About Rete Ambientalista Al
Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
OCCORRE PRESENTARE UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE ALLE ELEZIONI
EUROPEE DEL 2024
Dinanzi a un orrore come la guerra in corso nel cuore d'Europa il primo, immediato dovere
e' soccorrere tutte le vittime, cercare di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Ma a tal fine cio' che e' veramente necessario, cio' che e' assolutamente decisivo, e' far
cessare la guerra.
Se non si ferma la guerra non si fermeranno le stragi.
Se non si ferma la guerra non si fermera' la catastrofe ambientale.
Se non si ferma la guerra non si fermera' la deriva verso l'ecatombe nucleare che minaccia
l'intero genere umano.
*
Le persone senzienti e pensanti che vivono nei paesi dell'Unione Europea e che vogliono
contribuire a far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste possono e devono fare
alcune cose precise:
- contrastare l'invio di armi che la guerra e le stragi alimentano: con azioni dirette
nonviolente che ne blocchino la produzione e il trasporto;
- lottare per lo scioglimento della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista braccio armato
della politica imperialista americana di devastazione e asservimento dell'Europa;
- contrastare le politiche di riarmo, militarismo, razzismo, schiavismo ed ecocidio dei
governi dei propri paesi e dell'Unione Europea.
*
Per quest'ultimo fine e' necessaria la presentazione di una lista nonviolenta per la pace alle
elezioni europee del 2024.
Una lista nonviolenta per la pace che proponga come obiettivo fondamentale la cessazione
della guerra e di ogni politica di guerra; e che quindi proponga il disarmo, la
smilitarizzazione, la difesa popolare nonviolenta, i corpi civili di pace, il ripudio della
violenza, il riconoscimento e la difesa integrale dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la
protezione e l'accudimento dell'intero mondo vivente.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2023
*
Una postilla ad uso degli usignoli dell'imperatore, dei consiglieri del principe e di tutti i
benpensanti
Siamo solidali con la popolazione ucraina aggredita e martoriata.
Siamo solidali con chi si oppone nonviolentemente allo scellerato regime autocratico russo
che la guerra in corso ha scatenato.
Siamo solidali con chiunque difenda nonviolentemente la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli
esseri umani in qualunque parte del mondo.
Siamo solidali con le lotte nonviolente dei popoli oppressi per ottenere giustizia e liberta',
diritti e democrazia.
Non possono dire lo stesso gli odierni e sempiterni adoratori della guerra sola igiene del
mondo, indifferenti o entusiasti di fronte al massacro d'innumerevoli esseri umani.
2. L'ORA. MAO VALPIANA INTERVISTA YURII SHELIAZENKO
[Dal quotidiano "Il manifesto" riprendiamo e diffondiamo la seguente intervista del 2 luglio 2023 dal
titolo "Pacifista in Ucraina, il mestiere piu' duro: 'Mi chiamano traditore'" e il sommario "Parla Yurii
Sheliazenko, leader del Movimento nonviolento a Kiev: 'Rischio la vita, ma non mi faccio intimidire
dai guerrafondai. Putin e Zelensky restano supremi negazionisti della pace e cercano la vittoria sul
campo. Manca l'immaginazione nel costruire ponti, quindi li fanno letteralmente saltare'"]
Lavora come consulente legale freelance, giornalista e scrittore, e' stato ricercatore e docente di
Diritto alla Krok Univesity, vive a Kiev. Barba e capelli lunghi, sempre un po' trafelato, e' il punto di
riferimento in Ucraina del movimento pacifista internazionale. La sua organizzazione nonviolenta fa
parte di EBCO/BEOC, l'Ufficio Europeo per l'obiezione di coscienza e della War Resisters
International. Tra i suoi progetti, tradurre e diffondere in Ucraina i testi sulla nonviolenza di Gandhi
e Capitini.
*
- Yurii, come va? Che vita stai facendo da quando e' iniziata la guerra?
- Mi chiamano traditore, mi vengono rivolte minacce, rischio la vita, viene fatto pubblicamente il mio
nome come nemico. Non mi lascio intimidire da tutto questo. Io mi esprimo contro i guerrafondai,
contro tutti coloro che vogliono fare la guerra. La mia casa a Kiev e' stata scossa dalle esplosioni
di missili russi nelle vicinanze e le sirene dell'allarme aereo mi ricordano, giorno e notte, che la
morte vola sopra la testa. Tuttavia, con il nostro movimento aiutiamo i civili a sopravvivere,
continuiamo a sostenere l'abolizione del servizio militare obbligatorio, portiamo avanti studi sulla
pace e cooperiamo con il movimento internazionale per la pace.
*
- Che succede dopo lo scontro di potere tra Putin e Prigozhin?
- Prigozhin non si e' indebolito, ha salvato le sue sanguinose fortune, ha consolidato il suo esercito
di mercenari e gli e' stato permesso di trasferirsi in un luogo considerato sicuro. L'accordo ha
aumentato anche il potere di Putin. Egli ha bisogno di eserciti di mercenari per le guerre ombra
russe in tutto il mondo, e anche i suoi alleati cinesi potrebbero averne bisogno. Pero' questa
vicenda ha dimostrato che anche due criminali di guerra rivali sono riusciti a negoziare una tregua
tra loro e indica che i negoziati sono sempre possibili.
*
- Qual e' stato il vero ruolo di Lukashenko, secondo te?
- La Bielorussia e' una societa' ancora piu' militarista rispetto alla Russia. Prigozhin operava gia' in
Bielorussia e questo nuovo accordo significa solo che la Bielorussia diventera' il suo quartier
generale formale. Significa anche che Lukashenko ha intenzione di usare il suo esercito privato. La
Bielorussia e' una sorta di offshore per gli oligarchi di Putin, una giurisdizione nominalmente
indipendente in cui e' possibile salvare i propri soldi.
*
- Al Vertice di Vienna per la pace in Ucraina, hai attaccato i "negazionisti della pace".
- Nemmeno la distruzione della diga di Nova Kakhovka e l'alluvione di dimensioni bibliche hanno
convinto Putin e Zelensky a fermare la guerra e a collaborare per salvare le vittime. Entrambi
rimangono supremi negazionisti della pace, cercano la vittoria sul campo di battaglia e si rifiutano
di prendere in considerazione qualsiasi possibilita' di riconciliazione. Manca l'immaginazione nel
costruire ponti, e quindi fanno letteralmente saltare i ponti!
*
- A chi dice che la sola alternativa e' tra vittoria o resa, cosa rispondi?
- Alcuni dicono che e' immorale smettere di armare l'Ucraina per l'autodifesa, ma io credo che sia
immorale alimentare la guerra con la fornitura di armi. L'unica speranza di uscire dal circolo vizioso
e' imparare a resistere agli aggressori e ai tiranni senza violenza, senza riprodurre i loro metodi e
la loro follia militarista. Putin ha aggredito militarmente, ma noi non possiamo agire come se la
difesa nonviolenta e la diplomazia non esistessero.
*
- E ora come evolvera' il conflitto?
- La continua ecalation tra Russia e Ucraina rende ora impossibile pensare ad un cessate il fuoco.
Putin insiste nell'intervento militare per liberare l'Ucraina da un regime fascista che uccide il proprio
popolo. Zelensky mobilita l'intera popolazione per combattere l'aggressione e afferma che i russi si
comportano come nazisti che colpiscono i civili. I media ucraini e russi usano la propaganda
militare per chiamare l'altra parte nazisti o fascisti. Tutti i riferimenti di questo tipo servono a
giustificare che si sta combattendo una "guerra giusta": devi essere ossessionato dall'idea che
"noi" dobbiamo combattere e "loro»" devono morire.
*
- In Italia ti accuserebbero di non saper distinguere tra aggressore e aggredito.
- La guerra di Putin e' senza dubbio malvagia, ma durante i sette anni prima dell'invasione russa in
Ucraina, sia i russi che gli ucraini hanno violato l'accordo di cessare il fuoco in Donbass, in cui
migliaia di persone sono state uccise. La verita' e' che molti ucraini non sono cosi' innocenti, cosi'
come i russi. Gli Stati Uniti, il Regno Unito e altri paesi dell'Occidente hanno potenziato la Nato che
si sta espandendo verso Est. Entrambe le parti corrono il rischio di far scoppiare una guerra
nucleare che puo' portare alla distruzione della vita sul nostro pianeta.
3. L'ORA. MAO VALPIANA: MINSK, L'AVAMPOSTO MILITARE DOVE I PACIFISTI SONO TUTTI
"TERRORISTI"
[Dal quotidiano "Il manifesto" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 28 giugno 2023]
Con le sue armi e i suoi soldi Prigozhin ora e' in Bielorussia, uno dei paesi piu' militarizzati del
continente europeo, un vero e proprio stato di polizia, una dittatura che ha instaurato la pena di
morte per i soldati "traditori e disertori" e promuove l'addestramento militare per i bambini dai 6
anni in su; e poi c'e' il concreto rischio che proprio dalla Bielorussia, paese fedele alleato della
Russia, si apra un secondo fronte di invasione verso l'Ucraina.
I pacifisti bielorussi, che tra mille difficolta' e con grandissimi rischi personali stanno conducendo
una campagna di informazione per rompere il muro di silenzio che copre quanto sta avvenendo in
quel paese, chiedono di far sapere la verita', di diffondere le notizie, di non lasciarli soli, stretti nel
mortale triangolo Putin, Lukashenko, Prigozhin.
"Our House" e' una delle principali organizzazioni dell'opposizione democratica, civile e
nonviolenta al regime di Minsk. Fondata nel 2002 a Vitebsk come fanzine autoprodotta, si e' poi
trasformata in una campagna per i diritti civili che ora agisce dall'esilio; nel 2014 e' stata registrata
in Lituania con il nome di Centro internazionale per le iniziative civili. Perseguitata in patria,
arrestata e torturata, Olga Karach, la pasionaria nonviolenta fondatrice di Our House, ora vive a
Vilnius: "Lukashenko ha paura di me. Io sono un'attivista per la pace e i diritti umani, una
femminista, ma nel mio paese sono considerata una terrorista e un'estremista di alto livello. Se
tornassi adesso rischierei la condanna a morte". Karach e' una testimone della Campagna di
Obiezione alla guerra.
Gli attivisti di "Our House" ritengono che l'addestramento militare dei bambini sia una strategia a
lungo termine per la prossima fase della guerra e hanno lanciato una campagna contro la
militarizzazione dei minori in Bielorussia, perche' tra 3-5 anni sara' troppo tardi per fare qualcosa:
crescera' un esercito deviato con giovani preparati professionalmente che sanno usare le armi da
fuoco, ossessionati dall'ideologia del "mondo russo", giovani senza legami sociali e senza famiglia
ma fanatizzati dal desiderio di salvare la Bielorussia dalla "Gayropa" (combinazione delle parole
"gay" ed "Europa" usata dalla propaganda).
Il distretto militare bielorusso era il meglio armato dell'Urss. Di conseguenza, nel corso di mezzo
secolo, in Bielorussia sono stati costruiti molte basi militari per lo stoccaggio, piene di armi a non
finire. Salito al potere, Lukashenko si e' reso subito conto che si potevano fare molti soldi
svendendo le vecchie armi sovietiche. Gran parte di queste armi sono state fornite a Paesi
instabili, a vari regimi islamici o sono finite nelle mani di terroristi.
L'esportazione di armi, munizioni ed equipaggiamento militare dalla Bielorussia tra il 1999 e il
2006, dati ufficiali, ammontava a circa 1 miliardo di dollari. Secondo il Sipri, nel periodo 2018-2022
la Bielorussia e' stata tra i primi venti paesi esportatori di armi al mondo.
Beltech Holding, Beltechexport, Technosoyuzproekt, Spetspriborservis, Beltech Optronix,
Belvneshpromservice, Minotor-service e Belspetsvneshtekhnika sono nomi di aziende bielorusse
che operano sul mercato mondiale delle armi. Ora i principali acquirenti di equipaggiamenti militari
bielorussi sono Serbia (33%), Vietnam (25%) e Uganda (14%).
Ma la partita piu' pericolosa e' quella nucleare. Lukashenko ha annunciato che il primo luglio sara'
completata la costruzione di un impianto di stoccaggio nucleare, dove Putin ha gia' trasferito
Iskander, il sistema missilistico balistico tattico ipersonico a corto raggio, che puo' essere un
vettore di armi nucleari. Dieci aerei dell'aeronautica bielorussa sono stati riequipaggiati per l'uso di
questo tipo di arma.
E ora? Il movimento pacifista bielorusso, come giudica il nuovo scenario? "Lukashenko ha
accresciuto il suo peso politico come negoziatore nella risoluzione della crisi del governo russo. A
questo punto - dice Olga Karach - che lui reciti da comparsa o da primo attore, cio' che conta e'
che la Bielorussia viene ulteriormente trascinata nella sfera d'influenza della Russia, e lo stesso
Lukashenko ha rafforzato la sua legittimita' interna". I pacifisti bielorussi ora devono contrastare la
cultura militare e criminale della coppia di potere Lukashenko-Prigozhin.
4. L'ORA. MAO VALPIANA: I PACIFISTI RUSSI: NOI NON STIAMO CON PUTIN E NEMMENO
CON PRIGOZHIN"
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 giugno 2023 riprendiamo e diffondiamo]
Il primo messaggino di allarme arriva gia' nella notte: "Amici, sta accadendo quello che ci
aspettavamo, per cui siamo gia' preparati. Il nostro lavoro non sara' in alcun modo intaccato". Lo
manda da San Pietroburgo Elena Popova, la leader del Movimento degli Obiettori di coscienza
russi.
Nello scontro tra le truppe di Prigozhin che avanza verso la capitale, e la corte di Putin barricata al
Cremlino, c'e' una vasta terra di nessuno nella quale ci stanno loro, i pacifisti, che dal primo giorno
hanno rifiutato la guerra e ora si trovano al centro dello scontro tra due bande militari.
Darya Berg e' un'attivista nonviolenta russa esule in Georgia, coordinatrice dell'organizzazione
antimilitarista "Go By the Forest" (in russo ha il significato misto di "Scappa, se puoi", ma anche
"Vai a farti fottere", rivolto a Putin) che ha lo scopo di aiutare il maggior numero possibile di
persone ad evitare di essere coinvolte nel sistema militare: "Il giorno in cui Putin e il suo governo
hanno iniziato la guerra in Ucraina, hanno messo la Russia a rischio di: disastri economici, guerra
civile e una giunta militare al potere. La rivolta dei mercenari di Prigozhin e' un’escalation di
violenza, una minaccia diretta a milioni di civili in Russia, in particolare donne e bambini. I
combattenti della Wagner sono principalmente ex detenuti, molti dei quali incarcerati per
femminicidi, per violenza domestica contro le donne". E' la prima dichiarazione ufficiale del
movimento pacifista in esilio, concordata con chi e' rimasto ad operare per la pace in patria. Ma
ora cosa puo' fare il movimento pacifista russo? "Come movimento politico che ha a cuore il futuro
del nostro paese - prosegue Darya Berg - non possiamo sostenere nessuna delle parti nell'attuale
conflitto politico interno. Vogliamo il ritiro delle truppe russe dall'Ucraina, l'arresto dei criminali di
guerra (compresi Putin e Prigozhin) e lo sviluppo democratico e civile della Russia".
Tra i primi provvedimenti emergenziali presi dalle autorita' russe, gia' in vigore nella regione di
Mosca, vi e' anche la voennoe polozhenie, una sorta di legge marziale che va dallo "stato di
guerra" al "livello di allerta base", che ha qualificato come "agenti stranieri" i movimenti pacifisti e
nonviolenti, in pratica messi fuori legge. "E' uno status completamente discriminatorio, contrario ai
diritti umani e alle liberta' universalmente riconosciuti - dice la Popova dalla sua residenza di San
Pietroburgo -, e' una situazione difficile, il mio telefono e' un centralino bollente, tentiamo di aiutare
coloro che non vogliono andare in guerra ed in particolare supportare le mogli e le mamme che
vogliono salvare mariti e figli dalla guerra non mandandoli presso le unita' militari. E' un lavoro
senza sosta che facciamo da quando e' scattata l'ultima mobilitazione".
Fino a ieri il Movimento degli Obiettori di Coscienza russi ha documentato centinaia di casi di
persone detenute nelle carceri russe per essersi espresse pubblicamente o aver partecipato ad
una manifestazione contro la guerra. E' un elenco incompleto di chi si e' esposto nel lavoro per la
pace e di chi ha rifiutato di prendere le armi e prestare servizio militare.
Alexander Belik, obiettore di coscienza russo scrive dall'esilio: "Dall'inizio dell'invasione in Ucraina
piu' di 20.000 persone sono state detenute a Mosca per le proteste pacifiste e 4.000 processi sono
stati aperti contro chi si e' espresso pubblicamente contro la guerra. Ovviamente le persone sono
molto preoccupate, tuttavia continuano a protestare, e lo faranno anche nei prossimi giorni".
Chi oggi a Mosca si mette contro Putin e contro Prigozhin, sfida l'articolo 207 del Codice penale
della Federazione russa che punisce il reato di "diffusione di false informazioni sulle Forze Armate
motivate dall'odio" commesso da un gruppo di persone (comma b), per guadagno personale
(comma g) e motivata dall'odio (comma d), con la pena fino a 10 anni di detenzione.
L'ultimo messaggino che arriva in giornata e' per ringraziare il Movimento Nonviolento del
sostegno internazionale con la Campagna di Obiezione alla guerra a favore degli obiettori russi,
bielorussi e ucraini.
5. MEMORIA. MAO VALPIANA: ADDIO A DANIELE LUGLI: UN NONVIOLENTO COSTRUTTORE
DEL POTERE DI TUTTI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 7 giugno 2023 riprendiamo e diffondiamo]
Si forma politicamente nel federalismo europeo e socialismo democratico, precocissimo guarda a
Unita' Popolare di Calamandrei, Parri, Cassola. Si iscrive al Partito Socialista, sta nella minoranza
di Riccardo Lombardi, poi nel 1966 aderisce al nuovo PSIUP. Ha grandi capacita' politiche e
amministrative. I suoi riferimenti culturali sono Ernesto Rossi, Lelio Basso, Emilio Lussu, Vittorio
Foa. Ma l'incontro decisivo e' quello con Aldo Capitini, nel 1962, di cui gia' conosceva i testi su
antifascismo e nonviolenza e partecipa alla fondazione del Movimento Nonviolento da cui non si
distacchera' mai diventandone Presidente Emerito. Con Pietro Pinna e' protagonista degli anni
pionieri dell'obiezione di coscienza in Italia. E' una delle sue azioni nonviolente di disobbedienza
civile che provoca la reazione dei Cappellani militari, che fecero poi indignare don Lorenzo Milani.
Daniele Lugli (Suzzara, primo settembre 1941 - Comacchio 31 maggio 2023) si laurea in
Giurisprudenza nel 1964, diviene avvocato, consegue l'abilitazione all'insegnamento di materie
giuridiche ed economiche. Sono anni di grande fermento, la sua vita politica e' in equilibrio tra
Ferrara e il mondo; pensa pero' che il cambiamento lo si fa a partire dal locale, trasforma la sua
periferia in centro. Viene assunto alla Provincia di Ferrara e poi ne diventa Segretario generale.
Segue il percorso di trasformazione dei manicomi. Gia' prima della Legge Basaglia, collaborando
con Antonio Slavich, riesce a tirare fuori i ragazzi malati psichici dall'Istituto e ad inserirli nel
territorio.
Negli anni '70 e' docente di Sociologia dell'Educazione all'Universita' di Ferrara con il sociologo
Alberto L'Abate, anche lui allievo di Capitini. Avvia i primi corsi per l'abilitazione all'insegnamento,
fa ricerca sulle disuguaglianze nella scuola collaborando con la pedagogista Egle Becchi. E' uno
degli artefici delle 150 ore per il diritto allo studio nel ferrarese: insegna diritto, spinge i giovani ad
essere attivi nel sindacato. Porta innovazione negli incarichi politico-amministrativi. Dal 1970 al '75
come assessore a Codigoro fa aprire la Biblioteca e la prima Scuola dell'Infanzia; dal 1975 all'80 e'
assessore alla pubblica istruzione a Ferrara dove si spende per l'abbattimento delle classi
differenziali, trasforma le "colonie estive" come momento educativo, realizza esperienze che
includono ragazzi con disabilita'.
Con gli anni Ottanta si allontana dalla vita dei partiti, vedendo la loro irriformabilita', ma non
rinuncia al servizio alla comunita'. Frequenta la Scuola di Alta Formazione a Bologna, partecipa
alla Commissione regionale istitutiva di Rai 3, e' vicepresidente del Teatro Comunale di Ferrara,
consulente giuridico per gli Enti locali. Viene eletto portavoce del Forum del III Settore della
provincia di Ferrara. Dal 2008 al 2013 la Regione Emilia-Romagna lo nomina Difensore Civico, e
dedica particolare attenzione ai diritti dei migranti.
Negli ultimi anni, lasciato ogni incarico pubblico, si e' dato completamente all'attivita' di movimento,
con una predilezione per la formazione nelle scuole e per i giovani del Servizio civile su questioni
inerenti la pace, i diritti umani, l'ambiente.
Nel 2017 pubblica "Silvano Balboni era un dono", uno studio sul collaboratore di Aldo Capitini
scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948. Ma il sottotitolo "Un giovane per la nonviolenza,
dall'antifascismo alla costruzione della democrazia" oggi ci appare perfetto per Daniele Lugli,
scomparso improvvisamente a 81 anni, con ancora molti progetti aperti.
6. L'ORA. PASQUALE PUGLIESE: COSTRUTTORI DI PONTI. GLI OBIETTORI DI COSCIENZA
AL SERVIZIO MILITARE MESSI FUORILEGGE IN RUSSIA
[Riceviamo e diffondiamo]
Mentre gran parte dei media e dei politici italiani ed occidentali hanno guardato con esaltazione e
tifo da stadio alle imprese della banda di mercenari del battaglione Wagner, nelle stesse ore (e
probabilmente come reazione a quella abortita ribellione armata) si e' consumata in Russia -
ignorata dai governi e degli organi di informazione internazionali - una grave stretta nei confronti
del disarmato Movimento degli obiettori di coscienza al servizio militare, messo fuorilegge in
quanto considerato "agente straniero". Ne abbiamo avuto notizia solo grazie al drammatico appello
che lo stesso Movimento ha rivolto alle organizzazioni internazionali - tra le quali il Movimento
Nonviolento italiano - che, fin dall'inizio della guerra, sostengono gli obiettori di coscienza e i
disertori russi, ucraini e bielorussi che si rifiutano, da tutti i fronti, di prendere parte alla guerra in
Ucraina. Pagando di persona mentre costruiscono, con la loro scelta, concreti ponti di pace tra
questi popoli.
"Da venerdi' scorso, 23 giugno" - hanno scritto i pacifisti russi - "il Movimento degli obiettori di
coscienza e' stato ufficialmente dichiarato dalle Autorita' come "agente straniero" nella
Federazione Russa. Il Ministero della Giustizia ci accusa di aver diffuso informazioni ritenute false
sulle azioni, le decisioni e le politiche del governo, oltre a opporci alle azioni militari della Russia in
Ucraina. Per l'attuale governo della Federazione Russa queste accuse sono sufficienti a
giustificare la messa fuori legge della nostra organizzazione. Questo fatto, pur essendo una
dimostrazione dell'efficacia del nostro lavoro, e' anche fondamentalmente un'applicazione
discriminatoria della legge che calpesta i diritti umani e le liberta' universalmente accettate".
Nonostante le minacce e le persecuzioni, concludono il loro appello ribadendo sia la volonta' di
rimanere saldi sui principi e i valori del rifiuto della guerra, sia l'importanza del continuo supporto
internazionale, anche economico per sostenere le spese legali. Nel silenzio delle Istituzioni
europee, non si e' fatta attendere la risposta congiunta della WRI, la storica organizzazione War
Resister's International, e del Beoc-Ebco, l'Ufficio europeo per l'obiezione di coscienza, che hanno
scritto congiuntamente a Vladimir Putin ed a Konstantin Chuychenko, ministro della giustizia della
Federazione russa.
"L'obiezione di coscienza" - scrivono le due organizzazioni - "e' un contributo tangibile alla pace;
pertanto, la tutela di questo diritto umano e' ancora piu' cruciale in tempo di guerra. Questo vale
anche per la guerra in corso in Ucraina, dove sia la Russia che l'Ucraina violano palesemente
questo diritto. Condanniamo fermamente l'invasione russa dell'Ucraina e denunciamo tutti i casi di
reclutamento forzato e persino violento negli eserciti di entrambe le parti, cosi' come tutti i casi di
persecuzione di obiettori di coscienza, disertori e manifestanti nonviolenti contro la guerra. Vi
esortiamo a smettere di perseguitare le organizzazioni per i diritti umani e i difensori dei diritti
umani, e a rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutte le centinaia di soldati e civili
mobilitati che si oppongono alla guerra e che sono detenuti illegalmente e persino maltrattati".
Mentre governi e media ascoltano - e alimentano - solo il linguaggio delle armi, gli obiettori di
coscienza e i disertori fanno una personale scelta attiva di pace, attraverso la coraggiosa
sottrazione della propria disponibilita' ad uccidere ed a morire per la guerra. Per rompere il silenzio
generalizzato attorno a questi veri eroi di pace, e' possibile attivarsi personalmente attraverso
l'adesione alla Campagna di obiezione alla guerra, promossa in Italia dal Movimento Nonviolento
(con il fisico Carlo Rovelli come autorevole testimonial), che chiede al governo italiano di garantire
accoglienza, asilo e protezione a tutti coloro che in Russia, Bielorussia e Ucraina rifiutano di
prendere le armi e fuggono dal loro paese, cosi' come il Parlamento italiano aveva deliberato gia'
nel 1992 per gli obiettori e i disertori delle Repubbliche della ex-Jugoslavia.
La notizia della messa fuorilegge del Movimento degli obiettori di coscienza russi e' giunta in Italia
attraverso il loro appello il 26 giugno, giorno in cui ricorre l'anniversario della morte di don Lorenzo
Milani, che proprio per aver difeso gli obiettori di coscienza in galera in Italia fini', a sua volta, sotto
processo per "apologia di reato". Le sue parole - gia' ricordate in occasione del recente centenario
della nascita - oggi sono valide piu' che mai: di fronte alla guerra "l'obbedienza non e' ormai piu'
una virtu', ma la piu' subdola delle tentazioni". Se, come don Milani, sostenessimo chi fa questa
scelta, anziche' sostenere chi impugna le armi, contribuiremmo a prosciugare il bacino della guerra
anziche' alimentarlo.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni
settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento
dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento
persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero
sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni
forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla
provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di
democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso
come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il
presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza
dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della
lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di
informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la
propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile,
la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per
contatti: azionenonviolenta@sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati
nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4884 del 3 luglio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i
diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno
XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel.
0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
EUROPEE DEL 2024
Dinanzi a un orrore come la guerra in corso nel cuore d'Europa il primo, immediato dovere
e' soccorrere tutte le vittime, cercare di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Ma a tal fine cio' che e' veramente necessario, cio' che e' assolutamente decisivo, e' far
cessare la guerra.
Se non si ferma la guerra non si fermeranno le stragi.
Se non si ferma la guerra non si fermera' la catastrofe ambientale.
Se non si ferma la guerra non si fermera' la deriva verso l'ecatombe nucleare che minaccia
l'intero genere umano.
*
Le persone senzienti e pensanti che vivono nei paesi dell'Unione Europea e che vogliono
contribuire a far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste possono e devono fare
alcune cose precise:
- contrastare l'invio di armi che la guerra e le stragi alimentano: con azioni dirette
nonviolente che ne blocchino la produzione e il trasporto;
- lottare per lo scioglimento della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista braccio armato
della politica imperialista americana di devastazione e asservimento dell'Europa;
- contrastare le politiche di riarmo, militarismo, razzismo, schiavismo ed ecocidio dei
governi dei propri paesi e dell'Unione Europea.
*
Per quest'ultimo fine e' necessaria la presentazione di una lista nonviolenta per la pace alle
elezioni europee del 2024.
Una lista nonviolenta per la pace che proponga come obiettivo fondamentale la cessazione
della guerra e di ogni politica di guerra; e che quindi proponga il disarmo, la
smilitarizzazione, la difesa popolare nonviolenta, i corpi civili di pace, il ripudio della
violenza, il riconoscimento e la difesa integrale dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la
protezione e l'accudimento dell'intero mondo vivente.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2023
*
Una postilla ad uso degli usignoli dell'imperatore, dei consiglieri del principe e di tutti i
benpensanti
Siamo solidali con la popolazione ucraina aggredita e martoriata.
Siamo solidali con chi si oppone nonviolentemente allo scellerato regime autocratico russo
che la guerra in corso ha scatenato.
Siamo solidali con chiunque difenda nonviolentemente la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli
esseri umani in qualunque parte del mondo.
Siamo solidali con le lotte nonviolente dei popoli oppressi per ottenere giustizia e liberta',
diritti e democrazia.
Non possono dire lo stesso gli odierni e sempiterni adoratori della guerra sola igiene del
mondo, indifferenti o entusiasti di fronte al massacro d'innumerevoli esseri umani.
2. L'ORA. MAO VALPIANA INTERVISTA YURII SHELIAZENKO
[Dal quotidiano "Il manifesto" riprendiamo e diffondiamo la seguente intervista del 2 luglio 2023 dal
titolo "Pacifista in Ucraina, il mestiere piu' duro: 'Mi chiamano traditore'" e il sommario "Parla Yurii
Sheliazenko, leader del Movimento nonviolento a Kiev: 'Rischio la vita, ma non mi faccio intimidire
dai guerrafondai. Putin e Zelensky restano supremi negazionisti della pace e cercano la vittoria sul
campo. Manca l'immaginazione nel costruire ponti, quindi li fanno letteralmente saltare'"]
Lavora come consulente legale freelance, giornalista e scrittore, e' stato ricercatore e docente di
Diritto alla Krok Univesity, vive a Kiev. Barba e capelli lunghi, sempre un po' trafelato, e' il punto di
riferimento in Ucraina del movimento pacifista internazionale. La sua organizzazione nonviolenta fa
parte di EBCO/BEOC, l'Ufficio Europeo per l'obiezione di coscienza e della War Resisters
International. Tra i suoi progetti, tradurre e diffondere in Ucraina i testi sulla nonviolenza di Gandhi
e Capitini.
*
- Yurii, come va? Che vita stai facendo da quando e' iniziata la guerra?
- Mi chiamano traditore, mi vengono rivolte minacce, rischio la vita, viene fatto pubblicamente il mio
nome come nemico. Non mi lascio intimidire da tutto questo. Io mi esprimo contro i guerrafondai,
contro tutti coloro che vogliono fare la guerra. La mia casa a Kiev e' stata scossa dalle esplosioni
di missili russi nelle vicinanze e le sirene dell'allarme aereo mi ricordano, giorno e notte, che la
morte vola sopra la testa. Tuttavia, con il nostro movimento aiutiamo i civili a sopravvivere,
continuiamo a sostenere l'abolizione del servizio militare obbligatorio, portiamo avanti studi sulla
pace e cooperiamo con il movimento internazionale per la pace.
*
- Che succede dopo lo scontro di potere tra Putin e Prigozhin?
- Prigozhin non si e' indebolito, ha salvato le sue sanguinose fortune, ha consolidato il suo esercito
di mercenari e gli e' stato permesso di trasferirsi in un luogo considerato sicuro. L'accordo ha
aumentato anche il potere di Putin. Egli ha bisogno di eserciti di mercenari per le guerre ombra
russe in tutto il mondo, e anche i suoi alleati cinesi potrebbero averne bisogno. Pero' questa
vicenda ha dimostrato che anche due criminali di guerra rivali sono riusciti a negoziare una tregua
tra loro e indica che i negoziati sono sempre possibili.
*
- Qual e' stato il vero ruolo di Lukashenko, secondo te?
- La Bielorussia e' una societa' ancora piu' militarista rispetto alla Russia. Prigozhin operava gia' in
Bielorussia e questo nuovo accordo significa solo che la Bielorussia diventera' il suo quartier
generale formale. Significa anche che Lukashenko ha intenzione di usare il suo esercito privato. La
Bielorussia e' una sorta di offshore per gli oligarchi di Putin, una giurisdizione nominalmente
indipendente in cui e' possibile salvare i propri soldi.
*
- Al Vertice di Vienna per la pace in Ucraina, hai attaccato i "negazionisti della pace".
- Nemmeno la distruzione della diga di Nova Kakhovka e l'alluvione di dimensioni bibliche hanno
convinto Putin e Zelensky a fermare la guerra e a collaborare per salvare le vittime. Entrambi
rimangono supremi negazionisti della pace, cercano la vittoria sul campo di battaglia e si rifiutano
di prendere in considerazione qualsiasi possibilita' di riconciliazione. Manca l'immaginazione nel
costruire ponti, e quindi fanno letteralmente saltare i ponti!
*
- A chi dice che la sola alternativa e' tra vittoria o resa, cosa rispondi?
- Alcuni dicono che e' immorale smettere di armare l'Ucraina per l'autodifesa, ma io credo che sia
immorale alimentare la guerra con la fornitura di armi. L'unica speranza di uscire dal circolo vizioso
e' imparare a resistere agli aggressori e ai tiranni senza violenza, senza riprodurre i loro metodi e
la loro follia militarista. Putin ha aggredito militarmente, ma noi non possiamo agire come se la
difesa nonviolenta e la diplomazia non esistessero.
*
- E ora come evolvera' il conflitto?
- La continua ecalation tra Russia e Ucraina rende ora impossibile pensare ad un cessate il fuoco.
Putin insiste nell'intervento militare per liberare l'Ucraina da un regime fascista che uccide il proprio
popolo. Zelensky mobilita l'intera popolazione per combattere l'aggressione e afferma che i russi si
comportano come nazisti che colpiscono i civili. I media ucraini e russi usano la propaganda
militare per chiamare l'altra parte nazisti o fascisti. Tutti i riferimenti di questo tipo servono a
giustificare che si sta combattendo una "guerra giusta": devi essere ossessionato dall'idea che
"noi" dobbiamo combattere e "loro»" devono morire.
*
- In Italia ti accuserebbero di non saper distinguere tra aggressore e aggredito.
- La guerra di Putin e' senza dubbio malvagia, ma durante i sette anni prima dell'invasione russa in
Ucraina, sia i russi che gli ucraini hanno violato l'accordo di cessare il fuoco in Donbass, in cui
migliaia di persone sono state uccise. La verita' e' che molti ucraini non sono cosi' innocenti, cosi'
come i russi. Gli Stati Uniti, il Regno Unito e altri paesi dell'Occidente hanno potenziato la Nato che
si sta espandendo verso Est. Entrambe le parti corrono il rischio di far scoppiare una guerra
nucleare che puo' portare alla distruzione della vita sul nostro pianeta.
3. L'ORA. MAO VALPIANA: MINSK, L'AVAMPOSTO MILITARE DOVE I PACIFISTI SONO TUTTI
"TERRORISTI"
[Dal quotidiano "Il manifesto" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 28 giugno 2023]
Con le sue armi e i suoi soldi Prigozhin ora e' in Bielorussia, uno dei paesi piu' militarizzati del
continente europeo, un vero e proprio stato di polizia, una dittatura che ha instaurato la pena di
morte per i soldati "traditori e disertori" e promuove l'addestramento militare per i bambini dai 6
anni in su; e poi c'e' il concreto rischio che proprio dalla Bielorussia, paese fedele alleato della
Russia, si apra un secondo fronte di invasione verso l'Ucraina.
I pacifisti bielorussi, che tra mille difficolta' e con grandissimi rischi personali stanno conducendo
una campagna di informazione per rompere il muro di silenzio che copre quanto sta avvenendo in
quel paese, chiedono di far sapere la verita', di diffondere le notizie, di non lasciarli soli, stretti nel
mortale triangolo Putin, Lukashenko, Prigozhin.
"Our House" e' una delle principali organizzazioni dell'opposizione democratica, civile e
nonviolenta al regime di Minsk. Fondata nel 2002 a Vitebsk come fanzine autoprodotta, si e' poi
trasformata in una campagna per i diritti civili che ora agisce dall'esilio; nel 2014 e' stata registrata
in Lituania con il nome di Centro internazionale per le iniziative civili. Perseguitata in patria,
arrestata e torturata, Olga Karach, la pasionaria nonviolenta fondatrice di Our House, ora vive a
Vilnius: "Lukashenko ha paura di me. Io sono un'attivista per la pace e i diritti umani, una
femminista, ma nel mio paese sono considerata una terrorista e un'estremista di alto livello. Se
tornassi adesso rischierei la condanna a morte". Karach e' una testimone della Campagna di
Obiezione alla guerra.
Gli attivisti di "Our House" ritengono che l'addestramento militare dei bambini sia una strategia a
lungo termine per la prossima fase della guerra e hanno lanciato una campagna contro la
militarizzazione dei minori in Bielorussia, perche' tra 3-5 anni sara' troppo tardi per fare qualcosa:
crescera' un esercito deviato con giovani preparati professionalmente che sanno usare le armi da
fuoco, ossessionati dall'ideologia del "mondo russo", giovani senza legami sociali e senza famiglia
ma fanatizzati dal desiderio di salvare la Bielorussia dalla "Gayropa" (combinazione delle parole
"gay" ed "Europa" usata dalla propaganda).
Il distretto militare bielorusso era il meglio armato dell'Urss. Di conseguenza, nel corso di mezzo
secolo, in Bielorussia sono stati costruiti molte basi militari per lo stoccaggio, piene di armi a non
finire. Salito al potere, Lukashenko si e' reso subito conto che si potevano fare molti soldi
svendendo le vecchie armi sovietiche. Gran parte di queste armi sono state fornite a Paesi
instabili, a vari regimi islamici o sono finite nelle mani di terroristi.
L'esportazione di armi, munizioni ed equipaggiamento militare dalla Bielorussia tra il 1999 e il
2006, dati ufficiali, ammontava a circa 1 miliardo di dollari. Secondo il Sipri, nel periodo 2018-2022
la Bielorussia e' stata tra i primi venti paesi esportatori di armi al mondo.
Beltech Holding, Beltechexport, Technosoyuzproekt, Spetspriborservis, Beltech Optronix,
Belvneshpromservice, Minotor-service e Belspetsvneshtekhnika sono nomi di aziende bielorusse
che operano sul mercato mondiale delle armi. Ora i principali acquirenti di equipaggiamenti militari
bielorussi sono Serbia (33%), Vietnam (25%) e Uganda (14%).
Ma la partita piu' pericolosa e' quella nucleare. Lukashenko ha annunciato che il primo luglio sara'
completata la costruzione di un impianto di stoccaggio nucleare, dove Putin ha gia' trasferito
Iskander, il sistema missilistico balistico tattico ipersonico a corto raggio, che puo' essere un
vettore di armi nucleari. Dieci aerei dell'aeronautica bielorussa sono stati riequipaggiati per l'uso di
questo tipo di arma.
E ora? Il movimento pacifista bielorusso, come giudica il nuovo scenario? "Lukashenko ha
accresciuto il suo peso politico come negoziatore nella risoluzione della crisi del governo russo. A
questo punto - dice Olga Karach - che lui reciti da comparsa o da primo attore, cio' che conta e'
che la Bielorussia viene ulteriormente trascinata nella sfera d'influenza della Russia, e lo stesso
Lukashenko ha rafforzato la sua legittimita' interna". I pacifisti bielorussi ora devono contrastare la
cultura militare e criminale della coppia di potere Lukashenko-Prigozhin.
4. L'ORA. MAO VALPIANA: I PACIFISTI RUSSI: NOI NON STIAMO CON PUTIN E NEMMENO
CON PRIGOZHIN"
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 giugno 2023 riprendiamo e diffondiamo]
Il primo messaggino di allarme arriva gia' nella notte: "Amici, sta accadendo quello che ci
aspettavamo, per cui siamo gia' preparati. Il nostro lavoro non sara' in alcun modo intaccato". Lo
manda da San Pietroburgo Elena Popova, la leader del Movimento degli Obiettori di coscienza
russi.
Nello scontro tra le truppe di Prigozhin che avanza verso la capitale, e la corte di Putin barricata al
Cremlino, c'e' una vasta terra di nessuno nella quale ci stanno loro, i pacifisti, che dal primo giorno
hanno rifiutato la guerra e ora si trovano al centro dello scontro tra due bande militari.
Darya Berg e' un'attivista nonviolenta russa esule in Georgia, coordinatrice dell'organizzazione
antimilitarista "Go By the Forest" (in russo ha il significato misto di "Scappa, se puoi", ma anche
"Vai a farti fottere", rivolto a Putin) che ha lo scopo di aiutare il maggior numero possibile di
persone ad evitare di essere coinvolte nel sistema militare: "Il giorno in cui Putin e il suo governo
hanno iniziato la guerra in Ucraina, hanno messo la Russia a rischio di: disastri economici, guerra
civile e una giunta militare al potere. La rivolta dei mercenari di Prigozhin e' un’escalation di
violenza, una minaccia diretta a milioni di civili in Russia, in particolare donne e bambini. I
combattenti della Wagner sono principalmente ex detenuti, molti dei quali incarcerati per
femminicidi, per violenza domestica contro le donne". E' la prima dichiarazione ufficiale del
movimento pacifista in esilio, concordata con chi e' rimasto ad operare per la pace in patria. Ma
ora cosa puo' fare il movimento pacifista russo? "Come movimento politico che ha a cuore il futuro
del nostro paese - prosegue Darya Berg - non possiamo sostenere nessuna delle parti nell'attuale
conflitto politico interno. Vogliamo il ritiro delle truppe russe dall'Ucraina, l'arresto dei criminali di
guerra (compresi Putin e Prigozhin) e lo sviluppo democratico e civile della Russia".
Tra i primi provvedimenti emergenziali presi dalle autorita' russe, gia' in vigore nella regione di
Mosca, vi e' anche la voennoe polozhenie, una sorta di legge marziale che va dallo "stato di
guerra" al "livello di allerta base", che ha qualificato come "agenti stranieri" i movimenti pacifisti e
nonviolenti, in pratica messi fuori legge. "E' uno status completamente discriminatorio, contrario ai
diritti umani e alle liberta' universalmente riconosciuti - dice la Popova dalla sua residenza di San
Pietroburgo -, e' una situazione difficile, il mio telefono e' un centralino bollente, tentiamo di aiutare
coloro che non vogliono andare in guerra ed in particolare supportare le mogli e le mamme che
vogliono salvare mariti e figli dalla guerra non mandandoli presso le unita' militari. E' un lavoro
senza sosta che facciamo da quando e' scattata l'ultima mobilitazione".
Fino a ieri il Movimento degli Obiettori di Coscienza russi ha documentato centinaia di casi di
persone detenute nelle carceri russe per essersi espresse pubblicamente o aver partecipato ad
una manifestazione contro la guerra. E' un elenco incompleto di chi si e' esposto nel lavoro per la
pace e di chi ha rifiutato di prendere le armi e prestare servizio militare.
Alexander Belik, obiettore di coscienza russo scrive dall'esilio: "Dall'inizio dell'invasione in Ucraina
piu' di 20.000 persone sono state detenute a Mosca per le proteste pacifiste e 4.000 processi sono
stati aperti contro chi si e' espresso pubblicamente contro la guerra. Ovviamente le persone sono
molto preoccupate, tuttavia continuano a protestare, e lo faranno anche nei prossimi giorni".
Chi oggi a Mosca si mette contro Putin e contro Prigozhin, sfida l'articolo 207 del Codice penale
della Federazione russa che punisce il reato di "diffusione di false informazioni sulle Forze Armate
motivate dall'odio" commesso da un gruppo di persone (comma b), per guadagno personale
(comma g) e motivata dall'odio (comma d), con la pena fino a 10 anni di detenzione.
L'ultimo messaggino che arriva in giornata e' per ringraziare il Movimento Nonviolento del
sostegno internazionale con la Campagna di Obiezione alla guerra a favore degli obiettori russi,
bielorussi e ucraini.
5. MEMORIA. MAO VALPIANA: ADDIO A DANIELE LUGLI: UN NONVIOLENTO COSTRUTTORE
DEL POTERE DI TUTTI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 7 giugno 2023 riprendiamo e diffondiamo]
Si forma politicamente nel federalismo europeo e socialismo democratico, precocissimo guarda a
Unita' Popolare di Calamandrei, Parri, Cassola. Si iscrive al Partito Socialista, sta nella minoranza
di Riccardo Lombardi, poi nel 1966 aderisce al nuovo PSIUP. Ha grandi capacita' politiche e
amministrative. I suoi riferimenti culturali sono Ernesto Rossi, Lelio Basso, Emilio Lussu, Vittorio
Foa. Ma l'incontro decisivo e' quello con Aldo Capitini, nel 1962, di cui gia' conosceva i testi su
antifascismo e nonviolenza e partecipa alla fondazione del Movimento Nonviolento da cui non si
distacchera' mai diventandone Presidente Emerito. Con Pietro Pinna e' protagonista degli anni
pionieri dell'obiezione di coscienza in Italia. E' una delle sue azioni nonviolente di disobbedienza
civile che provoca la reazione dei Cappellani militari, che fecero poi indignare don Lorenzo Milani.
Daniele Lugli (Suzzara, primo settembre 1941 - Comacchio 31 maggio 2023) si laurea in
Giurisprudenza nel 1964, diviene avvocato, consegue l'abilitazione all'insegnamento di materie
giuridiche ed economiche. Sono anni di grande fermento, la sua vita politica e' in equilibrio tra
Ferrara e il mondo; pensa pero' che il cambiamento lo si fa a partire dal locale, trasforma la sua
periferia in centro. Viene assunto alla Provincia di Ferrara e poi ne diventa Segretario generale.
Segue il percorso di trasformazione dei manicomi. Gia' prima della Legge Basaglia, collaborando
con Antonio Slavich, riesce a tirare fuori i ragazzi malati psichici dall'Istituto e ad inserirli nel
territorio.
Negli anni '70 e' docente di Sociologia dell'Educazione all'Universita' di Ferrara con il sociologo
Alberto L'Abate, anche lui allievo di Capitini. Avvia i primi corsi per l'abilitazione all'insegnamento,
fa ricerca sulle disuguaglianze nella scuola collaborando con la pedagogista Egle Becchi. E' uno
degli artefici delle 150 ore per il diritto allo studio nel ferrarese: insegna diritto, spinge i giovani ad
essere attivi nel sindacato. Porta innovazione negli incarichi politico-amministrativi. Dal 1970 al '75
come assessore a Codigoro fa aprire la Biblioteca e la prima Scuola dell'Infanzia; dal 1975 all'80 e'
assessore alla pubblica istruzione a Ferrara dove si spende per l'abbattimento delle classi
differenziali, trasforma le "colonie estive" come momento educativo, realizza esperienze che
includono ragazzi con disabilita'.
Con gli anni Ottanta si allontana dalla vita dei partiti, vedendo la loro irriformabilita', ma non
rinuncia al servizio alla comunita'. Frequenta la Scuola di Alta Formazione a Bologna, partecipa
alla Commissione regionale istitutiva di Rai 3, e' vicepresidente del Teatro Comunale di Ferrara,
consulente giuridico per gli Enti locali. Viene eletto portavoce del Forum del III Settore della
provincia di Ferrara. Dal 2008 al 2013 la Regione Emilia-Romagna lo nomina Difensore Civico, e
dedica particolare attenzione ai diritti dei migranti.
Negli ultimi anni, lasciato ogni incarico pubblico, si e' dato completamente all'attivita' di movimento,
con una predilezione per la formazione nelle scuole e per i giovani del Servizio civile su questioni
inerenti la pace, i diritti umani, l'ambiente.
Nel 2017 pubblica "Silvano Balboni era un dono", uno studio sul collaboratore di Aldo Capitini
scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948. Ma il sottotitolo "Un giovane per la nonviolenza,
dall'antifascismo alla costruzione della democrazia" oggi ci appare perfetto per Daniele Lugli,
scomparso improvvisamente a 81 anni, con ancora molti progetti aperti.
6. L'ORA. PASQUALE PUGLIESE: COSTRUTTORI DI PONTI. GLI OBIETTORI DI COSCIENZA
AL SERVIZIO MILITARE MESSI FUORILEGGE IN RUSSIA
[Riceviamo e diffondiamo]
Mentre gran parte dei media e dei politici italiani ed occidentali hanno guardato con esaltazione e
tifo da stadio alle imprese della banda di mercenari del battaglione Wagner, nelle stesse ore (e
probabilmente come reazione a quella abortita ribellione armata) si e' consumata in Russia -
ignorata dai governi e degli organi di informazione internazionali - una grave stretta nei confronti
del disarmato Movimento degli obiettori di coscienza al servizio militare, messo fuorilegge in
quanto considerato "agente straniero". Ne abbiamo avuto notizia solo grazie al drammatico appello
che lo stesso Movimento ha rivolto alle organizzazioni internazionali - tra le quali il Movimento
Nonviolento italiano - che, fin dall'inizio della guerra, sostengono gli obiettori di coscienza e i
disertori russi, ucraini e bielorussi che si rifiutano, da tutti i fronti, di prendere parte alla guerra in
Ucraina. Pagando di persona mentre costruiscono, con la loro scelta, concreti ponti di pace tra
questi popoli.
"Da venerdi' scorso, 23 giugno" - hanno scritto i pacifisti russi - "il Movimento degli obiettori di
coscienza e' stato ufficialmente dichiarato dalle Autorita' come "agente straniero" nella
Federazione Russa. Il Ministero della Giustizia ci accusa di aver diffuso informazioni ritenute false
sulle azioni, le decisioni e le politiche del governo, oltre a opporci alle azioni militari della Russia in
Ucraina. Per l'attuale governo della Federazione Russa queste accuse sono sufficienti a
giustificare la messa fuori legge della nostra organizzazione. Questo fatto, pur essendo una
dimostrazione dell'efficacia del nostro lavoro, e' anche fondamentalmente un'applicazione
discriminatoria della legge che calpesta i diritti umani e le liberta' universalmente accettate".
Nonostante le minacce e le persecuzioni, concludono il loro appello ribadendo sia la volonta' di
rimanere saldi sui principi e i valori del rifiuto della guerra, sia l'importanza del continuo supporto
internazionale, anche economico per sostenere le spese legali. Nel silenzio delle Istituzioni
europee, non si e' fatta attendere la risposta congiunta della WRI, la storica organizzazione War
Resister's International, e del Beoc-Ebco, l'Ufficio europeo per l'obiezione di coscienza, che hanno
scritto congiuntamente a Vladimir Putin ed a Konstantin Chuychenko, ministro della giustizia della
Federazione russa.
"L'obiezione di coscienza" - scrivono le due organizzazioni - "e' un contributo tangibile alla pace;
pertanto, la tutela di questo diritto umano e' ancora piu' cruciale in tempo di guerra. Questo vale
anche per la guerra in corso in Ucraina, dove sia la Russia che l'Ucraina violano palesemente
questo diritto. Condanniamo fermamente l'invasione russa dell'Ucraina e denunciamo tutti i casi di
reclutamento forzato e persino violento negli eserciti di entrambe le parti, cosi' come tutti i casi di
persecuzione di obiettori di coscienza, disertori e manifestanti nonviolenti contro la guerra. Vi
esortiamo a smettere di perseguitare le organizzazioni per i diritti umani e i difensori dei diritti
umani, e a rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutte le centinaia di soldati e civili
mobilitati che si oppongono alla guerra e che sono detenuti illegalmente e persino maltrattati".
Mentre governi e media ascoltano - e alimentano - solo il linguaggio delle armi, gli obiettori di
coscienza e i disertori fanno una personale scelta attiva di pace, attraverso la coraggiosa
sottrazione della propria disponibilita' ad uccidere ed a morire per la guerra. Per rompere il silenzio
generalizzato attorno a questi veri eroi di pace, e' possibile attivarsi personalmente attraverso
l'adesione alla Campagna di obiezione alla guerra, promossa in Italia dal Movimento Nonviolento
(con il fisico Carlo Rovelli come autorevole testimonial), che chiede al governo italiano di garantire
accoglienza, asilo e protezione a tutti coloro che in Russia, Bielorussia e Ucraina rifiutano di
prendere le armi e fuggono dal loro paese, cosi' come il Parlamento italiano aveva deliberato gia'
nel 1992 per gli obiettori e i disertori delle Repubbliche della ex-Jugoslavia.
La notizia della messa fuorilegge del Movimento degli obiettori di coscienza russi e' giunta in Italia
attraverso il loro appello il 26 giugno, giorno in cui ricorre l'anniversario della morte di don Lorenzo
Milani, che proprio per aver difeso gli obiettori di coscienza in galera in Italia fini', a sua volta, sotto
processo per "apologia di reato". Le sue parole - gia' ricordate in occasione del recente centenario
della nascita - oggi sono valide piu' che mai: di fronte alla guerra "l'obbedienza non e' ormai piu'
una virtu', ma la piu' subdola delle tentazioni". Se, come don Milani, sostenessimo chi fa questa
scelta, anziche' sostenere chi impugna le armi, contribuiremmo a prosciugare il bacino della guerra
anziche' alimentarlo.
10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni
settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento
dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento
persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero
sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni
forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla
provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di
democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso
come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il
presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza
dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della
lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di
informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la
propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile,
la formazione di organi di governo paralleli.
11. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per
contatti: azionenonviolenta@sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati
nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4884 del 3 luglio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i
diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno
XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel.
0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/