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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Si può evitare la catastrofe nucleare, ecco come.
Durante questo anno si è insistito sul mis-fatto che non esistano alternative alla guerra e al disastro. Invece
le alternative ci sono ed è una vera follia che non si vogliano prendere in considerazione. Il generale Fabio
Mini propone cinque Principi e dieci Piani d’azione: realizzabili alla condizione imprescindibile che
partano da un accordo tra le parti di fatto in guerra: Stati Uniti e Russia in maniera bilaterale o nell’ambito
del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Cinque Principi: 1. Riaffermare i diritti dei popoli all’autodeterminazione, al rispetto delle loro identità,
libertà, idee, fedi e proprietà. 2. L’Ucraina ha diritto al ripristino della propria sovranità territoriale nel
pieno rispetto della volontà dei propri cittadini inclusi quelli delle entità che reclamano l’indipendenza o
l’autonomia nonché la salvaguardia dei diritti delle minoranze di qualsiasi genere. 3. La soluzione del
conflitto deve permettere d’instaurare un nuovo assetto della sicurezza in Europa che non poggi
esclusivamente sulle minacce armate e che tenda alla rimozione di tutte le cause e i pretesti di conflitti
territoriali. 4. Le istituzioni plurinazionali e le alleanze presenti in Europa devono rispettare e ribadire i
propri impegni e standard riguardanti l’estensione geografica e le modalità di azione. 5. Necessità di un
fondo internazionale di ricostruzione delle aree interessate dai conflitti in Europa che non curi soltanto gli
interessi dei “donatori” ma anche quelli degli assistiti.
Piani di azione. Per la discussione e l’approvazione di tali Principi il cessate il fuoco in Ucraina è auspicabile
ma non vincolante così come non lo sono i guadagni o le perdite territoriali avvenute durante il conflitto.
Dall’accordo su tali principi devono invece scaturire azioni concrete e vincolanti: 1. La cessazione di tutti gli
aiuti militari e finanziari occidentali all’Ucraina e quelli russi alle repubbliche annesse. 2. La sospensione di
tutte le azioni militari sul territorio ucraino e il ritiro delle truppe russe e ucraine da una fascia di sicurezza
smilitarizzata a cavaliere del fiume Dniepr di ampiezza da concordare tra le parti sotto il controllo dell’Osce
(responsabile della sicurezza e cooperazione in Europa). 3. Sotto il controllo internazionale (con eventuale
missione militare di garanzia Onu oppure Osce) si deve stabilire con referendum popolare lo status delle
autoproclamate/annesse repubbliche di Donetsk, Luhansk, Zaporizha, Kherson e Crimea. Le opzioni da
sottoporre alla consultazione sono: Indipendenza, Regione autonoma dell’Ucraina o Repubblica della
federazione russa. 4. Accordare lo Status di Neutralità (eventualmente armata per l’autodifesa) all’Ucraina
e alle regioni sottoposte a referendum, a prescindere dall’esito, sotto la garanzia congiunta di Stati Uniti e
Russia. 5. Possibilità di altri Stati europei di accedere alla Neutralità garantita (p.es. Bielorussia, Moldavia,
Georgia, ecc.) 6. Accordo Russia-Ucraina per le basi militari nel Mar Nero e accordo Russia-Usa-Nato per
quelle nel Baltico. 7. Esclusione dall’accesso alla Nato di stati ostili fra loro o verso la Russia o la Nato stessa,
fino alla cessazione di tale atteggiamento. 8. Facoltà di accesso all’Unione Europea degli stati neutrali
mantenendone lo status. 9. Ripresa degli accordi di limitazione delle armi strategiche, tattiche e
convenzionali in Europa e delle misure di fiducia reciproche fra Usa e Russia. 10. Eliminazione delle sanzioni
economiche e finanziarie emesse dagli Usa, dalla Ue, dalla Nato e dalla Russia a partire dal 2004.
Durante questo anno si è insistito sul mis-fatto che non esistano alternative alla guerra e al disastro. Invece
le alternative ci sono ed è una vera follia che non si vogliano prendere in considerazione. Il generale Fabio
Mini propone cinque Principi e dieci Piani d’azione: realizzabili alla condizione imprescindibile che
partano da un accordo tra le parti di fatto in guerra: Stati Uniti e Russia in maniera bilaterale o nell’ambito
del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Cinque Principi: 1. Riaffermare i diritti dei popoli all’autodeterminazione, al rispetto delle loro identità,
libertà, idee, fedi e proprietà. 2. L’Ucraina ha diritto al ripristino della propria sovranità territoriale nel
pieno rispetto della volontà dei propri cittadini inclusi quelli delle entità che reclamano l’indipendenza o
l’autonomia nonché la salvaguardia dei diritti delle minoranze di qualsiasi genere. 3. La soluzione del
conflitto deve permettere d’instaurare un nuovo assetto della sicurezza in Europa che non poggi
esclusivamente sulle minacce armate e che tenda alla rimozione di tutte le cause e i pretesti di conflitti
territoriali. 4. Le istituzioni plurinazionali e le alleanze presenti in Europa devono rispettare e ribadire i
propri impegni e standard riguardanti l’estensione geografica e le modalità di azione. 5. Necessità di un
fondo internazionale di ricostruzione delle aree interessate dai conflitti in Europa che non curi soltanto gli
interessi dei “donatori” ma anche quelli degli assistiti.
Piani di azione. Per la discussione e l’approvazione di tali Principi il cessate il fuoco in Ucraina è auspicabile
ma non vincolante così come non lo sono i guadagni o le perdite territoriali avvenute durante il conflitto.
Dall’accordo su tali principi devono invece scaturire azioni concrete e vincolanti: 1. La cessazione di tutti gli
aiuti militari e finanziari occidentali all’Ucraina e quelli russi alle repubbliche annesse. 2. La sospensione di
tutte le azioni militari sul territorio ucraino e il ritiro delle truppe russe e ucraine da una fascia di sicurezza
smilitarizzata a cavaliere del fiume Dniepr di ampiezza da concordare tra le parti sotto il controllo dell’Osce
(responsabile della sicurezza e cooperazione in Europa). 3. Sotto il controllo internazionale (con eventuale
missione militare di garanzia Onu oppure Osce) si deve stabilire con referendum popolare lo status delle
autoproclamate/annesse repubbliche di Donetsk, Luhansk, Zaporizha, Kherson e Crimea. Le opzioni da
sottoporre alla consultazione sono: Indipendenza, Regione autonoma dell’Ucraina o Repubblica della
federazione russa. 4. Accordare lo Status di Neutralità (eventualmente armata per l’autodifesa) all’Ucraina
e alle regioni sottoposte a referendum, a prescindere dall’esito, sotto la garanzia congiunta di Stati Uniti e
Russia. 5. Possibilità di altri Stati europei di accedere alla Neutralità garantita (p.es. Bielorussia, Moldavia,
Georgia, ecc.) 6. Accordo Russia-Ucraina per le basi militari nel Mar Nero e accordo Russia-Usa-Nato per
quelle nel Baltico. 7. Esclusione dall’accesso alla Nato di stati ostili fra loro o verso la Russia o la Nato stessa,
fino alla cessazione di tale atteggiamento. 8. Facoltà di accesso all’Unione Europea degli stati neutrali
mantenendone lo status. 9. Ripresa degli accordi di limitazione delle armi strategiche, tattiche e
convenzionali in Europa e delle misure di fiducia reciproche fra Usa e Russia. 10. Eliminazione delle sanzioni
economiche e finanziarie emesse dagli Usa, dalla Ue, dalla Nato e dalla Russia a partire dal 2004.