ECONDA ASSEMBLEA REGIONALE DEI COMITATI E DEI MOVIMENTI CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI E IMPOSTE

ECONDA ASSEMBLEA REGIONALE DEI COMITATI E DEI MOVIMENTI CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI E IMPOSTE, updated 1/23/19, 10:24 AM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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SECONDA ASSEMBLEA REGIONALE DEI COMITATI E DEI
MOVIMENTI CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI E IMPOSTE, PER
LA GIUSTIZIA AMBIENTALE.
VERSO LA MOBILITAZIONE NAZIONALE DI ROMA DEL 23 MARZO.
L' 8 dicembre a Trebisacce, in occasione della IX Giornata Mondiale contro le Grandi Opere Inutili e
Imposte e per la Difesa del Pianeta ed in concomitanza con diverse decine di piazze in tutta Italia, si
tenuta un'assemblea pubblica regionale autoconvocata che ha messo al centro della discussione le
pratiche in difesa del territorio e l'urgenza di reagire alle politiche di devastazioni e saccheggio
perpetrate ai danni delle nostre comunit a partire dall'urgenza di bloccare il devastante progetto del III
Megalotto della S.S. 106, le concessioni di ricerca estrazione di idrocarburi in terra e in mare (in
particolare le concessioni "Tempa La Petrosa" sul Pollino fra Basilicata e Calabria e la perforazione di
pozzi esplorativi fra la foce del Crati e Casoni, entrambi Siti di Importanza Comunitaria), la paradossale
attivit della centrale Enel a biomassa operante nella Valle del Mercure in pieno Parco Nazionale del
Pollino e il pi delirante progetto privato di una mega discarica di rifiuti speciali a Cammarata, nel cuore
del distretto agricolo d'eccellenza della Piana d Sibari o, ancora, il mega progetto di ampliamento della
discarica di Scala Coeli.
In realt molto pi numerose sono le emergenze ambientali e territoriali che flagellano la nostra
regione. L'assemblea infatti, ha visto la partecipazione di diversi attivisti provenienti da tutta la Calabria
in rappresentanza delle tante lotte in difesa del territorio e contro lo sfruttamento e la devastazione delle
nostre comunit locali.
Il quadro sociale uscito fuori dopo oltre 4 ore di assemblea stato chiaro: i territori calabresi e le sue
comunit hanno pagato e continuano a pagare un prezzo elevato in termini di malattie, inquinamento e
devastazioni ambientali e tutto ci nonostante la Calabria non abbia mai avuto uno sviluppo industriale
che possa giustificare l'attuale scempio ambientale e socio-sanitario.
La Calabria, negli anni, diventata la pattumiera d'Italia e, nel contempo, territorio vergine da sfruttare
e conquistare (trivelle, discariche, inceneritori, grandi impianti inutili e dannosi, depurazione,
accaparramento e privatizzazione delle risorse idriche, ecc.).
A fare cassa i soliti gruppi nazionali ed internazionali (Astaldi, Impregilo, Cmc, Eni, Total, Veolia, ecc.);
a farne le spese l'intera comunit calabrese e, tra essa, le fasce sociali povere e precarie.
Nessuno "sviluppo" dunque, nessun posto di lavoro reale ma soltanto false promesse elettorali;
povert, miseria e marginalit sociale oggi la fanno da padrona nel Mezzogiorno. Non un caso se la
Calabria risulta tra le Regioni pi povere e depresse d'Europa e con livelli di accesso alle cure ad alla
sanit tra le peggiori dell'Unione.
Le numerose realt presenti all'assemblea di Trebisacce hanno portato nel dibattito le diverse urgenze
ambientali e sociali in cui sono impegnate da anni, convergendo assieme sulla necessit di porre al
centro della prossima agenda sociale alcune questioni dirimenti:
tutto il territorio regionale, gi abbondantemente flagellato dalla mancanza di servizi essenziali legati
soprattutto alla sanit e alla viabilit, diventa di fatto territorio coloniale al servizio della predazione
neoliberista che non prevede alcuna ricompensa se non in termini di inquinamento e malattie correlate,
improduttivit agricola e culturale, disgregazione sociale e mistificazione identitaria;
i circa 1,5 miliardi di euro di costi imputabili all'attuale tracciato previsto dal III Megalotto della
SSS106 e i tanti altri miliardi di euro sprecati per altrettante grandi opere inutili e dannose sparse sul
territorio regionale, diventerebbero molto pi utili e vicini alle esigenze delle popolazioni se fossero
investiti nel recuperare il grave dissesto idrogeologico, per normalizzare la situazione sanitaria, per
ripristinare e migliorare la viabilit interna, interpoderale e rurale, per incrementare le attivit di
valorizzazione e ricerca archeologica, storica, naturalistica e antropologica e realizzare un'offerta
turistica, culturale, enogastronomica e naturalistica integrata ed ecosostenibile;
ridare centralit alle forme della democrazia diretta, della partecipazione attiva e dell'autogoverno dei
territori come unico antidoto alle pratiche capestro che hanno caratterizzato per decenni le politiche
regionali e nazionale: rivendicare, qui ed ora, la necessit che a decidere sulla propria vita e sul proprio
futuro debbano essere le comunit locali e non una ristretta lite politica;
promuovere processi che vedano protagonisti gli abitanti dei territori, i comitati popolari, le
organizzazioni sociali e le comunit locali nella costruzione di mobilitazioni in difesa del territorio e
della salute, per la riappropriazione sociale dei beni comuni, per una nuova economia sociale territoriale
che metta al centro dell'agire l'autogestione, l'autogoverno e forme sperimentali di democrazia diretta,
allontanando dal proprio agire quotidiano il meccanismo della delega e delle scorciatoie elettoralistiche.
Tutto ci la base per la costruzione di una nuova soggettivit che sappia mettere in campo
un'economia socialmente ed ecologicamente orientata, partendo dalla condivisione collettiva su cosa,
come, dove e per chi produrre; che si riappropri della ricchezza sociale prodotta per garantire
redistribuzione e investimenti socialmente utili; che faccia della partecipazione sociale diretta l'humus
per una nuova societ;
la necessit di inquadrare qualsiasi lotta condotta all'interno dei nostri territori in una dinamica di
contrasto e opposizione attiva rispetto alle strategie politico-economiche che trovano espressione nei
cosiddetti trattati commerciali di "libero scambio" (TTIP, CETA, ecc.), accordi transnazionali il cui
unico scopo quello di garantire libert di azione e di espansione alle grandi corporazioni, legando le
prospettive di profitto all'abbattimento di quelle che vengono denominate "barriere non tariffarie"
(ovvero i diritti e le garanzie a tutela del cittadino, del lavoratore, del consumatore e, non ultimo,
dell'ambiente).La ratifica di tali accordi stato sottolineato durante l'incontro sia dal rappresentante
del movimento Stop TTIP Calabria che da quello della Coldiretti comporta un rischio altissimo per il
benessere delle comunit locali, sia in termini di sfruttamento del territorio, sia in quanto espropriazione
di autonomia decisionale. Anche su questo punto l'atteggiamento del governo si sta dimostrando
particolarmente ambiguo, per non dire schizofrenico, con la proclamazione a gran voce (si veda la
campagna elettorale del M5S) della propria contrariet a simili trattati, in contraddizione con il recente
via libera concesso dal MiSE all'accordo UE-Giappone e con l'assenso espresso rispetto al patto con il
Vietnam;
la presenza di una delegazione lucana di ritorno da Riace, dopo tre giorni di studio e solidariet nel
paese della locride ha permesso di legare l'analisi delle vicende del cosiddetto "modello di accoglienza"
di Riace a quella dei temi propri della giornata. Riace fa paura non solo perch ha saputo declinare il
problema dell'accoglienza in un'opportunit di crescita comunitaria a partire dalla considerazione
paritaria dell'altro in un processo virtuoso che ha annichilito le gerarchie e l'odine semantico che
inquadra le persone fra quelle che danno e quelle che ricevono... Riace fa paura perch questo incontro
paritario potuto accadere sulla base di un'autorganizzazione e di un'autogestione delle risorse naturali,
produttive e culturali del luogo che hanno portato il paese a essere, oltre a un modello di accoglienza
(termine abbastanza critico e politicamente ambiguo per chi scrive), un tentativo reale di economia
circolare ecosostenibile;
l'ostinata non accettazione e opposizione a qualsiasi discorso falsamente ecologista che risulta sempre
funzionale a interessi di parte o di natura elettorale: da un lato infatti, il discorso di amministratori locali
e regionali che si pavoneggino parlando di sviluppo e difesa dei territori esponendo per - di fatto - le
popolazioni al saccheggio sanitario, ecologico, paesaggistico e delle risorse produttive e culturali;
dall'altro, l'ecologismo opportunista dell'attuale governo Giallo/Verde e, nella fattispecie, del M5S che
non intravede alcuna contraddizione nel votare compattamente un dispositivo come il D.L. Salvini che
nega la protezione umanitaria a persone che molto spesso sono costrette alla fuga e a rischiare la
propria vita in conseguenza anche di immani disastri ambientali e climatici prodotti nelle loro terre dalle
multinazionali e dai Governi del mondo capitalista occidentale. Un Governo giusto ricordarlo - che
con la stessa disinvoltura promette l'elemosina di un reddito di cittadinanza finanziato, in accordo con
l'UE, con 18 miliardi di privatizzazioni di beni pubblici;
l'urgenza, espressa a pi riprese durante l'assemblea, di ridare vita e forza a un coordinamento
regionale di realt impegnate a difesa del territorio, contro le grandi opere inutile ed imposte e per la
giustizia ambientale, che sappia produrre una mappatura delle crisi e dei conflitti ambientali in Calabria,
che sappia analizzare e produrre una strategia comunicativa efficace e un'alternativa di proposte e
soluzioni.
La convinzione che ha spinto le diverse realt ad autoconvocarsi a Trebisacce che non esiste nessun
tipo di avanzamento delle lotte contro la crisi, l'austerit e la devastazione territoriale senza la creazione
di un rapporto di forza reale, fatto di corpi in carne ed ossa, di uomini e donne che divengono forza
sociale impattante proprio nei processi di autorganizzazione.
con questo spirito che le diverse realt regionali si autoconvocano domenica 3 FEBBRAIO 2019 a
Rende (ore 16:00 | Spa Arrow Via Panagulis) con la volont di riprendere un percorso - mai del tutto
abbandonato - ma soprattutto per riprendersi il proprio futuro, qui ed ora!
Terre di Calabria, 16.01.2019
I COMITATI, I MOVIMENTI E LE REALT SOCIALI CALABRESI CONTRO LE
GRANDI OPERE INUTILI ED IMPOSTE E PER LA GIUSTIZIA AMBIENTALE


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