About Rete Ambientalista Al
Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Dal 2014
PREMI ATTILA
Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori
2022
Vincono
per l’Ambiente: Giorgia Meloni
per la Pace: Volodymyr Zelenski
GIORGIA MELONI
«Io a parlare con Zelensky se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato perché stiamo
assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse
di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico,
molto, molto negativamente il comportamento di questo signore». Lo ha detto il presidente di Forza Italia,
Silvio Berlusconi, che ha aggiunto: «Per arrivare alla pace penserei che il signor presidente americano
dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: “’È a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per
ricostruire l’Ucraina”. Un piano Marshall da 6, 7, 8, 9 mila miliardi di dollari, a una condizione: che tu
domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più
armi».
Giorgia Meloni l’aveva detto il 26 ottobre alla Camera in un passaggio, da tutti sottovalutato, della sua
replica prima della fiducia: “A una pace giusta non si arriva sventolando bandiere arcobaleno nelle
manifestazioni… L’unica possibilità di favorire un negoziato nei conflitti è che ci sia un equilibrio tra le forze
in campo”. Quindi, siccome la Russia possiede 5.977 testate nucleari e l’Ucraina zero, per garantire
“l’equilibrio delle forze in campo” invieremo a Kiev anche 5.977 testate nucleari e fino ad allora non
sosterremo alcun negoziato?
Mai come oggi che (così almeno dicono) abbiamo la prima premier “sovranista”, si avverte un gran bisogno
di “sovranismo”. La politica estera, negli ultimi 50 anni, non è mai stata meno sovranista, cioè meno attenta
all’interesse e alla sovranità nazionale, di oggi. Da quando ci è capitata la sciagura del draghismo, siamo
finiti su un nastro trasportatore pilotato da Washington che ci trascina verso orizzonti sempre più nefasti,
inimmaginabili solo un anno fa. Prima le auto-sanzioni a Mosca, che colpiscono più i sanzionatori che il
sanzionato, e le armi all’Ucraina (paese aggredito come centinaia di altri negli anni e non alleato), prima
difensive, poi offensive ma leggere, ora pesanti, domani i cacciabombardieri e magari pure le truppe. Oggi
ci chiedono di destinare il 2% del nostro Pil alle spese militari di Nato e Usa che hanno la fissa di Russia e
Cina, che non minacciano né l’Italia né la Ue. Quindi dobbiamo svenarci, sì, per l’interesse nazionale: ma
americano.
A noi Russia, Iran e Cina non hanno fatto nulla, l’articolo 11 della nostra Costituzione ci vieta di risolvere le
controversie internazionali a mano armata. Quindi bombardino pure chi pare a loro, ma lascino in pace la
Nato, cioè anche noi. Quelle sono le loro guerre, non le nostre. Noi abbiamo già dato.
Il ministro della guerra di Meloni è Cicciobomba Cannoniere, Crosetto-Moschetto, classificato dal
vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Medvedev “un raro sciocco” per aver definito la fornitura di
veicoli blindati e di altre armi all’Ucraina… un modo per evitare la terza guerra mondiale. Guido Crosetto
manda lo scudo anti-aereo Samp-T, che costa 800 milioni (l’intero bottino rapinato ai disoccupati col taglio
del Reddito di cittadinanza), ma ovviamente andrà rimpiazzato con nuove spese militari, sennò si resta
“senza scorte”. E giù nuove commesse ai suoi ex soci, clienti e committenti della lobby armata.
Giorgia Meloni ha citato il Garibaldi del “qui o si fa l’Italia o si muore”. Peccato che nel programma del
Governo ci sia l’autonomia regionale differenziata che nella versione turbo-leghista del suo ministro per gli
affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli (incostituzionale anche con l’attuale pessimo Titolo V)
porterebbe alla divisione dell’Italia, con sanità privata, ospedali e scuole di serie A e serie C.
Forse non a caso questo governo non avvia una commissione di indagine sulla gestione del Covid. Eppure il
significativo campione di cartelle cliniche di pazienti deceduti analizzato ha rivelato che solo il 2,9% non
mostrava patologie gravi concomitanti. È stata una malattia temibile per ultra-anziani e fragili, non per
l’intera popolazione. Ci è lecito chiedere perché tanto terrore e cupezza, spesso infondati. Perché
i lockdown, che ci hanno privato della libertà? Perché il green pass, utilizzato in maniera errata? Perché la
società di pediatria ha incoraggiato la vaccinazione nella fascia 5-12 anni se i numeri sono quelli? Perché
sono stati etichettati come criminali, addirittura non degni di essere curati, quelli che sostenevano ciò che
lo stesso organo ministeriale conferma? Non si tratta di essere o no complottisti, siamo cittadini ai quali
sono stati rapinati anni di vita e inflitte ferite che difficilmente una generazione riuscirà a guarire. Vogliamo
e dobbiamo sapere. Abbiamo vissuto la prima grande guerra psicologica mondiale. Ci è dovuta la
conoscenza. Da chi? dal nuovo Ministro della Salute Orazio Schillaci? Proprio lui che è stato membro del
Comitato Scientifico dell'Istituto Superiore di Sanità, nominato dal ministro uscente, Roberto Speranza,
lavorando a fianco del Presidente dell'Istituto Silvio Brusaferro! Perciò unico provvedimento la circolare che
fornisce alle aziende sanitarie le indicazioni operative per procedere alla quinta dose del vaccino.
In una rigida divisione dei compiti, dopo che Matteo Salvini ha rottamato 12 miliardi di pendenze
esattoriali graziando 19 milioni di debitori, ai berluscones spetta ora il compito di devitalizzare i reati di
corruzione e concussione, quelli che la politica teme di più. E allora – per limitarci alle porcate massime che
il governo della destra ha già messo in cantiere – via al taglio delle intercettazioni, onde contenere il rischio
di essere smascherati. Abolizione dell’abuso d’ufficio. Depenalizzazione dell’evasione fiscale. Via la
Spazzacorrotti di Bonafede che blocca la prescrizione dall’appello. Benefici penitenziari per i reati contro la
Pa e dunque niente più galera. E, dulcis in frode, anche chi è condannato potrà candidarsi in Parlamento
grazie all’abolizione della legge Severino.
Ed ecco che ministero della Giustizia ci va Carlo Nordio, già candidato di bandiera di Fratelli d’Italia al
Quirinale. Nordio non bada alle faccenduole, (“l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla
giustizia”) cioè dell’unico compito che gli assegna la Costituzione, lui vola alto. Lui vuole separare le carriere
dei magistrati perché non se ne può più di tutti questi pm che diventano giudici e viceversa: ben 21 toghe
su 9 mila in un anno, una vera emergenza nazionale. Lui vuole salvare le legioni di italiani messi alla gogna e
rovinati dai media con intercettazioni penalmente irrilevanti: il Garante della Privacy ha contato ben 20 casi
in 27 anni, di cui quasi nessuno ha rovinato nessuno. Lui vuol tagliare le intercettazioni perché ci costano
ben “200 milioni all’anno”. Cioè, per avere un’idea: un ottavo di quanto ci costano i 12 condoni del suo
governo (gli unici della storia che, anziché portare soldi allo Stato, lo rapinano); poco più della metà della
sola frode fiscale da 368 milioni di dollari dello scandalo Mediaset, costato la condanna definitiva a
Berlusconi; lo zero-virgola-zero-qualcosa di tutti i miliardi recuperati dallo Stato grazie alle intercettazioni
su reati mafiosi, finanziari, fiscali e contro la Pubblica amministrazione (solo quelle per Messina Denaro
hanno portato a sequestri per 200 milioni, ripagando le intercettazioni di tutte le Procure per un anno
intero). Forse il costo delle intercettazioni è fuori controllo? Al contrario: il costo è sceso dai 255 milioni
l’anno del 2009 ai 218 milioni del 2021, con un trend in calo costante. Nel 2005 lo Stato spendeva 2.297
euro per “bersaglio”: oggi 1.364.
Chi meglio di Gilberto Pichetto Fratin (già viceministro allo Sviluppo economico nel governo Draghi) poteva
succedere al mistificatore Roberto Cingolani? Il cambio di dizione da ministero della Transizione ecologica a
quello all’Ambiente e alla sicurezza energetica: annuncia che la cancellazione dell’ecologia è nei fatti già un
programma politico definito. Al Mise si era distinto per aver elargito soldi alle imprese senza senso.
Di ambiente non sa niente: un buon viatico per entrare nell’esecutivo più a destra della storia repubblicana.
La nuova interpretazione autentica di sicurezza energetica è: blindare il lavoro portato avanti in tempo di
crisi dal governo Draghi e occuparsi di diversificazione delle fonti fossili, a partire da quelle esistenti.
Dunque stipulando contratti con più Paesi e aumentando la dipendenza dall’estero. Dunque negando un
dato ormai incontrovertibile: oggi le fonti rinnovabili sono più economiche, con le rinnovabili potrebbe
essere varato un piano industriale di rilancio del Paese (almeno 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro).
VOLODYMYR ZELENSKI
Silvio Berlusconi ha appioppato a Zelensky l’appellativo “questo signore”. Invidia nel vedere uno,
considerato senza qualità, spadroneggiare in mezzo mondo? D’altronde quest’uomo, che è presente
ovunque, è venuto a uggia anche a chi sta dalla parte dell’Ucraina o finge. Perfino alla Meloni, non invitata
a cena con Macron e Scholz malgrado all’Ucraina abbiamo dato 1 miliardo di euro che servirebbero molto
alla nostra economia disastrata. Più che invidia è stato il fiuto politico di Berlusconi: ha battuto sul tempo la
inconsistente cosiddetta sinistra captando la sensibilità e gli umori della maggioranza della nostra
popolazione (è da quel dì che la sinistra non capisce più l’elettorato, probabilmente nemmeno il proprio).
Berlusconi pacifista? Maddai. Berlusconi non avrebbe criticato Zelensky così ruvidamente se l’Ucraina fosse
in procinto di trionfare. Quando l’Ucraina precipitasse, Berlusconi sarebbe l’unico leader della maggioranza
ad avere invitato Biden a sospendere le forniture militari per imporre a Zelensky di trattare. Intanto cerca di
far dimenticare che ha attribuito a Zelensky una grande responsabilità nello scoppio della guerra però senza
alcuna critica per Putin, e che Forza Italia vota per l’invio di armi.
La maggioranza degli italiani è contraria al sesto invio di armi. Con l’aggravarsi del conflitto, quasi tutti
hanno capito che l’invio di armi, unito al disprezzo assoluto per la diplomazia, allontana la pace anziché
avvicinarla. Gli italiani si sentono raggirati dalla promessa della pace per mezzo della guerra. La stanno
pagando sulla propria pelle, nei prezzi e nelle tariffe, nei salari, nella peggiore recessione.
Dove vanno a finire i soldi degli italiani? In armi e nella corruzione del governo Zelensky. Tra rinunce e
destituzioni, decine di alti funzionari hanno lasciato l’incarico a seguito di diversi scandali, il ministro delle
infrastrutture, quattro viceministri e cinque governatori (vicini al potenziale avversario ex numero due dello
staff presidenziale), il ministero della Difesa, il vice capo dell’ufficio di presidenza, la procuratrice generale.
Acquisti a prezzi gonfiati di forniture di cibo destinate all’esercito, appalti ai familiari per la riparazione di
strade per decine di milioni, tangenti per centinaia di milioni di dollari per importazioni di generatori
eccetera. Nel 2019, quando decise di candidarsi alle Presidenziali, i detrattori di Zelensky cominciarono
subito a chiamarlo “marionetta”: per gli avversari era solo il burattino di Igor Kolomojsky, uno dei più
potenti oligarchi ucraini; tre anni dopo quelle urne, le forze di sicurezza del presidente hanno bussato alle
porte della villa del tycoon che già aveva alle spalle una lista di accuse di corruzione. Sulla corruzione, nella
classifica internazionale di Transparency International l’Ucraina è al 117° posto su 179.
Montecitorio ha approvato a larga maggioranza il decreto Ucraina che proroga la possibilità di inviare armi
e aiuti per tutto il 2023. L’Ucraina a furia di essere rimpinzata di armi dai Paesi dell’Unione europea e dagli
Stati Uniti è diventata il Paese più armato d’Europa e si prospetta, in un futuro prossimo venturo, come un
pericolo per la stessa Unione europea, che è la vera vittima di questa guerra tra Russia e Stati Uniti per
interposta Ucraina. Gli americani hanno come obiettivo che la guerra duri più a lungo possibile, non solo
per logorare la Russia, ma perché in un momento in cui la loro economia è in difficoltà, con i licenziamenti a
catena nelle Big tech, hanno tutto da guadagnarci: gas venduto all’Europa a prezzi triplicati, i propri arsenali
semi-svuotati che dovranno essere rimessi a norma rilanciando così l’industria degli armamenti americana.
Zelensky ha disposto per legge che con la Russia di Putin non si può trattare. Cerca di illudere l’opinione
pubblica mondiale che Putin possa cadere. Invece la grande Russia delle campagne appoggia Putin perché
ha ridato grandezza e dignità a un Paese che con Gorbaciov aveva ridotto la Russia a un sottoscala degli
americani. Ma se mai Putin dovesse cadere sarebbe peggio, perché verrebbe sostituito da Medvedev, dai
falchi del Cremlino, dagli ipernazionalisti russi alla Dugin che vogliono portare la cosa fino in fondo convinti
come sono, forse non del tutto a torto, che gli americani e l’intero Occidente vogliano spazzare via dalle
mappe geografiche la Russia, l’eterno nemico di sempre.
Volodymyr Oleksandrovyč Zelens'kyj già attore, regista, sceneggiatore, comico, da un anno si esibisce
dappertutto per aumentare il suo prestigio, sulla pelle della popolazione ucraina che non ne può più di
questa guerra infinita. E’ uno show continuo in tutto il mondo, con lui in t-shirt mimetica (mentre i suoi
compatrioti si scaldano nel buio delle cantine con i fornelletti a legna) in mezzo a elegantissimi signori e
signore Vip tra baci abbracci e inchini. Ma che cazzo avete tutti da ridere, mentre ucraini e russi stanno
morendo? E anche noi non è che ce la spassiamo. Per poco, a Sanremo, abbiamo rischiato che Zelensky
profittasse della diretta per tornare alle origini mettendosi a ballare sui tacchi a spillo e a suonare il piano
col pisello: fino al 2011 era ancora solo una star dello spettacolo che calcava i palchi dei teatri.
I SECONDI PIU’ VOTATI
AMADEUS Amedeo Umberto Rita Sebastiani
Visto da sinistra: L’ha detto anche Pax Christi: “C’è già il vincitore di Sanremo: l’industria delle armi! C’è chi
sostiene che le armi servano per finire la guerra in Ucraina; bisogna essere realistici: ad oggi quali sono stati
i risultati? Morti, cadaveri, distruzione. Scegliere di ospitare Zelensky a Sanremo si inserisce in questa follia
di coinvolgere un presidente di un Paese in guerra perché sono sempre i capi che decidono le guerre, non
certo il popolo”. Giudizio severo da fonte cattolica, presso la quale Amadeus, vedi Sacra Rota e Santa Rita
da Cascia, si è sempre mostrato ammanicato.
Visto da destra: Troppe le posizioni antigovernative che ha ospitato, deve essere sostituto con tutti i vertici
Rai. Un festival gender, un festival insignificante con Ferragni e Fedez che non sanno parlare, il governo non
deve più permetterlo.
Visto da Amadeus: Non distinguo queste sfumature politiche: sono daltonico. Conto di fare anche il quinto
festival consecutivo ancor più trionfale: qualsiasi allenatore è forte finché la squadra vince, me lo ha
insegnato su un volo aereo Josè Mourinho, in onore del quale ho dato il suo nome al mio secondogenito.
BENIGNI Roberto Remigio
A Sanremo la premiata ditta Benigni e Mattarella si è esibita in un ipocrita e osceno spettacolo ai limiti del
vilipendio della Costituzione, quella Costituzione che dovrebbe essere difesa dal capo dello Stato. Con un
cachet di 300mila euro, il comico guerrafondaio ha avuto la faccia tosta di citare l'articolo della Costituzione
che dice che "l'Italia rifiuta la guerra" ben sapendo che l'Italia è già entrata in guerra come lacché degli
americani, che manda armi ai nazisti ucraini alimentando la guerra. Il pagliaccio ha citato anche l'art. 21
"tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero" ben sapendo che da 3 anni in Italia questo non è
possibile. E Mattarella applaudiva ridendo, proprio lui che ha firmato tutti i decreti incostituzionali dei
governi Conte e Draghi. E' il festival dell'ipocrisia. Ricordiamo che il pagliaccio Benigni è sempre stato un
leccapiedi degli americani, arrivando al punto in un suo film di falsificare la storia, facendo vedere i carri
armati americani che entrano nel campo di concentramento di Auschwitz, quando tutti sanno che
Auschwitz è stato liberato dall'Armata Rossa sovietica. E' un peccato che non ci fosse anche Zelensky.
Avremmo potuto assistere a un simpatico duetto fra due pagliacci, tutti e due guerrafondai, tutti e due
filoamericani, con la benedizione di Mattarella, il capo di quella colonia USA che si chiama Italia.
MATTARELLA Sergio.
Parla ancora ipocritamente di "negoziati di pace" ma poi firma gli aumenti delle armi. Non è il presidente di
cui abbiamo bisogno.
CONSIGLIO DI STATO
I Giudici hanno dato per "pacifica" l'esistenza di ben 2 falde acquifere al di sotto del sito contenente la
discarica di Sezzadio (AL), e hanno dichiarato che nessuno dei pozzi alimentato da queste falde rischia di
essere inquinato dai rifiuti della Riccoboni, così assolvendola. Evidentemente sono dei veggenti.
ITALIA
Il mio voto per la pace va al nostro paese, l'Italia, schiavo dell'unione europea e dei poteri forti, governato
da "persone" che si dichiarano a favore del dialogo e della pace, e poi guadagnano sulle armi utili a
proseguire i conflitti tutt'ora in corso. La coerenza prima di tutto!
MSC CROCIERE
Per l'assoluto disprezzo del mare, dell'aria e dei territori. Le mastodontiche navi attraversano i mari senza
ascoltarne la voce, disturbano la fauna marina senza preoccuparsi delle conseguenze, contribuiscono
all'inquinamento dell'aria che è causa certa di malattie e di morte, devastano i territori su cui riversano
migliaia di turisti per poche ore promuovendo un turismo assurdo che nemmeno si rende conto del luogo
in cui si trova. Il turismo è altro...è scoperta, è conoscenza, è rispetto, è silenzio e ascolto dello spirito dei
luoghi. MSC crociere del tutto consapevole dei danni incalcolabili che crea all'ambiente, ha avviato una
campagna pubblicitaria che mira a rassicurare i suoi clienti sul fatto che tutti i problemi suddetti verranno
"un giorno" affrontati dalla Società...anzi, non proprio tutti: le migliaia di luci (paragonabili a quelle di una
piccola cittadina) potranno restare sempre accese! Il premio potrebbe essere esteso ai fruitori delle
crociere che contribuiscono a questo immane danno ambientale e si perdono le meraviglie del "viaggio", a
loro andrebbe ricordato che quando il mondo diventerà un inferno anche a causa di queste scelte, i
ghiacciai si saranno sciolti e le terre saranno sommerse potranno rinchiudersi in qualche nave e rimanere lì
in attesa di essere salvati da qualche extraterrestre. In riferimento alla mia precedente email con
indicazione del premio, mi è stato fatto notare che non è giusto segnalare solo MSC dato che sono tante le
compagnie che gestiscono grandi navi da crociera. Quindi se possibile andrebbe esteso a tutte le
compagnie.
VERONESI Giampiero
Sindaco di Anzola dell'Emilia. Sgomentano le dichiarazioni rilasciate dal sindaco in merito alla costruzione
di un nuovo ipermercato nella frazione di Lavino: ammonisce i consiglieri rispetto ad un eventuale voto
contrario all’opera, non evidenziando l’eventuale danno per l’amministrazione cittadina tutta, ma
paventando una causa che l’azienda costruttrice potrebbe intentare contro i consiglieri stessi. Riteniamo
che sia del tutto contraria allo spirito dell’istituzione, che il primo cittadino rappresenta, la pressione
pubblica esercitata dal Sindaco verso i consiglieri che dovranno esercitare nel merito il loro voto nella
massima libertà che la nostra democrazia garantisce loro. Nel merito: consumo del suolo, rigenerazione
urbana, eccesso di grande distribuzione, traffico, mobilità sostenibile, area verde, inquinamento
elettromagnetico ecc.
MORATTI Letizia Maria Brichetto Arnaboldi
Vedova Moratti (aderì al Family Day col marito Gianmarco, ovviamente divorziato). Da vicepresidente e
assessora regionale al Welfare, oltre a perpetuare i favori alla sanità privata, gestì malissimo il Covid (la
Lombardia fu messa in zona rossa nella settimana tra il 14 e il 23 gennaio 2021 secondo i dati forniti dalla
stessa Regione Lombardia, poi rivelatisi errati) e giunse a chiedere al commissario Arcuri di ripartire i vaccini
fra le Regioni anche in base al Pil. Non si sa se sia più indecente la Moratti a candidarsi in Lombardia contro
le destre di cui è stata fino all’altro ieri la vicepresidente, dopo essere diventata la sindaco di Milano con il
finanziamento del marito, la presidente Rai cercando di privatizzarla, la ministra dell’Istruzione
reintroducendo il voto di condotta, la sindaca di Milano, la candidata al Colle e l’aspirante presidente della
Regione; oppure il duo Ollio & Ollio a caricarsela; o il trust dei giornali di casa Elkann & De Benedetti a
spacciarla come la soluzione ideale per il Pd.
CAPEZZONE Daniele
Ecco come lui stesso si descrive: “Non sono un ecocatastrofista, non mi piace il tentativo di criminalizzare la
presenza umana sul pianeta, e mi piace ancora di meno la propensione di alcuni a sfruttare le avversità per
fini politici o ideologici: la deriva giudiziaria, la colpevolizzazione degli esseri umani e addirittura una sorta
di autodisprezzo applicato alla presenza umana su questa terra (una sorta di critical race theory climatica.
Suggerirei agli ecologisti un approccio più razionale, pacato, argomentato. E invece siamo sempre lì, nelle
reazioni e nei commenti, con l’apocalisse alle porte: ‘la casa brucia’, ‘il disastro climatico’, ‘i nostri figli’, ‘i
piani ambientali troppi timidi’.”. Insomma: il più ex degli ex figli di Pannella. Assurge ad emblema del
trasformismo destra sinistra. Dalla tessera radicale, al servizio civile presso Legambiente, da segretario del
neo-costituito movimento dei Radicali Italiani, a deputato della Rosa nel Pugno con i socialdemocratici, da
Presidente di una Commissione Permanente della Camera, a portavoce di Pannella, dalla fuoriuscita dai
Radicali Italiani, all’adesione a Forza Italia, da portavoce di Berlusconi a aderente al partito di ispirazione
liberal-conservatrice e liberista Conservatori e Riformisti. Più che bisessuale è bipolitico, anzi tripolitico,
multipolitico.
LETTA Enrico
Per il suo zelo e l'obbedienza atlantista nel battersi a fondo in Europa per l'invio all'Ucraina di armi le(t)tali,
benzina sul fuoco subito all'inizio dell'invasione, invece di portare avanti proposte per una base di
negoziato, in primis la garanzia di neutralità di quel paese in modo da escludere l' "inglobamento"
(Stoltenberg) nella NATO e la conseguente certa installazione di missili con testata nucleare puntati sulla
Russia. Come corollario a questo “merito” ha quello di aver posto l'invio di armi come fondamentale
discordanza per non concludere nelle ultime elezioni politiche un accordo elettorale tra PD (da lui così
condotto al suicidio) e Movimento 5S per una Alleanza Costituzionale da opporre alla destra, ottenendo il
risultato di avere per la prima volta dalla fine della guerra un governo nettamente di destra con
maggioranza assoluta che potrà danneggiare alcuni pilastri fondamentali della Costituzione.
BIDEN Jr. Joseph Robinette detto Joe
E’ entusiasta della guerra in Ucraina che separa l’Europa dalla Russia. Abituato alle guerre, i morti non lo
turbano. Era vicepresidente quando la Nato bombardava la Libia nel 2011 e non fu impressionato nel
vedere Gheddafi trucidato dalla folla. Era vicepresidente anche quando è scoppiata la guerra civile in Siria
nel 2011, una mattanza che ha alimentato dall’esterno. Era vicepresidente quando è iniziata la guerra in
Yemen nel 2015, che ha allevato come un bimbo nella culla fino all’arrivo di Trump nel 2017. Biden è stato
anche protagonista del bombardamento delle postazioni dell’Isis in Siria e in Iraq, ed è stata la mente degli
Stati Uniti in Ucraina nel 2014 quando Yanukovich veniva rovesciato. Ha visto in diretta l’uccisione di Bin
Laden nel 2011 e ha sparato per otto anni in Afghanistan contro i talebani. La strage di Haditha in Iraq, un
orrore paragonabile al massacro del Bataclan o di Charlie Ebdo, è stata compiuta dai soldati americani sotto
Biden nel 2015. Insomma, per Joe stomaco-duro, morti e distruzioni sono un fatto normale.
COMITATO NOBEL PACE.
L'ONG Center for Civil Liberties (Ucraina) ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace insieme ai difensori dei
diritti umani russi e bielorussi. Qual è il segreto del suo successo? Insistere sul fatto che la guerra è
necessaria e che non sono possibili negoziati. Il Comitato per il Nobel (Norvegia) ha assegnato ancora una
volta un premio per la pace che viola la volontà di Alfred Nobel e lo scopo per cui il premio è stato creato,
selezionando destinatari che palesemente non sono “la persona che ha fatto di più o meglio per
promuovere la fratellanza tra le nazioni, l’abolizione o la riduzione degli eserciti permanenti e l’istituzione e
la promozione di congressi di pace". Dal 1901, non è la prima volta che viene sputtanato questo premio.
Ricordiamo: 1906, Theodore Roosevelt. 1919, Woodrow Wilson. 1978, Menachem Begin. 1990, Michail
Gorbaciov. 1991, Aung San Suu Kyi. 2009, Barack Obama. NON ha ricevuto il premio Nobel per la Pace
Mahatma Gandhi. Il paese pacifista più premiato sono gli Stati Uniti (23 volte), Seguono Regno Unito (12),
Francia (10), Nazioni Unite (9)….. Italia (0). 105 persone sono state insignite, tra cui solo 16 donne. Per 19
anni non è stato assegnato.
RENZI Matteo
Assassino dell’Ambiente e della Pace. E’ accomunato con Matteo Salvini dalla pervicace lotta contro ogni
prospettiva di Pace e di rispetto dell’Ambiente. Renzi, pure “senza portafoglio”, continua sostenere la
distruzione dello Stato sociale iniziato con le micidiali picconate del suo governo; con l’avallo delle grandi
opere inutili che affamano la nazione e arricchiscono pochi vampiri; con il cerchiobbotismo riguardo il
conflitto in Ucraina avvalora (come d’abitudine, vedi la rivendicazione di aver fatto il bene dell’Italia
procurando la caduta di Conte pro Draghi) che ora sia in attesa del momento adeguato a saltare sul carro
del vincitore, almeno per le esternazioni che io conosco. La sinergia dei due con l’operazione di distruzione
dello Stato sociale è curiosa, dal momento che l’aiuto concreto contro la povertà estrema messo in atto
quando Salvini governava con Conte e poi Draghi, viene ora picconata come ogni altra forma di aiuto alle
persone maggiormente in difficoltà sia economiche sia sociali.
DRAGHI Mario
Allo scoppio del conflitto in Ucraina, pur ricoprendo un ruolo internazionale che poteva favorire un cessate
il fuoco, un allentamento delle tensioni tra blocchi contrapposti, favorire azioni diplomatiche alla ricerca
della pace, faceva esattamente l'opposto, inasprendo il conflitto con dichiarazioni quanto meno folli, a
tutto vantaggio delle multinazionali delle armi, nel solco ormai consolidato di uno zerbinismo atlantico
senza alcuna dignità. Ue e Usa hanno chiesto agli Stati di rinunciare a parte delle loro difese e sovranità
militare, a favore di una realtà, l’Ucraina, che non è membro Ue o Nato, ebbene, il Governo si è arreso ad
per una guerra che con noi non c’entra niente, una guerra per questioni di carattere territoriale fra due
Paesi europei estranei sia alla Nato che all’Unione europea. Si è lasciato invischiare per poi puntare tutto
sulla prosecuzione di questa guerra.
CINGOLANI Roberto
Insieme al ministro Speranza, Roberto Cingolani è stato il ministro più deludente del governo Draghi. A
parte Beppe Grillo che l’aveva designato uomo della conversione ecologica, anche i fan dei Migliori l’han
sempre considerato un disastro, figurarsi gli oppositori, cioè i Fratelli d’Italia. Poi, la prima nomina del
primo consiglio dei ministri del governo Meloni è stata proprio Cingolani “advisor per l’energia” e badante
per spupazzare ai vertici Ue Gilberto Pichetto Fratin, spaesato ministro forzista dell’Ambiente e della
Sicurezza Energetica. Un classico della peggior politica italiota: affidare la soluzione dei problemi a chi li ha
creati. Cingolani ha sbagliato di almeno un anno (2024 anziché 2025) i calcoli sull’autarchia dal gas russo.
Ha messo in conto rigassificatori fantasma. Ha pianificato l’inverno coi consigli della nonna anziché con seri
progetti di risparmi e razionamenti. Ha fallito in Ue sul price cap e ha pure fatto schizzare il prezzo del gas al
massimo storico girando 4 miliardi a Snam e Gse per comprarlo a qualsiasi cifra. Ha lasciato al palo le
rinnovabili, delirando di nucleare, fossili, trivelle, financo carbone. E ora consiglierà a Meloni come
continuare a sbagliare.
Come Draghi, d’altronde Cingolani è un tecnico: può dare “consigli” a qualsiasi governo, sia a sinistra che a
destra, perché in fondo la ricetta è unica: gassificatori, inceneritori, trivellazioni, uso di fossili, carbone,
nucleare e qualche pannello solare; insomma una spolverata di greenwashing. Invece transizione
ecologica/energetica e modello economico non possono essere disaccoppiati; i cambiamenti climatici sono
un fenomeno complesso che richiede una visione politica capace di cogliere le interconnessioni tra
ambiente, economia e benessere. Molto al di là di quella visione miope delle classi dirigenti (anche di
sinistra) che continuano a considerare lo sviluppo solo una funzione della crescita. A maggior ragione il
Governo Draghi.
PREMI ATTILA
Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori
2022
Vincono
per l’Ambiente: Giorgia Meloni
per la Pace: Volodymyr Zelenski
GIORGIA MELONI
«Io a parlare con Zelensky se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato perché stiamo
assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse
di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico,
molto, molto negativamente il comportamento di questo signore». Lo ha detto il presidente di Forza Italia,
Silvio Berlusconi, che ha aggiunto: «Per arrivare alla pace penserei che il signor presidente americano
dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: “’È a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per
ricostruire l’Ucraina”. Un piano Marshall da 6, 7, 8, 9 mila miliardi di dollari, a una condizione: che tu
domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più
armi».
Giorgia Meloni l’aveva detto il 26 ottobre alla Camera in un passaggio, da tutti sottovalutato, della sua
replica prima della fiducia: “A una pace giusta non si arriva sventolando bandiere arcobaleno nelle
manifestazioni… L’unica possibilità di favorire un negoziato nei conflitti è che ci sia un equilibrio tra le forze
in campo”. Quindi, siccome la Russia possiede 5.977 testate nucleari e l’Ucraina zero, per garantire
“l’equilibrio delle forze in campo” invieremo a Kiev anche 5.977 testate nucleari e fino ad allora non
sosterremo alcun negoziato?
Mai come oggi che (così almeno dicono) abbiamo la prima premier “sovranista”, si avverte un gran bisogno
di “sovranismo”. La politica estera, negli ultimi 50 anni, non è mai stata meno sovranista, cioè meno attenta
all’interesse e alla sovranità nazionale, di oggi. Da quando ci è capitata la sciagura del draghismo, siamo
finiti su un nastro trasportatore pilotato da Washington che ci trascina verso orizzonti sempre più nefasti,
inimmaginabili solo un anno fa. Prima le auto-sanzioni a Mosca, che colpiscono più i sanzionatori che il
sanzionato, e le armi all’Ucraina (paese aggredito come centinaia di altri negli anni e non alleato), prima
difensive, poi offensive ma leggere, ora pesanti, domani i cacciabombardieri e magari pure le truppe. Oggi
ci chiedono di destinare il 2% del nostro Pil alle spese militari di Nato e Usa che hanno la fissa di Russia e
Cina, che non minacciano né l’Italia né la Ue. Quindi dobbiamo svenarci, sì, per l’interesse nazionale: ma
americano.
A noi Russia, Iran e Cina non hanno fatto nulla, l’articolo 11 della nostra Costituzione ci vieta di risolvere le
controversie internazionali a mano armata. Quindi bombardino pure chi pare a loro, ma lascino in pace la
Nato, cioè anche noi. Quelle sono le loro guerre, non le nostre. Noi abbiamo già dato.
Il ministro della guerra di Meloni è Cicciobomba Cannoniere, Crosetto-Moschetto, classificato dal
vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Medvedev “un raro sciocco” per aver definito la fornitura di
veicoli blindati e di altre armi all’Ucraina… un modo per evitare la terza guerra mondiale. Guido Crosetto
manda lo scudo anti-aereo Samp-T, che costa 800 milioni (l’intero bottino rapinato ai disoccupati col taglio
del Reddito di cittadinanza), ma ovviamente andrà rimpiazzato con nuove spese militari, sennò si resta
“senza scorte”. E giù nuove commesse ai suoi ex soci, clienti e committenti della lobby armata.
Giorgia Meloni ha citato il Garibaldi del “qui o si fa l’Italia o si muore”. Peccato che nel programma del
Governo ci sia l’autonomia regionale differenziata che nella versione turbo-leghista del suo ministro per gli
affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli (incostituzionale anche con l’attuale pessimo Titolo V)
porterebbe alla divisione dell’Italia, con sanità privata, ospedali e scuole di serie A e serie C.
Forse non a caso questo governo non avvia una commissione di indagine sulla gestione del Covid. Eppure il
significativo campione di cartelle cliniche di pazienti deceduti analizzato ha rivelato che solo il 2,9% non
mostrava patologie gravi concomitanti. È stata una malattia temibile per ultra-anziani e fragili, non per
l’intera popolazione. Ci è lecito chiedere perché tanto terrore e cupezza, spesso infondati. Perché
i lockdown, che ci hanno privato della libertà? Perché il green pass, utilizzato in maniera errata? Perché la
società di pediatria ha incoraggiato la vaccinazione nella fascia 5-12 anni se i numeri sono quelli? Perché
sono stati etichettati come criminali, addirittura non degni di essere curati, quelli che sostenevano ciò che
lo stesso organo ministeriale conferma? Non si tratta di essere o no complottisti, siamo cittadini ai quali
sono stati rapinati anni di vita e inflitte ferite che difficilmente una generazione riuscirà a guarire. Vogliamo
e dobbiamo sapere. Abbiamo vissuto la prima grande guerra psicologica mondiale. Ci è dovuta la
conoscenza. Da chi? dal nuovo Ministro della Salute Orazio Schillaci? Proprio lui che è stato membro del
Comitato Scientifico dell'Istituto Superiore di Sanità, nominato dal ministro uscente, Roberto Speranza,
lavorando a fianco del Presidente dell'Istituto Silvio Brusaferro! Perciò unico provvedimento la circolare che
fornisce alle aziende sanitarie le indicazioni operative per procedere alla quinta dose del vaccino.
In una rigida divisione dei compiti, dopo che Matteo Salvini ha rottamato 12 miliardi di pendenze
esattoriali graziando 19 milioni di debitori, ai berluscones spetta ora il compito di devitalizzare i reati di
corruzione e concussione, quelli che la politica teme di più. E allora – per limitarci alle porcate massime che
il governo della destra ha già messo in cantiere – via al taglio delle intercettazioni, onde contenere il rischio
di essere smascherati. Abolizione dell’abuso d’ufficio. Depenalizzazione dell’evasione fiscale. Via la
Spazzacorrotti di Bonafede che blocca la prescrizione dall’appello. Benefici penitenziari per i reati contro la
Pa e dunque niente più galera. E, dulcis in frode, anche chi è condannato potrà candidarsi in Parlamento
grazie all’abolizione della legge Severino.
Ed ecco che ministero della Giustizia ci va Carlo Nordio, già candidato di bandiera di Fratelli d’Italia al
Quirinale. Nordio non bada alle faccenduole, (“l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla
giustizia”) cioè dell’unico compito che gli assegna la Costituzione, lui vola alto. Lui vuole separare le carriere
dei magistrati perché non se ne può più di tutti questi pm che diventano giudici e viceversa: ben 21 toghe
su 9 mila in un anno, una vera emergenza nazionale. Lui vuole salvare le legioni di italiani messi alla gogna e
rovinati dai media con intercettazioni penalmente irrilevanti: il Garante della Privacy ha contato ben 20 casi
in 27 anni, di cui quasi nessuno ha rovinato nessuno. Lui vuol tagliare le intercettazioni perché ci costano
ben “200 milioni all’anno”. Cioè, per avere un’idea: un ottavo di quanto ci costano i 12 condoni del suo
governo (gli unici della storia che, anziché portare soldi allo Stato, lo rapinano); poco più della metà della
sola frode fiscale da 368 milioni di dollari dello scandalo Mediaset, costato la condanna definitiva a
Berlusconi; lo zero-virgola-zero-qualcosa di tutti i miliardi recuperati dallo Stato grazie alle intercettazioni
su reati mafiosi, finanziari, fiscali e contro la Pubblica amministrazione (solo quelle per Messina Denaro
hanno portato a sequestri per 200 milioni, ripagando le intercettazioni di tutte le Procure per un anno
intero). Forse il costo delle intercettazioni è fuori controllo? Al contrario: il costo è sceso dai 255 milioni
l’anno del 2009 ai 218 milioni del 2021, con un trend in calo costante. Nel 2005 lo Stato spendeva 2.297
euro per “bersaglio”: oggi 1.364.
Chi meglio di Gilberto Pichetto Fratin (già viceministro allo Sviluppo economico nel governo Draghi) poteva
succedere al mistificatore Roberto Cingolani? Il cambio di dizione da ministero della Transizione ecologica a
quello all’Ambiente e alla sicurezza energetica: annuncia che la cancellazione dell’ecologia è nei fatti già un
programma politico definito. Al Mise si era distinto per aver elargito soldi alle imprese senza senso.
Di ambiente non sa niente: un buon viatico per entrare nell’esecutivo più a destra della storia repubblicana.
La nuova interpretazione autentica di sicurezza energetica è: blindare il lavoro portato avanti in tempo di
crisi dal governo Draghi e occuparsi di diversificazione delle fonti fossili, a partire da quelle esistenti.
Dunque stipulando contratti con più Paesi e aumentando la dipendenza dall’estero. Dunque negando un
dato ormai incontrovertibile: oggi le fonti rinnovabili sono più economiche, con le rinnovabili potrebbe
essere varato un piano industriale di rilancio del Paese (almeno 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro).
VOLODYMYR ZELENSKI
Silvio Berlusconi ha appioppato a Zelensky l’appellativo “questo signore”. Invidia nel vedere uno,
considerato senza qualità, spadroneggiare in mezzo mondo? D’altronde quest’uomo, che è presente
ovunque, è venuto a uggia anche a chi sta dalla parte dell’Ucraina o finge. Perfino alla Meloni, non invitata
a cena con Macron e Scholz malgrado all’Ucraina abbiamo dato 1 miliardo di euro che servirebbero molto
alla nostra economia disastrata. Più che invidia è stato il fiuto politico di Berlusconi: ha battuto sul tempo la
inconsistente cosiddetta sinistra captando la sensibilità e gli umori della maggioranza della nostra
popolazione (è da quel dì che la sinistra non capisce più l’elettorato, probabilmente nemmeno il proprio).
Berlusconi pacifista? Maddai. Berlusconi non avrebbe criticato Zelensky così ruvidamente se l’Ucraina fosse
in procinto di trionfare. Quando l’Ucraina precipitasse, Berlusconi sarebbe l’unico leader della maggioranza
ad avere invitato Biden a sospendere le forniture militari per imporre a Zelensky di trattare. Intanto cerca di
far dimenticare che ha attribuito a Zelensky una grande responsabilità nello scoppio della guerra però senza
alcuna critica per Putin, e che Forza Italia vota per l’invio di armi.
La maggioranza degli italiani è contraria al sesto invio di armi. Con l’aggravarsi del conflitto, quasi tutti
hanno capito che l’invio di armi, unito al disprezzo assoluto per la diplomazia, allontana la pace anziché
avvicinarla. Gli italiani si sentono raggirati dalla promessa della pace per mezzo della guerra. La stanno
pagando sulla propria pelle, nei prezzi e nelle tariffe, nei salari, nella peggiore recessione.
Dove vanno a finire i soldi degli italiani? In armi e nella corruzione del governo Zelensky. Tra rinunce e
destituzioni, decine di alti funzionari hanno lasciato l’incarico a seguito di diversi scandali, il ministro delle
infrastrutture, quattro viceministri e cinque governatori (vicini al potenziale avversario ex numero due dello
staff presidenziale), il ministero della Difesa, il vice capo dell’ufficio di presidenza, la procuratrice generale.
Acquisti a prezzi gonfiati di forniture di cibo destinate all’esercito, appalti ai familiari per la riparazione di
strade per decine di milioni, tangenti per centinaia di milioni di dollari per importazioni di generatori
eccetera. Nel 2019, quando decise di candidarsi alle Presidenziali, i detrattori di Zelensky cominciarono
subito a chiamarlo “marionetta”: per gli avversari era solo il burattino di Igor Kolomojsky, uno dei più
potenti oligarchi ucraini; tre anni dopo quelle urne, le forze di sicurezza del presidente hanno bussato alle
porte della villa del tycoon che già aveva alle spalle una lista di accuse di corruzione. Sulla corruzione, nella
classifica internazionale di Transparency International l’Ucraina è al 117° posto su 179.
Montecitorio ha approvato a larga maggioranza il decreto Ucraina che proroga la possibilità di inviare armi
e aiuti per tutto il 2023. L’Ucraina a furia di essere rimpinzata di armi dai Paesi dell’Unione europea e dagli
Stati Uniti è diventata il Paese più armato d’Europa e si prospetta, in un futuro prossimo venturo, come un
pericolo per la stessa Unione europea, che è la vera vittima di questa guerra tra Russia e Stati Uniti per
interposta Ucraina. Gli americani hanno come obiettivo che la guerra duri più a lungo possibile, non solo
per logorare la Russia, ma perché in un momento in cui la loro economia è in difficoltà, con i licenziamenti a
catena nelle Big tech, hanno tutto da guadagnarci: gas venduto all’Europa a prezzi triplicati, i propri arsenali
semi-svuotati che dovranno essere rimessi a norma rilanciando così l’industria degli armamenti americana.
Zelensky ha disposto per legge che con la Russia di Putin non si può trattare. Cerca di illudere l’opinione
pubblica mondiale che Putin possa cadere. Invece la grande Russia delle campagne appoggia Putin perché
ha ridato grandezza e dignità a un Paese che con Gorbaciov aveva ridotto la Russia a un sottoscala degli
americani. Ma se mai Putin dovesse cadere sarebbe peggio, perché verrebbe sostituito da Medvedev, dai
falchi del Cremlino, dagli ipernazionalisti russi alla Dugin che vogliono portare la cosa fino in fondo convinti
come sono, forse non del tutto a torto, che gli americani e l’intero Occidente vogliano spazzare via dalle
mappe geografiche la Russia, l’eterno nemico di sempre.
Volodymyr Oleksandrovyč Zelens'kyj già attore, regista, sceneggiatore, comico, da un anno si esibisce
dappertutto per aumentare il suo prestigio, sulla pelle della popolazione ucraina che non ne può più di
questa guerra infinita. E’ uno show continuo in tutto il mondo, con lui in t-shirt mimetica (mentre i suoi
compatrioti si scaldano nel buio delle cantine con i fornelletti a legna) in mezzo a elegantissimi signori e
signore Vip tra baci abbracci e inchini. Ma che cazzo avete tutti da ridere, mentre ucraini e russi stanno
morendo? E anche noi non è che ce la spassiamo. Per poco, a Sanremo, abbiamo rischiato che Zelensky
profittasse della diretta per tornare alle origini mettendosi a ballare sui tacchi a spillo e a suonare il piano
col pisello: fino al 2011 era ancora solo una star dello spettacolo che calcava i palchi dei teatri.
I SECONDI PIU’ VOTATI
AMADEUS Amedeo Umberto Rita Sebastiani
Visto da sinistra: L’ha detto anche Pax Christi: “C’è già il vincitore di Sanremo: l’industria delle armi! C’è chi
sostiene che le armi servano per finire la guerra in Ucraina; bisogna essere realistici: ad oggi quali sono stati
i risultati? Morti, cadaveri, distruzione. Scegliere di ospitare Zelensky a Sanremo si inserisce in questa follia
di coinvolgere un presidente di un Paese in guerra perché sono sempre i capi che decidono le guerre, non
certo il popolo”. Giudizio severo da fonte cattolica, presso la quale Amadeus, vedi Sacra Rota e Santa Rita
da Cascia, si è sempre mostrato ammanicato.
Visto da destra: Troppe le posizioni antigovernative che ha ospitato, deve essere sostituto con tutti i vertici
Rai. Un festival gender, un festival insignificante con Ferragni e Fedez che non sanno parlare, il governo non
deve più permetterlo.
Visto da Amadeus: Non distinguo queste sfumature politiche: sono daltonico. Conto di fare anche il quinto
festival consecutivo ancor più trionfale: qualsiasi allenatore è forte finché la squadra vince, me lo ha
insegnato su un volo aereo Josè Mourinho, in onore del quale ho dato il suo nome al mio secondogenito.
BENIGNI Roberto Remigio
A Sanremo la premiata ditta Benigni e Mattarella si è esibita in un ipocrita e osceno spettacolo ai limiti del
vilipendio della Costituzione, quella Costituzione che dovrebbe essere difesa dal capo dello Stato. Con un
cachet di 300mila euro, il comico guerrafondaio ha avuto la faccia tosta di citare l'articolo della Costituzione
che dice che "l'Italia rifiuta la guerra" ben sapendo che l'Italia è già entrata in guerra come lacché degli
americani, che manda armi ai nazisti ucraini alimentando la guerra. Il pagliaccio ha citato anche l'art. 21
"tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero" ben sapendo che da 3 anni in Italia questo non è
possibile. E Mattarella applaudiva ridendo, proprio lui che ha firmato tutti i decreti incostituzionali dei
governi Conte e Draghi. E' il festival dell'ipocrisia. Ricordiamo che il pagliaccio Benigni è sempre stato un
leccapiedi degli americani, arrivando al punto in un suo film di falsificare la storia, facendo vedere i carri
armati americani che entrano nel campo di concentramento di Auschwitz, quando tutti sanno che
Auschwitz è stato liberato dall'Armata Rossa sovietica. E' un peccato che non ci fosse anche Zelensky.
Avremmo potuto assistere a un simpatico duetto fra due pagliacci, tutti e due guerrafondai, tutti e due
filoamericani, con la benedizione di Mattarella, il capo di quella colonia USA che si chiama Italia.
MATTARELLA Sergio.
Parla ancora ipocritamente di "negoziati di pace" ma poi firma gli aumenti delle armi. Non è il presidente di
cui abbiamo bisogno.
CONSIGLIO DI STATO
I Giudici hanno dato per "pacifica" l'esistenza di ben 2 falde acquifere al di sotto del sito contenente la
discarica di Sezzadio (AL), e hanno dichiarato che nessuno dei pozzi alimentato da queste falde rischia di
essere inquinato dai rifiuti della Riccoboni, così assolvendola. Evidentemente sono dei veggenti.
ITALIA
Il mio voto per la pace va al nostro paese, l'Italia, schiavo dell'unione europea e dei poteri forti, governato
da "persone" che si dichiarano a favore del dialogo e della pace, e poi guadagnano sulle armi utili a
proseguire i conflitti tutt'ora in corso. La coerenza prima di tutto!
MSC CROCIERE
Per l'assoluto disprezzo del mare, dell'aria e dei territori. Le mastodontiche navi attraversano i mari senza
ascoltarne la voce, disturbano la fauna marina senza preoccuparsi delle conseguenze, contribuiscono
all'inquinamento dell'aria che è causa certa di malattie e di morte, devastano i territori su cui riversano
migliaia di turisti per poche ore promuovendo un turismo assurdo che nemmeno si rende conto del luogo
in cui si trova. Il turismo è altro...è scoperta, è conoscenza, è rispetto, è silenzio e ascolto dello spirito dei
luoghi. MSC crociere del tutto consapevole dei danni incalcolabili che crea all'ambiente, ha avviato una
campagna pubblicitaria che mira a rassicurare i suoi clienti sul fatto che tutti i problemi suddetti verranno
"un giorno" affrontati dalla Società...anzi, non proprio tutti: le migliaia di luci (paragonabili a quelle di una
piccola cittadina) potranno restare sempre accese! Il premio potrebbe essere esteso ai fruitori delle
crociere che contribuiscono a questo immane danno ambientale e si perdono le meraviglie del "viaggio", a
loro andrebbe ricordato che quando il mondo diventerà un inferno anche a causa di queste scelte, i
ghiacciai si saranno sciolti e le terre saranno sommerse potranno rinchiudersi in qualche nave e rimanere lì
in attesa di essere salvati da qualche extraterrestre. In riferimento alla mia precedente email con
indicazione del premio, mi è stato fatto notare che non è giusto segnalare solo MSC dato che sono tante le
compagnie che gestiscono grandi navi da crociera. Quindi se possibile andrebbe esteso a tutte le
compagnie.
VERONESI Giampiero
Sindaco di Anzola dell'Emilia. Sgomentano le dichiarazioni rilasciate dal sindaco in merito alla costruzione
di un nuovo ipermercato nella frazione di Lavino: ammonisce i consiglieri rispetto ad un eventuale voto
contrario all’opera, non evidenziando l’eventuale danno per l’amministrazione cittadina tutta, ma
paventando una causa che l’azienda costruttrice potrebbe intentare contro i consiglieri stessi. Riteniamo
che sia del tutto contraria allo spirito dell’istituzione, che il primo cittadino rappresenta, la pressione
pubblica esercitata dal Sindaco verso i consiglieri che dovranno esercitare nel merito il loro voto nella
massima libertà che la nostra democrazia garantisce loro. Nel merito: consumo del suolo, rigenerazione
urbana, eccesso di grande distribuzione, traffico, mobilità sostenibile, area verde, inquinamento
elettromagnetico ecc.
MORATTI Letizia Maria Brichetto Arnaboldi
Vedova Moratti (aderì al Family Day col marito Gianmarco, ovviamente divorziato). Da vicepresidente e
assessora regionale al Welfare, oltre a perpetuare i favori alla sanità privata, gestì malissimo il Covid (la
Lombardia fu messa in zona rossa nella settimana tra il 14 e il 23 gennaio 2021 secondo i dati forniti dalla
stessa Regione Lombardia, poi rivelatisi errati) e giunse a chiedere al commissario Arcuri di ripartire i vaccini
fra le Regioni anche in base al Pil. Non si sa se sia più indecente la Moratti a candidarsi in Lombardia contro
le destre di cui è stata fino all’altro ieri la vicepresidente, dopo essere diventata la sindaco di Milano con il
finanziamento del marito, la presidente Rai cercando di privatizzarla, la ministra dell’Istruzione
reintroducendo il voto di condotta, la sindaca di Milano, la candidata al Colle e l’aspirante presidente della
Regione; oppure il duo Ollio & Ollio a caricarsela; o il trust dei giornali di casa Elkann & De Benedetti a
spacciarla come la soluzione ideale per il Pd.
CAPEZZONE Daniele
Ecco come lui stesso si descrive: “Non sono un ecocatastrofista, non mi piace il tentativo di criminalizzare la
presenza umana sul pianeta, e mi piace ancora di meno la propensione di alcuni a sfruttare le avversità per
fini politici o ideologici: la deriva giudiziaria, la colpevolizzazione degli esseri umani e addirittura una sorta
di autodisprezzo applicato alla presenza umana su questa terra (una sorta di critical race theory climatica.
Suggerirei agli ecologisti un approccio più razionale, pacato, argomentato. E invece siamo sempre lì, nelle
reazioni e nei commenti, con l’apocalisse alle porte: ‘la casa brucia’, ‘il disastro climatico’, ‘i nostri figli’, ‘i
piani ambientali troppi timidi’.”. Insomma: il più ex degli ex figli di Pannella. Assurge ad emblema del
trasformismo destra sinistra. Dalla tessera radicale, al servizio civile presso Legambiente, da segretario del
neo-costituito movimento dei Radicali Italiani, a deputato della Rosa nel Pugno con i socialdemocratici, da
Presidente di una Commissione Permanente della Camera, a portavoce di Pannella, dalla fuoriuscita dai
Radicali Italiani, all’adesione a Forza Italia, da portavoce di Berlusconi a aderente al partito di ispirazione
liberal-conservatrice e liberista Conservatori e Riformisti. Più che bisessuale è bipolitico, anzi tripolitico,
multipolitico.
LETTA Enrico
Per il suo zelo e l'obbedienza atlantista nel battersi a fondo in Europa per l'invio all'Ucraina di armi le(t)tali,
benzina sul fuoco subito all'inizio dell'invasione, invece di portare avanti proposte per una base di
negoziato, in primis la garanzia di neutralità di quel paese in modo da escludere l' "inglobamento"
(Stoltenberg) nella NATO e la conseguente certa installazione di missili con testata nucleare puntati sulla
Russia. Come corollario a questo “merito” ha quello di aver posto l'invio di armi come fondamentale
discordanza per non concludere nelle ultime elezioni politiche un accordo elettorale tra PD (da lui così
condotto al suicidio) e Movimento 5S per una Alleanza Costituzionale da opporre alla destra, ottenendo il
risultato di avere per la prima volta dalla fine della guerra un governo nettamente di destra con
maggioranza assoluta che potrà danneggiare alcuni pilastri fondamentali della Costituzione.
BIDEN Jr. Joseph Robinette detto Joe
E’ entusiasta della guerra in Ucraina che separa l’Europa dalla Russia. Abituato alle guerre, i morti non lo
turbano. Era vicepresidente quando la Nato bombardava la Libia nel 2011 e non fu impressionato nel
vedere Gheddafi trucidato dalla folla. Era vicepresidente anche quando è scoppiata la guerra civile in Siria
nel 2011, una mattanza che ha alimentato dall’esterno. Era vicepresidente quando è iniziata la guerra in
Yemen nel 2015, che ha allevato come un bimbo nella culla fino all’arrivo di Trump nel 2017. Biden è stato
anche protagonista del bombardamento delle postazioni dell’Isis in Siria e in Iraq, ed è stata la mente degli
Stati Uniti in Ucraina nel 2014 quando Yanukovich veniva rovesciato. Ha visto in diretta l’uccisione di Bin
Laden nel 2011 e ha sparato per otto anni in Afghanistan contro i talebani. La strage di Haditha in Iraq, un
orrore paragonabile al massacro del Bataclan o di Charlie Ebdo, è stata compiuta dai soldati americani sotto
Biden nel 2015. Insomma, per Joe stomaco-duro, morti e distruzioni sono un fatto normale.
COMITATO NOBEL PACE.
L'ONG Center for Civil Liberties (Ucraina) ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace insieme ai difensori dei
diritti umani russi e bielorussi. Qual è il segreto del suo successo? Insistere sul fatto che la guerra è
necessaria e che non sono possibili negoziati. Il Comitato per il Nobel (Norvegia) ha assegnato ancora una
volta un premio per la pace che viola la volontà di Alfred Nobel e lo scopo per cui il premio è stato creato,
selezionando destinatari che palesemente non sono “la persona che ha fatto di più o meglio per
promuovere la fratellanza tra le nazioni, l’abolizione o la riduzione degli eserciti permanenti e l’istituzione e
la promozione di congressi di pace". Dal 1901, non è la prima volta che viene sputtanato questo premio.
Ricordiamo: 1906, Theodore Roosevelt. 1919, Woodrow Wilson. 1978, Menachem Begin. 1990, Michail
Gorbaciov. 1991, Aung San Suu Kyi. 2009, Barack Obama. NON ha ricevuto il premio Nobel per la Pace
Mahatma Gandhi. Il paese pacifista più premiato sono gli Stati Uniti (23 volte), Seguono Regno Unito (12),
Francia (10), Nazioni Unite (9)….. Italia (0). 105 persone sono state insignite, tra cui solo 16 donne. Per 19
anni non è stato assegnato.
RENZI Matteo
Assassino dell’Ambiente e della Pace. E’ accomunato con Matteo Salvini dalla pervicace lotta contro ogni
prospettiva di Pace e di rispetto dell’Ambiente. Renzi, pure “senza portafoglio”, continua sostenere la
distruzione dello Stato sociale iniziato con le micidiali picconate del suo governo; con l’avallo delle grandi
opere inutili che affamano la nazione e arricchiscono pochi vampiri; con il cerchiobbotismo riguardo il
conflitto in Ucraina avvalora (come d’abitudine, vedi la rivendicazione di aver fatto il bene dell’Italia
procurando la caduta di Conte pro Draghi) che ora sia in attesa del momento adeguato a saltare sul carro
del vincitore, almeno per le esternazioni che io conosco. La sinergia dei due con l’operazione di distruzione
dello Stato sociale è curiosa, dal momento che l’aiuto concreto contro la povertà estrema messo in atto
quando Salvini governava con Conte e poi Draghi, viene ora picconata come ogni altra forma di aiuto alle
persone maggiormente in difficoltà sia economiche sia sociali.
DRAGHI Mario
Allo scoppio del conflitto in Ucraina, pur ricoprendo un ruolo internazionale che poteva favorire un cessate
il fuoco, un allentamento delle tensioni tra blocchi contrapposti, favorire azioni diplomatiche alla ricerca
della pace, faceva esattamente l'opposto, inasprendo il conflitto con dichiarazioni quanto meno folli, a
tutto vantaggio delle multinazionali delle armi, nel solco ormai consolidato di uno zerbinismo atlantico
senza alcuna dignità. Ue e Usa hanno chiesto agli Stati di rinunciare a parte delle loro difese e sovranità
militare, a favore di una realtà, l’Ucraina, che non è membro Ue o Nato, ebbene, il Governo si è arreso ad
per una guerra che con noi non c’entra niente, una guerra per questioni di carattere territoriale fra due
Paesi europei estranei sia alla Nato che all’Unione europea. Si è lasciato invischiare per poi puntare tutto
sulla prosecuzione di questa guerra.
CINGOLANI Roberto
Insieme al ministro Speranza, Roberto Cingolani è stato il ministro più deludente del governo Draghi. A
parte Beppe Grillo che l’aveva designato uomo della conversione ecologica, anche i fan dei Migliori l’han
sempre considerato un disastro, figurarsi gli oppositori, cioè i Fratelli d’Italia. Poi, la prima nomina del
primo consiglio dei ministri del governo Meloni è stata proprio Cingolani “advisor per l’energia” e badante
per spupazzare ai vertici Ue Gilberto Pichetto Fratin, spaesato ministro forzista dell’Ambiente e della
Sicurezza Energetica. Un classico della peggior politica italiota: affidare la soluzione dei problemi a chi li ha
creati. Cingolani ha sbagliato di almeno un anno (2024 anziché 2025) i calcoli sull’autarchia dal gas russo.
Ha messo in conto rigassificatori fantasma. Ha pianificato l’inverno coi consigli della nonna anziché con seri
progetti di risparmi e razionamenti. Ha fallito in Ue sul price cap e ha pure fatto schizzare il prezzo del gas al
massimo storico girando 4 miliardi a Snam e Gse per comprarlo a qualsiasi cifra. Ha lasciato al palo le
rinnovabili, delirando di nucleare, fossili, trivelle, financo carbone. E ora consiglierà a Meloni come
continuare a sbagliare.
Come Draghi, d’altronde Cingolani è un tecnico: può dare “consigli” a qualsiasi governo, sia a sinistra che a
destra, perché in fondo la ricetta è unica: gassificatori, inceneritori, trivellazioni, uso di fossili, carbone,
nucleare e qualche pannello solare; insomma una spolverata di greenwashing. Invece transizione
ecologica/energetica e modello economico non possono essere disaccoppiati; i cambiamenti climatici sono
un fenomeno complesso che richiede una visione politica capace di cogliere le interconnessioni tra
ambiente, economia e benessere. Molto al di là di quella visione miope delle classi dirigenti (anche di
sinistra) che continuano a considerare lo sviluppo solo una funzione della crescita. A maggior ragione il
Governo Draghi.