About Rete Ambientalista Al
Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Ufficio stampa | Flavia Corsano 335-5344767 | ufficiostampa@italianostra.org
Sede Nazionale - Viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. +39.06.8537271 Fax. 039.0685350596
C.F. 80078410588 P.IVA 02121101006 - info@italianostra.org - www.italianostra.org
Comunicato stampa
Roma, 20 marzo 2023
Italia Nostra ha contrastato e continuerà a contrastare l’idea del “ponte”
La «grande opera delle opere italiane» – il ponte sullo Stretto di Messina – torna ancora una volta alla
ribalta nazionale. Si tratta di uno dei progetti mai realizzati dalla storia più lunga, addirittura secolare,
periodicamente richiamato come priorità dai governi delle più disparate coloriture politiche. Ma cosa
intendiamo per “ponte sullo Stretto di Messina”? La speciale infrastruttura comprende una serie di
progetti di ingegneria civile per la realizzazione di un ponte sospeso tra la Sicilia e la Calabria, con sede
stradale e ferroviaria, a campata unica. Il progetto complessivo prevede: 3.300 metri lunghezza della
campata centrale; 3.666 metri lunghezza complessiva con campate laterali; 60,4 metri larghezza
dell’impalcato; 399 metri altezza delle torri; 2 coppie di cavi per il sistema di sospensione; 5.320 metri
lunghezza complessiva dei cavi; 1,26 metri diametro dei cavi di sospensione; 44.323 fili d’acciaio per
ogni cavo di sospensione; 70/65 metri di altezza di canale navigabile centrale per il transito di grandi
navi; 533.000 metri cubi di volume dei blocchi d’ancoraggio. Questo quantomeno è ciò che ci risulta,
ovvero quanto previsto dalla concessionaria Stretto di Messina S.p.A. per la realizzazione del ponte.
Di certo non esiste al mondo un ponte di tali dimensioni, per di più da collocare in un luogo di
straordinaria bellezza e ricchezza naturalistica e paesaggistica, ma con notevolissime e ben note
criticità ambientali e sismiche (il terremoto del 1908 rase al suolo Messina e Reggio Calabria). Il ponte
più lungo al mondo, con analoghe caratteristiche strutturali e funzionali, è il ponte di Akashi Kaikyō in
Giappone, in esercizio dal 5 aprile 1998, con 1.991 metri di campata centrale. Dunque, non ci vuole
molto a comprendere che passare da 1.991 metri a 3.300 metri appare utopistico. È importante altresì
evidenziare che il progetto iniziale del ponte di Akashi Kaikyō prevedeva anche il traffico ferroviario
che, in una fase successiva, fu soppresso per criticità strutturali non risolte.
Italia, marzo 2023. L’attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti esulta per l’approvazione
«salvo intese», del Consiglio dei ministri, al decreto sul mitico ponte che collegherebbe Sicilia e
Calabria. Il decreto è denominato “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile
tra la Sicilia e il Continente”. Da quanto emerso al tavolo di lavoro entro la fine di marzo 2023 sarà
presentato un apposito decreto ad hoc per il Ponte sullo Stretto che disciplinerà il riavvio delle
procedure di progettazione e di realizzazione dell’opera. In seguito, entro fine aprile verrà nominato il
Consiglio di amministrazione della nuova società Stretto di Messina. Nel 2024 la posa della prima
pietra.
Per noi di Italia Nostra si tratta di un’opera assolutamente velleitaria e dannosa che è già costata un
miliardo di euro, tra studi, consulenze, ecc. Questo, quando invece sarebbe necessario e urgente
ammodernare le scadenti infrastrutture di Sicilia e Calabria e mettere in sicurezza territori
straordinariamente fragili dal punto di vista geologico e ad altissimo rischio sismico. Uno sperpero di
danaro pubblico che ora rischia di essere ulteriormente incrementato. Di certo le risorse spese,
sprecate si sarebbero potute investire a favore delle linee ferroviarie e per il potenziamento delle
infrastrutture per la mobilità sostenibile e del trasporto via nave. Se oggi si prende il treno da Trapani
a Ragusa o a Siracusa, si impiegano nove ore. Un viaggio avvilente determinato da frequenti
interruzioni causate da frane e smottamenti, ma soprattutto da linee ferroviarie assolutamente
inadeguate, quasi tutte a binario unico e molte tratte prive di elettrificazione. Per non parlare
Associazione Nazionale per la tutela del Patrimonio Storico, Artistico e Naturale della Nazione
Ufficio stampa | Flavia Corsano 335-5344767 | ufficiostampa@italianostra.org
Sede Nazionale - Viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. +39.06.8537271 Fax. 039.0685350596
C.F. 80078410588 P.IVA 02121101006 - info@italianostra.org - www.italianostra.org
dell’autostrada Siracusa-Gela, iniziata oltre sessanta anni fa e la cui realizzazione è ancora ferma nei
pressi di Modica, o dell'interruzione della dorsale ferroviaria Catania-Gela che, a causa del crollo del
ponte ferroviario Vituso-Carbone nel 2011, alle porte di Caltagirone è ancora oggi da ripristinare.
Insomma, il Meridione non ha bisogno di ulteriori, illusori miti. Ha bisogno di più treni, elettrificazione
e collegamenti più veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola. E magari, ha
bisogno che vengano attivate le Frecce nei collegamenti tra Palermo, Catania e Roma e potenziato il
trasporto via nave nello Stretto e rafforzati i collegamenti in treno da Reggio Calabria a Taranto e Bari.
Ha bisogno di programmazione e pianificazione. Ha bisogno di buona politica, di sana gestione dei
territori e di cura.
Ma, al di là degli annunci, al di là della propaganda politica di questi giorni, è utile fare un passo indietro.
«In ordine al tema dell’attraversamento stabile dello Stretto di Messina, per dar seguito all’impegno
del Governo, si dovrebbe procedere con la redazione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica
per le due opzioni evidenziate». Queste le parole, lo scorso 4 agosto 2021, dell’allora Ministro delle
Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, in audizione presso le Commissioni riunite
Ambiente e Trasporti della Camera. Insomma: il Governo Monti sembrava deciso a procedere verso un
“progetto di fattibilità” del ponte. «E’ utile sviluppare la prima fase del progetto di fattibilità limitando
il confronto ai due sistemi di attraversamento con ponte a campata unica e con ponte a più campate,
ma la valutazione dell’utilità andrà però definita al termine di un processo decisionale che prevede
inizialmente la redazione di un progetto di fattibilità tecnico-economica al fine di confrontare diverse
soluzione alternative», affermava Giovannini.
Dunque, secondo le previsioni del ministro Giovannini, la prima fase avrebbe dovuto concludersi entro
la primavera del 2022, quindi avviare un dibattito pubblico, pervenire a una scelta condivisa ed
evidenziare nella legge di bilancio 2023 le risorse. Il ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili
segnalava, infine, la disponibilità di un finanziamento di 50 milioni di euro, individuato con la legge di
bilancio 2021. Da queste considerazioni emerge il fatto che, malgrado la pervasiva retorica sul “ponte”,
malgrado le notevolissime risorse economico-finanziarie sprecate nel corso degli anni, non esiste un
progetto esecutivo credibile e affidabile del ponte sullo Stretto. Noi lo abbiamo sempre saputo.
Italia Nostra ha contrastato e continuerà a contrastare l’idea del “ponte”, augurandosi comunque che
da parte dell’attuale Governo ci sia una disponibilità al dialogo, a un ascolto autentico delle auspicabili,
sostenibili alternative.
Antonella Caroli
Presidente nazionale Italia Nostra
Leandro Janni
Presidente Italia Nostra Sicilia