ROVERETO RIFONDAZIONE

ROVERETO RIFONDAZIONE, updated 7/7/23, 6:21 PM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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Laboratori e iniziative di attivismo pacifista e politico nella
Rovereto degli anni novanta, sulla scia del pensiero di Alex
Langer
Di Laura Tussi
Il Centro di Educazione alla
Pace di Rovereto e la
sperimentazione di forme
creative di coinvolgimento
Sin dagli anni ottanta il Centro di Educazione alla Pace di
Rovereto ha portato avanti una fondamentale attività per
la diffusione di una cultura di pace e nonviolenza
attraverso iniziative innovative che hanno fatto scuola in
tutta Italia. Il tutto nel segno di una figura storica del
mondo dell'attivismo trentino, italiano e internazionale di
cui è appena ricorso il 28esimo anniversario della
scomparsa: Alex Langer.
Comiso, Baghdad, Sarajevo… Erano gli anni ottanta, e poi
novanta: a livello nazionale e globale si assisteva quasi
inermi, ma con una grande volontà di azione e
cambiamento, a condizioni di violenza e ferocia conclamate
che continuavano la storia di sempre con un’accelerazione
dopo gli eventi del 1989. Proprio nei giorni in cui ricorre il
28esimo anniversario della morte di uno dei maggiori
protagonisti della scena pacifista: Alex Langer.
Ma sembrava che un’alternativa fosse possibile: la capacità
di mobilitazione, sollecitata da organismi collettivi e da reti
spontanee e in espansione strutturata. Era la prova di una
opinione pubblica indisponibile ad accettare gli orrori delle
nuove guerre e la logica dell’iniquità e dell'ingiustizia
sociale in diversi settori. Il concetto di comunismo
cominciava a essere reinterpretato dopo il 1989 e
riattualizzato in questi ambiti sociali di interazione e
dialogo.
Senza illusioni di un successo immediato, vista la disparità
delle forze, ma con la consapevolezza che la nuova società
aveva possibilità di sbocciare: quella della partecipazione in
chiave pacifista e comunista e quella che ad un certo punto
si sarebbe riassunta nello slogan “fuori la guerra dalla
storia”.
Con orgoglio si è parlato e si è sentito il riconoscimento
dall’esterno di un laboratorio Trentino per la nonviolenza e
di educazione alla pace, e di formazione alle dottrine
politiche, come il comunismo e diversi mondi di
riferimento politici e religiosi - laico, cattolico, valdese,
islamico eccetera - che vi hanno partecipato.
Di questo laboratorio, Rovereto e il Trentino, sono stati un
centro felice e chi, per volontà o per caso, ha potuto
circolare tra questo incrocio di progetti, ne ha misurato
l’impegno e le potenzialità non sempre pienamente
realizzate. Nel piccolo ambito di Rovereto, gli attivisti si
sono sentiti grandi, aperti, collegati con il mondo e le sue
miserie, ma anche le sue forze nobili, impegnati sui temi
che entro lo sguardo critico sui giochi planetari, erano e
sono le direttrici per il pensiero e l’azione di una nuova
civiltà, di un'azione terrena basata sul comunismo degli
ideali.
La pace, i diritti, l’ambiente, la crescita di panorami nuovi
di cittadinanza, la crisi dei comunismi. Su questo gli
attivisti si sono impegnati operando su una molteplicità di
livelli: dalla manifestazione all’approfondimento tematico,
dai progetti con le scuole e i primi incontri e percorsi
civicamente interculturali.
Il comitato delle associazioni per la pace e i diritti umani
era molto attivo e ha una lunghissima storia nel pensiero
delle ideologie del ventesimo secolo che si apriva con tutto
il suo bagaglio di contraddizioni, ma anche di atrocità, da
Auschwitz a Hiroshima per aprirsi al ventunesimo secolo e
alle sue complessità nella coscienza planetaria e nelle
comunità di destino.
L’opposizione ai missili Cruise e la carica ideale
terzomondista, con un ideale di comunismo e condivisione
mondiali, sono state alle radici di un soggetto rimasto attivo
fino ai tempi attuali. Sono ancora presenti le realtà
fondatrici, se ne sono aggregate altre nate in seguito, si
sono promossi gruppi di lavoro e nuove esperienze di
associazionismo strutturato e di incontro informale. Si è
affermato più che una ricambio, una crescita generazionale
e intergenerazionale, nell'avanzata del pensiero che acquista
attualità con il disarmo nucleare universale.
La dialettica interna anche sulla politica e l'ideale
comunista, a volte anche non poco sofferta, è stata garantita
dai diversi mondi di riferimento politici che vi hanno
partecipato.
Il centro di educazione permanente alla pace, gestito dal
comitato, dal 1992 è il luogo fisico per la progettualità, la
formazione, la testimonianza, la documentazione. Intorno a
queste istanze è stata pensata e perseguita la rete per
l’educazione alla pace a livello nazionale. Qui si sono
incontrati una moltitudine di protagonisti dal basso:
Testimoni dalla ex Jugoslavia, nonne e madri di Plaza de
Majo, parenti di deportati civili e razziali per motivazioni
politiche e deportati politici stessi tutti sopravvissuti ai
lager e campi di sterminio nazifascisti, monaci tibetani,
come anche attivisti di tanti paesi africani e così via.
Qui si sono avvicinate ottiche diverse e culture tra le più
disparate e si sono svolti percorsi
importanti sul
potenziamento
delle
iniziative
e
soprattutto
sull’emancipazione della donna: si è cercato di analizzare
insomma quel processo dal quartiere all’ONU, al palazzo di
vetro a cui qualcuno degli attivisti è arrivato davvero.
Si sono sperimentate forme creative di coinvolgimento. E si
sono avviate le prime proposte di formazione rivolta agli
insegnanti per far entrare nella scuola metodi e contenuti
coerenti con un diverso futuro, senza prescindere dal
passato e dal passato prossimo. Sono partiti i primissimi,
volontaristici corsi di italiano per stranieri, che erano
contemporaneamente occasioni di conoscenza reciproca. Si
sono sviluppate diverse iniziative sui beni comuni, a partire
dalla campagna sull’acqua e sul nucleare civile e militare e
le proposte per uno sviluppo sostenibile.
A Rovereto fa centro il comitato migranti, una larga rete per
l’accoglienza in relazione, tramite incontri e corsi con i
giovani profughi ospitati nel territorio. Negli anni novanta
del secolo scorso, Rovereto ha visto svilupparsi progetti di
ricerca e informazione a respiro internazionale con i quali il
comitato ha cercato di interagire, come l’Università
dell’istruzione dei popoli per la pace e l’osservatorio sui
Balcani e Caucaso. L' attività dell’Università dell’istruzione
dei popoli per la pace ha portato in città i più impegnati
studiosi su pace, nonviolenza, diplomazia popolare e azione
politica, globalizzazione. E con questi per le sessioni
annuali dei corsi, sono arrivati giovani da tutto il mondo,
portatori di vissuti
ed esperienze comunitarie
e
professionali davvero esemplari.
Ragionare con rigore scientifico sui meccanismi del
conflitto e della possibilità di dialogo politico, della
violenza strutturale e quindi di principi di economia
mondiale. Far incontrare in un percorso comune studenti
israeliani e palestinesi; portare nelle scuole l’attivista
nigeriana, lo studente nepalese, il giornalista colombiano.
Questo e altro ancora si è cercato di portare nel tessuto
cittadino fino all’esperienza internazionale.
I corsi locali hanno poi investito ambiti molteplici, come
l’educazione interculturale, l’amministrazione pubblica,
l’economia, la solidarietà internazionale, la cooperazione
politica.
E anche su questo si è sempre tentato di portare riflessione
ed esperienza a destinatari di più ampio respiro oltre
l’azione d’aula.
Ma per tutta questa storia rimandiamo a spazi e strumenti
appositi.
È difficile misurare nelle sue ricadute l’attivismo di tante
vite, di una comunità variegata e di così ampio respiro e
vasta entità di pensiero. Sono sempre stati consapevoli della
difficoltà di far percepire alla città la presenza continuativa,
il lavoro veramente quotidiano, aldilà delle manifestazioni
di maggiore visibilità.
Allargare la partecipazione, agganciare nuovi interlocutori,
far circolare idee e proposte in ambienti più vasti. Si sono
mantenuti come obiettivi paralleli ad un’iniziativa come il
fare memoria di storie di questi decenni, come le
deportazioni politiche nei lager nazifascisti, che è una
necessità molto impellente. Tanto più lo è oggi, quando è
difficile contare sulle grandi risposte pubbliche che hanno
accompagnato gli anni novanta. Con la coscienza di quanto
si è costruito e la ricognizione su quello che vive,
rinforziamo il nostro sguardo verso il futuro. Per superare
l’attuale tragica congiuntura di estrema deriva bellicista in
Russia e Ucraina e Europa oltre il conflitto, oltre l’estremo
limite della potenziale terza guerra mondiale con il suo
tragico epilogo nell’Armageddon, ovvero l'apocalisse
nucleare.
Siti di riferimento:
https://www.italiachecambia.org/mappa/centro-per-la-
pace-ecologia-e-diritti-umani-ets/
https://www.italiachecambia.org/2023/03/abbasso-la-
guerra-mostra/
Salviamolo Salviamoci ! Contro il nucleare.
https://www.facebook.com/laura.tussi/videos/19537769883
19817
Riflessioni sulla contemporaneità:

 Pugliese F., Abbasso la guerra. Persone e movimenti
per la pace dall'800 a oggi, Grafiche futura, Mattarello
- Trento
 Pugliese F., I giorni dell'arcobaleno. Diario- cronologia
del movimento per la pace, prefazione di Alex
Zanotelli, Futura, Trento
 Pugliese F., Per Eirene. Percorsi bibliografici su pace e
guerra, diritti umani, economia sociale, Forum
Trentino per la pace e i diritti umani, Trento
 Pugliese F., Carovane per Sarajevo. Promemoria sulle
guerre contro i civili, la dissoluzione della ex
Jugoslavia, i pacifisti, l'ONU (1990-1999), Prefazione
di Lidia Menapace, Introduzione di Alessandro
Marescotti, Alfonso Navarra, Laura Tussi
 Manifesti raccontano...Le molte vie per chiudere con la
guerra,a cura di Vittorio Pallotti e Francesco Pugliese,
Recensione di Laura Tussi, Prefazione di Peter Van
Den Dungen, coordinatore generale della Rete
Internazionale dei Musei per la Pace e Joyce Apsel,
Università di New York
 Strada G., Ma l'abolizione della guerra non è un'utopia
di sinistra, in La Repubblica, 2006.
Su Italia Che Cambia in altra versione