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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
PFAS emergenza sanitaria mondiale: perché non ligure?
Al Presidente della Regione Liguria
chiediamo (alla stregua di quanto avviene in altre Regioni italiane)
Che, nell’immediato, disponga che Asl 3 (Dipartimento Interaziendale di Patologia Clinica) entri in possesso di metodi
e attrezzature per effettuare, a ciascun cittadino che ne faccia richiesta tramite ricetta, analisi del sangue atta ad
accertare e determinare la presenza di composti perfluorurati Pfas (esempio: neppure l’Ospedale Policlinico San
Martino è stato in grado di far effettuare queste analisi).
Che, in tempi brevi, determini la programmazione di indagini sanitarie collettive per dette analisi tramite
campionamenti di sangue a beneficio della popolazione tutta, individuando progressivamente le fasce più a rischio
(esempio lavoratori e gestanti) e i sottogruppi statistici dell’indagine epidemiologica (esempio età).
Che, contemporaneamente, predisponga affinchè Arpal esegua indagini ambientali con monitoraggi periodici
tramite campionamenti delle acque di superficie e di falda, compreso acquedotti e impianti di depurazione, atte a
determinare la presenza di dette sostanze perfluorurate; insomma per le matrici ambientali acque, aria, suolo, rifiuti,
biodiversità, AIA, VIA e VAS.
Che, contemporaneamente, individui con le organizzazioni sindacali i settori produttivi per l’estensione delle indagini
ambientali anche alle emissioni atmosferiche.
L’insieme di queste indagini ha la finalità -in termini prevenzione primaria- di individuare e possibilmente eliminare
le fonti di esposizione secondo il principio di precauzione e, comunque, di individuare le persone per le quali devono
essere prese misure al fine di ridurre la loro esposizione, nonché -in termini di prevenzione e cura- di porre sotto
controllo periodico i soggetti nei quali sarà stata rilevata la presenza di Pfas nel sangue: dunque monitorando nel
tempo gli organi bersaglio.
Sono motivate queste allarmate e urgenti rivendicazioni ambientali e sanitarie in merito
ai PFAS? Oltremodo.
Sintetizziamo, di seguito, quanto consultabile nelle circa 500 pagine del nostro Dossier “Pfas. Basta!” (disponibile a
chi ne fa richiesta), e in oltre 800 articoli sul nostro Sito www.rete-ambientalista.it, fra cui J’accuse del Movimento
di lotta per la salute Maccacaro a magistratura e politica. E quanto più compiutamente reperibile nella vasta
letteratura scientifica nazionale e internazionale, con vasta eco mediatica. Facciamo inoltre doveroso riferimento
al Disegno di Legge “Crucioli” presentato per la messa al bando dei Pfas, con il sostegno di Comitati, Legambiente,
Movimento di lotta per la salute Maccacaro, WWF, ISDE, Greenpeace ecc.
Le sostanze perfluorurate (PFAS) rappresentano una famiglia di molecole con una catena di carbonio in cui tutti gli
atomi di carbonio sono sostituiti da atomi di fluoro. Sono state sintetizzate a partire dagli anni '50 per le loro
formidabili proprietà resistenti, ignifughe e idrorepellenti, utilizzate per rendere resistenti all’acqua e ai grassi molti
materiali di uso comune: materiali tecnici, semiconduttori, ritardanti di fiamma, schiume antincendio, rivestimenti
per contenitori di alimenti, padelle antiaderenti, tessuti goretex, carta, tappeti, pesticidi, vernici, materiali per
l’edilizia, prodotti per la pulizia e l’igiene personale, attrezzature sanitarie eccetera. A causa della loro alta stabilità
molecolare, finiscono per diffondersi in larghe quantità nell’ambiente, dove possono rimanere per anni. I PFAS
possono essere rinvenuti ovunque: nell’aria, nel suolo e nell’acqua: si riversano nelle falde e nei bacini idrici, da dove
possono percorrere grandi distanze ed entrare nell’ecosistema acquatico, arrivando fino all’uomo. I PFAS sono stati
rinvenute nel sangue, nel latte materno, nella placenta, nel liquido seminale e nei capelli. Oltre all'elevata
idrofobicità e lipofobicità, il loro legame carbonio-fluoro è uno dei più forti della chimica organica e conferisce loro
un'elevata stabilità. Sono conosciute col nome inquietante di forever chemicals, sostanze chimiche “per sempre”,
inquinanti eterni.
Quando si trovano nell'ambiente, i PFAS sono estremamente persistenti, in grado di essere trasportati a lungo e di
bioaccumularsi negli organismi viventi. La produzione e l’uso massiccio stanno contaminando l'ambiente: gli
innumerevoli studi hanno dimostrato la loro presenza -nei diversi anelli della catena alimentare (fenomeno di
bioaccumulo e biomagnificazione) del regno vegetale e animale- veicolata nell'acqua di superficie e potabile, ma
anche nell’atmosfera e perfino nella polvere di casa, infine trasferita negli alimenti (soprattutto carne e prodotti
derivati, prodotti della pesca, uova e ovoprodotti, latte e derivati) e nei materiali di confezionamento (recipienti,
imballi). Una volta entrati nell'organismo, per ingestione, inalazione o contatto cutaneo, i PFAS si legano alle
proteine del sangue. Poiché non vengono ben metabolizzati si accumulano nell'organismo per tutta la vita. I loro
livelli ematici riflettono l'esposizione a lungo termine.
Ovviamente, il fattore di rischio aumenta con il livello
di esposizione: per attività professionale (addetti
industria… vigili del fuoco), per vicinanza alle zone di
produzione PFAS o lavorazione PFAS. Impressionante
l’esposizione prenatale.
La Regione sottovaluta i costi umani
(morti e malattie) e i conseguenti costi
economici (cure sanitarie). E’ passibile di
azione inibitoria.
Gli onnipresenti Pfas si accumulano nel sangue con una
enorme la capacità di interferire con la normale
attività degli ormoni umani e, quali interferenti/perturbatori endocrini, sono in grado anche di superare la barriera
placentare; insomma gli studi (es. appello per la messa al bando firmato da più di mille scienziati e ricercatori e da
122 organizzazioni della società civile europea) li hanno associati a problemi di fertilità, di sviluppo ovarico e fetale,
ipertensione gestazionale, nascita di bimbi sottopeso, aborto, diabete, colesterolo alto, riduzione della risposta
immunitaria, tumori, tra cui leucemia, cancro al seno e al pancreas; aggravamento per neoplasie maligne dei
tessuti linfatici ed ematopoietici, come milza, fegato e midollo osseo; indebolimento delle reazioni immunitarie,
della produzione di anticorpi e delle risposte alle vaccinazioni; favoreggiamento di sviluppo di malattie sistemiche,
come il danno epatico e le malattie cardiovascolari, tra cui l'aterosclerosi e gli eventi tromboembolici.
Sono ormai notevoli e incontrovertibili gli studi presenti in letteratura scientifica che hanno messo in evidenza
tossicità, cancerogenesi e teratogenica dei PFAS. Per tutti: l’analisi complessiva dei ricercatori delle Università di
Bologna e di Padova (un’analisi comparativa trascrizionale sulla rivista Toxics.).
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro - cell. 3470182679
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