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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
"Noi abbiamo assunto il comando Nato in Bulgaria e aiutiamo anche la Romania, c’è un
pattugliamento aereo dei Baltici già da vari mesi. Le forze che verranno mandate in Romania e in
Ungheria sono circa 2mila soldati, 8mila sono invece di stanza in Italia, pronti, eventualmente
fosse necessario". Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a margine del vertice Nato a
Madrid, ha risposto alle domande dei giornalisti sullo sforzo aggiuntivo dell'Italia per aumentare
le forze di intervento rapido della Nato.
Quello di Madrid è uno dei vertici Nato più importanti di sempre, con la guerra in Ucraina in corso
e che intende segnare il tracciato dell’intervento militare dell’Alleanza Atlantica per i prossimi 10
anni con la definizione del Nuovo Concetto Strategico. A Madrid la NATO approverà un nuovo
Concetto strategico poiché il precedente — approvato a Lisbona nel 2010 — non è più
corrispondente a questa fase della contesa interimperialista. Non poteva non mancare il fedele
capo del governo fantoccio Zelensky che, con il suo mantra sull'invio incessante di armi
USA/NATO/UE per il suo esercito, darà legittimità alla continuazione della guerra contro la Russia.
Così come l'Italia imperialista, ben rappresentata dal governo Draghi, rafforzerà il suo
interventismo bellico nell'alleanza atlantica.
Nella «distribuzione geografica delle forze in tempo di pace», (art.53 comma b del Concetto
strategico del 1999), «si dovrà tenere conto di considerazioni regionali e in particolare
geostrategiche nel quadro dell’Alleanza, dal momento che l’instabilità alla periferia dell’Europa
può portare a crisi e conflitti che richiedono una risposta militare dell’Alleanza, con tempi di
reazione potenzialmente molto brevi».
Nel 1999 il Concetto strategico si rivolse immediatamente alla gestione dei nuovi rischi: «uno
scopo importante dell’Alleanza è tenere i rischi a distanza affrontando le potenziali crisi a uno
stadio iniziale». Che si è tradotto in Forze di Reazione Rapida sostenute dall’apparato bellico aereo
e dalla marina. E che ha portato all’aggressione all’ex Jugoslavia.
Il Vertice di Madrid è stato inaugurato dal proseguimento dell’espansionismo della NATO nel
fianco Est in funzione anti-russa, con l’adesione di nuovi Stati. La Turchia del boia Erdogan ha
deciso di togliere il veto per il loro ingresso nella NATO di Finlandia e Svezia e in cambio ha
ottenuto la fine del sostegno agli indipendentisti curdi e la loro "rendizione straordinaria" nelle
galere dei lager turchi e dell’embargo nel campo della difesa.
L’imperialismo USA punta sul rafforzamento militare del fianco orientale della Nato in Bulgaria,
Romania, Ungheria e Slovacchia, oltre al potenziamento di quelli già esistenti nelle tre repubbliche
baltiche e in Polonia dove gli Stati Uniti stabiliranno un quartier generale permanente per il 5°
Corpo d'armata. La Polonia, inoltre, - e qui è evidente la contraddizione all’interno del blocco
atlantico -, guarda con preoccupazione il riarmo di Berlino. Inoltre gli USA invieranno ulteriori
squadroni di F-35 nel Regno Unito e potenzieranno un’ulteriore difesa aerea in Germania e in
Italia, dove verranno pure stanziati (Aviano?) 70 militari USA.
Dall'invasione russa dell'Ucraina a febbraio, gli Stati Uniti hanno schierato 20.000 forze aggiuntive
in Europa. I numeri della presenza USA e NATO di "deterrenza" anti-Russia è massiccio: oltre
40.000 militari schierati direttamente dalla NATO in Est Europa; 100.000 militari USA in tutto il
vecchio continente; oltre 130 velivoli da guerra, 140 tra navi e sottomarini. Ora il segretario
Stoltemberg parla di portare le forze di intervento immediato “oltre la soglia delle 300 mila unità”
Nelle settimane precedenti l'invasione, gli Stati Uniti avevano inviato quattro cacciatorpediniere in
Europa, segnando la più grande presenza navale in Europa dal 2018.
Il nuovo documento strategico della NATO include diversi riferimenti al Nord Africa, al Medio
Oriente e alla regione del Sahel, area di interesse strategico anche per l’imperialismo italiano,
sostenendo che qualsiasi "conflitto, fragilità e instabilità" in queste aree può "incidere
direttamente sulla nostra sicurezza".
Il nuovo "Concetto strategico” è una dichiarazione di guerra della NATO sia nei confronti della
Russia (definita "la minaccia più significativa e diretta") e che ora sposta la sua “attenzione” verso
la Cina.
Il cosiddetto Concetto strategico dichiara che "le ambizioni dichiarate e le politiche coercitive della
Cina sfidano i nostri interessi, la nostra sicurezza e i nostri valori".
Nel mirino la Cina per i suoi sforzi nelle aree politiche, economiche e militari, osservando che
Pechino "cerca di controllare" sia le tecnologie chiave che l'industria, ignorando anche le regole e i
regolamenti internazionali.
Inoltre, afferma che le "dannose operazioni ibride e informatiche della Cina, la sua retorica
conflittuale e la disinformazione prendono di mira gli alleati e danneggiano la sicurezza
dell'Alleanza".
"I loro tentativi (di Russia e Cina) si rafforzano a vicenda per minare l'ordine internazionale basato
sulle regole sono contrari ai nostri valori e interessi", afferma.
Il riarmo del Giappone è un'ulteriore premessa per un incendio bellico.
Per il governo italiano non basta la corsa agli armamenti, per la NATO bisognerà spendere
sempre di più.
Per quello che riguarda l’imperialismo italiano nella NATO: per l’Italia, la NATO rappresenta “un
imprescindibile punto di riferimento”. L’Italia imperialista percepisce – citando le parole del
Ministro della Difesa Lorenzo Guerini – la NATO come «una comunità di valori» che deve difendere
«senza timidezze».
Dal documento della Camera dei Deputati italiana: “Le spese per la difesa in ambito NATO-Dossier
n° 197 - 27 aprile 2022”:
Aumento spese militari di USA/UE
Gli USA coprono circa il 70% delle spese NATO
Nei vertici del 2014 (Galles, dopo l’invasione russa della Crimea) e 2016 (Varsavia), i governi
imperialisti avevano concordato su un punto: il rispetto degli impegni presi, quelli che hanno
chiamato delle 3 C:
Il 2% del PIL alla Difesa (“cash”)
20% della quota del budget della Difesa da destinare agli investimenti
(“capabilities”)
Contributo a missioni, operazioni e altre attività (“contribution”).
Sempre dal già citato Documento della Camera: “i Paesi membri della NATO forniscono contributi
diretti e indiretti ai costi di gestione della NATO e di attuazione delle sue politiche e attività.
I contributi indiretti - o nazionali - sono i più consistenti e riguardano, ad esempio, la volontaria
messa a disposizione di attrezzature o truppe in un'operazione militare da parte di un paese.
Contributi diretti servono per finanziare le operazioni dell'Alleanza come i sistemi di difesa aerea o
di comando e controllo della NATO, i cui costi sono sostenuti collettivamente, spesso utilizzando il
principio del finanziamento comune, nell'ambito del quale i membri dell'Alleanza contribuiscono
secondo una formula basata sul reddito nazionale lordo”.
Il rapporto tra spese militari e PIl in Italia
In relazione all'obiettivo del 2% delle spese per la difesa rispetto al PIL, stabilito nel Summit Nato
del 2014, si ricorda che nel corso dell'esame alla Camera del disegno di legge di conversione in
legge del decreto n. 14 del 2022 (C. 3491-A), recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina
(seduta dell'Aula del 16 marzo 2022), è stato approvato l'ordine del giorno n. 9/3491- A/35 con il
quale si impegna il Governo ad avviare l'incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del
2 per cento del Pil (…), predisponendo un sentiero di aumento stabile nel tempo, che garantisca al
Paese una capacità di deterrenza e protezione, a tutela degli interessi nazionali, anche dal punto di
vista della sicurezza degli approvvigionamenti energetici (…).
Successivamente, il 30 marzo 2022 il Ministro alla Difesa Lorenzo Guerini ha sostenuto che i
graduali aumenti alle spese militari avviati nel 2019 permetteranno di raggiungere l'obiettivo del 2
per cento entro il 2028. Ma questo governo guerrafondaio punta all’aumento delle spese militari,
ben oltre gli obiettivi dichiarati.
Per quanto concerne infine i contributi operativi ("contributions"), nel 2021 le Forze Armate
italiane hanno partecipato a 9 missioni della NATO, con una presenza massima autorizzata di 2440
unità, con responsabilità di comando importanti, come in Kosovo (con il comando di KFOR) e in
Afghanistan (dove l'Italia è stata responsabile del settore Ovest).
Al riguardo, il 31 marzo 2022 il Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, nel corso di una
conferenza stampa con l'Associazione stampa estera, ha espresso la propria soddisfazione per il
raggiungimento di un accordo per incrementare le spese militari e fino al 2 per cento del Pil entro
il 2028.
Nel Documento programmatico pluriennale per la difesa per il triennio 2021-2023, presentato alle
Camere lo scorso 29 luglio, veniva fatto presente che in occasione della Ministeriale NATO del
febbraio 2021 il Governo aveva presentato un rapporto dal quale emergeva un tendenziale
andamento crescente, sia in termini di valore assoluto, sia in termini percentuali, del rapporto
spese per la Difesa/PIL. Tale risultato veniva attribuito "al rifinanziamento del Fondo relativo
all'attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di Difesa nazionale,
previsto dalla Legge di Bilancio 2021, che conferisce maggiore stabilità all'allocazione delle risorse
finanziarie destinate alla Difesa".
Il Governo Draghi è intenzionato ad inviare altri lotti di cannoni all'Ucraina, stabilendo il tutto
per decreto e senza alcun passaggio parlamentare. Inoltre, sempre per decreto, vorrebbe
aumentare il numero degli effettivi per la NATO. Tutto questo porterà il bilancio per la Difesa a
superare persino l’obiettivo dell’aumento del 2%.
Il tributo che l’Italia imperialista paga alla NATO sono anche la presenza delle Basi: l'Italia ne ha
120, più una ventina segrete e testate atomiche.
L’interesse strategico dell’imperialismo italiano è nel fianco sud, ben rappresentato dalla linea
del ministro della Difesa Guerini a Madrid.
L’Italia sosterrà il potenziamento bellico di deterrenza NATO sul fianco est, ma spingerà anche per
mantenere alta l’attenzione sul fianco meridionale, nel Mediterraneo Allargato, dalla Libia al
Sahel, “un’area di instabilità che continua a essere un fattore di insicurezza per tutto il continente
europeo”, dove forti sono gli interessi per le rotte del petrolio, del gas e per i profitti dell’ENI.
Nel fianco Est è schierata in Lettonia una componente terrestre composta principalmente da Alpini
nel Task group “Latvia”. L’Aeronautica militare è invece impegnata nelle operazioni di Air policing
in Islanda e Romania, mentre le unità della Marina militare pattugliano il Mediterraneo orientale.
Inoltre, come annunciato da Guerini, il nostro Paese ha intenzione di rafforzare i suoi sforzi con “gli
impegni nazionali in Ungheria e in Bulgaria, dove verranno ospitate due enhanced Vigilance
activity”. Per quanto riguarda la missione bulgara, Sofia ha “ha accolto l’offerta italiana di
assumere il ruolo di framework Nation nell’ambito del dispositivo”, che adesso attende
l’approvazione del Consiglio dei ministri e del Parlamento.
L’Italia del governo guerrafondaio Draghi spinge anche per il rafforzamento dell’Europa della
Difesa, come pilastro europeo della Nato. “L’approvazione della Bussola strategica – ha affermato
Guerini – ha segnato un importante primo passo, ma ancora più importante è l’implementazione
delle azioni previste”. Secondo il ministro, la priorità per l’Italia è dotare l’Unione europea di una
capacità per poter operare anche in autonomia.
L’Italia dei padroni, dei banchieri, il Suo Stato, le sue Istituzioni, proteggono la propria sicurezza
nella NATO e nella NATO portano avanti la loro strategia di conquista di mercati, di spartizione del
mondo. Il governo Draghi e il ministro Guerini rappresentano gli interessi della borghesia
imperialista italiana, dove ora dev'essere dato tutto per la guerra e niente per i lavoratori e le
masse.
La lotta alla guerra, alla NATO, è principalmente lotta per rovesciare questo governo
guerrafondaio che ci ha trascinato dentro e ora la scarica, sui lavoratori, sui giovani e sulle masse,
chiedendo di fare sacrifici per queste scellerate scelte, come non bastassero la crisi economica e la
pandemia ancora in corso, anche il carobollette e il carovita che attaccano ulteriormente il salario,
già basso da contratto.