Sul disastro ambientale di Massarosa

Sul disastro ambientale di Massarosa, updated 8/9/22, 9:29 AM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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Sul disastro ambientale di Massarosa (LU)
In questi giorni sulle colline di Camaiore e Massarosa sono bruciati 860 ettari di bosco e
numerose sono state le case distrutte. L'incendio ha costretto allo sfollamento tanti abitanti
delle zone di Montigiano, Gualdo, Fibbialla, Valpromaro, investiti dalle fiamme. Il 21 luglio
sono stati calcolati circa 1.000 sfollati.
Oltre al gravissimo danno all'ambiente, per il quale saranno necessarie decine di anni per
recuperare, e alle persone che hanno perduto le loro case, si è verificato un enorme
danno alla salute con cui si dovranno fare i conti in tempi brevi e in anni a venire. La storia
del nostro territorio insegna che i danni alla salute dopo i disastri ambientali non vengono
correlati o sono poco considerati da istituzioni, Arpat, strutture addette alla prevenzione e
alla sicurezza sanitaria. Quanto avvenuto implica indagini epidemiologiche che, o non
sono effettuate o lo saranno, troppo spesso, con modalità poco chiare.
Nel nostro territorio, purtroppo, vi sono state esperienze di questo tipo come le indagini
epidemiologiche strappate, con le lotte di anni, da comitati e cittadini sugli effetti
dell'inceneritore del Pollino che, comunque, non sono state esaustive ed efficaci (come
hanno confermato gli esperti che hanno offerto la loro consulenza gratuitamente ai
comitati cittadini), o come la contaminazione da tallio dell'acquedotto di Pietrasanta, di cui
ricordiamo le assoluzioni del dirigente di Gaia Spa e della responsabile dell’Asl dall'accusa
di avvelenamento colposo delle acque, dall'omissione di atti di ufficio e con il rigetto della
tesi della pericolosità per la salute. Che dire sull'intervento dell'Arpat richiesto da Medicina
Democratica per il monitoraggio di acqua, aria, ambiente, dopo il disastro ferroviario del 29
giugno 2009? Nessuna contaminazione è stata rilevata se pure siano bruciate traversine
cancerogene, eternit, amianto, plastica, gpl, etc. Non fu accertata alcun tipo di
sorveglianza sanitaria sulla popolazione.
Non ultimo, l'inquinamento da elettrosmog sulla Versilia, Massarosa e Viareggio, in
particolare per il sito radiobase di via Matteotti, inserito all'interno di un’area ferroviaria di
Viareggio, dove già c’è una centrale elettrica, possibile responsabile della morte di alcuni
abitanti dell’edificio posto davanti alla centrale elettrica. L’Arpat non rilevò alcun problema
di inquinamento/correlazione mentre un tecnico non poté esimersi dal consigliare a una
mamma di allontanare il figlio minorenne da quel luogo. Nonostante le ripetute richieste e
gli esposti alla Procura e Prefettura, l’Arpat non ha mai completato le indagini.
Sempre in tema di inquinamento, i sindaci non hanno assunto alcun provvedimento per
l'eccessiva ondata di caldo, che sommato allo scarico degli automezzi, può creare un
ulteriore danno a cittadini e animali.
In Versilia la situazione è già molto pesante avendo il più alto tasso della Toscana di
decessi per tumori di ogni tipo e per altre cause. Tutto questo si aggiunge al resto: ciò che
brucia trasporta nanoparticelle (studi di Montanari-Gatti) che penetrano nel corpo, nei vasi
sanguigni, negli organi, nel Dna modificandolo con conseguenze che possiamo
immaginare, sino a indebolire un sistema immunitario già messo a dura prova.
Ricordiamo che quando siamo di fronte a un disastro ambientale di qualsiasi tipo è
importante:
1) Fare il registro della popolazione esposta;
2) alle persone (cittadini, lavoratori anziani, bambini ...) dovrebbe essere garantita la
sorveglianza sanitaria fisica e psicologica per un certo periodo e attenzionati dal servizio
sanitario per quello che è bruciato e per le sostanze respirate;
3) il medico di famiglia deve seguire e scrivere nella cartella clinica del paziente
l'esposizione alle varie sostanze, in particolare quelle tossiche;
4) far conoscere i risultati e disporre di indagini con relazioni precise e pubbliche dell'Arpat
e del sindaco che deve informare la cittadinanza.
E’ quanto il Comitato Sanità Versilia, Massa-Carrara, rivendica oltre a pretendere una
seria indagine epidemiologica e una sorveglianza attiva della popolazione esposta. Questa
è la sanità pubblica e garantita che vogliamo con al centro la prevenzione, che inizia con
un ambiente salubre.
Esprimiamo la nostra vicinanza e la nostra solidarietà alla popolazione colpita da questo
disastro ambientale.
Comitato Sanità Pubblica Versilia Massa Carrara