esposto pesci

esposto pesci, updated 1/26/23, 3:04 PM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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Ill.mo Signor Procuratore, Michele Di Lecce,
con riferimento all’esposto depositato in data 9 luglio 2009, a firma di Lino Balza (Medicina democratica), e
dei successivi supplementi depositati in data 30 luglio 2009 e 31 agosto 2009 e 14 settembre 2009 che a loro
volta richiamavano precedenti esposti presentati alla Procura da alcuni lavoratori Solvay, La preghiamo di
aggiungere al fascicolo le seguenti informazioni e allegati. Siamo scandalizzati dalle affermazioni di Solvay e
Arpa che sarebbe legittimo e non preoccupante scaricare in Bormida PFOA acido perfluorottanoico dallo
stabilimento di Spinetta Marengo (Alessandria). Sapendo che il Consiglio Nazionale della Ricerca ha
riscontrato in Bormida e Tanaro valori enormi di PFOA, fino a 1.500 ng/l, e perfino 200 ng/l alla foce del Po.
Sapendo che invece in tutti gli altri fiumi italiani ed europei le concentrazioni non superano mai 1-20 ng/l.
Sapendo che il PFOA è tossico e cancerogeno, se respirato o bevuto o mangiato col pesce. Sapendo che è
stato riscontrato nel sangue di lavoratori e cittadini alessandrini. Sapendo che lo stanno mettendo al bando
in tutto il mondo.
Perciò all’Arpa abbiamo scritto: hai la responsabilità di chiedere alle Autorità competenti di sanzionare le
emissioni e le perdite; di vietare alla Solvay gli scarichi in atmosfera e acque; di vietare d’urgenza la pesca
in Bormida e Tanaro e Po; di vietarne l’uso potabile, di vietare le donazioni del sangue ai lavoratori della
Solvay esposti ai Sali di PFOA. Alla Solvay, da anni cosciente dei danni, abbiamo detto: affronta subito con i
sindacati, per i risvolti produttivi e occupazionali, l’eliminazione del PFOA nelle lavorazioni; nonché ritira i
licenziamenti dei lavoratori che si sono rivolti al tribunale.
Ritenendo che se ci sono danni ambientali e umani per scarichi, emissioni e perdite: dunque ci sono reati,
nell’esposto e documenti allegati abbiamo già presentato copiose risultanze del mondo scientifico
internazionale: EPA Environmental Protection Agency, Comitato nazionale per la biosicurezza e le
biotecnologie, Codacons, WWF, Greenpeace, IRSA Istituto di ricerca delle acque, Joint Research Centre di
Ispra, ISS Istituto superiore della sanità, Fondazione Maugeri, Ministero dell’ambiente ecc. Alleghiamo
inoltre quale corollario il direttiva relativa alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso dei perfluorottano sulfonati e
dell'acido perfluorottanoico (PFOA)> (modifica della direttiva 76/769/CEE del Consiglio), nel quale fra l’altro
si conferma: dell'analogia strutturale con i PFOS. Una valutazione del 2002 evidenziava potenziali tossicità sistemica e
cancerogenicità, mentre le analisi del sangue indicavano un'ampia esposizione della popolazione. Numerosi
studi hanno dimostrato che il PFOA e i suoi sali sono altamente persistenti nell'ambiente e non sono
biodegradabili. Il PFOA è, inoltre, altamente persistente negli esseri umani, non viene metabolizzato, ed ha
una mezza vita di numerosi anni>. Conclude il documento CEE: criteri di classificazione come sostanze pericolose di cui alla direttiva 2000/60/CE che istituisce un quadro per
l'azione comunitaria in materia di acque. Ai sensi della direttiva, il Parlamento europeo e il Consiglio sono
tenuti ad adottare misure specifiche contro l'inquinamento delle acque. Per le sostanze pericolose prioritarie,
tali misure devono mirare all'arresto o alla graduale eliminazione degli scarichi, delle emissioni e delle
perdite. E' necessario adottare tali misure in relazione ai PFOS e al PFOA al fine di proteggere la salute e
l'ambiente>. Egr. Procura, con ragione dunque, noi riteniamo trattasi di una emergenza in primo luogo per
Alessandria e il bacino del Po, ma non solo: il PFOA è alla base dei prodotti Teflon: tessuti da abbigliamento
e arredamento, componenti di farmaci, schiume antincendio, lubrificanti, adesivi, cosmetici, insetticidi,
rivestimenti per tappeti e mobilio. D’altronde i tre ricercatori Solvay, in particolare Valentina Berto il 20/9/09
(tre giorni prima del licenziamento), avevano più volte esposto alla Procura della Repubblica, e ancora prima
(10/9/08), all’ASL che il PTFE (teflon) è pericoloso non solo per il PFOA ma anche per il PFIB
(perfluoroisobutene), il gas prodotto da Algoflon monomeri, lo stesso che ha provocato la morte degli operai
Massa e Terroni, lo stesso che compariva nelle analisi ambientali che le Iene hanno portato al direttore dello
stabilimento chiedendo invano spiegazioni .
A maggior ragione, sig. Procuratore, alleghiamo esami del sangue della Fondazione Maugeri di Pavia e della
Medizinisches Labor Bremen attestanti valori di PFOA superiori ai limiti di legge addirittura in lavoratori non
adibiti a reparti produttivi ma in laboratori di ricerca, e addirittura in una dipendente non esposta a
lavorazioni che prevedono l’utilizzo della sostanza: con il sospetto perciò che anche gli abitanti della
Fraschetta sono esposti ai danni del PFOA. ”.