RIPORTIAMO AL VOTO E ALLA POLITICA DI BASE I DELUSI E GLI ARRABBIATI

RIPORTIAMO AL VOTO E ALLA POLITICA DI BASE I DELUSI E GLI ARRABBIATI, updated 9/14/23, 3:10 PM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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RIPORTIAMO AL VOTO E ALLA POLITICA DI BASE I DELUSI E GLI ARRABBIATI!
AL MOVIMENTO PACE TERRA DIGNITA', RIVOLTO AI PACIFICI E AI RESISTENTI, PUO' SERVIRE
UNA LISTA INDIPENDENTE ALLE ELEZIONI EUROPEE.

Un appello di Raniero La Valle e Michele Santoro ci chiede, firmandolo, di promuovere insieme
l'assemblea del 30 settembre a Roma (dovrebbe, se non erriamo, tenersi al Teatro Ghioni).
L'appello è rivolto ai pacifici, agli organizzati e ai disorganizzati, agli elettori di tutte le liste, agli
assenti dalle urne e a quelli di deluse speranze.
Si vuole dare una rappresentanza a tre soggetti ideali che ancora non l’hanno o l’hanno perduta, a
tre beni comuni: la PACE, la TERRA e la DIGNITÀ.
Noi, Disarmisti esigenti, progetto nato per esigere il disarmo totale puntando sui passi unilaterali,
aderiamo con entusiasmo. Allo stesso tempo proponiamo come indispensabile, nella contingenza
politica attuale, una lista indipendente per le prossime europee, secondo le motivazioni e con le
finalità del documento sotto riportato, che è possibile sottoscrivere online al seguente link, dove si
trova il testo completo: https://www.petizioni.com/listapaceterraeuropee
Noi crediamo, anche sulla base delle informazioni sui sondaggi che ci ha esibito Michele Santoro,
che con un po’ di sforzo, si possano raccogliere forze sufficienti per presentare una lista vincente
collegata, strategicamente, a un “progetto politico della pace”, quale quello, prefigurato dai
momenti di mobilitazione, di impatto senza paragoni, organizzati da “Servizio pubblico” sin da
“Pace proibita”.
La strategia politica è infatti un fatto legato alla congiuntura, ai parallelogrammi contingenti delle
forze, ed esige, se vuole essere efficace, nei confronti delle tendenze alla guerra unica, un approccio
laico di netta distinzione rispetto a un pacifismo burocratico e specialistico: diventa discriminante la
considerazione che, per ottenere un cessate il fuoco in Ucraina, non bisogna rifornire di armi i
belligeranti, a prescindere dalla distinzione tra chi è immediatamente aggressore o aggredito.
Abbiamo, in concreto, da spingere perché l’Unione Europea, costruzione politica importante ma
fragile e contraddittoria, non si suicidi accodandosi alla linea NATO, che porta ad una specie di
nuova guerra fredda perseguita dagli USA: i complessi militari e industriali in intreccio con settori
del capitalismo finanziario imperniati sul sistema del dollaro trovano in essa una dinamica di
egemonia e di espansione. Va sostenuta la spinta del Sud Globale alla dedollarizzazione, perché
apre spazi ad un ordine mondiale più democratico, al multipolarismo inclusivo che non prevede le
alleanze militari, al costituzionalismo mondiale, con dinamiche che affermano la prevalenza dei
diritti (umani e sociali, dell’Umanità e della Natura) sul diritto della forza armata. È l’articolo 11
della Costituzione sul “ripudio della guerra”, anche nel suo secondo comma, esteso su scala europea
e globale: il superamento della sovranità assoluta degli Stati per quelle “limitazioni della sovranità,
in condizioni di parità, necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le
Nazioni”.
L’Europa per la quale ci battiamo deve (e si tratta di obiettivi che hanno una loro plausibilità e
fattibilità):
1) Denuclearizzare.
2) Convertire le spese militari in investimenti sociali (beni comuni e pubblici) e per la conversione
ecologica sostenendo gli obiettivi delle campagne internazionali per le obiezioni di coscienza, al
servizio militare, alle banche armate, alle produzioni e ai traffici di strumenti di morte.
3) Predisporre un modello di difesa che attui il transarmo progressivo verso la resistenza
nonviolenta quale capacità di opporsi all’ingiustizia con mezzi costruttivi, basati sulla forza
dell’unione popolare.
La lista da mettere in campo dobbiamo rivolgerla non, in modo limitato, alle tribù pacifiste ma, in
modo più ampio, ai “pacifici”, ad uno spontaneo atteggiamento e sentimento della maggioranza
popolare, in Italia legittimato da una Costituzione esplicitamente e marcatamente pacifista. Deve
servire a riconquistare alla politica di base settori che si sono relegati, per disperazione e per rabbia,
nell’astensionismo.
Questa crisi di partecipazione ha un motore da non sottovalutare anche nel disprezzo dimostrato da
tutto il quadro politico istituzionale verso il ripudio della guerra provato dal sentire popolare
maggioritario.
(Gli stessi “media con l’elmetto” continuano a riferire di istanze, ad esempio il non rifornire Kiev di
armi, in cui sia il governo che l’opposizione contraddicono la volontà popolare).
L’Arcobaleno deve spuntare per dare una rappresentanza coerente al no alla guerra. Dipende da
tutte/i noi far emergere la pacifica e spontanea volontà popolare senza il quale non sono credibili
neanche i percorsi per il clima e la giustizia sociale. Sottolineando lo spirito dell’aggiunta
nonviolenta: non dobbiamo considerare i concorrenti elettorali come un nemico, tanto più se, anche
grazie alla nostra sollecitazione, si pongono in qualche modo il tema del disarmo e della fine della
guerra con una soluzione diplomatica.
L’alternativa al sistema di guerra deve, a nostro avviso, concretizzarsi in un impegno per la "pace
con la Natura" nella quale la società strutturalmente pacifica si fa pane quotidiano. L'invito è alla
resistenza contro la decrescita infelice provocata dalla guerra, coinvolgendo gli operatori economici
in politiche e pratiche per una economia della solidarietà contro la logica del profitto illimitato.
Proviamo, ad esempio, a partire dal settore agricolo, che rappresenta una quota consistente del
bilancio complessivo dell’UE...

Per i Disarmisti esigenti
I coordinatori della proposta della lista alle europee dei pacifici e dei resistenti con Santoro -
Ennio Cabiddu e Alfonso Navarra