About Rete Ambientalista Al
Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
Onorevole Mattarella
Vengo a sapere che il 27 maggio, giorno corrispondente al centenario della mia nascita
sulla terra, verrà a visitare il “mio paese” e la mia tomba.
Un passo importante e significativo , verso un uomo e sacerdote assolto dall’accusa di “
apologia e incitamento alla diserzione e alla disobbedienza civile” solo in quanto morto,
mentre il mio coimputato per gli stessi reati è stato condannato.
Non presumo che con questo gesto Lei abbia deciso di comunicare al mondo che
condivide al 100% le mie opinioni ed i miei scritti. Ma forse Lei vuole esternare la sua
adesione ai principi più importanti tra quelli che volevo insegnare ai miei ragazzi: o a quelli
che più direttamente riguardano la carica che lei ricopre, la più importante della
Repubblica.
Ne deduco che ha mutato alcune delle sue opinioni; e che intende prendere le distanze da
alcuni gesti suoi e delle istituzione che lei rappresenta. Forse oggi lei intende comunicare
che condivide la mia affermazione “Dovevo ben insegnare come il cittadino reagisce
all’ingiustizia. Come ha libertà di parola e di stampa.. Come il cristiano reagisce anche al
sacerdote e perfino al vescovo che erra. Come ognuno deve sentirsi responsabile di
tutto”? A maggior ragione, aggiungo oggi, chi occupa la massima carica dello Stato.
La scuola, come lei sa, è stata tutta la mia vita. Ho criticato duramente, con la durezza
che mi imponeva il Vangelo, la scuola del mio tempo. Una scuola che respingeva i
ragazzi, come un inutile ospedale che “cura i sani e respinge i malati”. La scuola di oggi
respinge ancora : ‘ISTAT ci informa che 13,1% sono 18-24enni che hanno abbandonato
precocemente il sistema di istruzione e formazione. Tra i giovani senza cittadinanza
italiana è al 35,4%, all’11,0% tra gli italiani. Oggi come ieri “voi dite d'aver bocciato i cretini
e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei
poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. E' più facile che i dispettosi siate voi.”. Lo
scrivevano i miei ragazzi nella Lettera a una professoressa. Conta forse, signor
presidente, di mandare un autorevole richiamo alla scuola di oggi? Che si autodenomina,
sciaguratamente, “del merito”; bollando come “non meritevoli “ analfabeti, poveri e
stranieri? Tra quanti abbandonano precocemente la scuola, quanti sono i figli delle classi
agiate? Quanti di loro potrebbero permettersi di passare ad un “diplomificio” per procurarsi
l’agognato “pezzo di cata”?
Dal Il 31 gennaio 2015 i Lei ricopre la carica di presidente della Repubblica. Quindi
“supremo garante della Costituzione e capo supremo delle Forze Armate”.
Ha assunto la presidenza mentre era in corso la partecipazione italiana alla guerra in
Afghanistan, scatenata dagli USA con il pretesto della “caccia a Bin Laden”,
successivamente catturato e linciato dai marines statunitensi in Pakistan, ai processato né
condannato da nessun tribunale statunitense o internazionale. Lei non ha interrotto
immediatamente la partecipazione italiana a quella guerra, palesemente incostituzionale.
Anche il pretesto dei vincoli NATO, come lei sa, era inconsistente: né l’Afghanistan, né
alcun altro paese hanno mai aggredito gli Stati Uniti.
La guerra è finita “da sola” lasciando la popolazione afghana, ed in particolare le donne, in
una condizione inaccettabile. Ritiene ancora che la decisione italiana i parteciparvi fosse
giusta? Fosse compatibile con i principi della Costituzione che “ripudia la guerra”,
all’articolo 11?
Oggi l’Italia partecipa, attraverso un massiccio invio di armi, alla guerra in Ucraina.
Partecipazione alla quale non siamo formalmente obbligati , e che ci esclude
automaticamente, come parte in causa, da qualunque possibilità di farci attivi promotori di
pace. L’Italia persegue una pace giusta o la vittoria sul campo delle forze armate ucraine?
Che cosa aspetta, a prendere posizione contro l’invio di armi, presidente? Che dalla terza
guerra mondiale “a pezzi” si passi a quella intera? Che si torni alla coscrizione
obbligatoria? Che si metta mano all’arsenale nucleare che, sia detto per inciso,
custodiamo in basi militari solo formalmente italiane, ma di fatto di proprietà statunitense?
Che senso da oggi lei alla partecipazione italiana al trattato di non proliferazione nucleare?
Che cosa aspetta a sostenere i diritti degli obiettori di coscienza russi ed ucraini? Eppure
l’Italia ha riconosciuto, sia pure tardivamente e a prezzo di anni di carcere per i suoi
profeti-obiettori il diritto all’obiezione, sia in tempo di guerra, sia in tempo di pace. Russi
ed ucraini obiettori hanno forse meno diritti dei nostri concittadini?
E non venga a sostenere proprio a Barbiana che l’invio di armi all’Ucraina è l’unica
posizione degna di uno stato “etico”. Non solo perché centinaia di altri stati non le inviano,
sarebbe una ben misera argomentazione; ma soprattutto perché uno stato che partecipa
da decenni a guerre per il mondo in violazione dell’articolo 11 della propria costituzione,
che ha consegnato Ocalan e Abu Omar ai loro aguzzini, che discrimina bambini e ragazzi
perché nati altrove, che respinge i richiedenti asilo, che ha graziato i piloti del Cermis, che
accetta senza battere ciglio che mille persone l’anno perdano la vita sul lavoro, che
spende miliardi in armi mentre il suo territorio affonda nel fango, che ha centinaia di aerei
da combattimento ma solo 19 canadair per spegnere gli incendi, che impone alle navi che
soccorrono i naufraghi di girare mezzo Mediterraneo prima di farli sbarcare, non ha diritto
a definirsi “stato etico”
Lei ha avallato la decisione governativa di portare al 2% del PIL la spesa militare italiana.
Una decisione formalmente legittima, ma che fa gridare di indignazione chiunque incontri
un povero, subisca o veda il dissesto idrogeologico del nostro paese, tocchi con mano
il cattivo stato di manutenzione delle nostre scuole, le classi sovraffollate, la carenza di
insegnanti di sostegno. Come cristiano, lei avrebbe avuto il dovere di “gridare dai tetti”
che questa è una grave ingiustizia. Ma non ha neppure ritenuto opportuno rinviare il
provvedimento alle Camere.
L’Italia finanzia la guardia costiera libica, un’organizzazione criminale che riacciuffa i
migranti e li riconsegna ai lager. Con il contributo italiano. Non uso la parola “lager” per
“dare più forza al discorso”, come talvolta sceglievo di fare con i miei scritti. La uso perché
l’ha usata il papa. Che ha dichiarato che si potrebbe paragonare l’azione della guardia
costiera libica a quella di un ipotetico individuo che vedesse un ebreo fuggire dal lager e
richiamasse l’attenzione dei nazisti.
Tra pochi giorni, tornando da Barbiana, la sua agenda prevederà la partecipazione alla
tradizionale parata militare del 2 giugno; un’inutile ostentazione di forza e prepotenza che
sarei tentato di paragonare al gorilla che si batte il petto o al gatto che gonfia il pelo. Vi
parteciperà ancora una volta, Presidente? E troverà il coraggio di pronunciare parole di
pace, di fronte ad ordigni micidiali ( che fanno “vedove ed orfani, come ho scritto nella
“lettera ai cappellani militari” e che sottraggono risorse ai poveri? Ai poveri italiani e ai
poveri di tutto il mondo?)
"Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, io non ho Patria e reclamo il
diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori
dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri". Lei ed io apparteniamo alla
stessa Patria, presidente Mattarella?
Se invece l’omaggio che ha voluto rivolgermi è semplicemente un atto esteriore e formale,
e non avrà alcuna ripercussione futura sul rispetto della carta costituzionale, cui lei è
tenuto come cittadino, come supremo magistrato e come cristiano, allora la saluto e la
invito a riprendere al più presto la strada, ora un po’ meno dissestata, che ho percorso nel
1954, e che la riporterà rapidamente a Roma.
Con il dovuto rispetto (e solo quello davvero dovuto)
Lorenzo Milani, sacerdote della Chiesa Cattolica.
Vengo a sapere che il 27 maggio, giorno corrispondente al centenario della mia nascita
sulla terra, verrà a visitare il “mio paese” e la mia tomba.
Un passo importante e significativo , verso un uomo e sacerdote assolto dall’accusa di “
apologia e incitamento alla diserzione e alla disobbedienza civile” solo in quanto morto,
mentre il mio coimputato per gli stessi reati è stato condannato.
Non presumo che con questo gesto Lei abbia deciso di comunicare al mondo che
condivide al 100% le mie opinioni ed i miei scritti. Ma forse Lei vuole esternare la sua
adesione ai principi più importanti tra quelli che volevo insegnare ai miei ragazzi: o a quelli
che più direttamente riguardano la carica che lei ricopre, la più importante della
Repubblica.
Ne deduco che ha mutato alcune delle sue opinioni; e che intende prendere le distanze da
alcuni gesti suoi e delle istituzione che lei rappresenta. Forse oggi lei intende comunicare
che condivide la mia affermazione “Dovevo ben insegnare come il cittadino reagisce
all’ingiustizia. Come ha libertà di parola e di stampa.. Come il cristiano reagisce anche al
sacerdote e perfino al vescovo che erra. Come ognuno deve sentirsi responsabile di
tutto”? A maggior ragione, aggiungo oggi, chi occupa la massima carica dello Stato.
La scuola, come lei sa, è stata tutta la mia vita. Ho criticato duramente, con la durezza
che mi imponeva il Vangelo, la scuola del mio tempo. Una scuola che respingeva i
ragazzi, come un inutile ospedale che “cura i sani e respinge i malati”. La scuola di oggi
respinge ancora : ‘ISTAT ci informa che 13,1% sono 18-24enni che hanno abbandonato
precocemente il sistema di istruzione e formazione. Tra i giovani senza cittadinanza
italiana è al 35,4%, all’11,0% tra gli italiani. Oggi come ieri “voi dite d'aver bocciato i cretini
e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei
poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. E' più facile che i dispettosi siate voi.”. Lo
scrivevano i miei ragazzi nella Lettera a una professoressa. Conta forse, signor
presidente, di mandare un autorevole richiamo alla scuola di oggi? Che si autodenomina,
sciaguratamente, “del merito”; bollando come “non meritevoli “ analfabeti, poveri e
stranieri? Tra quanti abbandonano precocemente la scuola, quanti sono i figli delle classi
agiate? Quanti di loro potrebbero permettersi di passare ad un “diplomificio” per procurarsi
l’agognato “pezzo di cata”?
Dal Il 31 gennaio 2015 i Lei ricopre la carica di presidente della Repubblica. Quindi
“supremo garante della Costituzione e capo supremo delle Forze Armate”.
Ha assunto la presidenza mentre era in corso la partecipazione italiana alla guerra in
Afghanistan, scatenata dagli USA con il pretesto della “caccia a Bin Laden”,
successivamente catturato e linciato dai marines statunitensi in Pakistan, ai processato né
condannato da nessun tribunale statunitense o internazionale. Lei non ha interrotto
immediatamente la partecipazione italiana a quella guerra, palesemente incostituzionale.
Anche il pretesto dei vincoli NATO, come lei sa, era inconsistente: né l’Afghanistan, né
alcun altro paese hanno mai aggredito gli Stati Uniti.
La guerra è finita “da sola” lasciando la popolazione afghana, ed in particolare le donne, in
una condizione inaccettabile. Ritiene ancora che la decisione italiana i parteciparvi fosse
giusta? Fosse compatibile con i principi della Costituzione che “ripudia la guerra”,
all’articolo 11?
Oggi l’Italia partecipa, attraverso un massiccio invio di armi, alla guerra in Ucraina.
Partecipazione alla quale non siamo formalmente obbligati , e che ci esclude
automaticamente, come parte in causa, da qualunque possibilità di farci attivi promotori di
pace. L’Italia persegue una pace giusta o la vittoria sul campo delle forze armate ucraine?
Che cosa aspetta, a prendere posizione contro l’invio di armi, presidente? Che dalla terza
guerra mondiale “a pezzi” si passi a quella intera? Che si torni alla coscrizione
obbligatoria? Che si metta mano all’arsenale nucleare che, sia detto per inciso,
custodiamo in basi militari solo formalmente italiane, ma di fatto di proprietà statunitense?
Che senso da oggi lei alla partecipazione italiana al trattato di non proliferazione nucleare?
Che cosa aspetta a sostenere i diritti degli obiettori di coscienza russi ed ucraini? Eppure
l’Italia ha riconosciuto, sia pure tardivamente e a prezzo di anni di carcere per i suoi
profeti-obiettori il diritto all’obiezione, sia in tempo di guerra, sia in tempo di pace. Russi
ed ucraini obiettori hanno forse meno diritti dei nostri concittadini?
E non venga a sostenere proprio a Barbiana che l’invio di armi all’Ucraina è l’unica
posizione degna di uno stato “etico”. Non solo perché centinaia di altri stati non le inviano,
sarebbe una ben misera argomentazione; ma soprattutto perché uno stato che partecipa
da decenni a guerre per il mondo in violazione dell’articolo 11 della propria costituzione,
che ha consegnato Ocalan e Abu Omar ai loro aguzzini, che discrimina bambini e ragazzi
perché nati altrove, che respinge i richiedenti asilo, che ha graziato i piloti del Cermis, che
accetta senza battere ciglio che mille persone l’anno perdano la vita sul lavoro, che
spende miliardi in armi mentre il suo territorio affonda nel fango, che ha centinaia di aerei
da combattimento ma solo 19 canadair per spegnere gli incendi, che impone alle navi che
soccorrono i naufraghi di girare mezzo Mediterraneo prima di farli sbarcare, non ha diritto
a definirsi “stato etico”
Lei ha avallato la decisione governativa di portare al 2% del PIL la spesa militare italiana.
Una decisione formalmente legittima, ma che fa gridare di indignazione chiunque incontri
un povero, subisca o veda il dissesto idrogeologico del nostro paese, tocchi con mano
il cattivo stato di manutenzione delle nostre scuole, le classi sovraffollate, la carenza di
insegnanti di sostegno. Come cristiano, lei avrebbe avuto il dovere di “gridare dai tetti”
che questa è una grave ingiustizia. Ma non ha neppure ritenuto opportuno rinviare il
provvedimento alle Camere.
L’Italia finanzia la guardia costiera libica, un’organizzazione criminale che riacciuffa i
migranti e li riconsegna ai lager. Con il contributo italiano. Non uso la parola “lager” per
“dare più forza al discorso”, come talvolta sceglievo di fare con i miei scritti. La uso perché
l’ha usata il papa. Che ha dichiarato che si potrebbe paragonare l’azione della guardia
costiera libica a quella di un ipotetico individuo che vedesse un ebreo fuggire dal lager e
richiamasse l’attenzione dei nazisti.
Tra pochi giorni, tornando da Barbiana, la sua agenda prevederà la partecipazione alla
tradizionale parata militare del 2 giugno; un’inutile ostentazione di forza e prepotenza che
sarei tentato di paragonare al gorilla che si batte il petto o al gatto che gonfia il pelo. Vi
parteciperà ancora una volta, Presidente? E troverà il coraggio di pronunciare parole di
pace, di fronte ad ordigni micidiali ( che fanno “vedove ed orfani, come ho scritto nella
“lettera ai cappellani militari” e che sottraggono risorse ai poveri? Ai poveri italiani e ai
poveri di tutto il mondo?)
"Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, io non ho Patria e reclamo il
diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori
dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri". Lei ed io apparteniamo alla
stessa Patria, presidente Mattarella?
Se invece l’omaggio che ha voluto rivolgermi è semplicemente un atto esteriore e formale,
e non avrà alcuna ripercussione futura sul rispetto della carta costituzionale, cui lei è
tenuto come cittadino, come supremo magistrato e come cristiano, allora la saluto e la
invito a riprendere al più presto la strada, ora un po’ meno dissestata, che ho percorso nel
1954, e che la riporterà rapidamente a Roma.
Con il dovuto rispetto (e solo quello davvero dovuto)
Lorenzo Milani, sacerdote della Chiesa Cattolica.