TPNW VIGORE (integrato)

TPNW VIGORE (integrato), updated 2/3/24, 2:35 PM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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Il trattato contro le armi nucleari compie tre anni, ma
l’Italia non lo vuole ratificare
di Laura Tussi
Il terzo anniversario del TPAN, il Trattato per la
proibizione delle armi nucleari, è una ricorrenza lieta da
festeggiare, ma non in Italia. Il nostro paese infatti non l'ha
mai ratificato e conferma il suo ruolo di subalterno rispetto
alle potenze militari globali. Fa il punto della situazione la
nostra Laura Tussi, in collaborazione con Sandro Ciani,
esponente ICAN di ritorno dalla seconda conferenza degli
stati parte del TPNW a New York.
Il TPAN compie tre anni!
Una ricorrenza molto importante.

Il 22 gennaio 2024 ricorre il terzo anniversario della entrata
in vigore del TPAN - Trattato per la proibizione delle armi
nucleari adottato nel 2017 in una Conferenza ONU a New
York anche grazie alla pressione dal basso di una rete
internazionale comprendente oltre 500 organizzazioni
pacifiste, insignita per questo contributo di un Premio
Nobel per la pace.

La storia del trattato contro le armi nucleari.

Lo straordinario lavoro della “Società Civile”, che si
riconosce sotto ICAN come una coalizione globale di
organizzazioni non governative (Ong), ha consentito non
solo la nascita di tale trattato nel 2017, ma anche la sua
entrata in vigore il 22 gennaio del 2021.

Le ratifiche del Trattato Onu TPNW per l'abolizione
delle armi nucleari.
Le ratifiche espresse dai vari paesi sono al momento pari a
69, anche se si attendono con fiducia ulteriori ratifiche.
Questo processo di allargamento ci avvicina sempre di più
verso l’universalizzazione giuridica del trattato, prevista
nell’articolo 12, con l’obiettivo di giungere ad una effettiva
eliminazione delle armi nucleari nel mondo.
L'effetto di stigmatizzazione della cosiddetta deterrenza
nucleare.
Da subito il Trattato, valido solo per chi lo ratifica, produce
un effetto culturale e politico globale di "stigmatizzazione"
della deterrenza nucleare minandone la legittimità.

"Il Trattato produce un effetto culturale e politico globale
di “stigmatizzazione” della deterrenza nucleare minandone
la legittimità"

Basta ricordare come il tema della sicurezza legato alla
deterrenza
viene
disinvoltamente
utilizzato
come
giustificazione ideologica per minacciare il nemico,
imporre la propria visione geopolitica e/o il proprio
modello economico, dimenticandosi degli inaccettabili
rischi alla quale viene sottoposta l’intera umanità!
In tal senso essa si lega alla corsa agli armamenti iniziata
nel secondo dopoguerra, e ne costituisce l’impalcatura
concettuale e la giustificazione ideologica.
Rischio nucleare: la parola d'ordine è prevenire.
Le attuali guerre in corso aumentano esponenzialmente i
rischi legati ad una eventuale guerra nucleare per errore,
sabotaggio o peggio per volontà di una delle parti:
vorremmo insistere sul fatto che si tratta di fermare non
solo le guerre presenti, ma anche quelle future; infatti,
le guerre sono generalmente precedute da un periodo più o
meno lungo dalla loro preparazione. Le circa 70 guerre
attualmente in corso (incluse quelle in Ucraina ed in
Palestina) avrebbero potuto essere in tal modo evitate.
La parola chiave è quindi “prevenire”.
Per approfondimenti su tale tematica, viene condiviso il
seguente link:
https://www.pressenza.com/it/2023/12/la-questione-
delleffettiva-eliminazione-delle-armi-nucleari/
L'esempio ineguagliabile di disobbedienza agli ordini di
Stanislav Petrov.
Ci preme ricordare una figura simbolo del possibile disastro
nucleare mondiale scongiurato nel Settembre del 1983 da
Stanislav Petrov, un uomo che ha avuto il coraggio di non
rispondere ad un presunto attacco nucleare con 5 testate
nucleari da parte degli USA verso i territori dell’URSS,
rivelato da un errato allarme atomico da parte dei sistemi
satellitari di allora, salvando così tutti noi dalla catastrofe
conseguente:
https://www.disarmo.org/ican/a/42117.html
L'immobilismo italiano: una grave battuta d'arresto.
Disarmisti esigenti e Mondo senza guerre e senza violenza,
come associazioni membri di ICAN, sono impegnate,
insieme ad altre associazioni Italiane, da decenni nella
campagna per la denuclearizzazione del nostro Paese e per
la ratifica del TPAN stesso; nonostante nel 2017 centinaia
di parlamentari italiani sottoscrissero il "Parliamentary
Pledge" della Campagna ICAN in favore del trattato, ad
oggi si continua a registrare il rifiuto del Parlamento ad
iniziare un dibattito pubblico che porti alla sua firma e
ratifica, coinvolgendo anche la società civile nonché il
corpo elettorale, la cui maggioranza si esprime a favore del
trattato.
Ad oggi si continua a registrare il rifiuto del Parlamento
a iniziare un dibattito pubblico che porti alla firma e
ratifica del trattato.
Quindi siamo ancora qui a denunciare
la
realtà
imbarazzante e amara della nostra classe politica che dagli
anni 1980 in poi si è trasformata progressivamente in una
oligarchia partitocratica atta ad occupare oltre agli spazi
della politica istituzionale anche quelli della politica
sociale, ossia delegando al cittadino solo la possibilità di
votare tramite leggi elettorali alcune delle quali la consulta
ha successivamente dichiarato incostituzionali (come il
Porcellum e l’Italicum).
Sono ricordi lontani i dinieghi di alcune figure politiche
italiane di rilievo degli anni 1970 che non permisero
all’allora Presidente Kissinger di utilizzare le basi NATO in
Italia per la guerra del Kippur.
Sta salendo il livello d’allarme per la militarizzazione
del territorio italiano.
L'ombra della NATO oggi imperversa e impedisce che
l'Italia assuma una posizione autonoma, come una sorta di
muro a fronte di alcuni parlamentari e della maggioranza
del nostro Paese.
I
firmatari che dichiararono le
preoccupazioni espresse nel Preambolo del Trattato circa le
catastrofiche conseguenze umanitarie che risulterebbero da
un qualsiasi uso di armi nucleari.
L'immobilismo italiano non ci rende orgogliosi del
nostro Paese.
Tale immobilismo della nostra politica internazionale non
ci rende “orgogliosi” del nostro Paese, anzi rappresenta una
scandalosa vergogna, per cui ci rivolgiamo in questo terzo
anniversario a tutto il popolo italiano affinché si renda
conto del danno rappresentato dalla presenza di bombe
nucleari in varie località del nostro paese, senza che gli
eventuali piani di evacuazione, legati da eventuali incidenti
nucleari, siano stati implementati e/o resi pubblici.
La nascita del TPAN/TPNW e la sua entrata in vigore
dimostrano come la società civile può ottenere risultati
straordinari.
ICAN ha previsto
lo strumento dell’appello alle
città: https://cities.icanw.org
Tale appello può essere raccolto da tutti gli enti nazionali
locali, inclusi i governi delle regioni: la nascita del TPNW e
della sua entrata in vigore dimostra come la società civile
può ottenere risultati straordinari. Quindi chi si sente
minacciato da tali armi, contatti gli enti locali di sua
appartenenza affinché aderiscano all’appello.
Il nostro Bel Paese dovrebbe ritrovare la sua storica
ispirazione e vocazione di pace.
L’Italia, insieme all’Europa, deve tornare protagonista dei
processi di pace nel Mediterraneo abbracciando la
“neutralità” come assetto geopolitico tra le parti in
conflitto: proprio l’Italia potrebbe assumere un ruolo di
primo piano ritrovando la sua naturale e storica vocazione
alla pace ed al rispetto dei diritti umani dando vita ad un
nuovo umanesimo di carattere universale, proprio come
accadde in una certa misura tra il 1400 ed il 1500 con
l’Umanesimo prima ed il Rinascimento poi.
Nel mondo esistono esempi virtuosi, come il Sud Africa,
al quale l’Italia potrebbe ispirarsi.
In tal senso esistono nel mondo esempi virtuosi, come il
Sud Africa, al quale l’Italia potrebbe ispirarsi: infatti, una
volta superato l’oblio dell’Apartheid, grazie a Nelson
Mandela, ha avuto il coraggio di uscire dal suo programma
legato alle armi nucleari battendosi oggi strenuamente per
l´implementazione del TPNW sia nel continente Africano
che nel resto del pianeta terra.