About Rete Ambientalista Al
Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Appuntamenti verso il 23 marzo (agenda ancora in aggiornamento):
27 gennaio: Vicenza. Assemblea regionale dei comitati veneti
2 febbraio: Roma. Rete Stop TTIP Assemblea nazionale
2 febbraio: Napoli. Assemblea Regionale Stop Biocidio
3 febbraio: Termoli. Assemblea di movimenti e comitati in lotta contro la deriva petrolifera.
23 febbraio: Tito. Assemblea coi sindaci No Triv della Basilicata e della Campagna.
Fine febbraio (data in definizione): Napoli. Prossima assemblea nazionale verso il 23 marzo.
8 marzo: Non una di Meno Sciopero Globale Transfemminista.
8-9-10 marzo: Roma. A Sud. Tavoli su giustizia climatica, energia, ecofemminismo.
15 marzo: Global Climate Strike
22 marzo: Roma. Giornata su alimentazione agroecologia a cura di Genuino Clandestino
15-31 marzo: Fabriano. Festival Terre Altre.
Appello per la "Marcia per il clima, contro le grandi opere inutili" a Roma il 23 marzo
MARCIA PER IL CLIMA, CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI non serve il governo del
cambiamento, serve un cambiamento radicale #siamoancoraintempo
Chi siamo
Siamo i comitati, i movimenti, le associazioni e i singoli che da anni si battono contro le grandi
opere inutili e imposte e per l'inizio di una nuova mobilitazione contro i cambiamenti climatici e per
la salvaguardia del Pianeta.
Abbiamo iniziato questo percorso diversi mesi fa, ritrovandoci a Venezia lo scorso settembre, poi
ancora a Venaus, in Val Susa e in molti altri luoghi, da nord a sud, dando vita ad assemblee che
hanno raccolto migliaia di partecipazioni. Siamo le donne e gli uomini scesi in Piazza lo scorso 8
dicembre a Torino, a Padova, Melendugno, Niscemi, Firenze, Sulmona, Venosa, Trebisacce e in
altri luoghi.
Dall'assemblea di Roma del 26 gennaio lanciamo l'invito di ritrovarsi a Roma il 23 Marzo per una
manifestazione nazionale che sappia mettere al centro le vere priorit del paese e la salute del
Pianeta.
Grandi opere e cambiamento climatico
Il modello di sviluppo legato alle Grandi Opere inutili e imposte non solo sinonimo, come
denunciamo da anni, di spreco di risorse pubbliche, di corruzione, di devastazione e saccheggio
dei nostri territori, di danni alla salute, ma anche l'incarnazione di un modello di sviluppo che ci
sta portando sul baratro della catastrofe ecologica. Il cambiamento climatico uscito da libri e
documentari ed venuto a bussare direttamente alla porta di casa nostra. Nel nostro paese questa
situazione globale si declina in modo drammatico. La mancanza di manutenzione delle
infrastrutture, la corruzione e la cementificazione selvaggia seminano morti e feriti a ogni
temporale, a ogni ondata di maltempo, a ogni terremoto.
Il cosiddetto "governo del cambiamento" si rivelato essere in continuit con tutti i precedenti, non
volendo cambiare ci che c' di pi urgente: un modello economico predatorio, fatto per riempire le
tasche di pochi e condannare il resto del mondo a una fine certa. Le decisioni degli ultimi mesi
parlano chiaro.
Mentre ancora si tergiversa sull'analisi costi benefici del TAV in Val di Susa, il governo ha fatto una
imbarazzante retromarcia su tutte le altre grandi opere devastanti sul territorio nazionale: il TAV
terzo Valico, il TAP e la rete SNAM, le Grandi Navi a Venezia, il MOSE, l'ILVA a Taranto, il MUOS
in Sicilia, la Pedemontana Veneta, oltre al tira e molla sul petrolio e le trivellazioni , con rischio di
esiti catastrofici nello Ionio, in Adriatico, in Basilicata ed in Sicilia.
Giustizia sociale giustizia climatica.
Le catastrofi naturali non hanno nulla di naturale e non colpiscono tutti nella stessa maniera.
Lo vediamo purtroppo quotidianamente e chi sta in basso, infatti, paga i costi del cambiamento
climatico e della mancata messa in sicurezza dei territori.
vero fuori dai grandi centri cittadini, dove la devastazione ambientale mangia e distrugge la
natura, ma vero anche negli agglomerati urbani, luoghi sempre pi inquinati in cui persino i rifiuti
diventano un business redditizio. vero non solo dal nord al sud dell'Italia, ma anche dal nord al
sud del nostro pianeta.
Milioni di migranti climatici sono costretti a lasciare le proprie terre ormai rese inabitabili e vengono
respinti sulle coste europee.
Nel nostro paese terremotati e sfollati vivono in situazione precarie, carne da campagna elettorale
mentre le risorse per la ricostruzione non sono mai la priorit per alcuna compagine politica.
Quando le popolazioni locali, in Africa come in Europa, provano ad opporsi a progetti tagliati sui
bisogni di multinazionali e lobby cementifere la reazione dello Stato sempre violenta e
implacabile. L'unica proposta "verde" dei nostri governanti di scaricare non soltanto le
conseguenze ma anche i costi della crisi ecologica su chi sta in basso.
Noi diciamo che se da una parte la responsabilit di rispondere al cambiamento climatico
collettiva e interroga i comportamenti di ciascuno di noi, dall'altra siamo convinti che i costi della
transizione ecologica debbano ricadere sulle spalle dei ricchi, in primis le lobbies che in questi anni
si sono arricchite accumulando profitti, a discapito della collettivit e dei beni comuni.
Il sistema delle grandi opere inutili e il capitalismo estrattivo sono altrettante espressioni del
dominio patriarcale che sollecita in maniera sempre pi urgente la necessit di riflessione sul
legame tra donne, corpi e territori e sar uno dei temi portato nelle piazze dello sciopero
transfemminista globale dell'8 marzo.
E' giunto il momento di capire di cosa il nostro paese e il nostro pianeta hanno davvero
bisogno. Si potr finalmente cominciare a dare priorit alla lotta al cambiamento climatico,
cessando cos di contrapporre salute e lavoro come invece stato fatto a Taranto, dove lo stato di
diritto negato e chi produce morte lo pu fare al riparo da conseguenze legali solo:
riducendo drasticamente l'uso delle fonti fossili e del gas e rifiutando che il paese venga
trasformato in un Hub del gas
negando il consumo di suolo per progetti impattanti e nocivi e gestendo il ciclo dei rifiuti in
maniera diversa sul lungo periodo (senza scorciatoie momentanee) con l'obiettivo di garantire la
salute dei cittadini praticando con rigore e decisione l'alternativa di un modello energetico
autogestito dal basso, in opposizione a quello centralizzato e spinto dal mercato
abbandonando progetti di infrastrutture inutili e dannose e finanziando interventi dai quali
potremo trarre benefici immediati (messa in sicurezza idrogeologica e sismica dei territori ,
bonifiche, riconversione energetica, educazione e ricerca ambientali)
E' urgente garantire il diritto all'acqua pubblica, una nuova Strategia Energetica Nazionale riscritta
senza interessi delle lobbies, la messa a soluzione delle scorie nucleari, la riduzione delle spese
militari, il disarmo nucleare.
I nostri territori, gi inquinati da discariche fuori controllo, inceneritori e progetti inutili, sono
oltremodo distrutti da monoculture e pesticidi che determinano desertificazione e minano la
possibilit di una sempre maggiore autodeterminazione alimentare.
E' necessario che le risorse pubbliche vengano destinate ad una buona sanit, alla creazione di
servizi adeguati, al sostegno di una scuola pubblica e di universit libere e sganciate dai modelli
aziendalisti, ad un sistema pensionistico decoroso, ad una corretta politica sull'abitare e di
inclusione della popolazione migrante con pari diritti e dignit.
Siamo ancora in tempo per bloccare le grandi opere inutili e inutili
Siamo ancora in tempo per contrastare il cambiamento climatico Siamo
ancora in tempo per decidere NOI il nostro futuro!
27 gennaio: Vicenza. Assemblea regionale dei comitati veneti
2 febbraio: Roma. Rete Stop TTIP Assemblea nazionale
2 febbraio: Napoli. Assemblea Regionale Stop Biocidio
3 febbraio: Termoli. Assemblea di movimenti e comitati in lotta contro la deriva petrolifera.
23 febbraio: Tito. Assemblea coi sindaci No Triv della Basilicata e della Campagna.
Fine febbraio (data in definizione): Napoli. Prossima assemblea nazionale verso il 23 marzo.
8 marzo: Non una di Meno Sciopero Globale Transfemminista.
8-9-10 marzo: Roma. A Sud. Tavoli su giustizia climatica, energia, ecofemminismo.
15 marzo: Global Climate Strike
22 marzo: Roma. Giornata su alimentazione agroecologia a cura di Genuino Clandestino
15-31 marzo: Fabriano. Festival Terre Altre.
Appello per la "Marcia per il clima, contro le grandi opere inutili" a Roma il 23 marzo
MARCIA PER IL CLIMA, CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI non serve il governo del
cambiamento, serve un cambiamento radicale #siamoancoraintempo
Chi siamo
Siamo i comitati, i movimenti, le associazioni e i singoli che da anni si battono contro le grandi
opere inutili e imposte e per l'inizio di una nuova mobilitazione contro i cambiamenti climatici e per
la salvaguardia del Pianeta.
Abbiamo iniziato questo percorso diversi mesi fa, ritrovandoci a Venezia lo scorso settembre, poi
ancora a Venaus, in Val Susa e in molti altri luoghi, da nord a sud, dando vita ad assemblee che
hanno raccolto migliaia di partecipazioni. Siamo le donne e gli uomini scesi in Piazza lo scorso 8
dicembre a Torino, a Padova, Melendugno, Niscemi, Firenze, Sulmona, Venosa, Trebisacce e in
altri luoghi.
Dall'assemblea di Roma del 26 gennaio lanciamo l'invito di ritrovarsi a Roma il 23 Marzo per una
manifestazione nazionale che sappia mettere al centro le vere priorit del paese e la salute del
Pianeta.
Grandi opere e cambiamento climatico
Il modello di sviluppo legato alle Grandi Opere inutili e imposte non solo sinonimo, come
denunciamo da anni, di spreco di risorse pubbliche, di corruzione, di devastazione e saccheggio
dei nostri territori, di danni alla salute, ma anche l'incarnazione di un modello di sviluppo che ci
sta portando sul baratro della catastrofe ecologica. Il cambiamento climatico uscito da libri e
documentari ed venuto a bussare direttamente alla porta di casa nostra. Nel nostro paese questa
situazione globale si declina in modo drammatico. La mancanza di manutenzione delle
infrastrutture, la corruzione e la cementificazione selvaggia seminano morti e feriti a ogni
temporale, a ogni ondata di maltempo, a ogni terremoto.
Il cosiddetto "governo del cambiamento" si rivelato essere in continuit con tutti i precedenti, non
volendo cambiare ci che c' di pi urgente: un modello economico predatorio, fatto per riempire le
tasche di pochi e condannare il resto del mondo a una fine certa. Le decisioni degli ultimi mesi
parlano chiaro.
Mentre ancora si tergiversa sull'analisi costi benefici del TAV in Val di Susa, il governo ha fatto una
imbarazzante retromarcia su tutte le altre grandi opere devastanti sul territorio nazionale: il TAV
terzo Valico, il TAP e la rete SNAM, le Grandi Navi a Venezia, il MOSE, l'ILVA a Taranto, il MUOS
in Sicilia, la Pedemontana Veneta, oltre al tira e molla sul petrolio e le trivellazioni , con rischio di
esiti catastrofici nello Ionio, in Adriatico, in Basilicata ed in Sicilia.
Giustizia sociale giustizia climatica.
Le catastrofi naturali non hanno nulla di naturale e non colpiscono tutti nella stessa maniera.
Lo vediamo purtroppo quotidianamente e chi sta in basso, infatti, paga i costi del cambiamento
climatico e della mancata messa in sicurezza dei territori.
vero fuori dai grandi centri cittadini, dove la devastazione ambientale mangia e distrugge la
natura, ma vero anche negli agglomerati urbani, luoghi sempre pi inquinati in cui persino i rifiuti
diventano un business redditizio. vero non solo dal nord al sud dell'Italia, ma anche dal nord al
sud del nostro pianeta.
Milioni di migranti climatici sono costretti a lasciare le proprie terre ormai rese inabitabili e vengono
respinti sulle coste europee.
Nel nostro paese terremotati e sfollati vivono in situazione precarie, carne da campagna elettorale
mentre le risorse per la ricostruzione non sono mai la priorit per alcuna compagine politica.
Quando le popolazioni locali, in Africa come in Europa, provano ad opporsi a progetti tagliati sui
bisogni di multinazionali e lobby cementifere la reazione dello Stato sempre violenta e
implacabile. L'unica proposta "verde" dei nostri governanti di scaricare non soltanto le
conseguenze ma anche i costi della crisi ecologica su chi sta in basso.
Noi diciamo che se da una parte la responsabilit di rispondere al cambiamento climatico
collettiva e interroga i comportamenti di ciascuno di noi, dall'altra siamo convinti che i costi della
transizione ecologica debbano ricadere sulle spalle dei ricchi, in primis le lobbies che in questi anni
si sono arricchite accumulando profitti, a discapito della collettivit e dei beni comuni.
Il sistema delle grandi opere inutili e il capitalismo estrattivo sono altrettante espressioni del
dominio patriarcale che sollecita in maniera sempre pi urgente la necessit di riflessione sul
legame tra donne, corpi e territori e sar uno dei temi portato nelle piazze dello sciopero
transfemminista globale dell'8 marzo.
E' giunto il momento di capire di cosa il nostro paese e il nostro pianeta hanno davvero
bisogno. Si potr finalmente cominciare a dare priorit alla lotta al cambiamento climatico,
cessando cos di contrapporre salute e lavoro come invece stato fatto a Taranto, dove lo stato di
diritto negato e chi produce morte lo pu fare al riparo da conseguenze legali solo:
riducendo drasticamente l'uso delle fonti fossili e del gas e rifiutando che il paese venga
trasformato in un Hub del gas
negando il consumo di suolo per progetti impattanti e nocivi e gestendo il ciclo dei rifiuti in
maniera diversa sul lungo periodo (senza scorciatoie momentanee) con l'obiettivo di garantire la
salute dei cittadini praticando con rigore e decisione l'alternativa di un modello energetico
autogestito dal basso, in opposizione a quello centralizzato e spinto dal mercato
abbandonando progetti di infrastrutture inutili e dannose e finanziando interventi dai quali
potremo trarre benefici immediati (messa in sicurezza idrogeologica e sismica dei territori ,
bonifiche, riconversione energetica, educazione e ricerca ambientali)
E' urgente garantire il diritto all'acqua pubblica, una nuova Strategia Energetica Nazionale riscritta
senza interessi delle lobbies, la messa a soluzione delle scorie nucleari, la riduzione delle spese
militari, il disarmo nucleare.
I nostri territori, gi inquinati da discariche fuori controllo, inceneritori e progetti inutili, sono
oltremodo distrutti da monoculture e pesticidi che determinano desertificazione e minano la
possibilit di una sempre maggiore autodeterminazione alimentare.
E' necessario che le risorse pubbliche vengano destinate ad una buona sanit, alla creazione di
servizi adeguati, al sostegno di una scuola pubblica e di universit libere e sganciate dai modelli
aziendalisti, ad un sistema pensionistico decoroso, ad una corretta politica sull'abitare e di
inclusione della popolazione migrante con pari diritti e dignit.
Siamo ancora in tempo per bloccare le grandi opere inutili e inutili
Siamo ancora in tempo per contrastare il cambiamento climatico Siamo
ancora in tempo per decidere NOI il nostro futuro!