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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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28 agosto 2022- n. 30



Organo d’informazione di ECOITALIASOLIDALE



IN QUESTO NUMERO:

Elezioni 2022 – Richiesta ambientalista - pag. 2
Appello alle istituzioni europee anche sul nucleare – pag. 3
La pagina della scienza del prof. Campanella – pag. 5
Proposte concrete per l’adattamento ai cambiamenti climatici – pag. 7


Il mistero delle piramidi sul nostro pianeta – pag. 10

Intervista a Fabrizio sulla posizione dei giovani sul futuro - pag. 12


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Elezioni Politiche 2022

Elezioni: scendono in campo i padri dell’ambientalismo con un appello a tutte le forze politiche:
“mettere al centro del dibattito e dei programmi l’attenzione al futuro dell’umanità, soprattutto
verso l’ambiente e l’emergenza climatica”.
Per Ecoitaliasolidale: “sino ad oggi non si intravedono validi programmi elettorali sull’ambiente,
ma solo banali slogan”
“Si sta parlando di schieramenti, di accordi più o meno palesi, di seggi più o meno sicuri,
tematiche che poco interessano agli elettori, e in questa fase non si intravedono programmi seri
in tema di attenzione all’ambiente e all’emergenza climatica, ma ancora una volta assistiamo a
patetici slogan “green”.
E’ quanto dichiarano i dirigenti di Ecoitaliasolidale. Una posizione condivisa anche da altri
ambientalisti storici e da tutti i membri di Ecoitaliasolidale, nonché dai primi esperti italiani sulla
transizione ecologica formati recentemente all’università La Sapienza.
“Siamo rimasti scettici e delusi sino ad oggi dalla politica e dagli esponenti istituzionali che non
hanno concretamente portato avanti soluzioni alle emergenze ambientali del nostro Paese –
hanno affermato La Malfa e il Presidente di Ecoitaliasolidale, Piergiorgio Benvenuti- siamo
pronti da subito a confrontarci su programmi e prospettive concrete per difendere il “bene
comune” che rappresenta l’ambiente del nostro pianeta e del nostro Paese. Nonché offrire
soluzioni legate all’energia pulita e al problema siccità da anni sperimentate con successo e
pronte ad essere realizzate.”
Oggi, al posto dei soliti slogan, c’è la necessità urgente di dimostrare competenza e concretezza
soprattutto dopo le previsioni sul futuro del nostro pianeta esposte recentemente da enti
scientifici internazionali di grande prestigio come l’IPCC. Queste previsioni ci dicono che non c’è
più tempo per ulteriori attese e ritardi … e questo è quanto sanno bene i giovani del mondo e in
particolare i nostri in Italia, dove in più occasioni hanno dimostrato una profonda sfiducia nei
partiti; partiti la cui immagine esterna oggi è rappresentata da litigi, promesse false pur di
accaparrarsi una ricca poltrona parlamentare e da una profonda e irresponsabile ignoranza nel
settore climatico e ambientale. Lo stesso Papa ha compreso che gran parte dei nostri politici è
preso da tutt’altri interessi che non da quelli legati al futuro de nostri figli e nipoti. Quando si
trovava in Canada il Santo Padre ha lanciato un forte rimprovero ai nostri politici dicendo: “…
non pensate solo alle scadenze elettorali, ma anche al futuro delle prossime generazioni…”
Partendo da questo monito del Papa, noi di Ecoitaliasolidale ci siamo organizzati per offrire ai
giovani conoscenze e soluzioni per il nostro futuro climatico e ambientale, ma oltre a ciò siamo
disposti, in questo settore, ad un confronto con l’attuale mondo politico. - “Pertanto siamo
aperti al confronto -hanno concluso gli esponenti di Ecoitaliasolidale- e questo per valutare se
può esistere ancora in Italia una rappresentanza politica competente e attenta all’ambiente ed
alle esigenze dei cittadini”.

Piergiorgio Benvenuti
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UN ACCORATO APPELLO ALLE ISTITUZIONI EUROPEE
< Un articolo che i nostri politici, prima di parlare del nucleare civile,
dovrebbero leggere attentamente… >
Gli eventi climatici straordinari di quest’estate 2022, quali le elevate temperature, la siccità, il
surriscaldamento delle acque marine, gli incendi, le frane sulle catene montuose, le inondazioni e i
tornado, presagiscono una progressiva e preoccupante evoluzione degli stessi problemi ambientali con
inevitabili conseguenze anche sul piano sociale ed economico.
Eppure, non risulta neanche pacifico il modo attraverso il quale affrontare il principale fattore scatenante
di tali fenomeni, ossia il cambiamento climatico. Per non parlare di quella parte della popolazione
(rappresentanti istituzionali e scienziati perfino) che nemmeno riesce a credere all’esistenza di tale
fattore o ai seri pericoli che esso comporta, né a condannare fermamente i danni e i rischi che
l’inquinamento umano arreca alla salubrità ambientale.
Con particolare riferimento alle possibili soluzioni ai problemi ambientali sempre più globali o a carattere
diffuso, emerge a tutt’oggi la mancanza di una piena e sincera cooperazione tra gli Stati. E qui la
responsabilità non è solo dei Paesi che rivendicano ancora esigenze di industrializzazione (Angola, Yemen
etc.), ma anche di taluni Stati già industrializzati che detengono buona parte della ricchezza mondiale e
che mostrano radicali e preoccupanti cambiamenti di posizione rispetto alla ratifica dei principali trattati
di “settore” come quello di Parigi (USA in primis). Benché, oltretutto, vi siano pure urgenti esigenze di
armonizzazione delle molteplici normative ambientali internazionali!
Ma quello che sconforta veramente, è sapere che a livello europeo le medesime istituzioni che hanno
lanciato il Green new deal siano attualmente bersagliate dalla maggior parte delle associazioni di
protezione ambientale, nonché dai vari movimenti per la giustizia climatica e sociale, nazionali e
internazionali, e da questi accusate di “Greenwashing”, ovverosia di ecologismo di sola facciata.
E il culmine delle suddette contestazioni nei confronti delle istituzioni dell’UE, si è verificato quando la
stessa Commissione ha proposto e poi inserito il gas e il nucleare nell’alveo della c.d. “tassonomia” verde
europea e, pertanto, tra le attività che a determinate condizioni possono essere finanziate. Più nel
dettaglio:
«Il 2 febbraio 2022 la Commissione ha approvato in linea di principio un atto delegato complementare sul
clima che include, a condizioni rigorose, attività specifiche nel settore dell'energia nucleare e del gas
nell'elenco delle attività economiche coperte dalla tassonomia dell'UE. Il progetto è stato formalmente
adottato il 9 marzo 2022, quando sono state rese disponibili le versioni linguistiche in tutte le lingue
ufficiali dell’UE. È stato quindi trasmesso ai colegislatori per il periodo di controllo, che si è concluso l’11
luglio 2022 senza alcuna obiezione. L’atto delegato complementare è stato pubblicato nella Gazzetta
ufficiale il 15 luglio 2022. Si applicherà a decorrere dal 1° gennaio 2023.
I criteri per le attività specifiche del gas e del nucleare sono in linea con gli obiettivi climatici e ambientali
dell’UE e contribuiranno ad accelerare il passaggio dai combustibili fossili solidi o liquidi, compreso il
carbone, verso un futuro climaticamente neutro.
L’atto delegato complementare si basa sugli impegni assunti nella comunicazione della Commissione del
21 aprile 2021 e sulla valutazione specifica dell’energia nucleare» (v. Descrizione – Tassonomia dell’UE:
atto delegato complementare sul clima per accelerare la decarbonizzazione, sul sito ufficiale della
Commissione UE:
https://finance.ec.europa.eu/publications/eu-taxonomy-complementary-climate-
delegated-act-accelerate-decarbonisation_en).
Con ogni evidenza, un grande favore alla Francia, il Paese che a tutt’ora sfrutta maggiormente l’energia
nucleare che rivende anche agli altri Stati, nonché a quegli altri Paesi membri ancora troppo dipendenti
dal gas come l’Italia, che dinanzi alla primaria proposta della Commissione mostrò solo delle “pilatiane
riserve”…
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Nondimeno, la proposta di inclusione soprattutto del gas nella nuova tassonomia verde incontrò una
forte opposizione sul piano scientifico e accademico: scienziati indipendenti, esperti di varie associazioni
ambientaliste e docenti di diverse università europee che parteciparono alla piattaforma per la finanza
sostenibile, di sostegno al lavoro di stesura della tassonomia UE sugli investimenti verdi, richiesero
espressamente lo stralcio delle fonti insostenibili come i gas (v. www.ansa.it – Europa del 09/04/2021).
Per di più, è bene ricordare che già il rapporto 2021 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change
(IPCC), non depose certamente a favore degli investimenti sul gas!
Quanto al nucleare, poi, è sufficiente sottolineare che il premio Nobel Parisi, fisico di fama mondiale, in
occasione dell’evento “Quark e glaciazioni. Conversando sul semplice e sul complesso”, considerò
rischiosi e insostenibili soprattutto per l’Italia gli investimenti sul nucleare, rappresentando piuttosto
l’opportunità di dover sfruttare bene la forza solare presente nel nostro Paese. E con particolare
riferimento al nucleare di nuova generazione, mostrò scetticismo circa la relativa realizzabilità nei tempi
richiesti per la neutralità climatica, posti poi gli ingenti sforzi economici che detta fonte energetica
richiederebbe in termini di sperimentazione e tecnologie.
Ma vi è di più, perché anche sul piano normativo la scelta operata dalla Commissione non appare
conforme ai principi dello sviluppo sostenibile, di precauzione e di prevenzione presenti negli stessi
Trattati sull’Unione Europea (TUE) e sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
Il principio dello sviluppo sostenibile, menzionato per la prima volta sul piano internazionale nel c.d.
“Rapporto Brundtland” del 1987, propriamente denominato “Il futuro di tutti noi” dall’allora omonima
Presidentessa della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED) presso l’ONU, vuole
significare, per l’appunto, quello «sviluppo in grado di soddisfare i bisogni del presente senza
compromettere la possibilità delle generazioni future di appagare i propri». Oggi è presente anche
nell’art. 3 del TUE, in forza del quale l’Unione ha il dovere di adoperarsi per uno sviluppo sostenibile
chiaramente basato «su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente». E
qui, le scelte della Commissione, benché (solo) su carta finalizzate a favorire il raggiungimento della
neutralità climatica, non appaiono idonee a garantire un elevato – sottolineo - livello di tutela
ambientale e un “miglioramento” della qualità dell’ecosistema.
Inoltre, la salvaguardia, la tutela e il miglioramento della qualità dell’ambiente figurano espressamente
anche tra gli obiettivi della politica ambientale dell’Unione di cui all’art. 191 del TFUE, che da una parte,
individua quale ulteriore fondamentale obiettivo proprio la «promozione sul piano internazionale di
misure destinate a risolvere i problemi dell'ambiente a livello regionale o mondiale e, in particolare, a
combattere i cambiamenti climatici»; dall’altra parte, ci ricollega agli altri due principi evocati di
precauzione e prevenzione.
Nello specifico, il principio di precauzione impone l’esecuzione di misure cautelative dinanzi all’ipotetica
individuazione di un rischio per l’ambiente o per la salute umana, anche se la concreta evoluzione in
pregiudizio non sia ancora dimostrabile mediante le strumentazioni e le conoscenze scientifiche del
presente. Rappresenta, altresì, l’“anticamera” della complementare prevenzione, che invece raccomanda
la previsione dei rischi accertabili sul piano scientifico e la loro immediata limitazione o eliminazione. Due
principi, dunque, anch’essi incompatibili con la miope scelta di supportare economicamente le attività
del gas e del nucleare che l’IPCC invece invita a ridurre e azzerare in tempi ristretti (v. anche rapporto
2022).
Per concludere, non ci resta che esortare le stesse istituzioni europee ad ascoltare le voci di protesta
della comunità scientifica internazionale, del mondo dell’associazionismo ambientale nonché dei
movimenti per la giustizia climatica e sociale costituiti prevalentemente dalle nuove generazioni che le
prime dicono di voler tutelare attraverso il Green deal e i fondi del Next Generation EU. Un accorato
appello, quindi, a non comportarsi come un leader paternalista che finge di ascoltare le contestazioni dei
cittadini e poi fa tutto di testa sua sostenendo presuntuosamente di agire per il loro bene: non è saggio
portare avanti politiche fondamentali fortemente osteggiate e divisive!

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L’Europa tenga fede ai propri principi e obiettivi. Rimuova, così, il nucleare e il gas dalla tassonomia
verde, supporti le politiche veramente sostenibili, esegua maggiori controlli sulle singole normative
ambientali nazionali ancora troppo lacunose e sanzioni tutti gli Stati membri inadempienti, senza fare
distinzioni né preoccuparsi di dover accontentare le pretese economiche di uno Stato piuttosto che di un
altro.
by Antonio Aruta Improta Maltese - avvocato e autore, esperto di danno ambientale

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LA PAGINA DELLA SCIENZA DEL PROF. LUIGI CAMPANELLA
Docente di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali Università La Sapienza


IN RICORDO DI PERO ANGELA

La scomparsa di Piero Angela è di certo una grande perdita per il mondo della scienza e della diffusione
della cultura scientifica. Ho avuto l'onore e la fortuna per un breve periodo di lavorare con lui e con il
figlio Alberto che cominciava proprio allora la sua stupenda carriera. L'oggetto del nostro incontro era
collegato al mio ruolo di responsabile di un progetto della Provincia di Roma per dotare la città di un
Museo della Scienza e di un Planetario. Io ero impegnato per la Sapienza, la mia Università in una serie di
progetti con le Scuole con il fine di ricomporre un'unità culturale e progettuale fra Scuola ed Università.
La Mostra 5 miliardi di anni che si aprì a Roma nel 1972 accese in me la lampadina del Museo Diffuso.
Negli anni seguenti con un gruppo di amici collocammo nella città 123 bandierine corrispondenti ad
altrettanti luoghi di Scienza, potenziali poli di un Museo della Scienza Diffuso nella Citta. Ne parlai con
alcuni amici fra cui Paco Lanciano, Luigi Guariniello, l'assessore Borgna, Marco Visalberghi, Franco
Foresta Martin e lo stesso Piero Angela che avevo avuto la fortuna di conoscere in occasione di un evento
accademico, con coinvolgimento anche di Alberto giovanissimo. Nacque MUSIS alla cui conferenza di
presentazione non mancò Piero Angela che però ricordo bene, mi consigliò sin da allora: un programma
che precludeva la nascita di un vero e proprio Museo non era forse opportuno, tanto che mi suggerì
di tenere vive le 2 ipotesi. Dopo qualche tempo con il primo finanziamento di Stato e Comune di Roma
ed assegnazione di uno spazio fisico per la nuova struttura, partì il primo progetto di Museo della Scienza
a Roma sulla base di una proposta formulata proprio da un gruppo coordinato da Piero Angela. Ammirai
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alla Conferenza Stampa il grande giornalista che ebbe parole di apprezzamento per il progetto del Museo
diffuso, sostenendone il valore culturale al di là della nuova strada intrapresa. In effetti alcuni degli
itinerari didattici del Museo Diffuso venivano riproposti nella fattibilità dell'istituendo Museo della
Scienza di Roma. Ebbi la fortuna di incontrarlo molte altre volte, a partire dai periodici incontri sul Museo
della Scienza di Roma e dalle mie presenze ad alcuni esperimenti presentati in TV nei programmi di Piero
Angela, con il coordinamento di Paco Lanciano e Marco Visalberghi. Ogni incontro con lui era
un'occasione di crescita di cultura e conoscenza, mai di semplice informazione.

UN ALGORITMO PER LA PREVENZIONE DEI
TUMORI
Spesso si parla di società degli algoritmi intendendo che nel nostro tempo si cerca di oggettivizzare le
conoscenze evitando con ciò che poi la loro soggettivazione ne possa modificare anche il contenuto. Cosi
algoritmi vengono invocati per stabilire condizioni di allarme o per scelte di gestione industriale. Questi
atteggiamenti trovano anche opposizioni convinte sulla base della rinuncia da parte del genere umano
alle scelte basate su percezione, intuizioni, esperienze personali.
Forse l'unico settore nel quale I ritorni dell'applicazione di algoritmi al momento delle scelte e degli
interventi sono considerati largamente positivi sono quelli correlati alla loro utilizzazione ai fini della
prevenzione di patologie. In questa direzione l'ultimo successo è quello conseguito dai ricercatori di
Oxford con la collaborazione dei colleghi svedesi dell'istituto Tecnologico Reale di Stoccolma: hanno
messo a punto un software con il quale si possono individuare mutazioni genetiche già dalle cellule sane.
Il cancro continua ad essere una delle emergenze sanitarie più gravi ed anche in Italia si calcola che ogni
giorno a 1000 persone venga diagnosticato un tumore e che 3,6 milioni di cittadini sono sopravvissuti ad
un tumore. Il metodo adottato dell'equipe anglo svedese è quello del campionamento di oltre 150mila
siti da tumori in differenti organi e zone circostanti seguendone l'evoluzione genetica e rilevando
comportamenti simili in cellule cancerose ed in alcune cellule sane che assumono così il ruolo di
sentinelle capaci di allertare per gli interventi preventivi e curativi. Questi comportamenti simili vengono
descritti da un algoritmo capace di descrivere una vera e propria mappa genetica. A proposito di lotta ai
tumori Il presidente americano Biden ha nominato quale direttore dell'istituto Nazionale per il Cancro
una donna, a dimostrazione che le differenze gender non contano mai men che meno nella scienza.



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Luigi Campanella
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PROPOSTE PER L’ADATTAMENTO AI
CAMBIAMENTI CLIMATICI
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ENERGIA E SOLUZIONE RIFIUTI CON I COGENERATORI EIS

Prima come Accademia Kronos ed ora come Ecoitaliasolidale abbiamo seguito passo per passo
l’evoluzione del primo dissociatore molecolare perfezionatosi nel tempo in sublimatore organico ed ora
in cogeneratore. A tal proposito i nostri tecnici e scienziati hanno calcolato che se il nostro Paese
adottasse in toto la tecnologia dei cogeneratori, oltre a risolvere i problemi dei rifiuti, si produrrebbe
tanta energia elettrica come un paio e forse più di centrali nucleari. Un’Italia quindi non solo
energeticamente autosufficiente, ma capace di vendere elettricità all’estero.
L’attuale cogeneratore, a differenza dei termovalorizzatori, non ha ciminiere, ma solo grandi tubi di
scappamento catalitici, come quelli delle automobili (vedi illustrazione). Una garanzia per l’ambiente e la
salute umana. Il cogeneratore oltre a risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti produce energia
calorica ed elettrica da mettere in rete.

A seguire lo schema che mette a confronto l’attività di un termovalorizzatore (inceneritore) con quella di
un cogeneratore (sublimatore organico)
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A questo punto ci si chiede: “ perché Stato, regioni e comuni non prendono posizione decisa su questa
tecnologia alternativa al carbone e al nucleare e, nel contempo, risolutiva per i rifiuti? ” Forse ci
dimentichiamo che ci troviamo in Italia, dove vige ancora la logica delle lobby che determinano anche le
scelte politiche. Da noi la lobby dello smaltimento dei rifiuti ha ormai optato per gli inceneritori,
ops..scusate, volevamo dire termovalorizzatori, per cui ogni alternativa a questi viene immediatamente
bollata per essere inutile, inefficiente, e quindi censurata.
Noi di Ecoitaliasolidale comunque siamo andati avanti in questo settore riuscendo alla fine, grazie al
lavoro dell’ing. Roberto Rovaris, a trovare la “quadra” tra il vecchio dissociatore e il più recente
sublimatore organico. Oggi siamo giunti ad un punto di perfezione che somma in sé le esperienze
passate per giungere finalmente ad un prodotto capace di coniugare efficienza, rispetto dell’ambiente e
della salute umana e smaltimento dei rifiuti. Il tutto per fornire energia calorica ed elettrica alla
comunità. Stiamo parlando del cogeneratore EIS, ultima evoluzione tecnologica, da poco adottata
anche all’estero, in particolare negli USA e in Finlandia.
Immagine del capofila degli attuali cogeneratori: Il Dissociatore molecolare inaugurato a Peccioli, in prov.
di Pisa nel 2009. Oggi non più funzionale per vari motivi burocratici…



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Veniamo ai particolari:
Un impianto di cogenerazione può contribuire efficacemente a chiudere il ciclo dei rifiuti urbani in modo
ecologicamente ed economicamente sostenibile. Questi impianti sono destinati a trattare in maniera
ottimale soprattutto materiali organici, quindi con contenuto di carbonio, sia sintetici sia biomasse,
anche “rifiuti tal quali”, sia urbani che speciali, per trasformarli in un gas combustibile detto “syngas”,
composto da metano, idrogeno, monossido di carbonio e gas inerti, e quindi adatto alla produzione
d’energia elettrica e termica per mezzo di turbine o altri sistemi.
Il cogeneratore è formato da una o più “celle di dissociazione”, ermeticamente chiuse in cui avviene la
trasformazione del materiale d’ingresso in gas di sintesi, mediante ossidazione in carenza d’ossigeno
(“gassificazione”), a temperature comprese fra i 400 e i 450 gradi centigradi, alle quali i metalli e il vetro
non fondono. Il processo è di lunga durata, tra le 8 e le 12 ore circa.
Prendendo in esame il sublimatore organico-cogeneratore finlandese, nell’indagine di efficienza e
impatto ambientale non si è mai verificato il fenomeno della produzione di particolato (che invece
producono i termovalorizzatori) con elevati contenuti di metalli pesanti, né quello di riformazione delle
diossine a valle della combustione del gas di sintesi. Il residuo del processo di dissociazione molecolare è
una cenere bianca, inerte, smaltibile come materia seconda per i cementifici o per arricchire materiali
adatti comunque all’edilizia o all’asfaltatura delle strade. E’ importantissimo segnalare che tutto il
processo consuma pochissima acqua o per niente per il raffreddamento.
Il Syngas prodotto serve ad alimentare tutte le fasi di trasformazione dei rifiuti. In questo modo si
produce energia elettrica di cui il 65% serve a far funzionare l’impianto di cogenerazione e il rimanente, il
35%, finisce in rete. Oltre all’energia elettrica si produce vapore che serve al teleriscaldamento e,
attraverso pompe di calore, al freddo per l’industria.
Sta di fatto, per fortuna, che da varie parti d’Italia cominciano ad arrivarci richieste per conoscere meglio
questa tecnologia che utilizza i rifiuti per produrre energia elettrica. Quindi chi interessato a
rappresentare nei propri comuni questa tecnologia, si faccia avanti inviando la richiesta via email a:
ecoitaliasolidale2020@gmail.com; mission.mediterraneo@virgilio.it.

Agli interessati verrà inviata la documentazione tecnica e scientifica completa,
nonché una scheda per partecipare alla rete “energetica alternativa in Italia”.

Un ulteriore contributo da parte di un tecnico di alto valore

Energia nucleare? no, meglio energia dai
rifiuti!
by Ing.Roberto Rovaris
In Italia ogni cittadino produce circa 500 Kg di rifiuti ogni anno di media. Considerando una parte di
raccolta differenziata, restano a disposizione circa 300 Kg/anno, pertanto avremo 0,3 Ton x 50.000.000 di
abitanti, quindi combustibile annuo di 15 milioni di Ton.
Consideriamo di realizzare un impianto di gassificazione rifiuti (Cogeneratore EIS) ogni 10.000 abitanti,
cioè di media un piccolo paese o un quartiere di città, avremo in totale 50.000.000: 10.000 = 5.000
impianti.
Ogni impianto per 10.000 abitanti smaltirebbe 0,3 Ton/anno = 3.000 T/anno cioè 3.000 : 8.000 ore di
funzionamento annuo = 0,375 T/h = 375 Kg/ora, cui corrisponde una produzione di energia elettrica del
gassificatore/cogeneratore pari a 250 KWh x 5.000 impianti = 1.250.000 Kwh = 1.250 Mw di potenza pari
alla produzione di una centrale nucleare di medie dimensioni.
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IMPATTO ECONOMICO:
1- CENTRALE NUCLEARE costa circa 4 miliardi di €, semplifichiamo considerando i costi di esercizio
pagati, ad esclusione dell’ ammortamento da pagarsi con ricavi di 0,10 €/Kwh x 1.250.000 Kwh =
125.000 ore: 8.000 ore/anno= 15 anni circa. In tal caso il prezzo dell’energia prodotta senza alcuna tassa
governativa sarebbe di almeno 11/12 centesimi per Kwh, ben oltre l’attuale costo della sola energia
elettrica.
2 – IMPIANTO DI GASSIFICAZIONE da 250 Kwh di energia elettrica resa ( ed altri 250 Kwh di energia
termica disponibile per vari usi, riscaldamento, ecc. per ora non considerata) costa circa 1,5 milioni di
€/cad con l’ ammortamento non oltre i 4 anni ( intatti in questo caso abbiamo due ricavi, la produzione di
energia elettrica 0,10 €/Kwh + il conferimento 150 €/Ton). B.P. dimostrabile!

I TEMPI
Per una centrale nucleare anche di ultima generazione per essere consegnata “chiavi in mano”, quindi
pronta a immettere corrente elettrica in rete servono dai 12 ai 15 anni.
Per un cogeneratore per entrare in funzione e immettere elettricità in rete bastano 2/4 anni. Il
Cogeneratore - Gassificatore può essere installato funzionante per lo smaltimento del rifiuto in otto mesi
dalla disponibilità dell’area attrezzata e dei permessi; con ulteriori 6 /12 mesi l’installazione si completa
con il funzionamento del recupero energetico.

SISTEMA MODUALARE
L’impianto per lo smaltimento dei rifiuti è modulare, con moduli replicabili; per una città di 90.000
abitanti si prevede un impianto di 100 tonns/giorno, con produzione di Energia Elettrica di 2,5Mw/h
(superficie coperta 1.500 mq. e superficie totale 8.000 mq.) L’impatto ambientale è trascurabile,
considerato che l’impianto edilizio ha un’altezza inferiore ai 12metri.

COSTI
Il Cogeneratore costa circa un terzo in meno del prezzo di acquisto di un termovalorizzatore, mentre i
costi di gestione e manutenzione del Cogeneratore - gassificatore sono dell’ordine di grandezza del 30-
40% rispetto alle altre tecnologie tradizionali;

QUADRO NORMATIVO
Il quadro normativo di riferimento è il D.Lgs 387/2003: l’impianto rappresenta difatti un sistema di
recupero energetico da fonte rinnovabile, ovvero da rifiuto, e non di mero smaltimento rifiuti.
Roberto Rovaris

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NOSCE TE IPSUM
IL MISTERO DELLE PIRAMIDI NEL
MONDO
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Quando si parla di piramidi, il pensiero va alle famose piramidi d’Egitto o a quelle Messicane. Ma di
piramidi nel mondo ce ne sono tantissime. Oltre in Egitto e in Messico, le troviamo in Bosnia, in Sudan,
nell’arcipelago delle Mascarene, nelle Canarie, in Australia, in Cina, in Giappone, ecc. La nostra stessa
Italia è disseminata di Piramidi.
In ogni parte del mondo sono presenti piramidi o presunte tali. E intorno ad esse sono tante le leggende
che vi ruotano, tutte accomunate dalla stessa trama che ci racconta di un lontano passato in cui degli
esseri (dei) scesero dal cielo per civilizzare gli uomini.
Caso enigmatico per eccellenza è che molte di esse hanno in comune anche gli stessi allineamenti
astronomici. Ricorrente infatti, l’allineamento astronomico che molti siti archeologici di piramidi, sparsi
nel mondo e distanti tra loro, hanno con le tre stelle centrali della cintura di Orione.
Come hanno potuto, in epoche così lontane, costruire strutture che rispettano il medesimo orientamento
stellare? Se, come sta uscendo fuori in questi anni, esisteva un collegamento tra piramidi o siti energetici
nel mondo ancora prima della nascita di Cristo, la maggior parte della Storia così come la conosciamo,
dovrebbe essere riscritta.
Ma cosa è accaduto migliaia di anni fa, al punto che di quel periodo, definito dagli storici “l’epoca d’oro” ,
restano solo miti e leggende? Perché, ci si chiede, il nostro pianeta è disseminato di tali strutture, siano
esse chiamate piramidi, ziggurat, cairn, traci, ecc.?
Chi le ha costruite e a quali scopi? Molti archeologi accademici fino a poco fa dicevano che erano semplici
tombe, oggi invece e per fortuna si comincia a comprendere che avevano un altro scopo o, meglio,
un’altra funzione. Il primo ad accorgersene di ciò fu lo scienziato Nicola Tesla che ipotizzò che il loro
scopo era quello di generare qualche forma d’energia che ancora oggi non conosciamo. Tant’è che costruì
la famosa torre di ferro che generava corrente elettrica semplicemente assorbendola dal terreno dove
sotto scorreva una vena acquifera. Naturalmente, morto Tesla, qualcuno si affrettò a demolire la torre e
a cancellare ogni suo studio in proposito. Tuttavia, grazie a recenti rilevamenti effettuati da sofisticati
apparecchi elettronici, si è scoperto che intorno a queste strutture è presente un forte campo magnetico.
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E questo a dimostrazione che forse non ci si trova di fronte a semplici tombe o luoghi di culto come ci è
stato sempre raccontato.
Tuttavia quello che lascia perplessi è perché molte piramidi sono state ricoperte e trasformate in colline
dalle popolazioni (vedi la Bosnia e la Romania). Nasce spontaneo chiedersi come mai, dopo averle
costruite, in epoche successive si è cercato di nasconderle come a cercare di fare in mondo che, col
passare del tempo, ci si dimenticasse della loro esistenza.
Soprattutto i potenti del passato sembrano essere stati coinvolti nel comune intento di far scomparire
tali imponenti ed enigmatiche strutture, nella speranza che entrassero nell’oblio completo.
Cosa, ci si chiede, deve essere ancora cancellato dalla storia dell’uomo? Per fortuna scienziati onesti
hanno preso a cuore la questione delle piramidi presenti in ogni luogo della Terra, iniziando spedizioni e
scavi sistematici, forse, si spera, presto avremo una risposta, a meno che la censura di chi vuol tenerci
allo scuro, chiuda ancora una volta le voci della verità.
Intanto, e qui concludo, pare che anche in Antartide abbiano scoperto una piramide imprigionata nel
ghiaccio….
by Ennio La Malfa
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La pagina di Laura Tussi - saggista e attivista pacifista

Pensieri, libri, fatti storici e attuali, da far conoscere ai nostri lettori
**************

La tempesta perfetta: conversazione con
Fabrizio Cracolici
Intervista di Laura Tussi e Adriano Arlenghi a Fabrizio Cracolici - Eremo di Betania,
Campi MIR 2022. (M.I.R. - Movimento Internazionale di Riconciliazione tra i
popoli)

Laura e Adriano: “ Molti intellettuali e attivisti parlano della possibilità di una "tempesta perfetta"
nel senso che si portano come esempio l'ingiustizia, il cambiamento climatico, le guerre, la violenza,
l'apocalisse nucleare. Questi fenomeni negativi, o meglio queste minacce gravissime che incombono
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sull'umanità, stanno portando tutti verso una strada che molti considerano di non ritorno e questo pone
una domanda, in quanto sussiste un pessimismo diffuso e dilagante. Vediamo molta gente, soprattutto
giovani, che non hanno più fiducia nel futuro e cercano proprio di estrarre dalla vita quel poco di felicità
possibile; estraggono speranza dal presente perdendo però completamente la dimensione del futuro con
un senso di impotenza che è incredibile e questo genera nichilismo e solitudine e grande tristezza.
Rispetto a queste istanze, Fabrizio, sei più pessimista o sei più ottimista?”
Fabrizio: “ La realtà delle cose mi porterebbe ad essere pessimista. Ma, se ci poniamo in una
condizione di pessimismo, nulla potrà cambiare quindi non si può fare altro che investire nell'ottimismo e
investire nelle azioni concrete e pensare e parlare a quelle realtà che sono le più coinvolte perché,
purtroppo, noi, la nostra generazione e alcune generazioni hanno sbagliato. Non siamo riusciti a
raggiungere determinati obiettivi e determinati livelli di idealità scritti nella carta costituzionale, frutto di
grandi sacrifici, di grandi morti, di stragi, lutti, guerre. Quindi dalle basi, dalle esperienze e dai sacrifici
che ci hanno dato e donato le generazioni passate, voglio rivolgermi all'unico gruppo di persone che può
realmente fare qualcosa: i giovani.
Sembra che i giovani siano sempre più, come si diceva appunto nella domanda, estraniati da questa
realtà, ma al contrario sono molto attenti. E' necessario aiutare i giovani; bisogna stare loro vicino e
tenerli per mano. Occorre partecipare umilmente con quel piccolo contributo che noi siamo in grado di
dare per la possibilità di attivarsi con le loro capacità ed energie, i loro mezzi, la loro creatività e cambiare
questo pianeta.
Come? Noi vediamo i Fridays For Future, vediamo Extinction Rebellion: sono giovani che hanno capito
tutto. La realtà non va bene. Hanno capito che qualcosa nel pianeta è in corto circuito e ci sta portando
alla distruzione e stanno protestando. Però spesso li vediamo protestare, ma senza la piena
consapevolezza di quello che è la gravità e di quello che sta succedendo chiaramente. Quando il sistema,
il potere a questi giovani permette la possibilità di parlare, questo è già indice che non li teme ancora al
punto tale di doverli tacitare e bloccare, perché in questo momento i giovani protestano in modo
generico e simbolico. Parlano dicendo: "Salviamo il pianeta, non abbiamo un piano B, smettiamo di
inquinare".
Ragazzi dobbiamo cominciare a fare i nomi. Chi sono questi grandi inquinatori? E' necessario stimolare
queste aziende e multinazionali e lobby di potere prima di tutto a smettere di inquinare in questa
maniera. In seguito dobbiamo stimolare i nostri governi ad attuare politiche green, politiche di Ecologia e
in questi momenti con i soldi che vengono stanziati dalla comunità europea non si sta pensando a
investire in green e ad investire in risorse energetiche, si sta investendo ancora e sempre in armi e
nucleare e questa è la contraddizione. Ragazzi ascoltatemi il mio è un mettermi a disposizione vostra.
Occorre andare da lor signori, da questi personaggi che fino adesso ci hanno raccontato che va tutto bene
così e non è vero e dobbiamo dare le nostre motivazioni; dovete dare le vostre motivazioni. Bisogna dire:
"Signori il pianeta è uno e lo è anche per voi. Accumulate potere, accumulate ricchezze, ma quando il
pianeta si esaurisce? e se dovesse sparire, sparirete anche voi. Cosa ve ne fate di quei soldi? cosa ve ne
fate di quel potere?
Quindi facciamo una rivoluzione vera, sincera quella che è proprio rivolta a salvare questo pianeta.
Cambiamo modalità. Cambiamo modo di ragionare. Rivolgiamoci alla Terra con più rispetto perché la
Terra non è nostra, noi siamo figli di Madre Terra, quindi ricordiamoci che noi non abbiamo nessun
diritto, nessun possesso sulla Terra, noi facciamo parte della Terra come ne fanno parte gli animali, i
vegetali, le piante e ogni singolo elemento fa parte di Madre Terra. Non dobbiamo essere arroganti:
dobbiamo essere al servizio del pianeta e trovare il cambiamento. Quindi giovani diamoci da fare.”
Dai io sono ottimista...

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