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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Ho partecipato stamattina ai funerali delle vittime del rogo nella Casa per
Coniugi di Milano. Il Duomo era in gran parte vuoto, oltre ai parenti erano
pochi i presenti, anche tra le autorità i numeri erano scarsi, se si considera
che in Lombardia vi sono ottanta consiglieri regionali e a Milano
cinquanta consiglieri comunali che si sono fronteggiati ferocemente in
Consiglio polemizzando su quanto accaduto , ma molti dei quali non
hanno sentito il bisogno di rendere l’ultimo saluto alle vittime.
Personalmente sono rimasto deluso dalle parole dell’arcivescovo Delpini,
è vero che rivolgendosi a chi ci ha lasciato ha voluto ricordare che “Tu non
sei una solitudine desolata che è destinata a svanire senza che alcuno ne
senta la mancanza ….” ma non una parola sul fatto che hanno trovato la
morte proprio lì dove erano andati per essere assistiti, non un accenno e
un incoraggiamento perché la giustizia umana faccia fino in fondo il suo
corso.
In città non tutti gli edifici pubblici avevano la bandiera a mezz’asta come
prevede la dichiarazione di lutto cittadino e come avvenuto in un’altra
recente occasione.
L’impressione è che su questa tragedia e le responsabilità che si porta
dietro ci sia una grande attenzione a non lasciare troppo accesi i riflettori.
Come spesso accade, nei prossimi mesi e nelle prossime settimane
toccherà ai cittadini e alle associazioni, che difendono il diritto universale
alla cura, il compito di tenere vivo il ricordo e di chiedere, ancora una
volta, verità e giustizia.
Vittorio Agnoletto
Coniugi di Milano. Il Duomo era in gran parte vuoto, oltre ai parenti erano
pochi i presenti, anche tra le autorità i numeri erano scarsi, se si considera
che in Lombardia vi sono ottanta consiglieri regionali e a Milano
cinquanta consiglieri comunali che si sono fronteggiati ferocemente in
Consiglio polemizzando su quanto accaduto , ma molti dei quali non
hanno sentito il bisogno di rendere l’ultimo saluto alle vittime.
Personalmente sono rimasto deluso dalle parole dell’arcivescovo Delpini,
è vero che rivolgendosi a chi ci ha lasciato ha voluto ricordare che “Tu non
sei una solitudine desolata che è destinata a svanire senza che alcuno ne
senta la mancanza ….” ma non una parola sul fatto che hanno trovato la
morte proprio lì dove erano andati per essere assistiti, non un accenno e
un incoraggiamento perché la giustizia umana faccia fino in fondo il suo
corso.
In città non tutti gli edifici pubblici avevano la bandiera a mezz’asta come
prevede la dichiarazione di lutto cittadino e come avvenuto in un’altra
recente occasione.
L’impressione è che su questa tragedia e le responsabilità che si porta
dietro ci sia una grande attenzione a non lasciare troppo accesi i riflettori.
Come spesso accade, nei prossimi mesi e nelle prossime settimane
toccherà ai cittadini e alle associazioni, che difendono il diritto universale
alla cura, il compito di tenere vivo il ricordo e di chiedere, ancora una
volta, verità e giustizia.
Vittorio Agnoletto