2019 02 11 Dossier AmbienteVenezia Cambiamenti Climatici -Livello Mari - MOSE - Portualità

2019 02 11 Dossier AmbienteVenezia Cambiamenti Climatici -Livello Mari - MOSE - Portualità, updated 2/12/19, 7:24 AM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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AmbienteVenezia
Materiali d'Informazione - Febbraio 2019
Venezia, la Laguna
e i cambiamenti climatici
seconda parte
Il Mose una grande opera inutile e dannosa che non riuscir a
difendere Venezia e la sua Laguna dalle acque alte e dai
Cambiamenti Climatici.
Le possibili alternative in difesa di Venezia e della sua Laguna
La portualit con i cambiamenti climatici e il MOSE





Associazione AmbienteVenezia in collaborazione con il Comitato NOGrandiNavi Laguna Bene Comune
Associazione AmbienteVenezia in collaborazione con il Comitato NOGrandiNavi Laguna Bene Comune

Presentazione Seconda Parte Dossier
Questo nuovo Dossier di AmbienteVenezia il nostro contributo al dibattito sui Cambiamenti
Climatici e la difesa del territorio in cui viviamo in preparazione delle mobilitazioni locali e nazionali
decise nell' assemblea nazionale del 26 gennaio a Roma.

Ricordiamo alcuni appuntamenti molto importanti ai quali vi invitiamo a partecipare:
Sabato 23 febbraio 2019 in campo Santa Margherita a Venezia dalle ore 11 alle 19 iniziativa
"TUTTI IN CAMPO-GIORNATA PER LA GIUSTIZIA AMBIENTALE"
Venerd 15 marzo 2019-Global Climate Strike Sciopero contro i cambiamenti climatici
Sabato 23 marzo 2019 Roma - manifestazione nazionale "MARCIA PER IL CLIMA,
CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI"

In questa seconda parte del dossier troverete:
Altri materiali sui Cambiamenti Climatici e sull'innalzamento dei
livelli del mare e gli impatti su Venezia e la sua Laguna
Il Mose una grande opera inutile e dannosa che non riuscir a
difendere Venezia e la sua Laguna dalle acque alte, dai
cambiamenti climatici e dall'innalzamento dei livelli del mare.
Le possibili alternative in difesa di Venezia e della sua Laguna
La Portualit con i Cambiamenti Climatici e il Mose

Tra qualche settimana uscir una terza parte del Dossier dedicata interamente alla
Portualit a Venezia (gli impatti sull'ambiente e sulla Laguna; il problema delle grandi
navi da crociera; una portualit veramente sostenibile)

Nella prima parte del dossier pubblicato e diffuso il 7 febbraio 2019 trovate :
L'appello per la manifestazione nazionale a Roma del 23 Marzo "Marcia per il Clima, contro le
grandi opere"
12 pagine con materiali vari sui Cambiamenti climatici e innalzamento dei livelli del mare








In questo numero del Dossier trovate:
Breve introduzione su Cambiamenti Climatici e il Progetto MOSE
Intervento di Armando Danella su Eustatismo e MOSE
previsioni di innalzamento dei livelli del mare
immissione di fluidi su strati geologici profondi volti al sollevamento antropico
interventi alle bocche di porto senza MOSE proposte nel 1999 dagli esperti del Gruppo di Lavoro
Relazione di Paolo Pirazzoli del CNRS Francia - Evoluzione climatica, innalzamento
eustatico e progetti di salvaguardia lagunare
Articolo della rivista scientifica Nature: il Mose potrebbe distruggere l'ecosistema
lagunare di Venezia intervista a Luigi D'Alpaos, Andreina Zitelli, Georg Umgiesser
Giornata MOSE - intervento di Georg Umgiesser " Il cambiamento climatico ed il MOSE"
Scenari possibili per il riequilibrio Lagunare di Lorenzo Bonometto
La Portualit con i Cambiamenti Climatici, l'innalzamento dei livelli del mare e il Mose di Luciano Mazzolin

Cambiamenti climatici, innalzamento dei livelli del mare - Venezia, la Laguna
il sistema MOSE

Contro il progetto MOSE ritenuto del tutto inadeguato, inutile e dannoso; si sono mobilitate per molti anni
diverse associazioni, diversi comitati e moltissime persone;
Vogliamo ricordare le mobilitazioni, i documenti e gli appelli delle diverse associazioni e comitati che
lavoravano sin dal 2002 all'interno del Comitato "Salvare Venezia con la Laguna";
Vogliamo ricordare le moltissime iniziative promosse per anni dal giugno del 2005 dall'Assemblea
Permanente NOMOSE, Assemblee Cittadine, Petizioni al Parlamento Europeo al Parlamento e al Governo
italiano con una raccolte di firme di 12.000 persone; esposti e denunce alla Corte dei Conti e alla
Magistratura; le manifestazioni; occupazioni delle sedi del Magistrato alle Acque e del Consorzio Venezia
Nuova, occupazioni dei cantieri del MOSE per fermare i lavori;
Vogliamo ricordare le iniziative, che continuano ancora oggi, promosse dall'associazione AmbienteVenezia
nata dalle esperienze del movimento NOMOSE.

Un vecchio manifesto del movimento, profeticamente diceva: "Il Mose serve solo a chi lo fa"!
Nel Dicembre del 2006 dopo pochi giorni dell'occupazione della sede del Consorzio Venezia Nuova veniva
pubblicato e diffuso il Documento NOMOSE intitolato "Le mani sulla Citt Le mani sulla Salvaguardia -
appunti per un libro bianco sul Consorzio Venezia Nuova" che svelava il giro di connivenze, di complicit,
e di malaffare tra il CVN, il mondo della politica, le istituzioni locali e nazionali, il giro delle imprese e delle
cooperative, le universit veneziane, il Corila. Si parlava diffusamente del CVN e del partito trasversale
degli affari che aveva messo le mani su Venezia e sulla Laguna e si anticipavano di molti anni quanto poi
emerso solo nel 2014 dalle indagini della magistratura, che ha portato a giugno del 2014 all'ondata di
arresti in quella che stata definita dai giornali "La Retata Storica"; successivamente si arrivati a
processare solo alcuni dei responsabili di questo sistema illegale corruttivo che riuscito a fagocitare un
miliardo di euro!
Il progetto MOSE stato approvato, autorizzato, finanziato e portato avanti solo grazie a questo sistema
corruttivo ed illegale.
Ma nel dicembre del 2006 e anche successivamente nessun magistrato ha voluto verificare le nostre
denunce e si cos permesso che tutto questo grande business illegale continuasse.

Neanche il commissariamento del Consorzio Venezia Nuova, dal 2014 ad oggi, ha fermato il progetto Mose,
non si fatta alcuna verifica tecnica sulle anomalie e sui molti dubbi sulla reale funzionalit del sistema
sollevata da diversi esperti indipendenti e da studi come quello di Principia commissionato da Comune di
Venezia.
Si arrivati quindi al 31 gennaio 2019 con pasa dell'ultima delle 78 paratoie del Mose; Sono passati 5.740
giorni, quasi 16 anni, da quel 14 maggio 2003, quando fu posata la prima pietra dell'opera alla presenza
dell'allora premier Silvio Berlusconi.
La fase della posa delle paratoie che teoricamente dovrebbero difendere Venezia e la Laguna dalle acque
alte conclusa. Adesso nelle tre bocche di porto (quattro varchi) di Lido, Malamocco e Chioggia sono state
calate 78 paratoie. 21 a Treporti, dove il canale profondo sei metri; 20 a San Nicol (12 metri di
profondit), 19 a Malamocco (14 metri), 18 a Chioggia (12 metri di profondit).
Ma le paratoie rimarranno immerse nelle acque delle bocche di porto per molto tempo perch l'impianto
che dovrebbe sollevarle, ancora in fase di progettazione! Senza gli impianti di sollevamento e le
riparazioni delle tante criticit verificatesi in questi anni, l'avvio delle dighe non ancora possibile.
I tempi per la conclusione dei lavori potrebbero allungarsi ancora.
La prima prova di sollevamento di una parte ridotta delle paratoie, (meglio sarebbe dire di galleggiamento)
fatta nel tratto della nella barriera di Treporti si dimostrata un vero e proprio fallimento, infatti le
barriere si sono sollevate a stento anche se le condizioni meteo marine erano ottimali (morto d'acqua
senza la pressione delle correnti, in assenza di venti, in assenza di onde) e poi dopo la prova di
galleggiamento non sono pi tornate al loro posto nelle sedi dei cassoni. Colpa dei sedimenti e dei detriti
accumulati sul fondale e mai rimossi. una delle tante criticit che adesso si dovranno risolvere, primo
passo per avviare davvero a conclusione la "grande opera" da quasi sei miliardi di euro (di cui un miliardo
speso in mazzette o intascato illegalmente) e sperimentarne il funzionamento. Operazioni che vanno a
rilento. Annunciate gare per la sistemazione ad esempio dei buchi nelle tubazioni subacquee nella schiera
di Malamocco. L'alluvione del 2016, con l'allagamento dei cassoni e dei corridoi subacquei, aveva
provocato gravi danni ai tubi. La seconda emergenza riguarda le cerniere. Incrostazioni e corrosione
denunciate dai periti del Magistrato alle Acque, poi verificate dai progettisti. Molte andranno sostituite,
dicono adesso i commissari del Consorzio e il provveditore Linetti. Ma poi ci sono altri danni che si sono
verificati ai portelloni della conca di navigazione di Malamocco, le fessurazioni di alcuni cassoni, etc etc.

Quello che non viene ricordato che molte di queste problematiche erano note dal dicembre del 1998
quando venne pubblicato dal Ministero dell'Ambiente il parere di compatibilit ambientale negativo sul
progetto MOSE della commissione VIA.

Il progetto MOSE sar in grado di difendere Venezia dalle
acque alte e dal previsto innalzamento del livello dei mari?

A questa semplice domanda rispondiamo con alcuni interventi e parti di relazioni fatte da esperti
che in questi anni si sono interessati a questo argomento e che sono intervenuti pi volte:

Armando Danella ex dirigente del settore Legge Speciale del Comune di Venezia
Intervento del Dicembre 2018 su Eustatismo e MOSE
Questo sistema economico globale sostenuto da un capitalismo finanziario estrattivo e predatorio
attraverso i suoi governi sta dimostrando di non impegnarsi sufficientemente a ridurre l'emissione dei gas
serra per contenere il pi presto possibile l'aumento del riscaldamento del pianeta entro un massimo di
1,5 gradi ed il conseguente aumento dei livelli marini si sta presentando molto pi rapido anche nei nostri
mari laddove le previsioni a fine secolo si potevano attestare sugli 80 centimetri come dato pi attendibile.
Vari autorevoli organismi internazionali (IPCC- gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti
climatici, WMO-organizzazione metereologica mondiale, UNEP-programma ambientale dell'ONU)
denunciano una abnorme concentrazione di CO2 nell'atmosfera con dati che si sono aggravati negli ultimi
3 anni e l'allarme degli scienziati costante ed univoco avvertendo che i prossimi 12 anni saranno cruciali
per un'inversione di tendenza.
In tale contesto di accelerazione di aumento dei livelli marini per Venezia significa pi eventi di alta marea
e pi numerose chiusure delle paratoie del Mose, ma questo comporta che il pi frequente isolamento
della laguna dal mare impedisce il ricambio idraulico, con conseguente soffocamento della laguna e pesanti
penalizzazioni per l'attivit portuale che provocheranno il crollo della salvaguardia di Venezia e del suo
secolare equilibrio lagunare alimentato dal flusso e riflusso delle maree.
Una situazione che sta dimostrando, anche ai pi scettici, che il Mose non rappresenta il metodo di difesa
pi idoneo: la chiusura delle bocche lagunari non pu rappresentare nel medio-lungo termine la soluzione
per contrastare gli scenari di eustatismo previsti nel secolo. Altre sono le soluzioni da adottare per un
recupero altimetrico quali quelle indirizzate a rendere possibili sollevamenti puntuali e di porzioni di
territorio urbane e lagunari attraverso l'immissione di fluidi su strati profondi del sottosuolo.
Anche alla luce dei drammatici dati sui cambiamenti climatici va ribadita ancora di pi la decisa contrariet
al Mose, progetto che all'atto della sua approvazione nel 2002 prevedeva un eustatismo artatamente
sottostimato con un numero di chiusure delle bocche, quando la marea supera i 110 cm. sul medio mare,
di 6 volte all'anno, dato clamorosamente smentito dalla realt degli anni scorsi, mentre le interruzioni, in
linea con le previsioni pi pessimistiche del 5 rapporto IPCC 2014- sull'aumento del livello del mare,
saranno talmente numerose (4500 ore/anno) che le bocche rimarranno chiuse non solo per giorni interi,
ma anche per settimane e mesi. (*nota 1)
Si prospetta uno scenario a distanza ravvicinata in cui le chiusure aumenteranno di frequenza e durata in
misura talmente consistente che la laguna sar praticamente chiusa ad ogni normale alta marea e
rimarrebbe aperta solo con il morto d'acqua e la bassa marea.
Questo fenomeno eustatico conferma, suggerisce ed impone, anche per chi non lo avesse ancora capito,
un approccio diverso sulla questione della difesa di Venezia dalle acque alte che ha caratterizzato l'era del
Mose.
Quel progetto per le sue criticit strutturali e le ricadute negative sul riequilibrio lagunare da sempre
denunciate gi stato considerato come opera sbagliata, inutile, costosa e dannosa; con questo trend
dell'eustatismo lo si dimostra ancora di pi. Esso va abbandonato, anche se giunto quasi alla fine.
Vanno sospesi i lavori e vanno dirottati gli ingenti costi di manutenzione e gestione previsti per eseguire
tutti quegli interventi sostenuti dal mondo scientifico non prezzolato e dal Comune di Venezia del 2006 che
gi contenevano soluzioni per contrastare gli scenari di eustatismo attesi nel secolo che si ricorda
consistere in:
-interventi di immissione di fluidi su strati geologici profondi volti al sollevamento antropico
-interventi alle bocche di porto con rialzo dei fondali, opere trasversali fisse, opere trasversali removibili
stagionali, opere di prolungamento dei moli che tengono conto sia dello scambio idraulico mare laguna
che del traffico portuale (con questi interventi non sarebbe pi necessario ricorrere alle chiusure delle
paratoie perch le bocche con la nuova conformazione abbattono " naturalmente" le maree medio alte
con conseguente assenza, per questa fascia di maree, di penalizzazione del traffico portuale e le chiusure
sarebbero limitate solo per le acque alte eccezionali)
- interventi nei centri abitati per " macroinsulae"
Una fase di gestione che in una prospettiva di futuro prossimo potr s ottenere, seppure con lotte e
conflitti, qualche risultato di difesa temporanea del nostro territorio, ma che non potr garantire la
sicurezza di quella vita continuativa che accomuna tutti gli abitanti del pianeta se non si cambieranno
radicalmente la dimensione globale di un modo di produrre e consumare.

Armando Danella Dicembre 2018


(*nota 1) - Il progetto Mose approvato nel 2002 sottostima le frequenze ed i tempi complessivi delle chiusure.
Ci deriva dal fatto che si sono usate medie decennali per valutare il numero delle frequenze delle alte maree che
comporterebbero la chiusura delle bocche, mentre, pi correttamente, andrebbe evidenziato insieme a tale media
anche cosa accadrebbe in occasione di anni che per eventi si collocano fuori delle medie considerate.
Per es. il 2002 ha avuto 14 eventi superiori o uguali a pi 110 cm. contro le medie considerate negli scenari del CVN
di 6 eventi all'anno che sono a base del progetto.
Ai tempi della progettazione del Mose il CVN ha scelto di stimare lo scenario di crescita del livello del mare a fine
secolo in 22 cm. (pari a 17 cm. di eustatismo e 5 di subsidenza) utilizzando medie distanti non solo da altre posizioni
di istituti quali l'IPCC ma distanti da rilevamenti dell'ultimo decennio.
La sottostima di questi fattori porta ad una drastica riduzione delle stime della frequenza di chiusura delle bocche.
In tutti gli scenari proposti dagli studi del CVN non vi traccia alcuna dell'utilizzo del principio di precauzione, che
avrebbe consentito una evidenziazione degli scenari peggiori che purtroppo si stanno gi verificando.

previsioni di innalzamento dei livelli del mare
Le pi attendibili previsioni per l'innalzamento dei livelli del mare nell'anno 2100
variano da 50 a 140 cm, con un livello pi plausibile di circa 80 cm.
Si prevede che l'innalzamento proseguir anche nei secoli seguenti.


immissione di fluidi su strati geologici profondi
volti al sollevamento antropico






interventi alle bocche di porto senza il mose

Riportiamo le considerazioni e le proposte fatte nel 1999 dagli esperti del Gruppo di lavoro,
che ipotizzavano quanto segue:
riduzione delle profondit dei fondali alle bocche di porto a quote massime, medie e minime
rispettivamente per Lido di 12, 10 e 8 metri; per Malamocco di 14, 12 e 10 metri; per Chioggia di 10,
8, 5 e 7 metri;
Pennelli trasversali alle bocche per ridurre la portata idraulica;
Curvamento dei tratti terminali dei moli e scogliere a mare di fronte alle bocche per ridurre il "set
up" (l'onda montante) da vento di scirocco (concausa importante delle acque alte) ;
ridurre gli impatti dei canali portuali;
riapertura al flusso delle maree delle valli da pesca.
Gli studi di verifica hanno portato ad una ennesima conferma della possibilit e dell'efficacia degli
interventi ipotizzati.
In particolare la relazione finale presentata dal Ministero dell'Ambiente nel gennaio del 2000 recita:

Effetti sulla riduzione dei livelli di marea
Complessivamente le elaborazioni svolte segnalano la possibilit di ottenere (senza MoSE e senza
irrigidimento e rivestimento del fondale, con una configurazione dei varchi intermedia tra l'ipotesi
larga e l'ipotesi stretta) una riduzione delle punte di marea mediamente di 20 cm.
Si evidenzia infine che per il caso Burano l'efficacia media dell'apertura delle valli da pesca di quasi
10 cm.
Il 4 maggio 2013 l'associazione AmbienteVenezia ha organizzato, presso la sede del Comune di
Venezia a Ca' Farsetti un convegno intitolato "IL MOSE INCONTRA IL MARE - La difesa di Venezia e
della sua Laguna tra: variazioni climatiche, innalzamento dei livelli del mare, problemi
progettuali e stabilit delle paratoie del MoSE, indagini della magistratura."
Gli esperti ing. Paolo Pirazzoli e ing. Vincenzo Di Tella con le loro relazioni hanno spiegato perch
il mare continuer ad inondare Venezia e le paratoie del Mose non potranno impedirlo.

Riportiamo alcune parti della relazione e le conclusioni della relazione di Paolo Pirazzoli:
Evoluzione climatica, innalzamento eustatico e progetti di salvaguardia lagunare
A Venezia, la frequenza dell'acqua alta dipende dal livello delle strade. La zona pi bassa della citt (Piazza S. Marco)
comincia ad essere sommersa quando la marea raggiunge 80 cm sopra lo zero locale.
Quando la marea raggiunge 110 cm (limite ufficiale dell'acqua alta), il 14% della citt sommerso.
A +140 cm, oltre la met della citt sott'acqua. A +150cm, il 63% della citt sommerso; A +160cm, il 69% della
citt sommerso; A +180cm, il 78% della citt sommerso; A +200cm, l'86% della citt sommerso.

La frequenza dell'acqua alta aumentata nel corso dell'ultimo secolo, soprattutto dopo il 1930 (pompaggio di acque
sotterranee per le industrie di Marghera, approfondimenti alle bocche di porto e scavo di canali navigabili, aumento
globale del livello marino).

Vari rapporti dell'IPCC hanno abbondantemente documentato il recente aumento delle concentrazioni atmosferiche
di diversi gas a effetto serra (azoto, CO2, metano).

Il rapporto di Copenaghen (2009) ha confermato l'esistenza di una correlazione tra l'aumento dei gas a effetto serra
e la variazione media della temperatura.
Ha anche mostrato l'accelerazione recente avvenuta per la temperatura media globale dopo il 1850
Queste variazioni di temperatura hanno un triplice effetto sul livello degli oceani:
1- dilatazione termica delle acque oceaniche 2- fusione dei ghiacciai di montagna
3- fusione delle calotte polari (Groenlandia, Antartide)

Le pi attendibili previsioni recenti per l'innalzamento del livello marino nell'anno 2100 variano da 50 a 140 cm,
con un livello pi plausibile di circa 80 cm.
Si prevede che l'innalzamento proseguir nei secoli seguenti.

La legge speciale del 1984, prevedeva la possibilit di costruire alle bocche di porto delle barriere che avrebbero
dovuto essere sperimentali, graduali e reversibili .
Lo studio delle barriere stato affidato, in condizioni di monopolio, ad un gruppo di societ private Consorzio
Venezia Nuova che ha proposto il progetto Modulo Sperimentale Elettromeccanico (MoSE).
Il progetto comporta 79 barriere mobili alle tre bocche di porto lagunari.
Ogni barriera, lunga 20 m, starebbe normalmente sul fondo, ma potrebbe essere innalzata mediante iniezioni di aria
compressa.
Si prevede che le barriere vengano innalzate quando l'altezza della marea minaccia di superare il livello di 110 cm
sopra lo zero locale.
Si prevede che ogni barriera possa oscillare in modo indipendente con le onde; degli stretti spazi di passaggio per
l'acqua rimarranno sempre aperti tra una barriera e l'altra. Ossia, le barriere del MoSE non costituiranno una diga
impermeabile.
Ogni barriera sarebbe collegata mediante cerniere ad un enorme cassone di cemento sommerso. Sotto i cassoni,
migliaia di pali di fondazione, lunghi decine di metri, sarebbero sormontati da una lastra di cemento continua
attraverso la bocca di porto.
Indubbiamente, una simile costruzione non pu essere graduale e reversibile, come richiesto dalla legge
speciale del 1984.
Una commissione del Co.Ri.La., su richiesta del Ministero dell'Ambiente, ha presentato ad una riunione dell'Ufficio di
Piano, nel novembre 1999, un rapporto che valuta i seguenti scenari di crescita del livello medio del mare a Venezia
per l'anno 2100:
Scenario pi probabile: 16.4 cm
prudente (raccomandato per il progetto MoSE): 22 cm
pessimistico: 31.4 cm.
Queste sottostime, che ignoravano le conclusioni dei principali esperti internazionali (IPCC) costituiscono una
valutazione errata per il progetto MoSE.
Sono state immediatamente contestate, ma le critiche sono rimaste ignorate.

Le barriere del MoSE non possono far fronte ad un innalzamento del livello marino perch non costituiscono uno
sbarramento impermeabile. Le loro oscillazioni con le onde allargheranno gli spazi tra le barriere, permettendo
all'acqua marina di innalzare il livello della laguna anche quando le barriere saranno chiuse.
Le precipitazioni e le portate fluviali contribuiranno anche loro ad innalzare il livello lagunare.

Ci stato dimostrato simulando che certe tempeste del passato si riproducano di nuovo mentre il MoSE sar in
funzione..

Il primo esempio simula gli effetti potenziali del MoSE durante una piccola perturbazione nell'ottobre 1980 (che
aveva causato una banale acqua alta di 111 cm) supponendo che il livello marino globale sia aumentato di 50 cm.
Dopo un innalzamento di 50 cm, l'acqua alta sarebbe di 125 cm e rimarrebbe superiore a 110 cm durante 17 ore
Basterebbe quindi, dopo il 1980, un innalzamento non di 50 cm ma di soli 35 cm perch il livello di 110 cm sia
superato.
Ma un innalzamento del livello marino di 17 cm gi avvenuto dopo il 1980. Basterebbe quindi un nuovo
innalzamento di soli 18 cm per rendere il MoSE incapace di evitare l'acqua alta in un caso simile.

Il secondo esempio una ripetizione dell'acqua alta del 3-5 novembre 1966 con il MoSE in funzione dopo un
innalzamento del livello marino globale di 50 cm.
In questo caso l'acqua alta raggiungerebbe 148 cm e supererebbe 110 cm durante 35 ore consecutive.
Un innalzamento del livello marino globale di 12 cm rispetto al 1966 sarebbe dunque sufficiente a provocare acqua
alta a Venezia malgrado la costruzione del MoSE.
Ma un innalzamento di 15 cm gi avvenuto dopo il 1966.
Il progetto MoSE sarebbe dunque incapace di evitare l'acqua alta in un caso simile anche con il livello marino attuale.

Recentemente, uno studio idrodinamico svolto per il Comune di Venezia dalla societ francese PRINCIPIA R.D., ha
mostrato che certe condizioni di onde (Hs=3.2; TP=8s), non rare nella regione, avrebbero creato un
comportamento dinamico instabile per le paratoie del MoSE.
In queste condizioni di risonanza, il flusso di acqua marina nella laguna attraverso le barriere aumenterebbe fino
ad un livello che non permette di identificare un corretto dimensionamento delle strutture, delle cerniere e dei
connettori.

Gli esperti del MoSE sembrano aver sottostimato i risultati si questo studio e non hanno cercato di verificare come i
fenomeni di risonanza potevano essere evitati.

Il Comune di Venezia, sfavorevole al progetto MoSE a causa del suo impatto negativo sull'ambiente, ha presentato
qualche anno fa vari progetti alternativi, che per sono stati ignorati dal governo italiano.
Uno di essi (Paratoie a gravit) si differenziava nettamente dal MoSE nel principio di funzionamento.
Le paratoie a gravit, molto meno costose del MoSE, avrebbero avuto, secondo lo studio di PRINCIPIA, il grande
vantaggio di non essere soggette a fenomeni di risonanza.
()

Conclusioni
I lavori per il progetto MoSE continuano ad avere un'incidenza negativa sull'intero ecosistema lagunare.
Il progetto si basa su ipotesi iniziali dell'innalzamento prevedibile del livello marino che sono nettamente
sottostimate.
Le paratoie del MoSE essendo dinamicamente instabili, fenomeni di risonanza rischiano di causare
inondazioni a Venezia anche con il livello marino attuale.
Nel caso di innalzamento del livello marino anche di meno di 20 cm, stato dimostrato che certe
perturbazioni meteorologiche possono provocare acqua alta a Venezia anche in assenza di risonanza.
Nel caso di una ripetizione della tempesta del 1966, le barriere del MoSE sarebbero incapaci, anche oggi, di
evitare che Venezia sia allagata.
In altre parole, il progetto MoSE inadeguato alla salvaguardia di Venezia. Se venisse completato sarebbe
necessario smantellarlo poco dopo la sua costruzione.
Sarebbe quindi urgente che il Governo Italiano, che ha finora imposto a Venezia un progetto obsoleto (MoSE),
restando sordo alle varie critiche, consideri infine realisticamente i limiti di questo costosissimo progetto, che sta
cercando pateticamente di continuare a finanziare malgrado le attuali difficolt economiche.
Se fosse ancora possibile introdurre soluzioni tecnologiche, rimpiazzando per esempio le barriere del MoSE con le
barriere a gravit, si eliminerebbe la possibilit di risonanza, permettendo di prolungare la vita dell'opera di vari
decenni.
Ci non sarebbe sufficiente per far fronte all'innalzamento marino prevedibile a lungo termine, ma
permetterebbe almeno, contrariamente al MoSE, di contrastare un innalzamento eustatico anche di 50-60 cm."

29 novembre 2018 Articolo della rivista scientifica Nature:
il Mose potrebbe distruggere l'ecosistema lagunare di Venezia
I ricercatori suggeriscono di iniettare cemento liquido o acqua sottoterra per sollevare l'intera citt
A causa dell'innalzamento del livello del mare, le paratoie del MOSE dovrebbero rimanere alzate per tempi
superiori a quelli previsti all'inizio del progetto, con seri danni per l'ecosistema lagunare.
di Lou Del Bello / Nature

Un piano ambizioso per evitare che Venezia sia inghiottita dal mare potrebbe rappresentare un disastro per la
laguna che la circonda.

Il MOSE (Modulo Sperimentale Elettromeccanico), che nella sua fase finale di costruzione e il cui
completamento previsto per il 2022, formato da una complessa rete di 78 paratoie a ribalta progettate per
isolare dall'Adriatico la laguna entro cui si trova la citt. Ma sulla base di recenti studi di modellizzazione, poich
il livello del mare continua ad aumentare, il MOSE diventer meno efficace nel prevenire le inondazioni della
citt senza compromettere il delicato ecosistema lagunare.
L'impatto ambientale del progetto da 6 miliardi di euro stato un punto scottante fin dalla sua concezione, nel
1992. Nelle ultime settimane, dopo le inondazioni eccezionalmente estese di ottobre - che hanno sommerso
gran parte della citt sotto 156 centimetri d'acqua - e il rilascio di nuovi dati e simulazioni che hanno evidenziato
la vulnerabilit della citt all'innalzamento del mare, il MOSE tornato al centro dell'attenzione.

Ora i ricercatori affermano che la monumentale struttura del MOSE, le cui paratoie si innalzano per creare una
barriera artificiale al mare e arginare maree insolitamente alte, danneggerebbe l'ecosistema lagunare e
l'economia marittima gi nel giro di pochi decenni.

Luigi D'Alpaos, ingegnere ambientale dell'Universit di Padova, afferma che il problema non la struttura in s,
ma il numero di volte che le paratoie dovrebbero essere alzate mentre il livello del mare sale e la frequenza di
maree eccezionalmente alte aumenta.
D'Alpaos ha simulato le conseguenze potenziali di diversi livelli del mare, sulla base delle osservazioni relative a
tutte le alte maree tra il 2000 e il 2012.

All'inizio di quest'anno, il suo team ha scoperto che con un innalzamento del livello del mare di 50 centimetri - un
livello previsto dall'ultimo rapporto dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) - la laguna
rimarrebbe chiusa fino a 187 giorni all'anno, a volte per settimane intere.
Questo, dicono i ricercatori, ridurrebbe rapidamente l'ossigeno della laguna e, di conseguenza, le popolazioni di
pesci e di molte specie di uccelli che nidificano nella zona, come fenicotteri, falchi pellegrini, cigni neri e garzette.

"Per salvare la laguna, dovremmo aprire le paratoie, eliminando l'unica barriera contro le inondazioni", dice
D'Alpaos.

Una misura ambientale discussa
Per evitare l'esaurimento dell'ossigeno, il consorzio Venezia Nuova, incaricato della realizzazione del progetto,
afferma che il MOSE sar attivato solo nei giorni in cui il livello dell'acqua si alzer di 110 centimetri sopra la
media.
Ma improbabile che questa misura risparmi la citt da inondazioni regolari, dicono gli scienziati, tra cui
D'Alpaos. Inondazioni causate da livelli d'acqua tra i 70 e i 100 centimetri sopra la media sono comuni e
allagano per ore Piazza San Marco e altri monumenti della citt.

Le recenti inondazioni di ottobre sono durate 30 ore. Se il MOSE fosse stato attivo, durante quelle inondazioni le
paratoie sarebbero state alzate per 20 ore, dice Monica Ambrosini, portavoce del consorzio Venezia Nuova. I
modelli mostrano che in futuro le inondazioni si verificheranno pi frequentemente e dureranno per giorni interi,
richiedendo chiusure pi prolungate.

Approfondire la questione
Andreina Zitelli, docente di igiene ambientale all'Universit di Venezia, che ha criticato l'impatto ambientale del
MOSE, una delle tante persone che hanno studiato possibili alternative.

Una di queste, che risale agli anni settanta, prevede di iniettare cemento fluido, o addirittura acqua, sotto la citt
per innalzarla al di sopra dei livelli di piena. Questa tecnica fu sperimentata negli anni settanta sull'isolotto di
Poveglia, nella laguna veneziana, sollevandolo con successo di dieci centimetri dopo l'iniezione di un materiale
cementizio a dieci metri di profondit.

Altre proposte di adeguamento alle inondazioni includono l'iniezione di acqua a centinaia di metri di profondit,
attraverso 12 pozzi intorno a Venezia, riprendendo un metodo molto usato per stabilizzare le piattaforme
petrolifere durante le estrazioni.

La scienza alla base di questa idea solida e ampiamente testata dalle compagnie petrolifere di tutto il mondo,
dice Georg Umgiesser, oceanografo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

"Il caso di Venezia sarebbe pi complesso, perch la citt ha una struttura fragile e ha gi sperimentato 25
centimetri di cedimento, quindi qualsiasi intervento dovrebbe prima correggere il problema", dice Umgiesser. E
aggiunge che sono stati investiti troppi soldi e tempo nel MOSE per abbandonare il progetto ora, "ma una volta
completato, a quel punto possiamo pensare ad altro".



Riportiamo solo alcune slide della relazione




21 ottobre 2017 - Giornata MOSE all'ex Cotonificio IUAV - promossa da PER Venezia Consapevole
- intervento di Georg Umgiesser " Il cambiamento climatico ed il MOSE"
Il Mose avr problemi, in un lontano futuro, a salvare Venezia? Attorno a questo quesito e alle connessioni tra
cambiamento climatico e progetto Mose verte questo breve intervento che prende inizialmente spunto dall'ultimo
report IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change).
Per la fine di questo secolo, ovvero sino al 2100, l'IPCC prospetta un innalzamento medio del livello del mare di 50
cm. Ad un'analisi pi accurata, per, si pu subito constatare come l'incertezza del grafico vari dai 30 ai 100 cm.
Quest'ultima sicuramente la previsione peggiore per il 2100, ma la media di 50 cm quella migliore di cui al
momento si dispone.
A questi risultati si arrivati attraverso modelli deterministici fisici ma i modelli statistici, ossia semi-empirici, si
spingono addirittura a previsioni catastrofiche fino a 1,70 m senza dimenticare che il cambiamento climatico non si
arrester nel 2100.
Il Delta Commitee (il comitato olandese) - molto interessato a queste stime per il sollevamento delle dighe gi in
funzione nei Paesi Bassi - prevede, nei suoi studi, un innalzamento del livello del mare fino a 3 m per il 2200, mentre
uno studio del comitato tedesco WBGU (German Advisory Council on Global Change) - che si spinge fino al 2300 -
parla di una forbice tra i 2,50 ed i 5 m.
Il quadro delle previsioni dunque decisamente pessimistico ma supportato anche da misurazioni di mareografi e
satelliti che, negli ultimi 40 anni hanno constatato un innalzamento medio del mare di 3 mm l'anno, un numero che
trova riscontro nelle curve pi alte dell'IPCC.
Ovviamente, quanto si registra a livello globale non potr non inficiare Venezia e la sua laguna pure tenendo in
debito conto le differenze locali.
Forse il Mediterraneo si innalzer un po' meno rispetto ad altri mari ma, alla fine, ci che si osserver nell'Oceano
Atlantico si ritrover nel Mediterraneo, nell'Adriatico e, infine, nella laguna di Venezia.
Da un interessante studio di un ricercatore del CNR di Padova che utilizza anche dipinti di Bellotto e di Canaletto,
emerge chiaramente come la tendenza di 3 mm l'anno sia suffragata anche dall'osservazione attenta del livello delle
alghe in uno stesso luogo a distanza di circa 250 anni.
Come si potr, quindi, difendere Venezia?
In cinquecento anni il Magistrato alle Acque ha attuato diversi interventi: la deviazione dei fiumi, lo scavo di canali, le
dighe foranee, il canale dei petroli per facilitare l'ingresso delle navi in laguna ed ora il MOSE.
Tra questi interventi ve ne sono stati alcuni di dimensioni davvero ciclopiche come, ad esempio, la deviazione di ben
30 km del fiume Brenta attraverso un canale costruito ad hoc per evitare l'impaludamento della laguna.
Venezia e la sua laguna sono sempre state parti di una storia unica, come ben simboleggiato anche dalla Festa della
Sensa in cui il Doge prima, ed il sindaco in carica ora, gettano un anello nelle acque proprio a simboleggiare questo
connubio indissolubile.
Ora, a fronte di cambiamenti climatici tanto importanti, arrivato forse il tempo di operare una distinzione
fondamentale su ci che si vuole mettere in salvo: Venezia o la sua laguna?
Sembrerebbe un quesito provocatorio o magari ironico, ma citt e laguna potrebbero avere davvero destini diversi.
Salvare e riequilibrare la laguna sarebbe facilmente realizzabile smantellando le dighe foranee, chiudendo il canale
dei petroli, introducendo nuovamente i fiumi che con i loro sedimenti alimenterebbero le barene.
Il tempo porterebbe ad un nuovo equilibrio "naturale".
A salvare la citt di Venezia ci dovrebbe invece pensare il MOSE ma nei prossimi 100 anni, per come li abbiamo
previsti, anche il MOSE avr seri problemi.
Anche solo ipotizzando un innalzamento del livello medio dei mari di 50 cm, le paratoie del MOSE dovrebbero essere
sollevate dalle 300 alle 400 volte l'anno, in media una volta al giorno con tutto ci che ne consegue.
La situazione sar ancora sostenibile?
Si potrebbe obiettare che, forse, non si arriver ad un innalzamento di 50 cm nei prossimi 100 anni ma ci non
pertinente. La domanda infatti, non se, ma quando ci avverr.
Non vi alcuna indicazione in favore di un rallentamento del cambiamento climatico o di una volont di arginarlo,
come dimostra anche il comportamento del presidente americano Donald Trump che ha appena voltato le spalle agli
accordi di Parigi sul clima.
Non sarebbe dunque meglio chiudere del tutto la laguna invece di avere le paratie del Mose sollevate per una o due
volte al giorno?
Vi sono bellissime lagune di acqua dolce, al mondo, ma per passare ad un altro ecosistema necessario un tempo di
transito di circa 50 anni a cui si deve cominciare a pensare sin d'ora.
La situazione di Venezia per, bench grave non drammatica se confrontata, ad esempio, con quella del
Bangladesh.
"Una casa al mare, l'incubo del contadino bangladese", recita una pubblicit tedesca.
S, perch il 17% dell'area di quella nazione con un innalzamento di 100 cm del livello del mare scomparirebbe entro
la fine di questo secolo.
Venezia ha a disposizione una grande ricchezza che le permette di reagire con grande tempestivit, mentre lo stesso
non si pu dire per un paese in sviluppo come il Bangladesh.












Aggiornamento del Piano per il recupero Morfologico e Ambientale della Laguna di Venezia
Febbraio del 2017 AmbienteVenezia come molte altre associazioni e molte persone hanno presentato
osservazioni sull'aggiornamento del piano proposto dal Consorzio Venezia Nuova e Corila; il piano venne
bocciato dalla Commissione VIA del Ministero dell'ambiente; da quanto si legge sui giornali i proponenti
stanno facendo una nuova rielaborazione . Ma da alcune anticipazioni sembra che ben poco sia
cambiato come ad esempio il tentativo declassificare i fanghi inquinati della laguna per porteli riutilizzare
senza alcuna precauzione. Di seguito qualche immagine estratta da un interessantissimo studio di Lorenzo
Bonometto che vi invitiamo a recuperare e leggere integralmente.

La Portualit con i Cambiamenti Climatici, l'innalzamento dei livelli del mare e il Mose
Intervento di Luciano Mazzolin
Gli scenari a dir poco preoccupanti che emergono dalle relazioni che trovate all'interno di questo dossier fanno
emergere che se si vuole garantire al Porto di Venezia la normale funzionalit ed attivit anche nei prossimi decenni, a
media e lunga scadenza, bisogna spostare alcune strutture portuali verso il mare oltre la linea di confine delle strutture
del MOSE, cassoni e paratoie.
Gli scenari indicano che tra qualche decina d'anni le paratoie del MOSE (sempre se funzioneranno) dovranno alzarsi
moltissime volte all'anno bloccando o rallentando le attivit portuali per molti giorni, per intere settimane ..
Alcuni ipotizzano che le paratoie dovranno alzarsi e chiudere la laguna per 4.500 ore all'anno (equivalente di 187 giorni
anno);
Altri ipotizzano che le paratoie del MOSE dovrebbero essere sollevate dalle 300 alle 400 volte l'anno, in
media una volta al giorno.
E' evidente che questi scenari avranno delle pesantissime ripercussioni in tutte le attivit portuali
future.

Alla luce di questi scenari drammatici il mondo della politica, le varie istituzioni e gli enti locali, gli
attuali responsabili del Porto di Venezia, le lobby delle compagnie di navigazione, propongono
caparbiamente assurde, pericolose e devastanti soluzioni che vogliono mantenere tutto il traffico
all'interno della Laguna, concentrando il traffico navale sul percorso Bocca di Porto di Malamocco,
Canale dei Petroli, Porto Marghera, canale Vittorio Emanuele, Stazione Marittima di Venezia.

E' il caso della soluzione del problema delle navi da crociera dove si aborrisce, si respinge e si tiene
fermo l'unico progetto che stato approvato con parere positivo dalla Commissione VIA del Ministero
dell'Ambiente (il 25 novembre 2016) che prevede la costruzione di una nuova struttura crocieristica
nella bocca di porto del Lido oltre la linea di confine delle paratoie del MOSE lato mare.

Il progetto ancora fermo nei cassetti del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti da pi di due anni;
il precedente Ministro Delrio aveva arbitrariamente bloccato il progetto dal percorso burocratico
previsto dalle leggi e anche l'attuale Ministro, che temporeggia e rinvia le sue decisioni, lo tiene fermo!

Chi deve decidere, perde tempo in assurdi ed inutili confronti tra idee varie che vengono proposte e
riproposte.alcune di queste gi esaminate e bocciate o bloccate dalla Commissione VIA; altre mai
presentate ufficialmente come progetto vero e proprio, ma solo come schizzo ed annuncio sulle
pagine di qualche giornale.

Chi deve decidere, dovrebbe prendere in considerazione gli scenari futuri che si prospettano con i
cambiamenti climatici in corso e con l'innalzamento dei livelli del mare, ma sembra che stiamo
pensando ad altro e che vogliano navigare a vista su altre ipotesi.



Un'ultima considerazione strettamente personale e mai discussa all'interno di AmbienteVenezia
Leggendo i giornali di questi ultimi giorni, mi lascia alquanto perplesso, la strana velocit e fretta del
Provveditore alle Opere Pubbliche del Veneto Linetti che invita il Consorzio Venezia Nuova a procedere allo
smantellamento della grande piattaforma di cantiere dei cassoni del Mose di Santa Maria del Mare a
Pellestrina; l'operazione di demolizione coster 10 milioni di euro e i lavori dureranno un anno.
Nel 2017 la stessa area era stata individuata dal presidente del Porto di Venezia Musolino (appena
nominato) come area portuale alternativa alla maxipiattaforma offshore in alto mare per il traffico dei
container proposta dal suo predecessore Costa.
Dopo qualche giorno dalla proposta lanciata da sui giornali da Musolino, Linetti disse che la proposta era
interessante. Ma sono passati gli anni e forse ci ha ripensato. Se Linetti valutasse gli scenari futuri dei
cambiamenti climatici magari avrebbe meno fretta ad ordinare lo smantellamento e si riserverebbe una
pausa di riflessione ed analisi.
TUTTI IN CAMPO
GIORNATA PER LA GIUSTIZIA CLIMATICA
Sabato 23 febbraio 2019
dalle ore 11:00 alle 19:00
Campo Santa Margherita Venezia
Organizzato da Siamo Ancora In Tempo Veneto

Sabato 23 febbraio i comitati veneti, i gruppi le associazioni e i singoli che si stanno
mobilitando per la giustizia climatica e contro le grandi opere inutili e imposte,
organizzano una giornata in Campo Santa Margherita a Venezia.
Una giornata di festa e di denuncia.
Infatti vogliamo condividere con quanti pi possibile il nostro piano, la nostra
Piattaforma di rivendicazioni verso la Regione Veneto, frutto del lavoro comune di
tutti noi.

Ci siamo messi in cammino proprio a partire da Venezia lo scorso settembre 2018
con una grande assemblea che ha lanciato un percorso nazionale che vedr tanti
scendere in piazza il prossimo 23 marzo 2019 per una marcia climatica e contro le
grandi opere.

Per coloro che da anni in Veneto reclamano giustizia ambientale e sociale il 23
febbraio un'occasione per stare insieme, far vedere cosa significa per noi dire che
SIAMO ANCORA IN TEMPO per cambiare questo sistema marcio e corrotto, e non
il clima, Vogliamo dire a gran voce quali sono le responsabilit della Regione
Veneto, di Zaia, del sistema Galan

Vogliamo anche essere parte dello spirito carnevalesco che si respirer quei giorni a
Venezia!

insomma.... state connessi e aspettate tutti gli aggiornamenti su allestimenti,
musica, spettacoli e cibo che ci saranno il 23 febbraio!

#siamoancoraintempo
#systemchangenotclimatechange
#nograndiopere

Aderisci all'evento facebook
https://www.facebook.com/events/776530252714313/?active_tab=about










campagna di tesseramento per il 2019
dell'associazione AmbienteVenezia

invitiamo i soci e le persone che condividono il nostro lavoro e le nostre
iniziative a rinnovare la tessera per il 2019 o dare contributo per aiutarci
a realizzare le prossime iniziative.

Le quote del tesseramento per il 2019 sono:

Quota Ordinaria Socio euro 20
Quota Socio Sostenitore da euro 35 ... in su

per rinnovare tessera o nuove iscrizioni contattare scrivendo a:
Stefano Fiorin ..... e- mail ...... stefano_barena@libero.it
Stefano Micheletti e-mail. mikeste@iol.it
Flavio Cogo.......... e- mail ... ....flavio.flattop@virgilio.it
Luciano Mazzolin.... e- mail..... ..luciano.mazzolin@libero.it

Chi vuole dare un contributo e aiutarci a realizzare le prossime iniziative
pu fare un bonifico sul seguente conto corrente :

messo a disposizione da: CESP- CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA DI VENEZIA

BANCA ETICA
ABI 05018
BIC: CCRTIT2T84A
IBAN: IT69Y0501812101000011608957
Specificando nella causale: contributo per associazione AmbienteVenezia







Fine della seconda parte del dossier
Associazione AmbienteVenezia in collaborazione con il Comitato NOGrandiNavi Laguna Bene Comune
Nel prossimo numero all'inizio di marzo :
Dossier dedicato interamente alla Portualit a Venezia (gli impatti sull'ambiente e
sulla Laguna; il problema delle grandi navi da crociera; una portualit veramente
sostenibile)