per proteggere le infrastrutture energetiche dagli attacchi
russi.
Ma il nuovo pacchetto, stando a quanto promesso dal ministro della
Difesa Guido Crosetto, passerà in ogni caso da una comunicazione
parlamentare.
Si profila nel voto del 10 gennaio, come già avvenuto il 30
novembre, e il 13 dicembre 2022, una ampia "unità nazionale",
trasversale rispetto agli schieramenti destra-sinistra (più
precisamente: centro-destra, centro-sinistra), perché le modalità
del decreto (segretezza della lista di armi riferita solo al COPASIR)
sono le stesse del governo Draghi votate a suo tempo anche da
Fratelli d'Italia.
Il decreto dovrà essere convertito entro sessanta giorni, quindi max
fine gennaio- primo febbraio 2023, e va a seguire il nodo sciolto
della approvazione delle legge di Bilancio, caratterizzata
dall’aumento delle spese militari in ottemperanza delle direttive
NATO (raggiungere il 2% del PIL entro il 2028).
Una parte dell’opposizione annuncia battaglia, a nostro giudizio
blanda; e su di essa pesano comunque le accuse di incoerenza e di
strumentalità. A prescindere dal grado di fondatezza delle critiche,
interfacciarsi con una presenza pacifista in piazza sarebbe per essa
un modo per limitare l'isolamento e la cattiva stampa, pronta a
scagliarsi contro chi tradisce la “causa della libertà” presuntamente
incarnata dal governo di Zelensky.
I Disarmisti esigenti, tenendo conto di questi dati politici, promuovono
un "digiuno di coerenza pacifista", facendo seguito a un appello
portato alla manifestazione del 5 novembre, con l'invito ai
manifestanti, tramite striscione e volantino, a riconvocarsi quando si
sarebbe discusso in Parlamento l'invio delle armi all'Ucraina.
Si parla di "coerenza pacifista" perché, se ci battiamo affinché
"tacciano le armi", ci sembra logico e doveroso darsi da fare per
impedire che l'Italia le passi a chi le usa per combattere in guerra.
Siamo contro la guerra e quindi siamo contro a che degli esseri umani
si sparino l’uno contro l’altro, a prescindere dalle ragioni e dai torti
reciproci. Anche se le ragioni fossero tutte da una parte e i torti tutti
dall’altra. Il che nella vita reale, nella Storia, quasi mai accade.
Un presidio si svolgerà, appunto il 10 gennaio, in piazza della Rotonda,
nei pressi del Pantheon, dalle ore 15:00 alle ore 19:00;
Verrà esposto lo striscione "OGGI NON ESISTONO GUERRE GIUSTE
(PAPA FRANCESCO)", portato in quel corteo del 5 novembre (dalle
100mila presenze, non una però fattasi viva il 30 novembre e
nemmeno il 13 dicembre durante le discussioni parlamentari sulla
guerra in Ucraina) promosso allora da Europe for Peace e dalla CGIL
(più altri).
Oggi, a nostro giudizio, non ci sono più guerre giuste per due motivi:
1) perché, nella concreta situazione di guerra, qualsiasi impiego ormai
indispensabile di armi pesanti in battaglia oggi danneggia più gli
innocenti estranei che gli implicati direttamente nel conflitto e
danneggia la Terra, cioè il corpo vivente di tutti; 2) perché esiste, nella
risoluzione dei conflitti, l’alternativa efficace dei metodi di resistenza
nonviolenta.
(Non è azzardato stimare che la guerra con epicentro Ucraino oggi
produca molti più morti per fame in Africa e stia facendo saltare gli
accordi di Parigi sul clima globale).
Vi sono, al momento, cinque digiunatori promotori, Alfonso Navarra,
Ennio Cabiddu, Mino Forleo, Gianpiero Monaca e Marco Palombo.
Si aggiunge un supporto a distanza con Moni Ovadia, Turi Vaccaro,
Francesco Lo Cascio, Maria Carla Biavati, Alessandro Capuzzo, Totò
Schembari.
Il digiuno è dedicato alla memoria di Antonia Sani, già presidente
WILPF Italia, scomparsa il 12 novembre 2022.
La WILPF Italia aderisce allo sciopero, insieme ad altre organizzazioni
partners dei Disarmisti esigenti: la LDU, la LOC, IPRI-CCP, Per la
Scuola della Repubblica, Kronos, Marcia dei Girasoli/Comiso…
Altre adesioni sono in fase di raccolta (ad es. Fermiamo la Guerra di Firenze).
Presidi informativi di supporto sono già organizzati, ad es. a Trieste;
ed altri sono in via di preparazione in altre città.
Alfonso Navarra è il portavoce dei Disarmisti esigenti, Ennio Cabiddu
segue per l'organizzazione l'obiezione di coscienza alle spese militari e
l'opzione fiscale, Mino Forleo è il responsabile di Per la scuola della
Repubblica, Marco Palombo è della Rete No War di Roma.
Giampiero Monaca, maestro elementare, è impegnato a tutelare
l'esperienza di scuola attiva, all'aperto, cooperativa e partecipata di
Bimbisvegli
Dalle 18:00 alle 19:00 del 10 gennaio, diretta online su RADIO NUOVA
RESISTENZA al seguente link:https://streamyard.com/3vyvqhp2rg
Lo concepiamo, questo digiuno, come un giorno di riflessione e di
rinnovato impegno per trovare la strada di un rapporto di servizio con
il popolo italiano inascoltato per come andremo spiegando.
Nella consapevolezza che il concetto di "popolo" non coincide con
quello di "popolo della pace", questo ultimo in buona parte
identificabile con i manifestanti del 5 novembre. Quindi si tratta di
costruire un ponte di dialogo e di servizio tra "popolo della pace" e
"popolo italiano".
I digiunatori fanno rilevare che un movimento pacifista indipendente che
volesse fare il suo mestiere ed influire politicamente dovrebbe in primo luogo
farsi carico dei 4 punti su cui i media all'unanimità riferiscono di un consenso
popolare maggioritario.
I punti sono i seguenti:
1- Non rifornire di armi e di aiuti militari l’esercito di Kiev (pur solidarizzando
con il popolo martoriato dall’aggressione russa. Ma martirizzato anche da
una guerra che cresce in intensità e durezza, senza sapere dove si potrà
finire all’interno della logica che persegue la “vittoria militare”)
2- Darsi da fare diplomaticamente per “fare tacere le armi” (appunto) ed
avviare subito, senza precondizioni, trattative di tregua e poi di pace con
l’intervento dell’ONU
3- Non alimentare la corsa al riarmo né convenzionale né tantomeno
nucleare. Quindi riduzione delle spese militari e rifiuto di ospitare vecchie e
nuove bombe atomiche. Ancor meglio: aderire al Trattato di proibizione delle
armi nucleari e comportarsi di conseguenza fuoriuscendo dalla condivisione
nucleare NATO
4- Non alimentare una guerra economica parallela con quella militare: le
sanzioni energetiche alla Russia, in particolare, risulta chiaro che vanno a
danneggiare più i popoli che le élites che profittano dalle guerre.
È questo ultimo punto il contenuto più focalizzato dell’appello che ancora
sottoponiamo per le adesioni dal titolo:
SALVIAMO LA TERRA – BLOCCHIAMO LA GUERRA
Revochiamo le sanzioni energetiche contro la Russia che ci separano dalla
pace. Indirizziamoci invece verso la soluzione negoziata e cooperativa del
conflitto!
PACE SIGNIFICA ANCHE PANE!
I primi firmatari sono:
Alfonso Navarra – Antonia Sani - Luigi Mosca - Moni Ovadia - Alex Zanotelli -
Angelica Romano - Luciano Benini - Antonino Drago - Antonella Nappi ... e
altre/i
Si vada, per leggere il testo al completo, e per sottoscrivere, al link:
https://www.petizioni.com/nonsiamoinguerra-nosanzioni/
I digiunatori auspicano che, con il 10 gennaio, dal 10 gennaio, una pluralità
di iniziative fiorisca declinando, con i valori e le posizioni delle varie
componenti dell'arcipelago, diverse impostazioni della esigenza sopra
indicata, ciascuna libera di esprimersi con le modalità che ritiene opportune.
Occorre intraprendere una discussione su come rendere l'iniziativa di
carattere continuativo, tenendo conto del fatto bisogna far sentire, da parte
del movimento, il fiato sul collo delle istituzioni tutte le volte che si andrà a
concretizzare con pacchetti di aiuti militari la "cornice giuridica" del "metodo
Draghi" per tutto il 2023. Cornice giuridica, varata nel CDM del 2 dicembre
2022, che sarà presto convertita in legge con un altro voto alla Camera. La
discussione dovrà inoltre affrontare come possono essere attivate
convergenze con altre campagne, ad esempio il sostegno agli obiettori sia
russi che ucraini (il fronte va prosciugato da ambedue i lati) e l'obiezione di
coscienza alle spese militari anche come protesta nei confronti della corsa
agli armamenti scatenata dallo scenario bellico in cui ci muoviamo.
Per adesioni e info: coordinamentodisarmisti@gmail.com - cell. 340-
0736871


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APPENDICE 1
Senato: Dossier n. 19 Camera: Progetti di legge 5 dicembre 2022
Senato Servizio Studi del Senato Ufficio ricerche nel settore politica estera e difesa (Studi1@senato.it - -
066706-2451) SR_Studi Camera Servizio Studi Dipartimento Difesa (st_difesa@camera.it - 066760-4172
CD_difesa)

Disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti
militari in favore delle Autorità governative dell'Ucraina D.L. 185/2022 / A.S. 389
A.S. 389 D.L. 185/2022 Titolo: Conversione in legge del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185, recante
disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti
militari in favore delle Autorità governative dell'Ucraina
Iter al Senato: Sì Numero di articoli: 2 Date: pubblicazione in G.U.: 2 dicembre 2022
L'articolo 1 del decreto proroga fino al 31 dicembre 2023, l'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali
ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina, già prevista, fino al 31
dicembre 2022, dall'articolo 2-bis del decreto 25 febbraio 2022, n. 14, convertito con modificazioni dalla
legge 5 aprile 2022, n. 28. L'autorizzazione è concessa "nei termini e con le modalità" stabilite nella
normativa richiamata, e "previo atto di indirizzo delle Camere". A tal proposito si ricorda che l'articolo 2-bis,
del decreto legge n. 14 del 2022 ha autorizzato, previo atto di indirizzo delle Camere, la cessione di mezzi,
materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative ucraine, in deroga alla legge 9 luglio 1990, n.
185, e agli articoli 310 e 311 del Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo, n. 66 del
2010 e alle connesse disposizioni attuative, che disciplinano la cessione di materiali di armamento e di
materiali non di armamento.
L'elenco dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari oggetto della cessione, nonché le modalità di
realizzazione della stessa (anche ai fini dello scarico contabile), sono definiti con uno o più decreti del
Ministro della difesa, adottati di concerto con i Ministri degli affari esteri e della cooperazione
internazionale e dell'economia e delle finanze (art. 2 bis, comma 2 del decreto legge n. 14/2022). Ai sensi
dello stesso art. 2-bis (al comma 3) del decreto legge n. 14 del 2022, il Ministro della difesa e il Ministro
degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con cadenza almeno trimestrale, riferiscono alle
Camere sull'evoluzione della situazione in atto, "anche alla luce di quanto disposto dai precedenti commi 1
e 2" (che disciplinano, appunto, la cessione di armi). Si ricorda che il 1° marzo 2022 i due rami del
Parlamento, a conclusione delle comunicazioni sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina rese dal
Presidente del Consiglio, hanno approvato risoluzioni (al Senato 6-00208, alla Camera 6-00207), che
impegnano, tra l'altro, il Governo ad attivare "con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni
necessarie per assicurare assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, nonché-
tenendo costantemente informato il Parlamento e in modo coordinato con gli altri Paesi europei e alleati -
la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all'Ucraina di esercitare il diritto alla legittima
difesa e di proteggere la sua popolazione".
Tale orientamento è confermato e precisato nelle risoluzioni approvate dal Senato e dalla Camera,
rispettivamente il 21 e il 22 giugno (con le risoluzioni 6-00226 e 6-00224) in occasione delle comunicazioni
del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2022. Le risoluzioni
impegnano il Governo, tra l'altro, a "continuare a garantire, secondo quanto precisato dal decreto legge n.
14 del 2022, il necessario e ampio coinvolgimento delle Camere con le modalità ivi previste, in occasione
dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni
ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari". In relazione alle cessioni in oggetto, sono stati finora
emanati i seguenti decreti ministeriali - d.m. 2 marzo 2022 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 3 marzo);
- d.m 22 aprile 2022 (Gazzetta Ufficiale del 28 aprile); - d.m. 10 maggio 2022 ( Gazzetta Ufficiale del 28
aprile); - d.m. 26 luglio 2022 (Gazzetta Ufficiale del 29 luglio); - d.m. 7 ottobre 2022 (Gazzetta Ufficiale del
12 ottobre). In relazione a ciascuno di questi decreti ministeriali, il Ministro della difesa pro-tempore,
Lorenzo Guerini, è stato audito presso il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (sedute
del 2 marzo, 28 aprile, 16 maggio, 27 luglio e 4 ottobre). I decreti ministeriali appena citati hanno un
medesimo contenuto. I mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari di cui si autorizza la cessione sono
elencati in un allegato, "elaborato dallo Stato maggiore della difesa", che è però classificato. Lo Stato
maggiore della difesa viene anche autorizzato ad adottare "le procedure più rapide per assicurare la
tempestiva consegna dei mezzi, materiali ed equipaggiamenti". Si segnala che lo scorso 30 novembre la
Camera dei deputati ha approvato la mozione 1/00031, che impegna tra l'altro il Governo a sostenere le
iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l'autorizzazione, previo atto di
indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative
dell'Ucraina nei termini e con le modalità stabilite dall'articolo 2-bis del decreto legge 25 febbraio 2022,
numero 14» e «ad assumere tutte le iniziative necessarie per conseguire l'obiettivo di una spesa per la
difesa pari al 2% del Pil entro il 2028, anche promuovendo, nel quadro della riforma del Patto di stabilità e
crescita, l'esclusione delle spese per gli investimenti nel settore della difesa dal computo dei vincoli di
bilancio e a incrementare le risorse umane e finanziarie destinate alla politica estera, quale strumento
fondamentale per tutelare l'interesse nazionale».
Nel dettaglio lo scorso 30 novembre la Camera ha esaminato le mozioni concernenti iniziative in relazione
al conflitto tra Russia e Ucraina ed ha respinto le mozioni Conte ed altri n. 1-00010 e Zanella ed altri n. 1-
00020; ha approvato la mozione Richetti ed altri n. 1-00022, limitatamente al dispositivo, ad eccezione del
1° capoverso, che ha respinto con distinta votazione, approvandone con successiva votazione la premessa;
ha approvato la mozione Serracchiani ed altri n. 1-00025, limitatamente al dispositivo ad eccezione dei
capoversi 2°. 4° e 9°, che ha approvato con distinte votazioni, approvandone con successiva votazione la
premessa; ha infine approvato la mozione Tremonti, Formentini, Mulè, Bicchielli ed altri n. 1-00031,
limitatamente al dispositivo ad eccezione dei capoversi 3°, 5°, 6° 7° e 8°, che ha approvato con successive
distinte votazioni, approvandone con successiva votazione la premessa. Pe un approfondimento si veda qui
Come si legge nella relazione tecnica allegata al disegno di legge di conversione del decreto legge in esame,
dall'attuazione della disposizione (art.1) non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza
pubblica, tenuto conto che i materiali e mezzi oggetto di cessione sono già nelle disponibilità del Ministero
della difesa, mentre eventuali oneri ad essi connessi saranno sostenuti nell'ambito delle risorse disponibili a
legislazione vigentI. Si precisa che le cessioni di mezzi, materiali e armamenti avvengono a titolo non
oneroso per la parte ricevente (cioè il governo ucraino) ma, al pari di quelle realizzate dagli altri Stati
membri, sono parzialmente rimborsate dall'Unione europea attraverso i fondi dello Strumento europeo per
la pace (European Peace Facility). Su tale strumento vedi il nota di documentazione. Per tali cessioni Il
Consiglio dell'Unione ha finora disposto lo stanziamento di 3 miliardi di euro (di cui 180 milioni per
forniture "non letali"). Si segnala anche che l'articolo 29 bis, del decreto legge n. 21 del 2022 ha novellato
l'articolo 2-bis del citato decreto legge n. 14 del 2022, al fine di specificare che le somme in entrata
derivanti dai decreti ministeriali che definiscono l'elenco dei mezzi, dei materiali e degli equipaggiamenti
militari oggetto di cessione alle autorità governative dell'Ucraina, devono essere riassegnate integralmente
sui pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa.
Da ultimo, il comma 13 dell'articolo 166 del ddl di bilancio per l'anno 203, attualmente all'esame della
Camera (A.C. 643-bis) autorizza il Ragioniere generale dello Stato a provvedere, con propri decreti, alla
riassegnazione, allo stato di previsione del Ministero della difesa, per l'anno finanziario 2023, delle somme
versate all'entrata del bilancio dello Stato dalle istituzioni dell'Unione europea, concernenti le misure di
assistenza supplementari connesse allo strumento europeo per la pace(EPF) tese a sostenere ulteriormente
le capacità e la resilienza delle forze armate ucraine. L'articolo 2 dispone l'entrata in vigore del
provvedimento il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, ovvero il 2 dicembre 2022.
Relazioni allegate o richieste Il testo è corredato dalla relazione illustrativa e dalla relazione tecnica.
Precedenti decreti-legge sulla stessa materia In relazione aal provvedimento in esame si ricorda che
successivamente all'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina del 24 febbraio scorso, il
Governo ha adottato il decreto legge legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla
legge 5 aprile 2022, n. 28, che ha previsto, tre le diverse misure urgenti, anche la cessione previo atto di
indirizzo delle Camere, di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative ucraine, in
deroga alla legge 9 luglio 1990, n. 185, e agli articoli 310 e 311 del Codice dell'ordinamento militare, di cui al
decreto legislativo, n. 66 del 2010 e alle connesse disposizioni attuative, che disciplinano la cessione di
materiali di armamento e di materiali non di armamento. Motivazioni della necessità ed urgenza Come
precisato dal Governo nel preambolo del decreto legge, la necessità e l'urgenza della proroga in esame è
dovuta al protrarsi della grave crisi internazionale in atto in Ucraina. Rispetto delle competenze legislative
costituzionalmente definite Le disposizione del decreto legge riono riconducibili sia alla materia politica
estera e rapporti internazionali dello Stato, di competenza esclusiva statale (art. 117, secondo comma,
lettera a) della Costituzione), sia alla materia "difesa e Forze armate" di competenza esclusiva statale (art.
117, secondo comma, lettera d) della Costituzione).