2025 03 20 Osservazioni Luciano Mazzolin a Commissione VIA su codice proc 13500

2025 03 20 Osservazioni Luciano Mazzolin a Commissione VIA su codice proc 13500, updated 3/24/25, 3:04 PM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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Alla DIVISIONE V del Ministero dell'Ambiente
Procedura di Valutazione Impatto Ambientale
Claudia Pieri – Responsabile del Procedimento
Via Cristoforo Colombo n° 44
00147 ROMA

RACCOMANDATA con Ricevuta di Ritorno Codice 20104192940-3
spedita da Ufficio Poste Italiane del Lido di Venezia il 17/03/2025 ore 11:33
OGGETTO : Presentazione Osservazioni su “INTERVENTO PER LA MESSA A DIMORA DI
SEDIMENTI LAGUNARI LUNGO IL CANALE MALAMOCCO” Codice Procedura 13500
Il Sottoscritto Mazzolin Luciano, nato a Venezia il 22 aprile 1950, residente in via Paolo Paruta
n°16 - 30126 Lido di Venezia – Venezia
invia le seguenti osservazioni tramite Raccomandata con avviso di ricevimento non avendo a
disposizione mail PEC.
Ritengo che il Progetto “INTERVENTO PER LA MESSA A DIMORA DI
SEDIMENTI LAGUNARI LUNGO IL CANALE MALAMOCCO” Codice
Procedura 13500 , presentato da COMMISSARIO CROCERE VENEZIA , debba
essere respinto e bocciato per diverse motivazioni che brevemente di seguito elenco:
1) il presente progetto è la realizzazione di una vera e propria nuova “ ISOLA/DISCARICA”
da realizzare in un'area di 46 ettari e che arriverebbe ad avere un'altezza alla fine di 13 metri
all'interno della Laguna di Venezia (sito riconosciuto dall'UNESCO come patrimonio Mondiale dell'umanità e
soggetto anche alla Legge Speciale 171/1973 e altre leggi regionali e nazionali) dove dovrebbero essere
collocati 6.800.000 metri cubi di fanghi variamente contaminati che non possono essere
utilizzati nell'ambito del recupero morfologico della Laguna di Venezia. Questi fanghi
variamente contaminati provengono dall'escavo dei canali portuali e ad escavi derivanti per
la realizzazione di altre opere commissariali e da parte di altre amministrazioni competenti
in ambito lagunare. I fanghi variamente contaminati derivano quindi da tre (forse 4) progetti
che dovranno essere presentati e sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale e più
precisamente sono: Lo scavo del canale Malamocco Marghera; lo scavo del Canale Vittorio
Emanuele; gli scavi per realizzare nuovo approdo per navi da crociera nel Canale Nord
Sponda Nord; e altri scavi derivanti da allargamento dei bacini di evoluzione delle navi da
crociera. Quindi sarebbe stato corretto che il progetto ora in esame alla VIA , fosse stato
presentato contestualmente o dopo alla presentazione degli altri progetti citati. Solo dopo
l'eventuale approvazione in toto o in parte degli altri progetti si saprà quanti saranno
realmente i fanghi variamente contaminati da sistemare in una discarica che non
necessariamente deve essere all'interno della Laguna di Venezia ma che potrebbe essere
collocata da un'altra area geografica più opportuna e ambientalmente sicura.
2) Si fa presente che negli anni passati ad esempio un altro progetti similare a quello per la
realizzazione di un nuovo approdo crocieristico nel canale nord sponda nord, era stato
presentato alla commissione VIA ed era stato respinto in fase di preesame con molteplici
motivazioni . Vedi parere commissione VIA n. 1735 del 06/03/2015 su progetto ID 2686-ID
VIP 2882 “Progetto Nuovo Porto Passeggeri a Porto Marghera” presentato da Ecuba srl.
3) Si fa presente inoltre che l'Autorità Portuale di Venezia in passato (dal 2012 al 2016 quando
era presidente Paolo Costa) ha sempre osteggiato, bocciato e respinto ipotesi di progetti
presentati da altri dell'escavo del canale Vittorio Emanuele per far passare navi da crociera
che avrebbero dovuto transitare nel canale Malamocco Marghera passare nel Canale
Vittorio Emanuele e arrivare alla stazione Marittima di Venezia. L' Autorità Portuale di
allora aveva sollevato problemi sul grado di contaminazione dei fanghi del canale Vittorio
Emanuele progetto che sarebbe stato estremamente costoso in quanto molti dei fanghi visto
il livello di contaminazione dovevano essere collocati in apposite discariche fuori della
laguna; si era anche evidenziata la pericolosità di far transitare navi da crociera con migliaia
di passeggeri in aree ad alto rischio di incidenti rilevanti soggetti a Direttiva Seveso
(Autorità Portuale e Capitaneria di Porto).
4) Riporto di seguito una parte di un articolo pubblicato nel giornale La Nuova Venezia il 10
novembre 2023 fatto dal giornalista Ugo Dinello dal Titolo “Venezia e i veleni del piccolo
canale. Uno studio svela i pericoli dell'escavo del Vittorio Emanuele”
Nell'articolo si parla dei pericoli che si corrono per realizzare i progetti che autorità portuale
di Venezia e il Commissario Crociere vorrebbe realizzare; riporto solo le parti in cui
parlano alcuni esperti che hanno realizzato studi su questi argomenti:
“Ma quali saranno gli effetti sugli esseri viventi dei veleni che si
rischia di redistribuire in laguna con lo scavo di fanghi inquinanti?
La prima risposta viene da uno studio pubblicato dal Dipartimento di Biomedicina
comparata e alimentazione e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, in
collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, sulla rivista «BMC Biology».
Questo studio ha catalogato gli effetti dell’esposizione a sedimenti campionati in diversi siti
sul fondo del canale Vittorio Emanuele III (il canale che collega Marghera alla città di
Venezia) nella vongola filippina, la Ruditapes philippinarum, cioè la vongola verace arrivata
in laguna dall’oriente e che ha preso il posto dell’originale “caparossolo”, cioè la venerupis
decussata, che sta sempre più scomparendo.
Grazie a questo studio, che si colloca all’interno del progetto Corila Venezia 2021 finanziato
dal Mit -Provveditorato alle Opere pubbliche del Triveneto, è stato possibile definire
i meccanismi molecolari alla base della tossicità dei sedimenti contaminati.
Si sono presi dei “caparossoli” in aree normali della laguna (esemplari di controllo) e li si
è comparati agli esemplari trovati sul fondale del canale Vittorio Emanuele.
«Gli organismi esposti ai sedimenti, le cui concentrazioni di inquinanti come
i PCBs avevano valori fino a 120 volte superiori alle aree di controllo, hanno subìto
una significativa
alterazione dell’espressione dei geni coinvolti
nella

risposta
a miscele chimiche complesse caratteristiche delle aree urbane e industriali – spiega il
prof Tomaso Patarnello, senior author della ricerca - In particolare l’alterazione ha
riguardato l’espressione dei geni che fanno parte della via metabolica mTORC1, centrale
nel coordinamento della risposta cellulare allo stress chimico».
Ma non è tutto. «Anche la risposta immunitaria risulta significativamente aumentata –
spiega Patarnello - a seguito della modificazione della composizione del microbioma della
vongola con il
significativo aumento di microorganismi potenzialmente patogeni per
l’animale.»
«Complessivamente i risultati ottenuti mettono in evidenza come la corretta gestione dei
sedimenti dragati sia essenziale per la conservazione di questa specie e, più in generale,
come anche le indagini condotte a livello molecolare possano contribuire a comprendere la
complessità dei potenziali effetti avversi su organismi della laguna di Venezia dovuti
all’esposizione a sedimenti contaminati» dice il prof. Massimo Milan, corresponding author
Secondo l’Università di Padova quindi la ricerca mette in evidenza come la corretta
gestione dei sedimenti dragati sia essenziale non solo per evitare il diffondersi di veleni in
laguna ma addirittura per la conservazione delle specie che ci vivono.
Lo scavo in programma. Gli effetti
Ma nessuno al momento è in grado di impedire che lo scavo del canale rilasci un
impressionante mole di inquinanti in giro per la laguna. Anche perché lo stesso
“Bando di Dragaggio” pubblicato dal Commissario Di Blasio parla espressamente
di redistribuzione dei fanghi in laguna o conferimento su un’isola, ma sempre in laguna.
Chi conosce molto bene la materia è Stefano Raccanelli, chimico ambientale di fama,
che ha scatenato l’inchiesta sull’Ilva di Taranto grazie alle sue ricerche e che ha fatto da
consulente durante il processo Petrolchimico di Porto Marghera.
Raccanelli affronta il tema da tempo: nel 1987 si è laureato in chimica grazie a una
tesi basata su una ricerca intitolata: “La risospensione dei sedimenti come causa
dell’inquinamento da Pcbs nella Laguna di Venezia”.
Anche per quanto riguarda lo studio degli organismi a fronte dell’inquinamento la sua
esperienza può essere definita notevole: nel 1998 durante il processo Petrolchimico i
suoi studi dimostrarono che i gasteropodi lagunari come i garusoli, erano talmente
inquinati da cambiare sesso.
«L’ipotesi che sedimenti altamente inquinati se scavati con i metodi tradizionali formino
una risospensione che andrà in giro per la laguna spargendo gli inquinanti è un effetto
che ha un’altissima probabilità di avvenire. Direi che in base a tutti gli studi conosciuti si
tratta di una cosa ovvia», spiega Racccanelli.
Ancora peggio se tali fanghi saranno “redistribuiti” nella stessa laguna, portando i
loro veleni a inquinare altri organismi viventi.
Le soluzioni pratiche
Esiste una soluzione pratica? «Sì, esiste e possiamo addirittura scegliere
tra due. La prima è quella di non scavare i canali con i sistemi finora
conosciuti e usati in laguna. Fino ad oggi, infatti, il fondale viene scavato con una
benna che asporta e solleva i fanghi disperdendoli».
In questo caso, spiega Raccanelli, la dispersione di tutti i veleni accumulati sui
fondali sarà automatica.
«L’altro sistema - continua - è quello di impiegare un’idrovora che aspiri i fanghi,
li centrifughi separando l’acqua dal centrifugato. Questa soluzione sarebbe meno
impattante dello scavo sempre usato finora, ma non è mai stata usata in queste
zone. Quindi possiamo immaginare, dopo lo scavo del canale dei petroli la quantità
di veleni dispersi in laguna».
Va da sè che se il centrifugato venisse comunque poi “redistribuito” in laguna
comunque formata in laguna gli effetti sarebbero deleteri e le redistribuzione nelle
acque automatica. Molte riserve esistono anche sul deposito in un’isola all’interno
della conterminazione lagunare, soggetta per definizione a maree e infiltrazioni
d’acqua.
Il centrifugato va dunque portato fuori dall’area lagunare in una discarica attrezzata
che però, vista l’enormità di metri cubi da scavare, non esiste.
Inevitabilmente, quindi, lo scavo del Vittorio Emanuele III vedrà i fanghi altamente
inquinati, con una concentrazione di veleni 120 volte superiore al normale,
redistribuiti in laguna o portato su un’isola lagunare.
Ma in tempi di resilienza Raccanelli nota come anche in questo caso esista
una seconda soluzione: «È quella di non scavare il canale, evitando che un’altra
enorme quantità di veleni si disperda comunque nelle acque di Venezia», spiega.
Una cosa che la Serenissima faceva anche in passato, evitando accuratamente di
scavare troppi canali vicino alle vetrerie di Murano, che usavano veleni già
conosciuti come arsenico e piombo.
Una soluzione che però colliderebbe con
la volontà dell’attuale classe
amministrativa che non ha mai fatto mistero, anzi, di voler riportare le grandi navi in
centro storico.
Raccanelli però propone un’altra freccia all’arco del non intervenire sul canale:
«Dobbiamo infatti ricordarci che se scavato il Canale Vittorio Emanuele farà un altro
enorme danno: formerà un gigantesco vortice a pochi metri da Venezia che richiamerà
le acque alte in caso di superamento del Mose».
5) Nel marzo e aprile 2014 e nel aprile maggio 2016 l'Università Ca'Foscari Dipartimento
di Scienze Ambientali e il CNR - Istituto di Scienze Marine hanno realizzato due
campagne di studio ed osservazione sugli effetti del traffico navale nel Canale
Malamocco – Marghera.
I risultati della campagna del 2014 sono stati pubblicati in una tesi di laurea del 2014 di
Gian Marco Scarpa dell’Università Ca’Foscari di Venezia – Scienze Ambientali,
intitolata: “Caratteristiche dell’onda di depressione generate dal traffico navale e
risospensione dei sedimenti in un canale navigabile confinato – Il caso del canale
Malamocco Marghera”
La Tesi analizza le campagne di monitoraggio di marzo e aprile 2014 del CNR-ISMAR
contiene molte informazioni estremamente interessanti alcune delle quali riportiamo di
seguito: “…..Le conseguenze del traffico sono marcate. Sono infatti distinguibili elevate
onde di depressione (fino a 2,5 metri) prodotte dalle navi anche non troppo grandi, la cui
energia domina nelle dinamiche morfologiche dell’area. (da pag 90 Conclusioni) Le onde
rilevate si presentano con periodi estremamente lunghi di 40-50 secondi e lunghezza
associata di 250-300 metri, libere in acque basse e soggette a trasformazioni tipiche
caratteristiche delle onde di Riemann, fortemente non lineari. (da pag 90 Conclusioni) …
questo tipo di onda deve scaricare una quantità di energia dove il fondale si fa più basso…
(da pag 87 Discussione). L’elevata quantità di materiale eroso dalle sponde e risospeso,
viene trasportata ed in parte depositata all’interno del canale navigabile costringendo a
frequenti interventi di dragaggio. …………(da pag 90 Conclusioni) … La frazione fine, che
non si sedimenta in tempi brevi, permane nella colonna d’acqua mantenendo valori di
torbidità alterati per un arco temporale giornaliero. Il valore di torbidità naturale di fondo si
ristabilisce solamente durante le ore notturne durante le quali il traffico risulta assente o
limitato. (da pag 88 Discussione). L’intensità di un evento dipende in primo luogo dalla
velocità d’avanzamento, dalle dimensioni e forma dello scafo delle navi, dopodiché, un
ruolo fondamentale nello sviluppo delle onde indagate è giocato dal livello di marea e quindi
dalla profondità del canale di navigazione. In condizioni di bassa marea, la sezione del
canale risulta ulteriormente limitata con un aumento del fattore di blocco, e l’interferenza
dell’onda con il fondo avviene immediatamente al di fuori del canale di navigazione. ….. il
fenomeno di richiamo di materiale all’interno del canale viene ulteriormente accentuato se i
passaggi si susseguono a poca distanza l’uno dall’altro impedendo in questo modo la
sedimentazione del materiale precedentemente movimentato. Il passaggio di una nave
immediatamente dopo un precedente evento di perturbazione fa sì che il materiale risospeso
venga ulteriormente richiamato all’interno del canale dall’effetto della depressione generata
dalla seconda imbarcazione. ……(da pag 88 Discussione).….. Come si è visto un intenso
traffico navale, mercantile e passeggeri, è spesso un elemento in contrasto tra i vantaggi
economici che questo comporta, ed i danni ambientali che ne conseguono. Conoscendo in
dettaglio, le cause e gli effetti relativi al transito delle imbarcazioni in aree sensibili, risulta
più facile una corretta gestione di questo sistema e questo potrebbe rivelarsi una chiave
fondamentale per il mantenimento della risorsa di base che è l’ambiente lagunare. “(da pag
90 Conclusioni)
Il 31 ottobre 2017 viene pubblicato articolo sulla rivista scientifica PLOSONE “Erosione
provocata dalle scie delle navi in una laguna costiera: prove di campo e analisi a distanza” -
Fast shoreline erosion induced by ship wakes in a coastal lagoon: Field evidence and remote
sensing analysis - di Luca Zaggia, Giuliano Lorenzetti, Giorgia Manfé, Gian Marco Scarpa,
Emanuela Molinaroli, Kevin Ellis Parnell, John Paul Rapaglia, Maria Gionta, Tarmo
Soomere
l’articolo completo in inglese sul link: http://journals.plos.org/plosone/article?
id=10.1371/journal.pone.0187210 Articolo pubblicato sulla rivista PLOSONE da un team
internazionale di ricercatori, guidato dall’Istituto di Scienze Marine del CNR e
dall’Università Cà Foscari di Venezia, che ha indagato e messo in luce gli effetti sulla
morfologia, del traffico navale all’interno della Laguna di Venezia.
Nell'Aprile e maggio 2016 il CNR -Istituto di Scienze Marine di Venezia e l'Università di
Venezia Dipartimento di Scienze Ambientali ripete la campagna di osservazione degli
effetti devastanti per la Laguna di Venezia causati dal passaggio di grandi navi nel
canale Malamocco Marghera; vengono osservati gli effetti causati dalla navigazione di
615 navi di lunghezza superiore ai 100 metri , un monitoraggio di 45 giorni in un tratto
di canale lungo 1,5 chilometri. I risultati vengono pubblicati il 12 dicembre 2019 nella
rivista “Scientific Report”
Sembra che il Commissario Crociere Venezia non consideri in alcun modo questi studi
perchè altrimenti non avrebbe dovuto presentare alcun progetto per far passare in
questi canali anche le grandi navi da crociera aumentandone consistentemente il
volume di traffico e l'impatto ambientale.
6) La finalità principale per la Salvaguardia della Laguna è stata posta già nell’articolo 1
della prima legge speciale del 1973 (n. 171): “la Repubblica … tutela l’equilibrio idraulico,
preserva l’ambiente dall’inquinamento atmosferico e delle acque” .
all'articolo 3, lett. c) prescrive la “preservazione delle barene” e l’”esclusione di ulteriori
opere di imbonimento” demandandone al redigendo Piano comprensoriale la specificazione
delle necessarie “limitazioni”. Ciò ha trovato attuazione con la legge regionale 70/1995 di
approvazione del PALAV che norma il sistema ambientale lagunare come segue:
“conservazione e ripristino delle caratteristiche fisico morfologiche e ambientali del
sistema delle barene … Sono vietati interventi di bonifica e colmata” (Titolo II, art. 6.
Barene, Prescrizioni).
Ne deriva che il progetto in oggetto della costruzione all'interno della Laguna di
Venezia di una nuova isola da adibire a discarica con l'imbonimento e la sottrazione di
46 ettari (dove collocare 6.800.000 metri cubi di fanghi variamente contaminati) è in
palese contrasto con quanto previsto dalle Leggi .
Mi riservo di presentare nuove osservazioni contro tutti gli altri progetti che verranno
presentati dall'Autorità Portuale e dal Commissario Crociere Venezia all'esame della
Commissione di Valutazione Impatto Ambientale.
Venezia 17 marzo 2025
Luciano Mazzolin
ex Assessore alla Difesa e Tutela del Territorio della Provincia di Venezia (dal 1992- al 1995)
ex Consigliere della Provincia di Venezia (dal 1990 al 2004)
iscritto alle Associazioni : AmbienteVenezia ; Medicina Democratica
e aderente al Comitato NOGrandiNavi- Laguna Bene Comune
mail luciano.mazzolin@libero.it
Seguono alcune immagini estratte da Documenti
collegati al Progetto in esame al Parere VIA
inizio pagina 9
da pagina 23
da pagina 38
da pagina 68
si raggiunge un'altezza in alcuni punti di 13 metri
da pagina 58