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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Cortina: un danno naturalistico irrecuperabile
per far posto a un’assurda pista da bob
c.s.
Veronica Vecchi, presidente della Società Infrastrutture Milano Cortina 2020–2026 SpA (SIMICO), ha
dichiarato alla stampa che gli alberi da eliminare per la costruzione della nuova pista da bob di Cortina non
sono 2000 ma 560 larici e 260 piante di varie specie. Resta il fatto che, nell’appalto, all’impresa forestale
aggiudicataria dei lavori di disboscamento (Impresa LCB Forestal Service di Luca Ghedina Brocco), il volume
di legname da eliminare è di 2.200 mc, dato commerciale che si riferisce al solo legname da costruzione
proveniente dal taglio di piante mature.
In realtà le piante che verranno tagliate saranno molto più numerose, perché un bosco è costituito anche da
piante con diametri inferiori (sottomisure e rinnovamento) e da arbusti di vario tipo. Verranno inoltre rimossi lo
strato erbaceo e il terreno vegetale con flora batterica e organismi animali per far posto a cemento, parcheggi
e tribune. Il danno biologico reale viene sottaciuto e non verrà certamente compensato dal rimboschimento di
qualche centinaio di piante, Un “bosco” non è una “piantagione” di alberi ma un sistema dinamico e complesso
ove elemento vegetale (alberi, arbusti, erbe ecc.), elemento minerale (suolo e sottosuolo) ed elemento
animale (cervi, caprioli, volpi, uccelli ecc. ma anche vertebrati ed invertebrati) interagiscono in una
successione di equilibri. Quel bosco è sparito per sempre e con lui le sue funzioni ecosistemiche: al suo posto,
un impianto sportivo per pochi atleti destinato a fallire.
Pesanti le conseguenze sul paesaggio e sulla salute che il taglio del bosco di Ronco provocherà. Innanzitutto
un danno naturalistico irrecuperabile perché il lariceto costituiva una rarità, probabilmente un ambiente unico
in tutto l’arco alpino meridionale. Era un luogo di ricreazione e svago per ospiti e residenti in Cortina. Le sue
piante monumentali, alte fino a 35 metri, colonnari, sono state un polmone di rigenerazione dell’aria in un
contesto travolto dal traffico privato, in entrata e in uscita da Cortina verso il Cadore, verso Dobbiaco e verso il
Passo Falzarego. Si pensi solo alla quantità di CO2 che l’insieme del bosco assorbe. Oltre all’assorbimento di
ossido di azoto e delle polveri sottili, le nanoparticelle diffuse anche dal riscaldamento a legna.
Consumo di circa 7 ettari di suolo naturale, taglio di alberi centenari, un serpentone di cemento lungo
1.650 metri, costruzione di circa 18.000 mc di edifici, 21.890.000 litri d’acqua all’anno prelevati
dall’acquedotto comunale, 2.000.000 di KWh all’anno per il funzionamento e la refrigerazione: è questo
il modello di sostenibilità grazie al quale SIMICO spera di ottenere la certificazione ENVISION (sistema
internazionale di rating dedicato alla progettazione e realizzazione di infrastrutture sostenibili)?
Infine, last but not least, esprimiamo apprensione relativamente all’antica frana su cui insiste il bosco di
Ronco: ogni intervento superficiale di disboscamento con conseguente distruzione delle radici e dello strato
fertile e compatto di terreno potrebbe rimetterla in lento movimento e questo sarebbe disastroso per la stabilità
di tutto il versante.
L’opposizione dei cittadini a questo assurdo progetto aumenta man mano che pervicacemente la SIMICO manda
avanti i lavori. Ne è prova l’accelerazione delle firme alla petizione https://www.change.org/NoPistaBobCortina.
09 marzo 2024
Italia Nostra sez. di Belluno
WWF Belluno-Treviso terre del Piave
Peraltrestrade Dolomiti
Ecoistituto del Veneto Alex Langer
Gruppo promotore Parco del Cadore
c.s. divulgato da Peraltrestrade - www.peraltrestrade.it
OLIMPIADI MILANO-CORTINA 2026
per far posto a un’assurda pista da bob
c.s.
Veronica Vecchi, presidente della Società Infrastrutture Milano Cortina 2020–2026 SpA (SIMICO), ha
dichiarato alla stampa che gli alberi da eliminare per la costruzione della nuova pista da bob di Cortina non
sono 2000 ma 560 larici e 260 piante di varie specie. Resta il fatto che, nell’appalto, all’impresa forestale
aggiudicataria dei lavori di disboscamento (Impresa LCB Forestal Service di Luca Ghedina Brocco), il volume
di legname da eliminare è di 2.200 mc, dato commerciale che si riferisce al solo legname da costruzione
proveniente dal taglio di piante mature.
In realtà le piante che verranno tagliate saranno molto più numerose, perché un bosco è costituito anche da
piante con diametri inferiori (sottomisure e rinnovamento) e da arbusti di vario tipo. Verranno inoltre rimossi lo
strato erbaceo e il terreno vegetale con flora batterica e organismi animali per far posto a cemento, parcheggi
e tribune. Il danno biologico reale viene sottaciuto e non verrà certamente compensato dal rimboschimento di
qualche centinaio di piante, Un “bosco” non è una “piantagione” di alberi ma un sistema dinamico e complesso
ove elemento vegetale (alberi, arbusti, erbe ecc.), elemento minerale (suolo e sottosuolo) ed elemento
animale (cervi, caprioli, volpi, uccelli ecc. ma anche vertebrati ed invertebrati) interagiscono in una
successione di equilibri. Quel bosco è sparito per sempre e con lui le sue funzioni ecosistemiche: al suo posto,
un impianto sportivo per pochi atleti destinato a fallire.
Pesanti le conseguenze sul paesaggio e sulla salute che il taglio del bosco di Ronco provocherà. Innanzitutto
un danno naturalistico irrecuperabile perché il lariceto costituiva una rarità, probabilmente un ambiente unico
in tutto l’arco alpino meridionale. Era un luogo di ricreazione e svago per ospiti e residenti in Cortina. Le sue
piante monumentali, alte fino a 35 metri, colonnari, sono state un polmone di rigenerazione dell’aria in un
contesto travolto dal traffico privato, in entrata e in uscita da Cortina verso il Cadore, verso Dobbiaco e verso il
Passo Falzarego. Si pensi solo alla quantità di CO2 che l’insieme del bosco assorbe. Oltre all’assorbimento di
ossido di azoto e delle polveri sottili, le nanoparticelle diffuse anche dal riscaldamento a legna.
Consumo di circa 7 ettari di suolo naturale, taglio di alberi centenari, un serpentone di cemento lungo
1.650 metri, costruzione di circa 18.000 mc di edifici, 21.890.000 litri d’acqua all’anno prelevati
dall’acquedotto comunale, 2.000.000 di KWh all’anno per il funzionamento e la refrigerazione: è questo
il modello di sostenibilità grazie al quale SIMICO spera di ottenere la certificazione ENVISION (sistema
internazionale di rating dedicato alla progettazione e realizzazione di infrastrutture sostenibili)?
Infine, last but not least, esprimiamo apprensione relativamente all’antica frana su cui insiste il bosco di
Ronco: ogni intervento superficiale di disboscamento con conseguente distruzione delle radici e dello strato
fertile e compatto di terreno potrebbe rimetterla in lento movimento e questo sarebbe disastroso per la stabilità
di tutto il versante.
L’opposizione dei cittadini a questo assurdo progetto aumenta man mano che pervicacemente la SIMICO manda
avanti i lavori. Ne è prova l’accelerazione delle firme alla petizione https://www.change.org/NoPistaBobCortina.
09 marzo 2024
Italia Nostra sez. di Belluno
WWF Belluno-Treviso terre del Piave
Peraltrestrade Dolomiti
Ecoistituto del Veneto Alex Langer
Gruppo promotore Parco del Cadore
c.s. divulgato da Peraltrestrade - www.peraltrestrade.it
OLIMPIADI MILANO-CORTINA 2026