About Rete Ambientalista Al
Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Buonasera. Da parte mia e del “Movimento di lotta per la salute Maccacaro”, un saluto e
un ringraziamento per l’invito al quale non posso partecipare di persona. Con Greenpeace
la preziosa collaborazione risale al lontano 1992, quando, con l’altrettanto giovane Ivan
Novelli, ora presidente di Greenpeace, organizzammo la scalata alle ciminiere del polo
chimico di Spinetta Marengo avviando quella lotta che portò alla messa al bando
mondiale dei CFC (clorofluorocarburi) responsabili del buco dell’ozono, evitando così
milioni di tumori della pelle e glaucomi.
Per questa serata sulla questione dei Pfas, che anch’io definii un altro amianto,
personalmente non posso che esprimere grande soddisfazione, se penso che la mia prima
denuncia degli scarichi Pfas è degli anni ’90, poi seguita da 20 esposti alla Procura, e se
penso che alla presente grande attualità dei Pfas ho contribuito per trenta anni quale -
credo- massimo divulgatore in Italia (a riguardo, si veda il nostro Sito). Però.
Pur in questa veste, però, non posso non ricordare che --almeno da mezzo secolo per
quanto mi riguarda-- nel mirino delle denunce di catastrofe sanitaria e ambientale di
Alessandria: ci stanno le emissioni acqua-suolo-aria, soprattutto aria, di sostanze tossiche
e cancerogene rispetto alle quali i Pfas rappresentano appena la punta dell’iceberg.
Mi ripeto. Il polo chimico di Spinetta Marengo è come un enorme iceberg alla deriva. Che
Solvay non ha affrontato neppure dopo la sentenza della Cassazione. Anzi, l’ha acutizzato
-con dolo- non riuscendo neppure a mettere sotto controllo i Pfas. I Pfas rappresentano,
da decenni, la “punta dell’iceberg” di tossici e cancerogeni emessi in suolo-acqua-aria:
una massa composta da cromo esavalente, arsenico, antimonio, nichel, selenio, DDT,
fluorurati, solfati, idrocarburi, metalli pesanti, solventi organici clorurati, cloroformio,
trielina, acido fluoridrico, acido cloridrico, ammoniaca, alcoli, anidride fosforica, iodurati,
idrossido di potassio, ossidi di azoto, ossidi zolfo, di zinco, polveri eccetera. Insomma una
ventina, misurati dall’Arpa, a tacere i composti.
Ebbene, faccio un appello. Sarebbe riduttivo, lo dico a Greenpeace e a tutti quanti qui
presenti che intendono partecipare come parti civili al prossimo processo-bis di
Alessandria, sarebbe riduttivo concentrare il dibattimento processuale sui Pfas:
ignorerebbe la recidiva della reiterazione dei reati storici, della mancata bonifica, cioè
ignorerebbe la sentenza della Cassazione, e farebbe il gioco di Solvay, che peraltro
cercherà di spostare il processo fuori da Alessandria guadagnando il tempo che le serve
fino al 2026 (ha già cominciato ricusando il GUP Andrea Perelli).
Non solo, aggiungo, e sottolineo, che non basta il penale, bisogna aprire in sede civile
cause risarcitorie per le Vittime, gli ammalati e i morti evidenziati da ben nove indagini
epidemiologiche. Come invitò a fare il Procuratore generale della Cassazione.
Infine, mi ripeto e sottolineo: la questione Pfas a Spinetta, questa punta dell’iceberg,
sarà irrisolta (irrisolta perché sindaco e Regione giocano per conto di Solvay) sarà irrisolta
se non ci sarà una legge di messa al bando di produzione e utilizzo dei Pfas, finchè il
disegno di legge da noi ispirato giace sepolto in Parlamento.
Ci sarà un’altra occasione di districarci in questi tre nodi, per ora vi ringrazio e buona
serata.
un ringraziamento per l’invito al quale non posso partecipare di persona. Con Greenpeace
la preziosa collaborazione risale al lontano 1992, quando, con l’altrettanto giovane Ivan
Novelli, ora presidente di Greenpeace, organizzammo la scalata alle ciminiere del polo
chimico di Spinetta Marengo avviando quella lotta che portò alla messa al bando
mondiale dei CFC (clorofluorocarburi) responsabili del buco dell’ozono, evitando così
milioni di tumori della pelle e glaucomi.
Per questa serata sulla questione dei Pfas, che anch’io definii un altro amianto,
personalmente non posso che esprimere grande soddisfazione, se penso che la mia prima
denuncia degli scarichi Pfas è degli anni ’90, poi seguita da 20 esposti alla Procura, e se
penso che alla presente grande attualità dei Pfas ho contribuito per trenta anni quale -
credo- massimo divulgatore in Italia (a riguardo, si veda il nostro Sito). Però.
Pur in questa veste, però, non posso non ricordare che --almeno da mezzo secolo per
quanto mi riguarda-- nel mirino delle denunce di catastrofe sanitaria e ambientale di
Alessandria: ci stanno le emissioni acqua-suolo-aria, soprattutto aria, di sostanze tossiche
e cancerogene rispetto alle quali i Pfas rappresentano appena la punta dell’iceberg.
Mi ripeto. Il polo chimico di Spinetta Marengo è come un enorme iceberg alla deriva. Che
Solvay non ha affrontato neppure dopo la sentenza della Cassazione. Anzi, l’ha acutizzato
-con dolo- non riuscendo neppure a mettere sotto controllo i Pfas. I Pfas rappresentano,
da decenni, la “punta dell’iceberg” di tossici e cancerogeni emessi in suolo-acqua-aria:
una massa composta da cromo esavalente, arsenico, antimonio, nichel, selenio, DDT,
fluorurati, solfati, idrocarburi, metalli pesanti, solventi organici clorurati, cloroformio,
trielina, acido fluoridrico, acido cloridrico, ammoniaca, alcoli, anidride fosforica, iodurati,
idrossido di potassio, ossidi di azoto, ossidi zolfo, di zinco, polveri eccetera. Insomma una
ventina, misurati dall’Arpa, a tacere i composti.
Ebbene, faccio un appello. Sarebbe riduttivo, lo dico a Greenpeace e a tutti quanti qui
presenti che intendono partecipare come parti civili al prossimo processo-bis di
Alessandria, sarebbe riduttivo concentrare il dibattimento processuale sui Pfas:
ignorerebbe la recidiva della reiterazione dei reati storici, della mancata bonifica, cioè
ignorerebbe la sentenza della Cassazione, e farebbe il gioco di Solvay, che peraltro
cercherà di spostare il processo fuori da Alessandria guadagnando il tempo che le serve
fino al 2026 (ha già cominciato ricusando il GUP Andrea Perelli).
Non solo, aggiungo, e sottolineo, che non basta il penale, bisogna aprire in sede civile
cause risarcitorie per le Vittime, gli ammalati e i morti evidenziati da ben nove indagini
epidemiologiche. Come invitò a fare il Procuratore generale della Cassazione.
Infine, mi ripeto e sottolineo: la questione Pfas a Spinetta, questa punta dell’iceberg,
sarà irrisolta (irrisolta perché sindaco e Regione giocano per conto di Solvay) sarà irrisolta
se non ci sarà una legge di messa al bando di produzione e utilizzo dei Pfas, finchè il
disegno di legge da noi ispirato giace sepolto in Parlamento.
Ci sarà un’altra occasione di districarci in questi tre nodi, per ora vi ringrazio e buona
serata.