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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Gli Stati Uniti hanno deciso di accorciare i tempi del dispiegamento delle nuove bombe
nucleari tattiche B61-12 potenziate in Europa sostituendo le B61 più “vetuste”. Dunque
anche in Italia ed in particolare nelle basi militari di Ghedi (Brescia) ed Aviano
(Pordenone). Le nuove bombe dovrebbero essere consegnate alle basi NATO in Europa
entro dicembre e non più nella primavera del 2023 come precedentemente previsto. A
segnalarlo è il giornale statunitense Politico, citando un cablogramma diplomatico
statunitense che rivela quanto riferito da funzionari statunitensi agli alleati della NATO
durante una riunione a porte chiuse svoltasi a Bruxelles nei giorni scorsi.
La mossa, prevede la sostituzione delle armi nucleari più vecchie con la versione più
recente nelle varie' basi militari Usa e Nato in Europa per un potenziale utilizzo da parte di
bombardieri e aerei da combattimento statunitensi e alleati.
Inutile dire che la decisione Usa arriva in una situazione di crescenti tensioni con la
Russia, con l’evocazione dell’utilizzo delle armi nucleari in Ucraina e l’affermazione di una
linea nella Nato secondo cui va fatto di più per dissuadere Mosca dall’attraversare quella
linea.
Anticipare la data di sostituzione delle bombe nucleari nelle basi in Europa, è stata una
sorpresa per molti osservatori, i quali temono che possa alimentare ulteriormente una
situazione già pericolosa in Europa. L’annuncio dato all’incontro di Bruxelles è arrivato
pochi giorni prima che la NATO iniziasse la sua esercitazione nucleare annuale, nota
come Steadfast Noon che ha incluso circa 70 velivoli militari.
In Italia ci sono due basi militari italiane dove sono collocati ordigni nucleari
americani: Ghedi (Bs) e Aviano (Pn). Nella prima (Ghedi) la regola di ingaggio è quella del
“Nato nuclear sharing group” dove il paese ospitante mette a disposizione il vettore. In
pratica alcuni velivoli della nostra Aeronautica, oggi i Tornado e a breve gli F35, sono
dotati di bombe di questo genere. Una prima stima parla di 60 ordigni nucleari presenti in
Italia ma secondo altre fonti ne risultano circa un centinaio.
Nella seconda base (Aviano) ci sono le bombe nucleri B-61, vale a dire bombe nucleari di
fabbricazione americana per l’impiego tattico e strategico da caccia e bombardieri.
A Ghedi dunque ci sono dispositivi nucleari americani pronti a essere aviotrasportati dalla
nostra Aeronautica Militare. Ad Aviano ci sono invece aerei Usa attrezzati per il trasporto e
il lancio di ordigni di questo genere. Aviano è la base militare dove gli statunitensi si
muovono in piena autonomia mentre a Ghedi ci sono regole militari condivise tra i Paesi
Alleati.
In Europa sono schierate le varianti tattiche Mod.3 e Mod.4, con un potenziale regolabile
fino ai 45-60 Kt. Le B-61 sono bombe nucleari di fabbricazione americana per l’impiego
tattico e strategico da caccia e bombardieri.
In realtà, come spiegano i giuristi di Ialana, la sostituzione delle vecchie bombe nucleari
con quelle nuove richiederebbe l’autorizzazione del Parlamento, ma non ci sembra che
siano venute – nè dal governo nè dalle opposizioni – avvisaglie in tal senso.
(da un articolo di Federico Ruocco su Contropiano)
nucleari tattiche B61-12 potenziate in Europa sostituendo le B61 più “vetuste”. Dunque
anche in Italia ed in particolare nelle basi militari di Ghedi (Brescia) ed Aviano
(Pordenone). Le nuove bombe dovrebbero essere consegnate alle basi NATO in Europa
entro dicembre e non più nella primavera del 2023 come precedentemente previsto. A
segnalarlo è il giornale statunitense Politico, citando un cablogramma diplomatico
statunitense che rivela quanto riferito da funzionari statunitensi agli alleati della NATO
durante una riunione a porte chiuse svoltasi a Bruxelles nei giorni scorsi.
La mossa, prevede la sostituzione delle armi nucleari più vecchie con la versione più
recente nelle varie' basi militari Usa e Nato in Europa per un potenziale utilizzo da parte di
bombardieri e aerei da combattimento statunitensi e alleati.
Inutile dire che la decisione Usa arriva in una situazione di crescenti tensioni con la
Russia, con l’evocazione dell’utilizzo delle armi nucleari in Ucraina e l’affermazione di una
linea nella Nato secondo cui va fatto di più per dissuadere Mosca dall’attraversare quella
linea.
Anticipare la data di sostituzione delle bombe nucleari nelle basi in Europa, è stata una
sorpresa per molti osservatori, i quali temono che possa alimentare ulteriormente una
situazione già pericolosa in Europa. L’annuncio dato all’incontro di Bruxelles è arrivato
pochi giorni prima che la NATO iniziasse la sua esercitazione nucleare annuale, nota
come Steadfast Noon che ha incluso circa 70 velivoli militari.
In Italia ci sono due basi militari italiane dove sono collocati ordigni nucleari
americani: Ghedi (Bs) e Aviano (Pn). Nella prima (Ghedi) la regola di ingaggio è quella del
“Nato nuclear sharing group” dove il paese ospitante mette a disposizione il vettore. In
pratica alcuni velivoli della nostra Aeronautica, oggi i Tornado e a breve gli F35, sono
dotati di bombe di questo genere. Una prima stima parla di 60 ordigni nucleari presenti in
Italia ma secondo altre fonti ne risultano circa un centinaio.
Nella seconda base (Aviano) ci sono le bombe nucleri B-61, vale a dire bombe nucleari di
fabbricazione americana per l’impiego tattico e strategico da caccia e bombardieri.
A Ghedi dunque ci sono dispositivi nucleari americani pronti a essere aviotrasportati dalla
nostra Aeronautica Militare. Ad Aviano ci sono invece aerei Usa attrezzati per il trasporto e
il lancio di ordigni di questo genere. Aviano è la base militare dove gli statunitensi si
muovono in piena autonomia mentre a Ghedi ci sono regole militari condivise tra i Paesi
Alleati.
In Europa sono schierate le varianti tattiche Mod.3 e Mod.4, con un potenziale regolabile
fino ai 45-60 Kt. Le B-61 sono bombe nucleari di fabbricazione americana per l’impiego
tattico e strategico da caccia e bombardieri.
In realtà, come spiegano i giuristi di Ialana, la sostituzione delle vecchie bombe nucleari
con quelle nuove richiederebbe l’autorizzazione del Parlamento, ma non ci sembra che
siano venute – nè dal governo nè dalle opposizioni – avvisaglie in tal senso.
(da un articolo di Federico Ruocco su Contropiano)