NUOVE EVIDENZE SCIENTIFICHE SULLA PERICOLOSITA

NUOVE EVIDENZE SCIENTIFICHE SULLA PERICOLOSITA, updated 3/25/23, 10:58 AM

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NUOVE EVIDENZE SCIENTIFICHE SULLA PERICOLOSITA' DELLE ANTENNE DI TELEFONIA

E' stato pubblicato a ottobre scorso il primo studio sull'impatto sui ratti della frequenza 3,5 GHz,
utilizzata dal 5G. I ratti sono stati esposti due ore al giorno, cinque giorni la settimana, per 30 giorni
a livelli ben al di sotto dei limiti legali di esposizione, e quindi alle linee guida internazionali cui si
riferiscono. L'esposizione ha causato nei ratti stress ossidativo nel cervello, diminuzione
dell'ormone irisina (che protegge anche dalle patologie cardiovascolari, da ipertensione, diabete
ecc.) e aumento dei neuroni degenerati nell'ippocampo. Secondo gli autori, questi effetti possono
innescare malattie neurodegenerative. La frequenza 3,5 GHz provoca anche cambiamenti nel
metabolismo energetico e nell'appetito dei ratti, sia sani che diabetici. Gli autori concludono che
pertanto, il 5G potrebbe non essere innocuo, sopratutto in presenza di diabete. H. Bektas et al.,
Yuzuncu Yil University, Turchia:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36220504/ . Citato da L.
Hardell: https://www.anncaserep.com/abstract.php?aid=9589

Il biofisico D. Panagopoulos, in una revisione dei suoi lavori sulla frammentazione del DNA nelle
cellule riproduttive di mosche femmine (importanti perché "i processi cellulari di base sono identici
dagli insetti ai mammiferi, tra cui l'uomo"), oltre a elencare gli effetti biologici evidenziati da 140
studi, dimostra che la variabilità del segnale di telefonia è un fattore "estremamente importante"
nell'indurre effetti biologici. E spiega: "Ad ogni nuova generazione di telecomunicazioni , la
quantità di informazioni trasmesse dai cellulari e dalle antenne (testo, immagini, video, Internet,
ecc) aumenta e ciò si traduce in una maggiore variabilità e complessità dei segnali, a cui le cellule e
gli organismi viventi riescono sempre di meno ad adattarsi." D. Panagopoulos, Università di
Atene: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31416578/

In linea con queste considerazioni anche le osservazioni di L. Hardell, noto epidemiologo svedese
autore dei più importanti studi sull'impatto dei CEM sui tumori al cervello. Poche settimane fa ha
pubblicato due studi su quattro casi di persone senza problemi di salute, che hanno iniziato a
soffrire di sintomi riconducibili a elettrosensibilità dopo l'istallazione sul tetto del palazzo, in cui
vivevano all'ultimo piano, di un antenna 5G a 3,5 GHz, dove in precedenza c'erano solo antenne
2G, 3G e 4G che non avevo creato loro nessun problema. Questi disturbi li hanno costretti a lasciare
l'alloggio e successivamente i sintomi sono scomparsi. L'esposizione negli alloggi era ben al di sotto
dei 61V/m delle linee guide dell'ICNIRP adottate dalla Svezia (e che l'industria delle
telecomunicazioni vorrebbe far adottare anche in Italia), e verosimilmente sotto i limiti italiani di
6V/m mediati su 24 ore (una misura media dell'intensità su 24 ore, non richiesta in Svezia, non è
stata effettuata nello studio). L. Hardell: https://www.anncaserep.com/abstract.php?aid=9589

Riguardo all'impatto delle antenne di telefonia sulla salute umana, una recente meta-analisi
evidenzia che il 73% degli studi riportano effetti biologici e sanitari sui residenti nelle vicinanze
degli impianti, quali aumento di tumori e dei disturbi riconducibili alla sindrome da
elettrosensibilità (mal di testa, disturbi del sonno, della memoria o della concentrazione,
stanchezza, depressione, alterazioni cardiache, acufeni, ecc.), e anche alterazione dei parametri
biochimici. Tra il restante 26% degli studi che non riportano effetti, si trovano diversi nomi di autori
che hanno noti conflitti d'interesse con l'industria delle
telecomunicazioni. A. Balmori: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35843283/

30 anni di ricerca non lasciano dubbi: il 76% di 1046 studi mostrano effetti biologici

Alcuni studiosi spesso affermano che la ricerca sugli effetti dei CEM dà risultati ancora incerti e
che sono necessari ulteriori ricerche prima di emanare avvisi sulla salute o di rafforzare i limiti
normativi. La revisione della letteratura di H. Lai, professore emerito di bioingegneria
dell'università di Washington, li smentisce. 30 anni di ricerca non lasciano dubbi:
complessivamente, il 76% (n=798 ) di 1.046 studi sulle radiofrequenze (che includono telefonia
mobile, wifi, ecc.) ha riportato effetti biologici significativi. Più specificamente: il 91% (n=263) di
290 studi sul danno ossidativo (o sui radicali liberi),il 68% (n=291) di 423 studi sugli effetti
genetici, il 73% (n=244) dei 335 studi neurologici hanno riportato effetti significativi. H. Lai ha
anche pubblicato gli abstracts di questi studi, che sono una fonte completa a disposizione di chi
crede ancora che i CEM non possono impattare sulla salute di adulti e
bambini. H.Lai: https://www.saferemr.com/2018/02/effects-of-exposure-to-electromagnetic.html


Per concludere, riassumiamo: i limiti attuali sono basati sul presupposto che se i CEM non
riscaldano i tessuti, sono innocui. Considerano quindi esclusivamente gli effetti detti "termici".
Questo presupposto è palesemente smentito da tutta la letteratura scientifica, che è stata
deliberatamente ignorata, mettendo in serio pericolo tutta la popolazione. Apriamo gli occhi ... e
riduciamo il più possibile l'esposizione alle onde elettromagnetiche, favorendo le connessioni
cablate (anche gli smartphone si possono cablare, e già disattivando le connessioni Internet quando
non in uso, emettono molto di meno).


Odile Nazart
(Casale Monferrato)