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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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Cinque passi di strategia nonviolenta contro la guerra
Una zona smilitarizzata dal Mar Bianco al Mar Nero
Moratoria nucleare e Corpi Civili di Pace Europei
*
Cio' che sta avvenendo e' la spartizione territoriale dell'Ucraina tra Russia e Stati Uniti, dopo tre
anni di sanguinoso conflitto, un milione di morti, danni materiali ed economici incalcolabili,
sofferenze ed impoverimento generale. La Russia otterra' l'espansione regionale in Crimea e
Donbass, gli Stati Uniti metteranno le mani sulle "terre rare", mentre l'Europa sta a guardare e
l'Ucraina ne esce commissariata.
Questo e' il risultato della scelta militare fatta, che ha trasformato l'intera Europa in una regione ad
economia di guerra, a traino della Nato. La retorica del "prima la Vittoria, poi la Pace" si e' rivelata
per quello che era davvero: "prima la Guerra, poi la Sconfitta". E a perderci, prima di tutti, e' il
popolo ucraino, che vede svanire la propria sovranita', dopo aver sacrificato un'intera generazione
di giovani sull'altare del nazionalismo.
L'Europa a 27 velocita', che ha accettato il ruolo di comparsa nell'Alleanza atlantica, e' indebolita e
afona. Per "salvare il salvabile" si vorrebbe ancora una volta puntare tutto sulla politica di riarmo, la
stessa che ha distrutto il sistema sociale della sanita' e dell'istruzione nei nostri paesi. Errore
fatale. L'Europa, per affrontare la questione Ucraina, ha bisogno di una politica comune di
sicurezza, pace e cooperazione, non di una politica di potenza e difesa militare, e deve avere una
propria visione democratica alternativa a quella oligarchica di Stati Uniti e autoritaria della
Federazione Russa.
*
Cinque possibili passi necessari di strategia nonviolenta, per prevenire un'ulteriore escalation e per
costruire una vera pace:
- creazione di una "linea di pace" sui confini tra Europa e Russia (Norvegia, Finlandia, Estonia,
Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia, Ucraina) con l'istituzione di una zona smilitarizzata, un
corridoio (500 chilometri di larghezza) per tutto il confine (3000 chilometri di lunghezza). Questo
lungo fronte di terra smilitarizzata, da una parte e dall'altra, non potrebbe essere attraversato da
truppe militari della Russia o della Nato, o di altri eserciti europei: cosi' si favorirebbe la
distensione. La definizione e poi il controllo di questa zona russo/europea smilitarizzata (dal Mar
Bianco al Mar Nero) prevede il negoziato e lo sviluppo di meccanismi di verifica efficaci; anziche'
concentrarsi sulla militarizzazione nazionale, ci si concentra su una zona di demilitarizzazione
internazionale, pan-europea, affidata a tutti i paesi coinvolti;
- avviare immediatamente una "moratoria nucleare" che coinvolga i paesi detentori di armi nucleari
presenti sul continente europeo (Francia, Regno Unito, Russia, e Stati Uniti con ordigni presenti
anche in Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi): impegno al non utilizzo, e apertura di negoziati per
l'adesione concordata e multilaterale al TPNW (Trattato per la messa al bando delle armi nucleari);
- avviare un progetto esecutivo per la costituzione di un Corpo Civile di Pace Europeo, per la
gestione non militare della crisi. Tra non fare nulla e mandare truppe armate, c'e' lo spazio per fare
subito qualcosa di utile, nell'ambito della politica di sicurezza per intervenire a livello civile nei
conflitti prima che questi sfocino in guerra vera e propria, come avvenuto il 24 febbraio 2022. I
Corpi di Pace vanno costituiti e finanziati come una brigata permanente dell'Unione Europea: la
loro costituzione deve rientrare nelle competenze della Commissione Europea;
- dare la parola ai movimenti civili e democratici che in Russia, Ucraina e Bielorussia si sono
opposti da subito alla guerra e hanno avanzato proposte di pace, a partire dal sostegno agli
obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva delle parti in conflitto. Convocare con loro, veri
portatori di interessi comuni, un "tavolo delle trattative" in zona neutrale e simbolica (Citta' del
Vaticano);
- convocare una Conferenza internazionale di pace (sotto egida ONU, con tutti gli attori
internazionali coinvolti e disponibili) basata sul rispetto del Diritto internazionale vigente e sul
concetto di sicurezza condivisa, che metta al sicuro la pace anche per il futuro.
*
https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra-2/
La Campagna di Obiezione alla guerra offre uno strumento concreto per attuare il diritto umano
fondamentale alla pace, che sul piano politico significa per gli Stati: obbligo di disarmare, obbligo di
riformare in senso democratico e far funzionare i legittimi organismi internazionali di sicurezza
collettiva a cominciare dalle Nazioni Unite, obbligo di conferire parte delle forze armate all'ONU
come previsto dall'articolo 43 della Carta delle Nazioni Unite, obbligo di riconvertire e formare tali
forze per l'esercizio di funzioni di polizia internazionale sotto comando sopranazionale, obbligo di
sottoporsi alla giurisdizione della Corte Penale Internazionale.
Aderendo concretamente alla Campagna ognuno ha la possibilita' personale di dichiarare
formalmente la propria obiezione di coscienza e nel contempo sostenere concretamente i
nonviolenti russi e ucraini che sono le uniche voci delle due parti che stanno gia' dialogando
realmente tra di loro, che creano un ponte su cui puo' transitare la pace, grazie al coraggio e
all'impegno di chi a Kyiv e Mosca, rischiando di persona, lavora per la crescita della nonviolenza
organizzata (info sulla Campagna di Obiezione alla
Guerra: https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra-2/ ).
Una zona smilitarizzata dal Mar Bianco al Mar Nero
Moratoria nucleare e Corpi Civili di Pace Europei
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Cio' che sta avvenendo e' la spartizione territoriale dell'Ucraina tra Russia e Stati Uniti, dopo tre
anni di sanguinoso conflitto, un milione di morti, danni materiali ed economici incalcolabili,
sofferenze ed impoverimento generale. La Russia otterra' l'espansione regionale in Crimea e
Donbass, gli Stati Uniti metteranno le mani sulle "terre rare", mentre l'Europa sta a guardare e
l'Ucraina ne esce commissariata.
Questo e' il risultato della scelta militare fatta, che ha trasformato l'intera Europa in una regione ad
economia di guerra, a traino della Nato. La retorica del "prima la Vittoria, poi la Pace" si e' rivelata
per quello che era davvero: "prima la Guerra, poi la Sconfitta". E a perderci, prima di tutti, e' il
popolo ucraino, che vede svanire la propria sovranita', dopo aver sacrificato un'intera generazione
di giovani sull'altare del nazionalismo.
L'Europa a 27 velocita', che ha accettato il ruolo di comparsa nell'Alleanza atlantica, e' indebolita e
afona. Per "salvare il salvabile" si vorrebbe ancora una volta puntare tutto sulla politica di riarmo, la
stessa che ha distrutto il sistema sociale della sanita' e dell'istruzione nei nostri paesi. Errore
fatale. L'Europa, per affrontare la questione Ucraina, ha bisogno di una politica comune di
sicurezza, pace e cooperazione, non di una politica di potenza e difesa militare, e deve avere una
propria visione democratica alternativa a quella oligarchica di Stati Uniti e autoritaria della
Federazione Russa.
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Cinque possibili passi necessari di strategia nonviolenta, per prevenire un'ulteriore escalation e per
costruire una vera pace:
- creazione di una "linea di pace" sui confini tra Europa e Russia (Norvegia, Finlandia, Estonia,
Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia, Ucraina) con l'istituzione di una zona smilitarizzata, un
corridoio (500 chilometri di larghezza) per tutto il confine (3000 chilometri di lunghezza). Questo
lungo fronte di terra smilitarizzata, da una parte e dall'altra, non potrebbe essere attraversato da
truppe militari della Russia o della Nato, o di altri eserciti europei: cosi' si favorirebbe la
distensione. La definizione e poi il controllo di questa zona russo/europea smilitarizzata (dal Mar
Bianco al Mar Nero) prevede il negoziato e lo sviluppo di meccanismi di verifica efficaci; anziche'
concentrarsi sulla militarizzazione nazionale, ci si concentra su una zona di demilitarizzazione
internazionale, pan-europea, affidata a tutti i paesi coinvolti;
- avviare immediatamente una "moratoria nucleare" che coinvolga i paesi detentori di armi nucleari
presenti sul continente europeo (Francia, Regno Unito, Russia, e Stati Uniti con ordigni presenti
anche in Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi): impegno al non utilizzo, e apertura di negoziati per
l'adesione concordata e multilaterale al TPNW (Trattato per la messa al bando delle armi nucleari);
- avviare un progetto esecutivo per la costituzione di un Corpo Civile di Pace Europeo, per la
gestione non militare della crisi. Tra non fare nulla e mandare truppe armate, c'e' lo spazio per fare
subito qualcosa di utile, nell'ambito della politica di sicurezza per intervenire a livello civile nei
conflitti prima che questi sfocino in guerra vera e propria, come avvenuto il 24 febbraio 2022. I
Corpi di Pace vanno costituiti e finanziati come una brigata permanente dell'Unione Europea: la
loro costituzione deve rientrare nelle competenze della Commissione Europea;
- dare la parola ai movimenti civili e democratici che in Russia, Ucraina e Bielorussia si sono
opposti da subito alla guerra e hanno avanzato proposte di pace, a partire dal sostegno agli
obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva delle parti in conflitto. Convocare con loro, veri
portatori di interessi comuni, un "tavolo delle trattative" in zona neutrale e simbolica (Citta' del
Vaticano);
- convocare una Conferenza internazionale di pace (sotto egida ONU, con tutti gli attori
internazionali coinvolti e disponibili) basata sul rispetto del Diritto internazionale vigente e sul
concetto di sicurezza condivisa, che metta al sicuro la pace anche per il futuro.
*
https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra-2/
La Campagna di Obiezione alla guerra offre uno strumento concreto per attuare il diritto umano
fondamentale alla pace, che sul piano politico significa per gli Stati: obbligo di disarmare, obbligo di
riformare in senso democratico e far funzionare i legittimi organismi internazionali di sicurezza
collettiva a cominciare dalle Nazioni Unite, obbligo di conferire parte delle forze armate all'ONU
come previsto dall'articolo 43 della Carta delle Nazioni Unite, obbligo di riconvertire e formare tali
forze per l'esercizio di funzioni di polizia internazionale sotto comando sopranazionale, obbligo di
sottoporsi alla giurisdizione della Corte Penale Internazionale.
Aderendo concretamente alla Campagna ognuno ha la possibilita' personale di dichiarare
formalmente la propria obiezione di coscienza e nel contempo sostenere concretamente i
nonviolenti russi e ucraini che sono le uniche voci delle due parti che stanno gia' dialogando
realmente tra di loro, che creano un ponte su cui puo' transitare la pace, grazie al coraggio e
all'impegno di chi a Kyiv e Mosca, rischiando di persona, lavora per la crescita della nonviolenza
organizzata (info sulla Campagna di Obiezione alla
Guerra: https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra-2/ ).