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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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Spinetta Marengo 31 luglio 2024

LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI ALESSANDRINE AUTORIZZANO SOLVAY -
SYENSQO A RIPRENDERE LA PRODUZIONE DEL PERICOLOSO Cc6O4
Claudio Lombardi ( già assessore Ambiente Comune di Alessandria periodo 2013-2017)

È ben nota e scientificamente documentata la nocività delle sostanze tossiche denominate PFAS,
alcune delle quali cancerogene. In Italia sono prodotte e utilizzate in un solo sito: lo stabilimento
Solvay di Spinetta Marengo. ARPA Piemonte da alcuni anni documenta che reflui dei PFAS ivi
prodotti ed utilizzati attualmente ed in passato ne fuoriescono ed inquinano pesantemente la falda
acquifera, il suolo, il fiume Bormida e l’atmosfera di vasta area. Si tratta dei PFAS denominati
PFOA ( vietato su base mondiale e dismesso a Spinetta nel 2013 ) , ADV e cC6O4.
Solvay- che nel frattempo ha cambiato nome in Syensqo- ha denunciato agli enti pubblici ed a
ARPA che un grave incidente occorso il 31 marzo 2024 causò una incontrollata dispersione di
cC6O4 nella falda acquifera sottostante uno dei reparti di produzione del tecnopolimero denominato
Tecnoflon la cui produzione era stata per tale motivo sospesa Le perdite -misurate da ARPA l’11
aprile nel pozzo G adiacente all’impianto di produzione!
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– erano enormi: una concentrazione
di cC6O4 di 191.262μg/l contro i 0,5 μg/l ammessi
La Provincia di Alessandria provvedeva quasi immediatamente a diffidare SOLVAY a
“sospendere la produzione di cC6O4 in tutto lo Stabilimento” e imponeva che l’impianto
potesse essere riavviato solo dopo interventi tecnologici risolutori e approvazione certificata di
ARPA. SOLVAY nel frattempo ha dichiarato con documenti inviati agli enti pubblici e con
comunicato stampa
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che una super efficiente “barriera idraulica” impedisce al cC6O4 di fuoriuscire
all’esterno dell’area dello stabilimento.

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ARPA, Relazione di servizio ,G07_2024_00719_013 _ datata 22/07/2024
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SYENSQO, Comunicato stampa, “In merito alla recente Ordinanza di bonifica e ripristino ambientale delle aree
esterne al polo chimico di Spinetta Marengo Spinetta Marengo, 4 maggio 2024” Per informazioni: Claudia Caffi, Media
& Reputation Manager Italy Mob. +39 366 6589834 claudia.caffi@syensqo.com
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Si ha per contro notizia che nel corso di incontri tecnici ARPA-ASL ed Enti Pubblici sia stato
denunciato un forte aumento delle quantità di cC6O4 in falda acquifera esterna comprovato dal
seguente grafico relativo a rilievi fatti da ARPA in un pozzo di controllo:

Le perizie condotte da ARPA e riportate nella relazione di servizio citata denunciano un pessimo
stato di manutenzione dell’impianto che ha causato lo sversamento: valvole rotte, tubazioni di
scarico danneggiate , pareti di contenimento con buchi (vedi foto a seguire) : come non ipotizzare
che anche tutti gli altri reparti che utilizzano i PFAS non siano nelle stesse condizioni?
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Ma la Provincia con lettera del 24 luglio ha autorizzato la ripresa della “PRODUZIONE ed
USO di cC6O4”. Si apprende che ciò è avvenuto dopo acceso dibattito con ARPA che aveva
trasmesso relazioni comprovanti interventi risolutivi delle perdite basandosi non già su attività
svolte direttamente ma su studi, controlli ed attività svolti da un perito incaricato da SOLVAY,
dall’architetto Giordano Testori, che trasmetteva a Solvay relazioni di perizia giurata.
La lettera di autorizzazione alla ripresa della produzione è stranamente firmata non già dal Direttore
Responsabile ing. Platania ma da un suo sostituto , tale Maurizia Fariseo. Dubbio legittimo : i
responsabili politici degli enti pubblici hanno atteso che Platania andasse in ferie? Platania si è
rifiutato di firmare ?
In ogni caso dal 24 luglio Solvay ha ripreso la produzione e nell’atmosfera di Spinetta , ma
anche di una vasta area della Fraschetta fino a Montecastello , Piovera , Alessandria hanno
ricominciato a riversarsi i tossici PFAS nell’aria che in alcuni periodi dell’anno raggiungono
contenuti a Spinetta di quasi 1000 volte superiori a valori ritenuti normali , a Piovera e
Montecastello di 100 volte superiori, e ad Alessandria (istituto Volta) di 20 volte superiori
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Considerazioni conclusive:
-
In completo disaccordo con quanto deciso dalle pubbliche amministrazioni la produzione
del cC6O4 può essere ripresa solo dopo interventi tecnologici risolutivi comprovati e
certificati per adeguato lasso temporale (non certo di giorni ma di mesi) su tutti i reparti
dello stabilimento e non solo sul Tecnoflon che ha causato la dispersione di cC6O4
manifestatasi il 31 marzo. Invero il precario stato di manutenzione riscontrato nell’impianto
che ha causato la dispersione di cC6O4 può ragionevolmente essere tale anche sugli altri
impianti dello stabilimento. Si ritiene inoltre che le attività di controllo debbano essere
condotte direttamente da ARPA e non già da Solvay che delega a sua volta ad un consulente.

- La barriera idraulica si mostra impianto non idoneo a contenere le fuoriuscite degli
inquinanti interni allo stabilimento, come d’altra parte recitò la sentenza della Corte di
Cassazione nella sentenza di condanna dei dirigenti Solvay nel dicembre 2019.

Ci si interroga infine circa la correttezza del procedimento autorizzativo . La Provincia ha preso un
provvedimento di tale impatto sulla salute di abitanti, lavoratori ed ambiente con una lettera firmata
da un funzionario “facente vece”. Procedura corretta e sicuramente applicata prima dell’infausta

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Relazione “L’Aria di vasta area alessandrina è impregnata dai PFAS emessi dalla Solvay di Spinetta Marengo” di
Claudio Lombardi. Richiederla a clombardi@iol.it.
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riforma Renzi- Del Rio è l’approvazione del Consiglio Provinciale e dei consigli Comunali dei
Comuni colpiti dall’inquinamento del Polo Chimico Solvay a partire dal Comune di Montecastello
il cui sindaco da sempre si batte per la salute dei suoi concittadini .
“articolo 41 della nostra Costituzione “LE ESIGENZE ECONOMICHE E PRODUTTIVE
NON POSSONO MAI PREVALERE SUL DIRITTO ALLA SALUTE”.