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comunicato dell, updated 10/9/22, 10:14 AM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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comunicato dell’Assemblea Antipsichiatrica

“Una buona salute mentale consente alle persone di lavorare in modo produttivo e di realizzare
appieno il proprio potenziale. Al contrario, una cattiva salute mentale interferisce con la capacità
di lavorare, studiare e apprendere nuove competenze. Essa ostacola i risultati scolastici dei
bambini e può avere un impatto sulle prospettive occupazionali future.
I ricercatori stimano che solo a causa della depressione e dell’ansia si perdono ogni anno 12
miliardi di giorni lavorativi produttivi, per un costo di quasi 1.000 miliardi di dollari. Questo dato
comprende i giorni persi per assenteismo, presenzialismo (quando si va al lavoro ma non si lavora)
e turnover del personale.” (World mental Health report. Tranforming mental health for all;
Cap. 4.3.2 Economic Benefits; OMS 2022).

Il 13 e 14 ottobre 2022 si terrà a Roma l’incontro internazionale promosso dall’OMS
(Organizzazone Mondiale della Sanità) in cui si presenterà il World Mental Health Report.
È in questa occasione che nasce la chiamata a scendere in piazza a Roma giovedì 13 ottobre.

OCCUPARSI DELLE CAUSE NON GENERA PROFITTO
La gestione sanitaria dell’emergenza pandemica ha evidenziato una totale assenza di
interventi diretti ad approfondire le cause che l’hanno determinata, occupandosi
esclusivamente dei sintomi. Focalizzare l’attenzione sulla ricerca delle cause avrebbe
significato inevitabilmente attuare una radicale trasformazione delle politiche sociali,
economiche, ambientali, sanitarie, relazionali.
Troppo costoso e quindi, poco produttivo. La psichiatria funziona con le stesse modalità: al
presentarsi di una crisi non vengono prese in considerazione le cause che l’hanno
determinata, la persona viene espropriata della possibilità di esprimere i propri significati e
di autodeterminarsi attraverso un potere del tutto arbitrario il cui interesse non é affatto
quello dichiarato della cura, ma piuttosto la progressiva medicalizzazione e
cronicizzazione della crisi.
Lo Stato in questi due anni si è comportato allo stesso modo: in nome di una presunta
irresponsabilità collettiva ha imposto le sue direttive dall’alto imponendosi come organo
iper- razionale, una mente che ‘decide’ e sovradetermina il ‘corpo’ sociale, che in quanto
‘corpo’ è ad esso subordinato secondo un dualismo riduzionista para-psichiatrico appunto.
Lo Stato e i suoi tecnici hanno valutato lo ‘stato di necessità’ secondo le leggi
dell’economia, e gestito l’emergenza/crisi con la contenzione – l’esproprio della salute –
esattamente come avviene in psichiatria. Allo stesso modo si è imposto un trattamento
farmacologico col ricatto, impedendo alle persone di esprimere il proprio consenso,
assicurando l’immediato introito per Big Pharma e lasciando solo chi ha subito le
conseguenze sulla propria salute degli effetti collaterali del vaccino.

PER LA LIBERTÀ DI SCELTA CONTRO L’OBBLIGO DI CURA
L’attuale prassi nelle istituzioni psichiatriche prevede l’assunzione obbligatoria di
psicofarmaci che a lungo termine risultano il più delle volte essere dannosi e invalidanti. La
progressiva cronicizzazione della sofferenza è funzionale da un lato alla presa in carico a
vita dall’altro al profitto delle multinazionali del farmaco.
La parola della persona non viene presa in considerazione o addirittura giudicata come
sintomo della malattia, mentre vivere in una società fondata sulla prestazione e
l’individualismo, la solitudine e l’assenza di una dimensione comunitaria sembra cosa del
tutto normale. Si interviene sui sintomi categorizzandoli come espressione di “malattia
mentale” ricorrendo ai TSO, alla contenzione fisica, meccanica e farmacologica. Nei CIM i
colloqui sono troppo brevi e non c’è nessuna possibilità di essere ascoltatз o di esprimere
dubbi e difficoltà.
Crediamo che rivendicare il diritto ad avere parola e ad autodeterminarsi significhi anche
riappropriarsi delle proprie esperienze, delle difficoltà, della sofferenza e della molteplicità
di modi per affrontarla. Siamo convintз che ci siano persone, tra coloro che operano
all’interno delle strutture sanitarie, che si rifiutano di essere complici di questo sistema di
oppressione e che preferiscono slegare piuttosto che contenere, ascoltare piuttosto che
mettere a tacere con i farmaci, essere solidali con chi si sottrae alle logiche di
competizione. Sono loro che vorremmo al nostro fianco.

TECNOLOGIE E DIGITALIZZAZIONE: LA RELAZIONE NEGATA
Si parla di “salute mentale digitale”, un processo che strumentalizza le retoriche
dell’innovazione, dell’accessibilità e dell’inclusione, introducendo invece forme sempre più
specializzate di controllo, disciplinamento ed esclusione. Una “salute” sempre più delegata
al dispositivo tecnico, costruita intorno alle esigenze del mercato dell’industria tecnologica
e all’inesorabile sottrazione di reali spazi di soggettivazione, auto-determinazione e
solidarietà dal basso.

CONTRO IL PROIBIZIONISMO PER LA RIDUZIONE DEL DANNO
C’è un’evidente contraddizione nei proclami dell’OMS, da un lato si promuove il consumo
di sostanze “psicotrope” legali con effetti disastrosi, dall’altro si criminalizza l’auto-
consumo di sostanze psicoattive. Al mondo un detenuto su cinque è in carcere per
violazioni delle leggi sulle droghe. In Italia circa un terzo della popolazione detenuta è in
carcere per questo motivo. Il proibizionismo non solo ha fallito, ma è esclusivamente
funzionale al controllo sociale e a finanziare narco-mafie e narco-stati utili al riciclo e alla
riproduzione del Capitale. E’ fondamentale dare voce allз consumatorз, attivando politiche
dal basso improntate alla riduzione del danno e al consumo consapevole.

PER L’ABOLIZIONE DELLA CONTENZIONE E DELL’ELETTROSHOCK
Nonostante le belle parole dell’OMS nei reparti psichiatrici si continua a morire legati nei
letti di contenzione. Continuano ad essere praticati dispositivi manicomiali e coercitivi
come l’uso dell’elettroshock, l’obbligo di cura, la contenzione farmacologica, le porte
chiuse, le grate alle finestre, le limitazioni e il controllo della libertà personale.
Non c’è salute nei CPR, nelle carceri, negli SPDC, luoghi di tortura e annientamento delle
persone. Non c’è salute dove c’è violenza e discriminazione di genere, senza diritto
effettivo all’aborto e supporto alla genitorialità. Non c’è salute nelle politiche economiche
che finanziano armamenti e guerre, sottraendo risorse alla collettività e ai bisogni delle
persone.
La salute che vogliamo si basa su percorsi di solidarietà, autogestione e mutualismo dal
basso. E’ il frutto dell’interdipendenza tra corpi, condizioni sociali e ambientali.
Non si può garantire salute per tuttз, senza lavoro, scuola e università, spazi comuni e di
socialità liberati dalle logiche del profitto neoliberista. Crediamo che non ci sia bisogno di
uno Stato né di un’organizzazione Mondiale che si proponga di riorganizzare e che
sovradetermini la nostra salute e le nostre vite. Siamo convintз che ritrovarsi, ricostruire
delle relazioni e delle comunità, riprendersi strade e spazi, possa essere un primo passo
per aprire un orizzonte nel quale dar vita a luoghi liberi dalle dinamiche individualistiche, di
sfruttamento e mercificazione.

PRESIDIO COMUNICATIVO
Giovedì 13 ottobre alle 11- Piazza del Risorgimento – Roma
INVITIAMO TUTT3 A PARTECIPARE!
Assemblea Antipsichiatrica