About Rete Ambientalista Al
Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
DOVREBBERO SPIEGARCI, SENZA
RETICENZE E/O TRAVISAMENTI, COME
INTENDONO PROCEDERE
La Seconda Commissione del Consiglio regionale del Piemonte - quella che, tra le altre
cose, si occupa delle opere pubbliche - ha svolto, lo scorso mercoledì ventotto giugno, un
sopralluogo ai cantieri del Terzo Valico ferroviario dei Giovi; è bene ricordare cosa sia
questa ferrovia in costruzione: si tratta di una nuova linea (lunga cinquantatre chilometri, di
cui trentanove scorrono in galleria) che, quando e se sarà mai pronta, collegherà il
quartiere polceversasco genovese di Fegino con la frazione di Rivalta Scrivia del Comune
di Tortona.
Il motivo principale per il quale le autorità hanno deciso di distruggere il territorio, e
l'ecosistema, di quattro valli - Polcevera, Verde, Scrivia e Lemme - mettendo anche a serio
rischio la salute pubblica a causa della presenza di rocce amiantifere all'interno delle
montagne che occorre forare per dar vita al nuovo tracciato, è che qui ha sede un
importante polo logistico del gruppo Gavio, e questo ha bisogno che, le merci che arrivano
al porto di Genova, vengano movimentate il più rapidamente possibile, per le proprie
esigenze aziendali.
Questo tanto per ricordare i dati salienti riguardanti l'infrastruttura in questione e la sua
presunta utilità, che pubblica non è visto che serve esclusivamente gli interessi di
un'azienda privata; troviamo davvero incredibile che ci sia ancora chi, come il sedicente
democratico Domenico Ravetti, sostiene la strategicità di un'opera che, a suo dire, porterà
l'Alta Velocità ad «avere almeno una fermata nel territorio della Provincia di Alessandria»:
ci sorge il dubbio che il tizio in questione non conosca affatto il territorio, visto che la
stazione di arrivo si trova in aperta campagna.
Anche volendo sorvolare sul fatto che non si capisce davvero quale utillità avrebbe una
tratta veloce che finisse lontano da un centro cittadino - il che costringerebbe, chi ne
volesse usufruire, ad un lungo e lento viaggio di avvicinamento alla località con mezzi di
altro genere - non può sfuggire il fatto che al momento, e sinché non sarà completata la
tratta che dovrebbe raggiungere Milano e per la quale non esistono ancora i progetti per il
proseguimento da Rivalta Scrivia al capoluogo meneghino, si tratterà di una ferrovia ad
alta capacità, ossia destinata esclusivamente al trasporto delle merci.
Riteniamo che sarebbe utile che qualcuno di quei "signori" che appoggiano l'idea
dell'imprescindibilità dell'opera spiegasse chiaramente, senza omettere alcunché e senza
travisare i dati oggettivi, ai cittadini lo stato dell'arte della tratta e le sue vere prospettive:
questo soprattutto alla luce del fatto che da un anno la talpa che dovrebbe scavare il
tunnel a Radimero - una località del Comune alessandrino di Arquata Scrivia - è ferma (ed
è stata persino smontata) per problemi legati alla qualità delle rocce da scavare, e non si
conosce se e quando potrà riprendere la sua opera devastatrice.
RETICENZE E/O TRAVISAMENTI, COME
INTENDONO PROCEDERE
La Seconda Commissione del Consiglio regionale del Piemonte - quella che, tra le altre
cose, si occupa delle opere pubbliche - ha svolto, lo scorso mercoledì ventotto giugno, un
sopralluogo ai cantieri del Terzo Valico ferroviario dei Giovi; è bene ricordare cosa sia
questa ferrovia in costruzione: si tratta di una nuova linea (lunga cinquantatre chilometri, di
cui trentanove scorrono in galleria) che, quando e se sarà mai pronta, collegherà il
quartiere polceversasco genovese di Fegino con la frazione di Rivalta Scrivia del Comune
di Tortona.
Il motivo principale per il quale le autorità hanno deciso di distruggere il territorio, e
l'ecosistema, di quattro valli - Polcevera, Verde, Scrivia e Lemme - mettendo anche a serio
rischio la salute pubblica a causa della presenza di rocce amiantifere all'interno delle
montagne che occorre forare per dar vita al nuovo tracciato, è che qui ha sede un
importante polo logistico del gruppo Gavio, e questo ha bisogno che, le merci che arrivano
al porto di Genova, vengano movimentate il più rapidamente possibile, per le proprie
esigenze aziendali.
Questo tanto per ricordare i dati salienti riguardanti l'infrastruttura in questione e la sua
presunta utilità, che pubblica non è visto che serve esclusivamente gli interessi di
un'azienda privata; troviamo davvero incredibile che ci sia ancora chi, come il sedicente
democratico Domenico Ravetti, sostiene la strategicità di un'opera che, a suo dire, porterà
l'Alta Velocità ad «avere almeno una fermata nel territorio della Provincia di Alessandria»:
ci sorge il dubbio che il tizio in questione non conosca affatto il territorio, visto che la
stazione di arrivo si trova in aperta campagna.
Anche volendo sorvolare sul fatto che non si capisce davvero quale utillità avrebbe una
tratta veloce che finisse lontano da un centro cittadino - il che costringerebbe, chi ne
volesse usufruire, ad un lungo e lento viaggio di avvicinamento alla località con mezzi di
altro genere - non può sfuggire il fatto che al momento, e sinché non sarà completata la
tratta che dovrebbe raggiungere Milano e per la quale non esistono ancora i progetti per il
proseguimento da Rivalta Scrivia al capoluogo meneghino, si tratterà di una ferrovia ad
alta capacità, ossia destinata esclusivamente al trasporto delle merci.
Riteniamo che sarebbe utile che qualcuno di quei "signori" che appoggiano l'idea
dell'imprescindibilità dell'opera spiegasse chiaramente, senza omettere alcunché e senza
travisare i dati oggettivi, ai cittadini lo stato dell'arte della tratta e le sue vere prospettive:
questo soprattutto alla luce del fatto che da un anno la talpa che dovrebbe scavare il
tunnel a Radimero - una località del Comune alessandrino di Arquata Scrivia - è ferma (ed
è stata persino smontata) per problemi legati alla qualità delle rocce da scavare, e non si
conosce se e quando potrà riprendere la sua opera devastatrice.