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I FIUMI IN SECCA AVVELENATI DAGLI SCARICHI INDUSTRIALI
Luca Mercalli ha descritto ed elencato le cause e le pesanti conseguenze della secca
dei fiumi della pianura padana e del Po loro collettore principale (1). Aggiunge che le
previsioni, ancorché basate su modelli di simulazione che matematizzano fenomeni
estremamente complicati, indicano che l’assenza di piogge si protrarrà per tutta
l’estate e che quindi i fiumi rimarranno in secca per lungo tempo con le conseguenze
che ne derivano, la principale delle quali è il razionamento sia per il consumo umano
che per l’irrigazione delle colture agricole.
Ma la secca dei fiumi è causa di un ulteriore danno ambientale di pari gravità:
l’aumento delle concentrazioni delle sostanze chimiche molte delle quali tossiche e
dannose scaricate nei corsi d’acqua dalle industrie. Un esempio di tale fenomeno è
rappresentato dallo scarico dei reflui del Polo Chimico Solvay di Spinetta Marengo
nel fiume Bormida, affluente del Tanaro che a sua volta confluisce nel Po. Da molto
tempo mi occupo del problema dell’inquinamento causato dalla Solvay e ne denuncio
la gravità in coalizione con Lino Balza attivista precursore di tali denunce, con le
principali Associazioni Ambientaliste (Movimento di lotta per la salute Maccacaro,
Legambiente, Greenpeace, WWF, Medicina Democratica) e col comitato Stop
Solvay. I report giornalieri di ARPA Piemonte forniscono le portate dei fiumi e
principali corsi d’acqua del Piemonte. Al 17/18 giugno 2022 la portata media del
Bormida a valle dell’affluenza del torrente Orba era di 0,2 m3/s, quella del Tanaro a
Montecastello di 10,4 m3/s ed infine quella del Po a Isola Sant’Antonio di 60,3 m3/s.
Assumendo come input i citati dati di portata tratti dal sito ARPA Piemonte e la
documentazione ufficiale di enti Pubblici (2 , 3) si possono calcolare le
concentrazioni di inquinanti presenti nei corsi d’acqua a partire dal Bormida nel quale
Solvay scarica con portata costante H24 i reflui delle lavorazioni. Ci si è concentrati
sui PFAS i composti perfluoro- alchilici, persistenti, bioaccumulabili, interferenti
endocrini e tossici. Orbene basandosi sui dati che giornalmente ARPA Piemonte
pubblica on line (3) e tenendo conto delle concentrazioni massime che la Provincia
di Alessandria ha concesso a Solvay (4) la concentrazione di ADV + cC6O4 , i due
PFAS attualmente prodotti da Solvay è di 7480 nanogrammi/litro. Il limite massimo
nelle acque superficiali (5) e di 100 nanogrammi/litro per i PFAS attualmente
regolamentati. E’quindi questo il valore che- in assenza di regolamentazione per i
cosiddetti nuovi PFAS- si può assumere ragionevolmente quale limite, limite
superato attualmente di ben 75 volte nelle acque del Bormida! Ripetendo il calcolo
per il Tanaro e per il Po a Isola Sant’Antonio si ottiene rispettivamente una
concentrazione di 850 e 140 nanogrammi/litro. Il limite è superato di 8,5 volte nelle
acque del Tanaro e ancora di ben il 40% nelle acque del Po! Si tratta di vero e proprio
disastro ambientale per la vita vegetale ed animale dei fiumi e per le persone che
cercano refrigerio sulle sponde ombrose e fresche dei corsi d’acqua. Ma è da
segnalare un problema di pari o forse maggiore gravità: l’acqua prelevata dai fiumi e
impiegata per l’irrigazione delle colture sparge sui terreni di una area assai vasta
queste sostanze tossiche che è ormai parere unanime dei ricercatori indipendenti
essere causa di gravi patologie anche tumorali (cancro del rene e cancro testicolare).
E’auspicabile che la multinazionale Solvay per dovere etico, come primo ed urgente
provvedimento, riduca proporzionalmente alla portata del fiume i reflui scaricati in
Bormida e che comunque il Comune di Alessandria il cui Sindaco è responsabile
della Salute dei cittadini emetta una ordinanza in merito. Ma ripetiamo urgentemente
senza rimandare la decisione a una serie infinita di “Tavoli tecnici” come succede per
l’inquinamento da cloroformio causato sempre da Solvay nell’atmosfera di Spinetta
Marengo.
Claudio Lombardi
(Assessore Ambiente Comune di Alessandria 2012-2017 ed iscritto a Legambiente)