COS_20_07_23__Tutela Montefeltro_Valtiberina_Eolico

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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Comunicato stampa congiunto del 20 Luglio 2023


Italia Nostra sezioni Firenze e Valmarecchia, WWF sezioni di Rimini e Forlì-Cesena,
Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Regione Toscana, Associazione I Cammini di
Francesco in Toscana, Gruppo di Intervento Giuridico, Associazione Culturale D’la dè Foss
(Al di là del Fosso), Associazione Altura ed i Gruppi Crinali Bene Comune in Valmarecchia e
Appennino Sostenibile in Toscana, presentato istanza al Ministero dell’Ambiente e alla
Regione Toscana per impedire l’assalto scriteriato di pale eoliche in alta Valmarecchia e
Valtiberina


Siamo al limite dell’assurdo.
Sono ormai 9 i progetti di impianti eolici di taglia industriale presentati a catena, nell’arco di pochi
mesi, la cui localizzazione ricadrebbe nell’area di grande interesse paesaggistico ed ambientale
compresa fra alta Valtiberina e Valmarecchia (corrispondente allo storico Montefeltro).
Una situazione inaccettabile, sotto numerosi punti di vista.
In primis poiché si tratta di un attacco al territorio meramente speculativo, che porterebbe interessi
economici solo per pochissimi, ossia per le ditte proponenti e per alcuni proprietari terrieri nonché
per il Comune di Badia Tedalda, peraltro soltanto nel caso fossero effettivamente corrisposte delle
misure compensative, di fatto eventuali poiché previste da un accordo siglato dal comune stesso
con alcune ditte proponenti al di fuori della Conferenza dei Servizi.
Ma non solo si tratta di un attacco. Si tratta di un attacco letteralmente “selvaggio”, avanzato in
totale assenza di coordinamento e pianificazione nella gestione territoriale, tanto da arrivare alla
paradossale situazione di una sovrapposizione di progetti, con commistione di aerogeneratori
previsti da ditte diverse per la stessa area.
La selva degli aerogeneratori proposti sarebbe talmente fitta e scriteriata che i rotori delle pale,
durante il funzionamento, andrebbero in collisione!
Se questi impianti fossero autorizzati, a beneficio di questi pochissimi, il danno causato sarebbe
però dell’intera collettività, poiché riguarderebbe ciò che insistiamo nel definire “patrimonio
comune”, di tutti. Si assisterebbe alla trasformazione dell’intera area in un complesso industriale
eolico formato da 52 aerogeneratori di grandissima taglia con impatti enormi sull’ambiente e sulla
stabilità dei versanti, caratterizzati da innumerevoli dissesti e frane come evidenziato nel piano di
assetto idrogeologico - PAI del Bacino Conca Marecchia oggi facente parte del distretto idrografico
del Fiume Po.
Per questo eventuale beneficio di pochi, ci ritroviamo di fronte a un concreto rischio di disastro
ambientale, con previsione di sbancamenti dei crinali al fine della realizzazione di infrastrutture,
strade, trivellamenti profondi per reggere le imponenti torri d’acciaio, nell’incredibile obiettivo di
impiantarle, oltretutto, a ridosso di aree di dissesto, generando pericoli e minando la sicurezza
dell’intero territorio.
Tutta quest’area, per sua specificità idrogeologica, è soggetta a frane. Pochi mesi fa sono bastati
alcuni giorni di pioggia torrenziale perché si generassero danni ingenti e situazioni di allerta grave.
Come diventerebbe questo territorio dopo interventi così impattanti? È incredibile che lo si debba
ripetere, ribadire. Invece prevale la logica del soldo. L’abbattimento di ettari di bosco di altissimo
pregio necessario per installare queste enormi pale con il loro indotto, non solo è un insulto al buon
senso, ma è un totale controsenso rispetto agli obiettivi delle cosiddette fonti rinnovabili, che
dovrebbero consentire minori emissioni. Ma, se per realizzare queste opere occorre distruggere
ettari di bosco, che cosa significa questo, se non fingere di non sapere che gli alberi nel loro ciclo
vitale assorbono la stessa CO2 abbassando così la temperatura degli ecosistemi?
L’attacco selvaggio genererebbe inoltre un impatto paesaggistico enorme e le zone interessate,
con i comuni di Casteldelci, Pennabilli, Sant’Agata Feltria, San Leo, Urbino, Borgo Pace, La Verna,
San Sepolcro, Caprese Michelangelo, solo per citarne alcuni, vedrebbero stagliarsi all’orizzonte,
insieme alle pale, anche un irrefrenabile processo di impoverimento e difficoltà dell’economia
locale legata al turismo e alle attività socio-culturali che si stanno proponendo in questi ultimi anni
secondo modelli innovativi e virtuosi di ripopolamento e di valorizzazione del territorio e delle sue
risorse.
Di fronte all’illogico e inaccettabile, le maggiori associazioni ambientaliste e di tutela del Patrimonio
Culturale e dei Gruppi locali stanno cercando ascolto ai vertici.

L’Italia non può procedere in queste miope messa a repentaglio del suo patrimonio più prezioso.
Italia Nostra sezioni Firenze e Valmarecchia, WWF sezioni di Rimini e Forlì - Cesena, Mountain
Wilderness Italia, Club Alpino Regione Toscana, Associazione I Cammini di Francesco in Toscana,
Gruppo di Intervento Giuridico, Associazione Culturale D’la dè Foss (Al di là del Fosso),
Associazione Altura ed i Gruppi Crinali Bene Comune in Valmarecchia e Appennino Sostenibile in
Toscana, hanno pertanto presentato istanza al “Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza
Energetica” e alla Regione Toscana per impedire l’assalto scriteriato di pale che, in molti casi,
sarebbero addirittura collocate in violazione delle disposizioni previste dalle norme in vigore che
tutelano i beni culturali, il paesaggio e le aree naturali protette.

Non può esserci alcun futuro per un Paese che distrugge il proprio ambiente e la sua bellezza e
l’Italia, più di altri paesi al mondo, è stato un fervido esempio che ha fatto della propria bellezza e
dei suoi paesaggi un motore trainante per l’economia attraverso il turismo.
Vogliamo distruggere anche questo sotto il cappello di una falsa transizione ecologica?


APPENNINO SOSTENIBILE